Con un formale “Si invia l’allegata petizione d’iniziativa dei Comitati sottoscritta da 773 abitanti dei paesi rivieraschi del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni con viva preghiera di darne adeguata trattazione”, Franceschino Barazzutti ci trasmetteva il testo di una petizione firmata da ben 773 abitanti della Val del Lago, che cercano pure così di far sentire la loro voce ai politici referenti del territorio. Infatti la petizione è indirizzata:

«Ai Signori Sindaci di Cavazzo Carnico, Bordano, Trasaghis Ai Presidenti delle Comunità della Carnia e del Gemonese, Ai Parlamentari, Ai Consiglieri Regionali».

Ed è contro il progetto Siot, essendo intitolata:

«Petizione contro l’insediamento da parte della Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino (SIOT) di un impianto con due gruppi di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e di calore da fonti fossili (metano) di potenza nominale 7,7 MW, di potenza termica nominale di 17,1 MWt e delle relative opere ed infrastrutture connesse in Comune di Cavazzo Carnico frazione Somplago».

E continua con: «I sottoscritti cittadini», … premesso che, «la Società per L’Oleodotto Transalpino di Trieste (SIOT) ha richiesto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio nell’area della stazione di pompaggio di Somplago di un impianto con due gruppi di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e di calore da fonti fossili (metano)» fanno presente che «tale impianto, attraverso due camini alti 15e16 m., emetterà nell’aria polveri sottili e gas composti da anidride carbonica, anidride solforosa e ossidi di azoto che si sommeranno a quelli già notevoli prodotti dall’autostrada che inquineranno l’atmosfera e il lago» trovando pure «uno sbarramento nell’alta rupe di San Candido e nei monti circostanti», ed essendo «la Val del Lago una valle stretta che si sviluppa sull’asse nord-sud in cui le correnti umide adriatiche provenienti da sud si scaricano incontrando le Prealpi»

Inoltre così si legge sulla petizione: il progetto della SIOT risulta «incompatibile con quella che naturalmente è e deve essere la vocazione turistica del lago e della sua valle: per la sua ubicazione strategica tra la pianura e la Carnia, per la presenza del più grande lago della regione del quale leggi regionali vigenti prevedono la valorizzazione ambientale e turistica, […] Questo è il comprensorio del terremoto e della esemplare ricostruzione di cui il Friuli è fiero! Un comprensorio che va rispettato, tutelato e valorizzato».

Inoltre i cittadini firmatari fanno presente che ‘La Val del Lago’ ha già dato abbastanza!

«già l’ubicazione negli anni’60 della stessa stazione di pompaggio con relativo enorme serbatoio cilindrico sulla riva nord del lago costituisce uno sfregio all’ambiente- continuano – (e)  lubicazione dei due generatori funzionanti a metano potrà solo peggiorare. Inoltre confligge con “il recupero delle condizioni di naturalità del lago e della sua fruibilità anche turistica” previsto da una serie di leggi regionali, quali il Piano Regionale di Tutela delle Acque e la L.R. 6 agosto 2019 n.13».

Inoltre i firmatari non capiscono il perchè di questi due nuovi cogeneratori a metano. Infatti la centrale di Somplago ha sempre garantito il normale funzionamento della stazione di pompaggio. Con le sue 3 potenti turbine è in grado di fornire alla SIOT qualsiasi ulteriore richiesta di energia elettrica – questa sì pulita – per produrre anche quel calore che SIOT vorrebbe produrre bruciando metano poiché è arcinoto che l’elettricità è trasformabile anche in calore: i generatori non servono».

«La SIOT motiva i generatori a metano con il vantaggio dell’efficienza energetica e le minori emissioni di inquinanti, ma è proprio la combustione del metano ad aumentarle. Intende avere autonomia energetica per proteggersi da eventuali black-out quando questi – e ben altre tragedie! – sono la conseguenza dei cambiamenti climatici provocati proprio dai combustibili fossili come il metano che la SIOT intende utilizzare».

Infine, si legge sulla petizione, «Le motivazioni della SIOT confliggono con la realtà. Confliggono con la Val del Lago già massacrata da diverse grandi infrastrutture senza alcun rispetto per l’ambiente, il lago, la valle, i suoi abitanti, mentre il ventilato futuro utilizzo del biometano e le proposte di “compensazioni” sono uno specchietto per le allodole. Pare che la SIOT continui tale politica verso la Val del Lago che è funzionale al suo massimo profitto e non – come dice – all’efficienza energetica, alla minore emissione di inquinanti in atmosfera, alla protezione da black-out.

«La scomposizione dei rapporti internazionali prodotta dalla guerra in Ucraina, le grandi disponibilità finanziarie del PNRR, una politica compiacente, le varie facilitazioni e i diversi incentivi pubblici, i certificati verdi e bianchi riconosciuti ai produttori di energia elettrica e pagati con le bollette degli utenti hanno creato un quadro estremamente favorevole alle grandi società operanti in settori strategici, in particolare in quello energetico, perché si ponessero l’obiettivo di conquistare ancora maggiori potere e profitti con denari pubblici e quindi anche nostri».

Nè si può dimenticare che «il Codice dell’Ambiente (D.Lgs.152/2006 di cui Allegato III – progetti sottoposti a VIA e di cui Allegato IV elementi di verifica per l’assoggettamento VIA di progetti dell’allegato III) prevede che le caratteristiche dei progetti debbano essere considerate tenendo conto della dimensione del progetto ma anche del cumulo con altri progetti e del conseguente inquinamento e disturbo ambientale nonché della localizzazione dei progetti in funzione della sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell’impatto (Comma 1, 2, 3 dell’allegato IV);

Quindi la petizione porta un riferimento preciso alla salute dei cittadini che verrebbe minata dai nuovi generatori a metano. «le stesse polveri sottili e i fumi prodotti dall’impianto ricadranno sui terreni circostanti con conseguente inquinamento di orti, campi, prati ed inevitabili ripercussioni negative sui prodotti agricoli e sulla salute dei consumatori. La nostra salute va tutela e non barattata con “compensazioni”!»

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 Infine le richieste:

1 che «venga debitamente analizzato l’effetto cumulo del carico inquinante complessivo e non solamente quello relativo al progetto SIOT;

2 che «il progetto SIOT venga sottoposto all’esame della Convenzione e della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) per valutarne la compatibilità con le prescrizioni di tali organi internazionali»

3 che «venga promossa la verifica di assoggettabilità alla VIA e in seguito avviata la procedura di VIA per tale progetto, come previsto dal “Protocollo Energia” della Convenzione Internazionale delle Alpi».

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Ed ai rappresentanti politici ed istituzionali del territorio, Sindaci locali, le Comunità di Montagna della Carnia e del Gemonese, i Consiglieri Regionali e i Parlamentari; i 773 firmatari chiedono inoltre  che: «nelle varie sedi si facciano interpreti dell’opposizione della popolazione locale al progetto Siot»

ed ai Comuni ed alle Comunità di Montagna interessate domandano di promuovere ricorso al TAR avverso l’esclusione della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) attuata dalla Regione riguardo al progetto SIOT, nonché avverso alla eventuale approvazione definitiva di tale progetto», lamentando, inoltre, il fatto che «i dirigenti della SIOT non abbiamo ritenuto prima di depositare la richiesta di autorizzazione di contattare almeno con una telefonata il sindaco di Cavazzo Carnico, sul cui territorio si vogliono installare i cogeneratori, salvo, giunti su apposito invito a presentare il progetto nella sala consiliare del comune di Cavazzo Carnico, negare ogni possibile criticità ed esaltare il progetto».

E la petizione termina con due righe legali: «I sottoscrittori, consapevoli delle sanzioni penali previste per il caso di dichiarazione non veritiera, di formazione e di uso di atti falsi, così come stabilito dall’art. 76 del D.P.R. n. 445/2000, […].  Tolmezzo 9 luglio 2022»

 Tolmezzo, 9 luglio 2022, è la data della petizione, ora consegnata. Ma nel frattempo manifestazioni si sono susseguite, sia in Val del Lago come nel Paluzzano e davanti alla Regione FVG, oltre che richieste. Risposte? Nessuna. E Via e Vas? Paiono scomparsi dalla politica della maggioranza regionale… che ci domandiamo non da ora che cosa  stia facendo a tutela dei cittadini e per gli stessi. Ed anche il dott. Fedriga pare taccia sui problemi fondamentali che scuotono questa regione, di cui è Presidente di Giunta, quasi, pare, insensibile agli stessi. Ma può darsi che mi sbagli io, e se erro correggetemi.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che è di quelle già da me utilizzate, mostra Franceschino Barazzutti, il guardiano del lago, mentre parla alla prima manifestazione contro la Siot, nei pressi della centrale di Somplago, l’8 maggio 2022.

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