Apro questo mio pezzo con un commento al manifesto sulla donna dei desideri degli uomini di Crotone, affiliati alla Lega che per anni ed anni fu rigorosamente ‘Lega Nord’, per poi trasformarsi nel partito di un uomo solo al comando e cioè Matteo Salvini, che doveva essere intitolato non “8 marzo. Chi offende la dignità della donna” ma “la donna che sognamo”, e che avvicina questi signori, che così si sono fatti un po’ di pubblicità, a Roberto Vecchioni, quando canta: “Voglio una donna, con la gonna”. E altre asserzioni avrebbero dovuto comparire sotto la voce: “come vediamo il mondo”, che non è una novità. E chi è vissuto come il nemico è sempre visto come quello che stupra la ‘tua’ donna, anche se non si può negare che effettivamente stupri furono perpetrati nelle valli carniche da parte dei cosacchi durante la seconda guerra mondiale, e da parte di italici conquistadores fascisti, nelle terre occupate della poi Jugoslavia, e quindi in Istria e Dalmazia, come in Grecia, ma anche in Italia, per fermarsi ad un contesto preciso. Si guardi almeno Fascist legacy. Ed il maschio latino figlio dell’ideologia fascista, si è spesso identificato in quello con la verga dritta, con il pene eretto, che passa subito al dunque, mai stanco, mai domo. Per fortuna ora non è detto sia sempre così, e anche allora, sotto il fascio, non fu sempre così, perché esistevano anche uomini cattolici, comunisti, né cattolici né comunisti che sognavano una famiglia e dei figli e rispettarono le donne, non solo il loro onore, ma non vorrei che si ritornasse indietro.

Per inciso anch’ io sono contraria all’ultima trovata neocapitalistica di vendere l’utero o alla pratica detta dell’utero in affitto, distaccando poi la madre dal bimbo, anch’ io credo che non si debba uscire, nella terminologia, da quella ancestrale che vuole la madre esser chiamata: madre ed il padre: padre, e dalla famiglia intesa nel senso naturale, e quella dei gender mi è sempre parsa una grande cazzata.  E credo fermamente che molti uomini, sia di destra che di sinistra, sotto sotto approvino che la donna dei loro sogni non venda l’utero, che sia mamma, magari solo perché quel ‘goldone’ è poco appetibile, basta poi che il figlio non rompa troppo e se lo gestisca lei pur andando a lavorare, ma anche che sia sottomessa, ed altre piccolezze, si fa per dire. E per molti, credo, indipendentemente dal colore politico, lei dovrebbe essere sempre disponibile, trovare il loro pene eretto sempre una cosa piacevolissima, aprire con un sorriso di gratitudine le gambe anche quando muore di sonno dopo una dura giornata lavorativa ed un’altra altrettanto dura la aspetta, con in aggiunta , forse, i vecchi genitori o suoceri di cui vedere e un paio di marmocchi da piazzare in una scuola od asilo, sperando godano di buona salute, e non debba andare a cercare anche un pediatra, razza quasi in estinzione in alcune zone del suolo italico, con prestazione chissà dove e rigorosamente ad orario e con ambulatorio pieno.   

Inoltre non neghiamolo: molti maschietti hanno la sindrome della Barbie, che se una non le assomiglia pensano che resterà zitella per sempre, ma anche molte donne si prestano, secondo me, ad abbruttirsi seguendo mode che hanno dell’orrido e pure costano. Come quelle imposte ora dalle parrucchiere che vogliono o volevano le agée, per non dire le anziane sempre con capelli cortissimi e chiarissimi, anche se di pelle olivastra ed a cui il capello un po’ lungo donava parecchio, e le giovani con il capo metà rasato e metà con i capelli trasformati in quattro spilocchi dritti e brutti.

Poi c’è quella, inventata temo dai maschi, che la donna sia ‘pazza’ o propenda verso la pazzia o la depressione per sua caratteristica personale e dato che ha le mestruazioni, non per la vita che è costretta a fare, tra mezzi pubblici e privati, corse, lavoro, figli, vecchi di cui vedere e servizi inesistenti, che farebbero collassare un maschio in men che non si dica. E poi sì, diciamocelo, il maschietto, a casa, vuole anche le coccole, e via dicendo, vuole essere capito, vuole che lei faccia ciò che lui desidera, che tifi per la stessa squadra di calcio da lui scelta, che parli di calcio anche se non gliene frega niente, che gli perdoni qualche scappatella e lo lasci uscire a piacimento con gli amici.

Questo però non dovrebbe far riflettere solo sul gioco dei ruoli fra maschio e femmina, ma più concretamente sul nuovo contesto sociale, sul nucleo familiare che va disgregandosi nella società della solitudine, della sopraffazione e dei consumi, ove tutto è in vendita ed acquistabile da chi può, utero compreso, il che è abominevole. E dovrebbe far riflettere sul modello del femminile dettato dal fitness, dalle diete allo zenzero, vegane, vegetariane e chi più ne ha più ne metta, e sulla realtà della donna sempre di corsa fra il lavoro obbligatorio ora come allora, chissà dove, per non morire di fame, modelli sociali, maternità che ora si dice naturale anche se è la prima a quarant’ anni, assistenza domiciliare ed ospedaliera e stanchezza ora come allora epocale.

Sono sicura poi, che vi sono uomini occidentali che vorrebbero vedere la loro lei, in particolare se giovane e bella, a letto nuda e fuori con il  burqa, magari di Gucci, come polemicamente intitola una canzone, anche se non lo dicono; e mi pare che il femminicidio si stia trasformando in un fenomeno ‘normale’ da sottoporre a dato istat, come il reddito pro capite, e le pari opportunità si siano ridotte alla scelta partitica di porre un rappresentante politico uomo e una rappresentante politica donna, ad ogni costo, uno accanto all’altra, indipendentemente dalle loro capacità, od al far scannare tutti, uomini e donne assieme affratellati, in lavori a condizione simil schiavistica. Bisogna dar atto però alla Lega di essere un partito tendenzialmente maschilista, a mio avviso, più di quanto, paradossalmente, lo fosse il fascismo stesso, anche se in Carnia si fregia di avere una nota rappresentante al femminile. Inoltre spesso le donne che fanno parte di un partito hanno seguito la ‘naturale’ carriera che le ha volute prima portaborse, segretarie e tuttofare, ma la sindrome della donna segretaria è dura a morire dovunque, come il modello che vuole la donna emancipata essere simile all’uomo in carriera, per far capire che ha lo stesso valore, dimenticando le proprie peculiarità.

E così si esprime Roberto Vecchioni nella sua tanto discussa canzone ‘Voglio una donna’, che rappresenta il sogno di tanti, e le cui parole qui riporto:
«Una canzone di Natale che le prenda la pelle/E come tetto solo un cielo di stelle;/ abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo:/Che la piantasse un po’ di andarsene in giro/La voglio come Biancaneve coi sette nani/noiosa come una canzone degli “Intillimani”./

 Voglio una donna “donna”/donna “donna”/donna con la gonna, /gonna gonna/Voglio una donna “donna”/donna “donna”/donna con la gonna/gonna gonna/
Prendila te quella col cervello, /che s’innamori di te quella che fa carriera, /quella col pisello e la bandiera nera/la cantatrice calva e la barricadera/che non c’e mai la sera…/
 Non dico tutte: me ne basterebbe solo una,/tanti auguri alle altre di più fortuna/Voglio una donna, mi basta che non legga Freud,/dammi una donna così che l’assicuro ai “Lloyd”/preghierina preghierina fammela trovare,/Madonnina Madonnina non mi abbandonare;/
 Voglio una donna “donna”,/donna “donna”/donna con la gonna,/gonna gonna/Voglio una donna “donna”/donna “donna”/donna con la gonna/gonna gonna/
 Prendila te la signorina Rambo/che s’innamori di te ‘sta specie di canguro/che fa l’amore a tempo/che fa la corsa all’oro/veloce come il lampo/tenera come un muro/padrona del futuro…
 Prendila te quella che fa il “Leasing”/che s’innamori di te la Capitana Nemo,/quella che va al “Briefing”/perché lei è del ramo,/e viene via dal Meeting/stronza come un uomo/sola come un uomo… (http://testicanzoni.mtv.it/testi-Roberto-Vecchioni_11882/testo-Voglio-una-donna-1452605).

E poi temo che ancora si differenzi la donna, la femmina, e la sposa, che è proprietà privata ed esclusiva, che porti la fede (segno di un anello di catena che lega indissolubilmente) al dito o meno. Non da ultimo, certa propensione alla colpevolizzazione della donna per i motivi più disparati, mutuata anche dalla chiesa cattolica che ancora punta alla verginità femminile come valore ed al raggiungimento di un ideale di maschio senza possibilità di copulare, dovrebbe far pensare. Dietro molti comportamenti maschili violenti verso le femmine credo ci sia proprio un sentimento di farla pagare per ciò che lei ha fatto, per una azione vissuta dal soggetto che fa violenza, arbitrariamente, come una colpa da far espiare. Ma “la colpa è tua”, è il nuovo ritornello della società dei consumi.

Pertanto maschietti leghisti e non leghisti con certe idee in mente, anche noi donne giovani, meno giovani, anziane (come me) abbiamo qualcosa da dire su voi maschietti; su cosa offende la dignità della donna, dignità che è ancora tutta da conquistare, dopo qualche timido passo; abbiamo qualcosa da dire sulla donna istruita che non è mai un male, e scusatemi se ve lo dico, ma mi pare siate più vicini agli ideali della donna di certo islam integralista o da guadagnare con la clava in mano ora di quanto pensiate. Ma nella realtà il Corano non vede in senso negativo la donna, come del resto il Vangelo, dove le figure femminili sono importanti e valorizzate.

Ma tranquilli, anche i compagni comunisti dopo aver predicato l’emancipazione della donna dalle catene durante la seconda guerra mondiale, fecero ricadere, dopo la fine del conflitto, le partigiane nel ruolo di spose, madri e segretarie, mentre non mancarono persone che le pensavano tutte puttane. Vediamo almeno di andare un po’ avanti per non precipitare nel baratro.

Ops, dimenticavo: perchè su come dovrebbe essere la donna, sulla sua dignità, su come raggiungerla e su come come salvaguardarla ecc. parlano ancora quasi solo ed esclusivamente gli uomini? Perchè le donne di Crotone non ci dicono cosa pensano? Vorrei sentire una donna parlare della sua dignità, magari calpestata. E colgo l’occasione della festa della donna per mandare un saluto a Stefania Catallo, tra l’altro autrice del volume: “La memoria scomoda della guerra. Le marocchinate” ed alle altre del centro antiviolenza di Tor bella Monaca di Roma, sempre in prima linea pur fra mille problemi. Laura Matelda Puppini.

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Per chi volesse approfondire argomenti relativi alla donna nella società del 2000 ed ante, consiglio la lettura, su www.nonsolocarnia.info, dei miei:

8 marzo 2016. Festa della donna. Contro il cosiddetto “utero in affitto”.

Gender, sesso, diritti e dintorni. Parliamone

In un mondo di ‘rutti e puzze’, ove madre e padre sono perduti, e Hide ha vinto su Jekyll.

Donne fra sogni maschili e realtà femminili.

‘Per quei bambini orfani di femminicidio’ da Il Manifesto ed altri, sulla nuova legge 11 gennaio 2018, ed il ‘rapporto ombra’.

Tolmezzo, ultimo consiglio comunale. Su quell’ordine del giorno sul femminicidio. Una riflessione.

E rimando anche a dei bellissimi ritratti di donna di Francesco Cecchini, da me pubblicati con titolo: 

Francesco Cecchini. Ritratti di donne.

ed all’interessantissima intervista ad A., pubblicata da me in due parti sempre su www.nonsolocarnia.info, con titolo:

Storia di una donna carnica, fra violenza, povertà, aiuto reciproco. Intervista a A., maritata. Prima parte.

Storia di una donna carnica, fra violenza, povertà, aiuto reciproco. Intervista a A., maritata. Seconda parte.

SENZA VOLER OFFENDERE ALCUNO, FIERA DI ESSERE DONNA, W L’8 MARZO E W LA FESTA DELLA DONNA, MAI PIU’ SCHIAVA.

L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.newsly.it/festa-delle-donne-2016-frasi-video-e-immagini-per-whatsapp-e-facebook/, solo per questo uso. Se è coperta da copyright prego avvisare che la sostituirò.

Laura Matelda Puppini

 

 

 

 

  

 

 

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