Dodici anni di indecorose derive istituzionali, di incredibili sudditanze, di bugie e complicità; ma anche dodici anni di lotta per l’affermazione della dignità di un popolo sottomesso e inerme di fronte agli abusi dei poteri forti. Mercoledì 12 febbraio 2020 nell’udienza presso il TAR del Lazio si è celebrato l’ennesimo atto della incredibile vicenda dell’ecomostro che la TERNA ha costruito nel cuore del Friuli.

A rappresentare l’istanza, di un pugno di irriducibili agricoltori, che si sono fatti carico di difendere la dignità dell’intero Friuli, è stato ancora una volta l’avvocato Matteo Ceruti legale di chiara fama, sempre dalla parte delle popolazioni impegnate nella difesa dell’ambiente e dei diritti sanciti dalla Costituzione: eppure troppe volte umiliati dalla arroganza dei poteri forti e dalla sudditanza della politica. Dopo un ignobile gioco di sponda innescato a dispetto della suprema decisione del Consiglio di Stato che aveva annullato le decisioni del Tribunale Amministrativo, la palla è tornata nelle mani del TAR del Lazio.

Il Tribunale amministrativo, di fronte all’ennesimo ricorso contro chi aveva ignorato la decisione del Consiglio di Stato e permesso la costruzione dell’ecomostro, aveva preferito non esprimersi e in un gioco perverso aveva rinviato la valutazione del da farsi al Consiglio di Stato. In tal modo e non senza ingiustificati ritardi nella presa d’atto del Tribunale superiore e nella fissazione della udienza conclusiva, il TAR era riuscito a far trascorrere tre lunghi anni, sufficienti a favorire l’ultimazione dei lavori e ad incoraggiare le complicità degli amministratori pubblici e l’inerzia della magistratura locale.

Nell’udienza di mercoledì, gli agricoltori si sono costituti contro i ministeri che in vario modo hanno sostenuto la realizzazione dell’elettrodotto aereo, contro la Regione del Friuli Venezia Giulia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e naturalmente contro la TERNA.
Dopo aver preteso di passare alla discussione e non limitarsi agli atti depositati, l’avvocato Ceruti ha motivato la richiesta della demolizione dell’elettrodotto aereo e il risarcimento dei danni provocati dalla sua realizzazione sulla base del principio che non era possibile derogare dalla sentenza del Consiglio di Stato, tanto più dopo essere stata contraddetta da una Valutazione di Impatto Ambientale faziosa e al tempo stesso ignorata dalla sopraggiunta decisione di un Consiglio dei Ministri presieduto da Matteo Renzi, che in tal modo ha inteso opporsi alle valutazioni del Ministero dei beni e attività culturali.

È stato quindi dimostrato che allo stato attuale non vi sarebbero ragioni sufficienti per impedire l’abbattimento dei piloni. A maggior ragione dopo che nella vicina Regione Veneto, oltre a disporre l’interramento di ogni futuro elettrodotto, è stata ordinata la demolizione della nuova linea aerea Dolo-Camin e la sua sostituzione con una interrata. Né per altro verso si sono potute ignorare le dichiarazioni del nuovo amministratore delegato della TERNA, quando ha dovuto ammettere che il presente e il futuro saranno caratterizzati dalla costruzione delle linee interrate; ciò per le evidenti ragioni che anche il più disinformato uomo della strada può comprendere.

Nel corso della discussione l’avvocato Ceruti, difensore degli agricoltori e dell’onorabilità di una povera Regione maltrattata dai suoi amministratori ha potuto manifestare i principali contenuti dell’istanza e sottolineare ulteriori aspetti assolutamente illegittimi, quali la mancata pubblicazione dei nominativi di molti proprietari soggetti all’asservimento di elettrodotto, rendendoli in tal modo assolutamente incapaci di reagire e di opporsi nei termini previsti dalla legge e secondo una giurisprudenza consolidata.

Concludendo, il legale ha potuto dimostrare come la scelta dell’elettrodotto aereo sia avvenuta in ossequio a ragioni prettamente politiche ed economiche. L’avvocato della Regione, sebbene presente a Roma sin dal giorno prima, è sparita dal tribunale prima che iniziasse la discussione, facendo così mancare il tradizionale sostegno alle tesi della TERNA e la ragione di una trasferta messa a carico dell’ignaro contribuente. L’avvocato Clarizia per la TERNA, dopo le abituali e teatrali manifestazioni di amicizia rivolte ai membri della corte, arrivato il suo turno, si è tolto la toga e si è congedato con un “ho un appuntamento dal dottore”. Quello che è certo è che la sua parcella non ne soffrirà e qualunque potrà essere la decisione della corte si andrà comunque al Consiglio di Stato, sia che a soccombere sia la TERNA, che gli agricoltori, con la differenza che questi ultimi pagano di tasca loro, mentre la Società addebita i suoi costi alle bollette degli utenti.

Di certo il Comitato per la vita del Friuli Rurale non demorde, pronto ad aprire nuovi fronti di lotta e a muovere nuove contestazioni. Esplicita in tal senso sarà la denuncia alle autorità competenti e al Prefetto di Udine in particolare, circa la incompatibilità delle opere realizzate con le sollecitazioni determinate dai venti estremi quali si sono verificati con la bufera Vaia e non solo: venti che hanno raggiunto i 270 chilometri /ora, quindi di gran lunga superiori a quelli di progetto.

Né mancheremo di contestare la mancata pubblicazione “ad opponendum” sugli albi pretori dei singoli comuni attraversati, così da impedire qualsivoglia contestazione alla mancata corrispondenza fra le previsioni e lo stato di fatto, ovvero per i danni patiti. Rimane infine il nodo delle compensazioni ed il traffico delle espropriazioni, ovvero delle disomogenee liquidazioni erogate ai proprietari dei fondi intercettati dalla nuova linea, E poiché si tratta di denari del pubblico erario è naturale che ad occuparsene sia la Corte dei Conti.

Chissà che una volta almeno, i media regionali ne possano parlare, senza per questo affidarsi per l’ennesima volta alle veline della TERNA. E chissà che questa volta il governatore del Friuli Venezia Giulia, anziché scimmiottare chi l’ha preceduto nella carica non decida di emulare il collega della Regione Veneto.

Tibaldi Aldevis. Comitato per la vita del Friuli rurale.

L’immagine che correda l’articolo è di ‘aquilasolitaria’ cioè Franco Marizza, è stata scattata il 4 settembre 2017 a Villesse, ed è tratta da: http://www.youreporter.it/gallerie/Lavori_in_corso_per_la_realizzazione_del_nuovo_elettrodotto/#1. Detta immagine è già stata usata in precedenza per l’articolo intitolato: “Aldevis Tibaldi. Paesaggio e mostri. Introduzione di Laura M. Puppini”, a cui rimando. Nessuno sinora mi ha avvisato che l’immagine è coperta da copyright, ma se ne siete a conoscenza, per cortesia fatemelo sapere che la tolgo. Laura Matelda Puppini. 

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