Questa analisi è stata scritta dal dottor Giulio Bonivento, già Primario della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia degli “Ospedali Riuniti” di Trieste, è già stata pubblicata da Costituzione 32 (https://www.facebook.com/costituzione32/) da cui l’ho tratta ed è testo tutto da leggere e soppesare. Vada al dott. Bonivento il mio sentito grazie per aver voluto scrivere queste righe sull’argomento: diffusione del Covid-19 in Fvg, che ha portato Udine in vetta ad una classifica ma ahimè non calcistica, e a far sfoderare, per la prima volta, ma in buona compagnia, il colore nero nei territori martoriati dal Coronavirus, con un ssr qui, secondo me, imploso. Laura Matelda Puppini.
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«Oggi, a Trieste e nel Fvg possiamo tranquillamente dire che tutto va male, anzi, malissimo. Infatti proprio oggi l’assessore regionale alla Sanità ha comunicato che, alle restrizioni legate alla zona rossa in cui siamo precipitati, si aggiunge la sospensione dei trattamenti chirurgici urgenti. Formula elegante per dire che da oggi per un tempo “X” verrà curato solamente chi sta per morire.
Uno splendido risultato che fa pienamente onore alla gestione “illuminata” di una giunta che, alle ultime elezioni, ha costruito tutta la sua campagna elettorale contro la riforma sanitaria del precedente esecutivo di centrosinistra, tranne poi emanare un provvedimento di fatto esclusivamente estetico, ma, che, sostanzialmente, la riconfermava quasi integralmente.
Oggi, proprio oggi, nella Giornata che ricorda le vittime italiane del Covid, è ineludibile tracciare una valutazione oggettiva e laica delle ragioni che ci hanno portato allo sfascio attuale. Che, è bene ricordarlo, consiste nella permanenza da tempo della regione nell’alta classifica tra quelle più colpite dalla pandemia, con un numero di morti (rispetto alla popolazione) tra i più elevati in Italia; gli ospedali soprasaturi, le rianimazioni occupate da casi Covid ben oltre il limite della soglia massima, il personale ospedaliero ai limiti della resistenza e la medicina territoriale in crisi, completano il quadro delle pessime condizioni in cui oggi il nostro sistema sanitario è stato ridotto.
La domanda a questo punto, non per polemica, ma per cercare di raddrizzare una barca che sta facendo acqua da tutte le parti, è solo una: perché? Responsabilità dei cittadini, come qualche politico di alto livello ha fatto trasparire? Onestamente è difficile affermarlo, in una regione di soli 1.200.000 abitanti, da sempre culturalmente rispettosi delle regole di convivenza civile.
Responsabilità del virus? Ovviamente no. Lui è il nemico da battere, non l’alleato che ci aiuta.
E allora non resta altro che valutare l’azione svolta finora da tutta la catena di comando, dal governo centrale (Conte 2 con Pd e 5 Stelle) a quello regionale, fino a quelli comunali. I primi due sono caratterizzati da grandi annunci, solenni promesse e grandi incompiute.
Basti pensare, per mantenere il fuoco sul fallimento della campagna contro il Covid, al flop della prima T, il tracciamento. Fallito, per lo meno in Fvg, un po’ per il flop dell’app Immuni, naufragata sotto le critiche di tutti i partiti dell’arco costituzionale e molto per l’organizzazione insufficiente in ambito regionale.
La modesta qualità del tracciamento, a un certo punto completamente saltato, è stata probabilmente la causa più importante per il contenimento mancato della pandemia in Fvg.
Ma neanche la seconda T, il trattamento, nella nostra regione brilla per razionalità e omogeneità. Accanto ad eccellenze come Rianimazione e Pneumologia dell’Ospedale di Cattinara a Trieste, è mancata totalmente l’omogeneità di trattamento a livello territoriale, tanto da non aver ancora provveduto a stilare chiare linee guida sul comportamento terapeutico nelle prime fasi della malattia, e quindi allentare la presa sui ricoveri ospedalieri, che rappresentano il collo di bottiglia della sanità regionale.
Il discorso si potrebbe ulteriormente allargare sulla qualità dell’organizzazione regionale.
Per concludere va segnalata la discrasia evidente tra il comportamento attento e generoso dei sindaci dei piccoli Comuni, e la sostanziale assenza, viceversa, dei sindaci delle città più grandi, che si sono probabilmente scordati di essere i garanti della salute dei loro concittadini.
Giulio Bonivento. – già Primario della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia degli “Ospedali Riuniti” di Trieste».
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Sulla sanità in Fvg. cfr anche il mio: Covid: sanità Fvg e nazionale: il sistema ha fatto boom? in www.nonsolocarnia.info. La foto qui pubblicata e che accompagna l’articolo è una di quelle già utilizzate in precedenza. LMP.  

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