Vorrei scrivere qualcosa di serio, se è possibile, sulla sanità regionale senza scrivere mai il nome del dott. Amato De Monte, ma pare che i problemi della sanità Fvg stiano convergendo solo sul suo caso, davvero discutibile, dimenticando la debacle della sanità salute in questo nostro disastrato territorio.

Perché in Fvg il sistema sanitario regionale è stato demolito pezzo per pezzo, senza nessun progetto di nuova costruzione. Così finiremo nella logica della Moratti: chi ha soldi si cura e magari salta le code, gli altri aspettano e si arrangiano. (1). In fin dei conti, pensava donna Letizia, perché vaccinare alla pari anche quei territori che producono meno e non totalmente dipendenti da Confindustria? E se erro correggetemi.

Del resto chi non ha notato che per Silvio Berlusconi ci si è fatti in quattro, in una clinica privata, quando era ammalato di covid; come Briatore se la sia cavata velocemente, per non dire di Donald Trump? E scusate se penso che, sempre più in Italia esistono due situazioni diverse: quella dei poveracci e pensionati e quella dei ricchi e dei politici che hanno la facoltà di far curare, risarciti e dovunque, da che so, anche i loro parenti. (2). Ma questa ‘assistenza integrativa’ (si chiama così) dei parlamentari, secondo Geddes e Benedetti, fa in modo che gli italiani percepiscano «sempre più i politici come […] una “casta” che si fa gli affari suoi, e che se li fa con impunità e senza vergogna». (3).

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Uno dei problemi più grossi della nostra sanità regionale sta nella modifica della Costituzione del 2001, in senso federalista, e credetemi per me i governi Berlusconi sono stati una disgrazia per l’Italia. Perché se chi guida un governo ha la mentalità dell’impresario, trasforma lo Stato in una impresa. Ma cosa prevedeva quella pessima variazione dell’art. V?  Che la sanità fosse in mano alle Regioni, né più né meno, o meglio che la tutela della salute fosse «affidata alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni, delineando un sistema caratterizzato da un pluralismo di centri di potere e ampliando il ruolo e le competenze delle autonomie locali». (4).

Il problema sta tutto nella ‘pluralità dei centri di potere’ visto a posteriori, ma anche in ciò che viene permesso dal maggioritario e dalla legge Rosato, che alcuni hanno parificato, per il suo effetto sulla democrazia, alla famosa, in senso negativo, legge Acerbo. (5).

Così è andato a finire che delegando a Regioni e Province autonome l’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari, la riforma del titolo V, che puntava ad un federalismo solidale, «ha finito per generare una deriva regionalista, con 21 differenti sistemi sanitari dove l’accesso a servizi e prestazioni sanitarie è profondamente diversificato e iniquo. A fronte di un diritto costituzionale che garantisce “universalità ed equità di accesso a tutte le persone” e alla L. 833/78 che conferma la “globalità di copertura in base alle necessità assistenziali dei cittadini”, i dati smentiscono continuamente i princìpi fondamentali su cui si basa il SSN. Infatti, le inaccettabili diseguaglianze regionali e locali documentano che l’universalità e l’equità di accesso ai servizi sanitari, la globalità di copertura in base alle necessità assistenziali dei cittadini, la portabilità dei diritti in tutto il territorio nazionale e la reciprocità di assistenza tra le Regioni rappresentano oggi un lontano miraggio». (6).

Inoltre proprio dal federalismo sanitario è derivato quello sforamento di spesa altissimo, che io credo sia dovuto anche al fatto che le Regioni non hanno preso coscienza dell’esistente, e non hanno fatto una seria programmazione tenendo conto anche delle esigenze date dal dover rispondere ai bisogni dei cittadini. E persino Papa Francesco ha sottolineato il diritto alle cure gratuite, e non parlava certo a vanvera. (7).

Così è andato a finire che, ai tempi di Renzi, nell’agosto 2015, si venne a sapere di buchi enormi nei bilanci della sanità (8), e si decise di riformarla, termine utilizzato per coprire una politica atta semplicemente a distruggerla, perché ciò che si toglie non si paga, invece che metter mano all’evasione fiscale ed alle pessime dirigenze regionali ed assessorati spendaccioni.  Ed ora si è creata, con l’europeo Draghi, persino una nuova legge sulla giustizia, cha altro non è che un mostruoso aborto che avrebbe mandato in prescrizione anche quelli del ponte Morandi, se fosse entrata in vigore prima. O tempora o mores, direbbero gli antichi!

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Ma giungiamo al dunque. Per queste malefiche ‘circostanze’ tutte italiane, si è giunti alla possibilità che un Presidente di Regione od un Assessore mettano mano al sistema sanitario regionale senza controparte alcuna, seguendo solo i balzelli, e scusatemi il termine, della loro mente, come accadeva ai tempi del re Sole ed altri monarchi assoluti in Francia ed altrove. Ed anche il consiglio regionale ha ormai ben poco potere, approvando, almeno in Fvg, solo leggi dette di riforma, generalissime e piene di buoni intenti, e lasciando all’ assessore ed ai suoi umori la realizzazione pratica, e trasformando la sanità in agone politico, e ben poco restando del servizio al cittadino.

La virosi da covid è forse finita forse no, ma un dato è certo: i nuovi problemi del servizio socio sanitario assistenziale dati dalla pandemia si sovrappongono ai vetusti, quasi ora dimenticati,  iniziati ad opera di Serracchiani – Telesca e che persistono, senza che si veda una progettualità, un quadro generale, un disegno seppur minimo, a mio avviso, nella gestione di un comparto così delicato e a cui fa riferimento metà del bilancio regionale, e che appare, da quel che si vede, gestito con una certa dose di improvvisazione.

Allora io, che mi sono posta il compito di parlare qui di sanità senza mai parlare del dott. De Monte, perché la nomina di De Monte non è il principale problema per i cittadini di questa disastrata regione, lo cito ancora qui, solo per una volta, chiedendo perché nessuno abbia ancora presentato, rispetto a questo caso, un esposto denuncia nei confronti dell’Assessore alla Sanità, e chiuso il conto, se la sua nomina non risponde ai requisiti di legge, a meno che anche questi non siano diventati ballerini; ma mi domando pure perché l’assessore Riccardi stia esercitando un potere assoluto sulle nostre vite, almeno questa è la mia sensazione, attraverso una gestione che appare molto personalistica del sistema sanità e salute in regione.

Perché miei lettori, a mio avviso pur essendo legalissimo, credo, grazie alle norme vigenti, a cui ci hanno portato una commistione perversa fra destra e sinistra, quanto sta accadendo, esso non è assolutamente democratico. Infatti i cittadini non sono dei prodotti, e la loro salute un oggetto di un macchinario diretto da un uomo solo che, tra l’altro,  molto impone e pare poco ascolti.

Perché leggendo pure il Messaggero Veneto, Riccardo Riccardi sembra comportarsi, ad ogni richiesta ed obiezione, come un uomo di marmo, neppure come un muro di gomma, che potrebbe cedere minimamente, e il sistema sanitario regionale sta diventando, per noi, cittadini, qualcosa da subire tra mille balzelli, non funzionale alle nostre richieste.

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Si domanda di riaprire i punti di primo intervento di Cividale e Gemona del Friuli, richiesta intelligente per rispondere alle esigenze del popolo ma anche di un ssr efficiente, liberando dal super lavoro i pronto soccorso? Pare che la risposta sia no. Si chiedono posti di medicina a Gemona quando ad Udine, al Santa Maria della Misericordia per un paio di mesi, dopo i problemi dati dal covid, si chiuderà un reparto di medicina e l’altro lavorerà con posti letto in meno a causa delle ferie del personale?  Silenzio. È tutto normale ci dice il manager nominato dalla Regione Fvg alla direzione dell’ospedale hub per il Friuli intero.  Ma certe ‘normalità’, vivaddio, non sono al servizio della gente, di noi poveri cristiani, che sono quasi due anni che abbiamo una sanità vacillante su di un baratro a causa del covid, ma il cui viaggio verso un punto di non ritorno è iniziato con il duo Serracchiani- Telesca ed è  proseguito ed è stato accelerato dal duo Fedriga – Riccardi.

Ed a me pare che ormai la Regione, in questo settore, invece che rispondere all’elettorato in generale, cioè a chi, in sintesi, ha fornito ai suoi politici il posto di potere, si presenti come il contraltare di qualsiasi richiesta democraticamente posta, assumendo la figura del ‘bastian contrario’ e seguendo un suo personale filo logico, dopo aver trasformato il ssr in una azienda con un manager solo, con un Dio ex-machina.

Insomma la regione Fvg e l’assessorato alla salute (ma non è il solo caso) si presenta ai cittadini come controparte che difende interessi propri e non dei cittadini, operando entro una visione distorta che vede interessi regionali divergenti e opposti a quelli della gente, quasi fosse una entità a sé stante. E se erro correggetemi.

Sono queste storture del sistema democratico che portano alla situazione attuale, secondo me, oltre l’incapacità di un assessorato di fare qualche analisi seria prima di procedere, pure, a botta e risposta, perché la Liberazione dal fascismo c’è stata e abbiamo una costituzione nata dalla sofferenza e dalla lotta, che non implica sistemi totalitari e un uomo solo al comando.

Questo scrivo non per accusare od offendere alcuno, ma solo per comunicare come vedo io il problema, e vi dico pure che, da che l’uomo ha preso piede sulla terra, (per sfortuna sua e della terra) vi è chi sogna il potere sulla vita degli altri, ma le istituzioni democratiche sono sorte anche per contrastare l’attuazione di questo desiderio. E se non vi è democrazia e rispondenza agli intenti iniziali, vi è solo totalitarismo, senza se e senza ma, che prevede uomini soli al comando, con una rete di fedelissimi al seguito, anche se ciò risulta legittimo in base alle norme del momento.

E, caro Marco Travaglio e caro Paolo Mocchi, quando un presidente di regione viene chiamato ‘governatore’ egli potrebbe sentirsi, di fatto, chi da solo governa, e così viene visto dalla stampa, portando una netta stortura al sistema del pluralismo democratico e della divisione dei poteri. Pertanto non è solo questione di parole, ma anche di significati e vissuti. (10).

Vorrei solo rifletteste, miei lettori, su questo mio testo, per capire perché non si riesca a cavare un ragno da un buco in sanità. E se erro correggetemi, e se avete un’altra visione delle cose, per cortesia fatemi partecipe del vostro pensiero, commentando, riportandolo sui social, previo avviso a me per poterlo leggere, e via dicendo. Io non scrivo per me, altrimenti utilizzerei il romanzo che però non mi è proprio, ma per porre problemi da discutere insieme.

Laura Matelda Puppini

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(1) Cfr. per esempio: ‘Vaccino, la Moratti si presenta: «Per le dosi privilegiare le Regioni con il Pil più alto. E Speranza la raggela»’, in: https://www.ilmessaggero.it/politica/ o: ‘Vaccini anti Covid, Moratti: “La ripartizione anche in base al Pil della Regione”. Ed è polemica. Speranza: “La salute non è un privilegio”’, in: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/01/18/news/.

(2) Cfr.‘Omeopatia, dentista e psicologo tutti i rimborsi per i deputati’, in: https://www.repubblica.it/politica/2011/04/11/news/sanit_parlamentari-14789198/, ed anche Marco Geddes, Guido Benedetti, ‘Quando il troppo è troppo. L’ “onorevole” assistenza sanitaria integrativa’, in: https://www.saluteinternazionale.info/2011/09/quando-il-troppo-e-troppo-l-onorevole-assistenza-sanitaria-integrativa/.

(3) Marco Geddes, Guido Benedetti, op. cit.

(4) Nino Cartabellotta, Diritto alla salute e riforma del Titolo V, in: https://www.saluteinternazionale.info/2015/05/diritto-alla-salute-e-riforma-del-titolo-v/.

(5) Legge Acerbo. “All’indomani della marcia su Roma, fu varata una profonda revisione della legislazione elettorale, sfruttando le persistenti divisioni tra i partiti proporzionalisti ed i nostalgici del collegio uninominale. Al termine di un complesso iter parlamentare si giunse così all’approvazione della c.d. “legge Acerbo” (legge 18 novembre 1923, n. 2444), in seguito rifluita nel Testo Unico 13 dicembre 1923, n. 2694. La nuova legge elettorale conteneva due importanti innovazioni rispetto alla legge elettorale proporzionale in vigore dal 1919: la creazione di un collegio unico nazionale, diviso in sei circoscrizioni, e, soprattutto, l’attribuzione alla lista vincitrice di un di un assai cospicuo premio di maggioranza.
La nuova legge prevedeva in sostanza l’adozione del sistema maggioritario plurinominale all’interno di un collegio unico nazionale.”  (https://storia.camera.it/legislature/sistema-premio-maggioranza-1924).

Legge Rosato PD: il 36 per cento dei seggi sarà assegnato con un sistema maggioritario, il 64 per cento con un sistema proporzionale. Alla camera i seggi assegnati con il sistema uninominale saranno 232 su 630, al senato 116 su 315. Nei seggi assegnati con questo sistema ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato e vincerà quello che otterrà più voti. Il resto dei seggi sarà assegnato con metodo proporzionale: ogni partito o coalizione presenterà una lista di candidati bloccata (non meno di due e non più di quattro) in 20 circoscrizioni per il senato (una per regione) e 28 per la camera. Altro problema reale del Rosatellum sono i listini bloccati ed il togliere il voto disgiunto.  

Sergio Bagnasco ha scritto un interessante volume: “Misfatti elettorali. Da Acerbo a Rosato. Viaggio tra i sistemi elettorali’. Cfr pure: “ Rosatellum, una legge tanto acclamata e in sei mesi già scaricata dai suoi fan”, in: https://www.possibile.com/rosatellum-una-legge-tanto-acclamata-e-in-sei-mesi-gia-scaricata-dai-suoi-fan/. In esso si legge che il rosatellum fu una legge «approvata in poco più di un mese, smentendo qualsiasi luogo comune sulla lentezza dell’iter legislativo italiano. Con il corollario di un governo che ha posto 8 volte la questione di fiducia, tra Camera e Senato, compiendo una forzatura con pochi – infelici – precedenti (legge Acerbo che portò dritti al fascismo, legge Scelba ribattezzata non a caso legge truffa e l’Italicum, approvato e cancellato in pochi mesi). Il tutto in nome della garanzia di dare “finalmente una legge elettorale all’Italia». (Ivi). Poi le sorti prima magnificate del Rosatellum volgevano la peggio ma senza che ormai si pensi, da parte dei politici, a trovare la soluzione “più comoda”, senza mai valutare l’opzione per far sentire l’elettore rappresentato al meglio». (Ivi).

(6) Nino Cartabellotta, op. cit.

(7) ‘Francesco: “Una sanità gratuita per tutti”. L’auspicio dal balcone del Gemelli: video’, in: https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/papa-francesco-santita-gratuita/.

(8) Cfr. il mio: ‘State allegri arrivano i tagli di Renzi/ Gutgeld/ Lorenzin /Boschi/. Addio a sanità e salute?’, in: www.nonsolocarnia.info.

(9) Lucia Aviani, “Udine, personale dell’ospedale in ferie: meno posti letto e attività sospese” in: Messaggero Veneto, 3 luglio 2021.

(10) Il riferimento è all’ intervento di Marco Travaglio all’incontro promosso da Festival Costituzione nel quadro del convegno  “Libertà di espressione del pensiero”, intitolato: “I giornali e l’informazione”, tenutosi il 29 maggio 2021, udibile in:  https://www.festivalcostituzione.it/mediateca/marco-travaglio-2/. Tutti gli interventi del convegno presentano spunti interessanti.

L’ immagine che accompagna l’ articolo è una di quelle da me già utilizzate ed è tratta da: https://www.tgprocida.it/wordpress/sos-sanita-senza-porter-quasi-meta-delle-strade-isolane-non-puo-essere-raggiunta-dal-118/.

Faccio pure riferimento al mio, su: www.nonsolocarnia.info:

Divisione ed attribuzione dei poteri, regione Fvg e rapporti con lo Stato, avendo presente un articolo sulla riforma della sanità. 

Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/07/la-salute-e-un-diritto-unnamed.jpg?fit=512%2C352&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/07/la-salute-e-un-diritto-unnamed.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀVorrei scrivere qualcosa di serio, se è possibile, sulla sanità regionale senza scrivere mai il nome del dott. Amato De Monte, ma pare che i problemi della sanità Fvg stiano convergendo solo sul suo caso, davvero discutibile, dimenticando la debacle della sanità salute in questo nostro disastrato territorio. Perché in...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI