Mi è giunta da Ira Conti di Co.S.Mo. la locandina di questo evento, e vi invito a partecipare. Si parlerà di sanità, della sanità che vorremmo, di una sanità a misura d’uomo e per l’uomo a Zugliano, al centro Balducci, lunedì 27 marzo 2023, con inizio alle ore 18. Basta disservizi, privatizzazioni, inutili difese di uno status quo insostenibile sia a livello nazionale che regionale. Pertanto chi può vada a Zugliano, ascolti, se vi è tempo intervenga. L’evento è seguibile in diretta e poi in differita anche su: https://www.youtube.com/@centro-balducci//. Tutti siete invitati, tutti siete importanti. Qui di seguito la locandina dell’evento.

 

Interventi interessanti sulla sanità contro le privatizzazioni.

Ricordo, in questo contesto,  che una parte degli stessi medici di base o di medicina generale che dir si voglia ha sottoscritto, a livello nazionale, un anno fa, una lettera datata 22 marzo 2022 ed indirizzata alle Regioni per portare all’ attenzione dell’Italia tutta le loro perplessità e difficoltà. Ampi stralci del testo sono riportati in: Lettera aperta alle Regioni: “Noi medici di famiglia che vogliamo la dipendenza”, in: https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=103364. La lettera così incomincia: «Tanti mmg in Italia vorrebbero far parte “della Nazionale” e non “delle squadre di club”, vorrebbero un unico SSN per poter garantire ai Cittadini il diritto ad un’assistenza migliore ed uniforme e nel contempo vedersi riconosciuti tutele e diritti di tutti i lavoratori. Tanti mmg in Italia vorrebbero fare solo i medici e non gli imprenditori fra cooperative, società di servizio, accreditamenti … per non parlare delle AFT! Perché voler negare questa possibilità di scelta?» Infatti questo è uno dei grossi temi che investe l’organizzazione socio- sanitaria del paese: medici di medicina generale dipendenti pubblici o liberi professionisti convenzionati, come ora?

Inoltre in FVG….

Inoltre in FVG, qualche giorno fa, l’intersindacale dei medici che raccoglie ben sette sigle sindacali ha manifestato preoccupazione per la deriva privatistica che rischia di assumere la sanità italiana, e così si legge nel loro comunicato volto ai cittadini: «I sanitari del Friuli Venezia Giulia da noi rappresentati, sentono il dovere di informare la cittadinanza di ciò che sta accadendo al nostro Sistema Sanitario Pubblico. Il personale sanitario in primis denuncia la sua preoccupazione perché la Sanità Pubblica, fortemente depauperata nelle risorse nel corso degli anni, rischia ormai di non riuscire più a garantire al cittadino una risposta adeguata. I medici lo hanno descritto in un recente articolo pubblicato sulla rivista medica internazionale The Lancet, hanno manifestato in gran numero a Roma (dicembre 2022) e tutte le sigle sindacali, unite, lo stanno denunciando in un tavolo attualmente aperto in sede governativa. Le risorse nazionali destinate alla Sanità Pubblica sono state drasticamente tagliate sia in termini di posti letto (dal 2015, 35mila in meno), che di personale (per i tagli al personale degli ultimi 10 anni mancano oggi 15.000 medici e, rispetto alla media europea, 60.000 infermieri) sia in Ospedale che sul Territorio. La carenza di medici di base, costringe molti medici ad aumentare oltre al massimale il numero dei loro assistiti, ciononostante diversi cittadini sono tutt’ora senza Medico Curante costretti a rivolgersi ad una apposita guardia medica. Le aziende sanitarie in alcuni casi, per garantire il funzionamento di alcune strutture essenziali (ad es. Pronti Soccorsi), sono costrette a pagare cooperative private per medici “a gettone” che coprano i turni vacanti. | cittadini costretti, per le lunghe liste di attesa, a rivolgersi al settore privato nella speranza di ottenere (acquistandole di tasca propria) risposte di cura adeguate termini di qualità che di tempi di attesa. Quanto e fino a quando potranno economicamente permetterselo? La Salute è (e deve rimanere) un diritto fondamentale per tutti (Art. 32 Costituzione). Solo nel 2021, il 54 % dei cittadini Italiani ha dovuto rivolgersi al privato, per una spesa complessiva di 37 miliardi di euro. Dall’altro lato i professionisti sanitari, costretti a lavorare in un Sistema Sanitario Pubblico sempre più svilente e impoverito: turni di lavoro insostenibili in Servizi carenti, mal organizzati e assolutamente non all’altezza delle importantissime responsabilità e del riferimento a cui sono chiamati a rispondere, con evidente rischio di aggressioni. Lavorare in una Struttura Pubblica sta così perdendo attrattiva: le nuove generazioni di medici prediligono specializzazioni con un futuro sbocco in aree extraospedaliere o nella libera professione. Da dati del biennio 2021-2022 sono rimasti vacanti il 60% dei posti di specializzazione medica in Medicina d’Urgenza e l’20% di quelli in Anestesia. La nostra regione Friuli Venezia Giulia non è da meno, è rimasto non assegnato un posto di specializzazione su tre (29%). In questo periodo di crisi di sistema è necessario comprendere che bisogna fare squadra se vogliamo ancora usufruire di una Sanità Pubblica accessibile a tutti vicina al cittadino e capace di una risposta efficace e di qualità. Occorre quindi una profonda e lungimirante riprogrammazione strategica delle politiche sanitarie, un cambio di paradigma che realizzi un netto investimento nella Sanità Pubblica che, soprattutto, non dimentichi quanto il capitale più prezioso sia quello umano». I Segretari Regionali della Dirigenza medica e sanitaria FVG: AAROL-EMAC Dr. Alberto Peratoner, ANAAO-ASSOMED Dr. Massimiliano Tosto, CGIL Dr. Calogero Anzallo,  FASSID Dr. Ivan lacob, Federazione CISL Medici Dr. Nicola Ventrella, FVM Dr.ssa Sabrina Menistrina, UIL Dr. Stefano Bressan».(https://friulisera.it/allarme-dei-medici-del-fvg-sanita-pubblica-fortemente-depauperata-nelle-risorse-si-rischia-di-non-garantire-al-cittadino-una-risposta-adeguata/).

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Io credo che questi testi possano diventare oggetto di dibattito anche magari al Balducci, ricordandosi che, di fatto, la privatizzazione totale del ssn in Italia è impossibile perchè i privati danno solo alcune prestazioni e non sempre quelle fondamentali ed indispensabili;  possono, da privati, aprire, chiudere, aumentare i prezzi, non garantire d’improvviso prestazioni; utilizzare personale di cui, in ambito così delicato, non si sanno studi, aggiornamenti e competenze. Inoltre il fine delle aziende private risulta essere il guadagno, come mi hanno spiegato alcuni industriali, e un sistema socio/sanitario che afferisce alla salute dei cittadini non può esser trattato solo come una somma di prestazioni erogate e quindi come una merce in vendita. In sintesi, se necessita, secondo me il privato può svolgere in extremis alcune prestazioni per il settore pubblico ma il sistema sanitario nazionale deve essere salvaguardato, per noi per tutti, per quello che ha già costruito. Inoltre, relativamente alla creazione di ssr, come potremmo vivere in questa nostra microbica penisola con 21 sistemi sanitari diversi?

Laura Matelda Puppini

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