Di questi tempi non si fa altro che parlare, inevitabilmente, della guerra in Ucraina, stato che forse, un mese fa, molti non sapevano neppure dove si trovasse e quale bandiera avesse. Ora non più, anche se, pur comprendendo l’afflato emotivo e la solidarietà ad un popolo invaso, non capisco perchè sulla torre Picotta di Tolmezzo, luogo pubblico e simbolo della cittadina, sia stata posta da qualcuno una grande bandiera ucraina che si vede da ogni dove, invece che quella italiana. Fosse stata posta su di una casa privata, fosse stata sventolata o collocata nel corso di una manifestazione pro Ucraina o per la pace, nulla da dire, ma sulla torre Picotta … magari per mesi … come la gigantesca croce che pareva quella del KKK … Forse, però, mio padre, mia madre, mio nonno Emidio, mia nonna Anna, mio zio Umberto e la mia maestra Pia, che avevano tirato un sospiro di sollievo al ritorno del tricolore alla fine della seconda guerra mondiale,  mi hanno insegnato in modo troppo deciso a pensare alla nostra bandiera in luogo pubblico, non a quella di altro stato, pur collocata con buon intento. Per inciso mi rivedo bimba in prima elementare, seduta sul sedile di legno del banco, ad ascoltare Pia Copetti, la mia buonissima maestra, parlarmi della ‘b’ di bandiera, mostrando il cartello a parete con il tricolore e la parola sottostante con la prima lettera evidenzata. E non scrivetemi: “Sei una … filorussa sei … “, in riferimento alla guerra in corso, perchè questa mia opinione è solo relativa all’esposizione di una bandiera di altro stato in luogo pubblico permanentemente, null’altro. Sapete ormai siamo giunti al punto che basta che tu dica che è preferibile per il popolo Ucraino e l’Ucraina, ma anche per quello russo, che si giunga al cessate il fuoco bilaterale ed alla pace tramite mediazione diplomatica, quella che pare l’Europa di Versailles non abbia neppure ipotizzato, ma che speriamo in Dio prenda piede al più presto, per esser tacciati di essere così e colà, quasi che il buon senso se ne fosse andato in vacanza. E io credo che anche gli ucraini desiderino ritornare a casa, in quelle case che non avrebbero mai desiderato abbandonare, sperando che tutto non sia già definitivamente distrutto, per ritrovare, se possibile ed il più possibile, i loro riferimenti, le loro municipalità, le loro abitudini e la loro quotidianità, ricostruendo se necessario, ma più questa guerra si prolunga, peggio è per loro e per l’Ucraina tutta. Preghiamo quindi perchè questo loro sogno possa avverarsi al più presto, e ciò non può succedere se le armi non tacciono, se la diplomazia non prede piede. E ricordiamoci che le questioni politiche non si possono trattare come fossimo ad uno  stadio e, secondo me, neppure con standing ovations o mandando armi ad alimentare il fuoco.

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Ma tornando a noi, io leggo spesso East Journal, che vi consiglio e che seguo da anni, e mi ha incuriosito un articolo relativo alle buone letture sulla storia dell’Ucraina, che vi propongo integralmente, sperando che Matteo Zola non me ne voglia,  e firmato dalla redazione del noto periodico online. Laura Matelda Puppini.

«Qualche buon libro per capire la situazione in Ucraina.
Redazione. 12 Marzo 2022.

Qualche buon libro per capire l’Ucraina, il suo passato recente, la sua storia e le radici del conflitto in corso. Selezionati per voi.

Simone Attilio Bellezza, Il destino dell’Ucraina. Il futuro dell’Europa (Scholè, 2022)

L’incompiuta Rivoluzione arancione del 2004 e la Rivoluzione della Dignità del 2013 hanno avvicinato l’Ucraina al mondo occidentale aprendo una profonda crisi, al tempo stesso interna e internazionale, con la Russia. Il volume di Bellezza guarda non solo agli equilibri della geopolitica, ma presenta l’evoluzione storica dell’Ucraina post-sovietica al percorso di democratizzazione ed europeizzazione avviato dal governo di Kyiv prima dell’invasione russa.

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Giorgio Cella, Storia e geopolitica della crisi ucraina. Dalla Rus’ di Kiev a oggi (Carocci, 2021).

La lunga storia della terra ucraina, da Erodoto a Euromaidan: dalla Rus’ di Kiev ai cosacchi ucraini, dalle contese tra russi, polacchi e turchi sino all’era postsovietica e al processo di allargamento ad est della NATO. Un testo utile anche per una più generale comprensione degli avvenimenti di quella periferia centro-orientale d’Europa che, come Giorgio Cella sottolinea, è stata troppe volte gravemente trascurata.

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Katrin Boeckh, Ekkehard Völkl, Ucraina. Dalla rivoluzione rossa alla rivoluzione arancione (Beit, 2009)

Una storia dell’Ucraina dalla rivoluzione bolscevica ad oggi, da parte di due studiosi tedeschi. Postfazione della studiosa italiana Giulia Lami.

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Jean Pierre Ducret, La Rivoluzione Russa in Ucraina. La storia di Nestor Makhno (Germinal, 2013)

Una graphic novel sull’anarchico e rivoluzionario Nestor Makhno, che dal 1919 al 1921 controllò il “territorio libero” – la makhnovshchina – entità politica anarco-comunista rimasta un unicum di autogestione operaia e contadina, una delle tante incarnazioni del carattere anti-autoritario ucraino, prima di essere sconfitta dai bolscevichi e inglobata nell’Unione sovietica.

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Andrea Graziosi, Guerra e rivoluzione in Europa, 1905-1956 (Il Mulino, 2001)

Un lavoro interpretativo che, dialogando con i grandi testi della storiografia novecentesca, avanza una lettura fortemente originale delle dinamiche che hanno governato il mutamento politico dell’Europa continentale centrandosi su quel mezzo secolo di guerra-rivoluzione che pone termine alla storia contemporanea, ossia a quella fase di costruzione degli stati messa in moto dalla rivoluzione francese e compiuta, di fatto, con la decolonizzazione. Accessibile via academia.

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Igort, Quaderni ucraini. Le radici del conflitto (Oblomov, 2021)

«Al principio l’Ucraina era per me qualcosa di indistinto, una nuvola appartenente al firmamento sovietico. Poi ho cominciato a frequentarla e i nomi esotici che sentivo in casa sin dall’infanzia divennero paesaggi concreti. Come è stata la vita durante e dopo il comunismo da queste parti? Me lo domandavo sinceramente. Trascorsi due anni nei paesi dell’ex Unione Sovietica, fermando le persone. per strada e chiedendo a quegli sconosciuti di raccontarmi la loro storia. Mi resi conto in breve che la vita non era stata tenera, che molti di loro erano testimoni e sopravvissuti di un genocidio che ancora oggi fatica a essere ricordato.».

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Gabriele De Rosa, Francesca Lomastro (a cura di), La morte della terra : La grande “carestia” in Ucraina nel 1932-33 (Viella, 2004)

Studiosi italiani e stranieri riesaminano in questo libro le vicende della grande carestia del 1932-33, voluta da Stalin, l’eco che ebbero nel mondo, i riflessi nella letteratura, le conseguenze sulla società ucraina che arrivano fino ai nostri giorni.

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Ettore Cinnella, Ucraina. Il genocidio dimenticato. 1932-1933 (Della Porta, 2015).

Un’opera di approfondimento storico (300 pagine) sulla carestia del 1932-1933, che fece tra 3 e 4 milioni di morti, definita dagli ucraini Holodomor. Sulla base di fonti sovietiche e internazionali, e del dibattito storiografico inaugurato da Robert Conquest (1986), Cinnella presenta la grande fame come un “genocidio sociale” deciso da Stalin per spezzare la resistenza dei contadini ucraini alla collettivizzazione, pur non condividendone la definizione di “genocidio nazionale (recensioni di Armando Lostaglio, Giovanna Cigliano)». Fonte: https://www.eastjournal.net/archives/124439.

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Preciso che mi sono fidata di Est Journal, ma che non ho letto questi volumi. Ma credo che informarsi non sia cattiva cosa e spero che in Italia la capacità anche critica nell’affrontare un volume non sia venuta del tutto meno. Ho letto alcune cose sulla Russia e la sua storia, ma le ho trovate spesso viziate nella chiave di lettura e carenti di documentazione. Pertanto vi consiglio l’esperienza di Franceschino Barazzutti ed il suo racconto sui cosacchi e la storia della Russia da me pubblicati su: www.nonsolocarnia.info:

Franceschino Barazzutti. I Cosacchi. Parte prima.

Franceschino Barazzutti. I Cosacchi. Parte seconda.

Franceschino Barazzutti. I Cosacchi. Parte terza.

Inoltre, oltre ai grandi romanzi russi ed a Lev Tòlstòj in particolare, vi ricordo su www.nonsolocarnia.info due righe su un volume di questo ultimo autore:

I cosacchi del Grebegn. Da un racconto di Lev Tolstoj.

Sempre su: www.nonsolocarnia.info, ho posto un commento sulla storia della Russia, nel mio:

Sui nazionalismi e totalitarismi, sul comunismo ed il nazismo, sul desiderio di possesso e potere.

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Vi consiglio la lettura di “Viaggio da Pietroburgo a Mosca”, di Aleksandr N. Radiščev, pubblicato nel 1790, che costò all’autore la condanna a morte, mutata nel confinio in Siberia. Ed erano i tempi di Caterina la grande. È stato tradotto in italiano, ed io ho una copia dei miei genitori del 1970, De Donato editore, ma è stato riedito da Voland, ed è acquistabile.

Per la rivoluzione russa, cfr. “La rivoluzione” 1917-2017. Un secolo è passato dall’Ottobre rosso. Dal 7 novembre in edicola la cronaca di quelle grandi giornate dall’«inviato» del manifesto nel 1917″, allegato cartaceo, presentato in: https://ilmanifesto.it/la-rivoluzione/. Per chi abitasse in provincia di Udine, io ho regalato una copia alla biblioteca dell’ Ifsml, per tutti, dopo che avevo visto persone cercare di capire da volumi difficili e datati. 

Certamente ci saranno volumi che trattano una storia più attuale, ma io non li conosco ed East Journal non li ha mai consigliati, che io sappia. Per la mia posizione sulla guerra Russia- Ucraina, cfr. il mio, su www.nonsolocarnia.info:

Guerra: invitiamo i nostri governanti a muoversi per la pace, unica garante di prosperità per tutti.

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P.S. Oggi, 13 marzo 2022 veniamo a sapere che la Russia ha aperto ai negoziati in Israele. E questa è una buona notizia.

L’immagine che accompagna l’articolo riporta una cartina geografica dei territori ad ovest della Russia ed è tratta da: https://www.radiondadurto.org/2022/02/15/ucraina-si-allenta-la-tensione-sul-piano-internazionale-la-russia-ribadisce-il-proprio-no-allallargamento-nato/. Senza voler offendere alcuno.

Laura Matelda Puppini. 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/03/donbass-ucraina-300x184-1.jpg?fit=300%2C184https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/03/donbass-ucraina-300x184-1.jpg?resize=150%2C150Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀSTORIADi questi tempi non si fa altro che parlare, inevitabilmente, della guerra in Ucraina, stato che forse, un mese fa, molti non sapevano neppure dove si trovasse e quale bandiera avesse. Ora non più, anche se, pur comprendendo l'afflato emotivo e la solidarietà ad un popolo invaso, non capisco...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI