Ricevo da Franceschino Barazzutti e volentieri pubblico queste considerazioni condivisibili.

«I dirigenti della Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino (SIOT) continuano a ripetere che le emissioni dei cogeneratori di elettricità e di calore funzionanti a metano che intendono installare “per rendersi energeticamente autonomi” nelle loro stazioni di pompaggio di Paluzza-Cercivento e di Somplago di Cavazzo Carnico sono nella norma. Ci mancherebbe che non lo fossero! Questi dirigenti continuano a fingere di non conoscere i vari problemi connessi a tali cogeneratori a metano nelle valli carniche.

Infatti, è simbolico il caso della stazione di pompaggio di Somplago ubicata a metà degli anni ’60 sulla riva nord del lago di Cavazzo ed immediatamente adiacente alla grande centrale idroelettrica proprio per attingere dalla stessa l’energia necessaria nel più comodo ed economico dei modi. Inoltre, non essendo Somplago servito dal metano dovrà essere costruita una condotta di diversi km o installato in loco un enorme serbatoio di stoccaggio. Da qui la considerazione che non c’è nessuna necessità d’installare dei cogeneratori a metano, per il quale l’Italia è dipendente dall’estero, dal momento che l’adiacente centrale idroelettrica con le sue tre turbine è in grado di fornire quell’energia, quella sì pulita, necessaria a SIOT per potenziare il pompaggio, risparmiando così agli abitanti della valle di respirare quelle “emissioni nella norma”, che comunque non faranno bene alla salute dei valligiani.

Franceschino Barazzutti mentre parla, l’8 maggio, a Cavazzo Carnico, domenica pomeriggio alle ore15, davanti a 300 persone, presenti i sindaci della Carnia e Val del Lago. (Da: https://www.studionord.news/in-300-alla-manifestazione-di-somplago-contro-il-progetto-della-siot/).

Invero i dirigenti della SIOT fingono di non conoscere che ciò che conta non sono le “emissioni nella norma” dei singoli cogeneratori, ma il “cumulo delle emissioni” che si verificano in un determinato ambiente. Fingono di non conoscere che il Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006 di Allegato III – progetti sottoposti a VIA e di cui Allegato IV – elementi di verifica per l’assoggettamento VIA di progetti dell’allegato III ) prevede  che le caratteristiche dei progetti debbano essere considerate tenendo conto oltre che della dimensione del progetto, anche del cumulo con altri progetti e del conseguente inquinamento e disturbo ambientale nonché della localizzazione dei progetti in funzione della sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell’impatto (Comma 1, 2, 3 dell’allegato IV).

Ne consegue che nel caso della stazione di pompaggio di Somplago le emissioni inquinanti dei cogeneratori vanno aggiunte a quelle dell’autostrada. Così come quelle della stazione di pompaggio di Paluzza-Cercivento vanno aggiunte a quelle della zona industriale di Sutrio. Quindi il carico inquinante complessivo è ben oltre la norma!  Il preoccupante carico complessivo che graverebbe sulla Val del Lago è stato oggetto di uno studio dell’ing. Dino Franzil. (1). Mentre l’Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia (APE) nella perizia commissionata dal Comune di Paluzza così scrive “Senza avere alcuna riduzione del consumo energetico della stazione di pompaggio (dato il consumo di 14.027.112 mc/anno) verrebbero quindi immessi in atmosfera circa 28 mila tonnellate di CO2 all’anno, oltre a 79 tonnellate di CO e 30 tonnellate di Nox”. L’APE così conclude la sua perizia “Si ritiene pertanto opportuno e di pubblico interesse  indagare ulteriormente su tutti gli aspetti summenzionati per valutare in maniera esaustiva la costruzione dei quattro impianti che, se i calcoli e le stime presentate dovessero essere confermati, rivelano la natura prevalentemente economica di questi investimenti senza evidenti benefici per l’ambiente ed i cittadini”. (2).

Immagine da: Alesso e ditorni. (http://cjalcor.blogspot.com/2018/04/lago-il-comune-di-cavazzo-contrario_22.html).

I dirigenti della SIOT fingono di non conoscere nemmeno il Protocollo Energia attuativo della Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi (3), cui aderisce anche l’Italia, che al Capitolo II. Misure specifiche. Art 12 recita: Valutazione dell‘impatto ambientale 1. Le Parti contraenti sottopongono preventivamente i progetti concernenti la costruzione di installazioni energetiche, di cui agli articoli 7, 8, 9, 10 del Protocollo, e le modifiche sostanziali di questi impianti, ad una valutazione dell‘impatto ambientale, conformemente alle legislazioni nazionali vigenti ed alle Convenzioni ed Intese internazionali. 2. Le Parti contraenti concordano sulla opportunità che siano adottate, per quanto possibile, le migliori tecniche disponibili volte ad eliminare od attenuare il disagio ambientale prevedendo anche, come parte delle alternative possibili, l’eventuale smantellamento di strutture in disuso non ecocompatibili.

I dirigenti della SIOT fingono di non conoscere neppure il Protocollo “Protezione della natura e tutela del paesaggio” (4) attuativo della stessa Convenzione Internazionale che agli art. 9 e 10 recita: Articolo 9 Interventi nella natura e nel paesaggio 1. Le Parti contraenti creano i presupposti affinché, nei casi di misure e progetti di carattere privato o pubblico, suscettibili di compromettere in modo rilevante o duraturo la natura e il paesaggio, siano valutati gli effetti diretti e indiretti sull’equilibrio naturale e sul quadro paesaggistico. Il risultato della valutazione è da considerare nell’autorizzazione e/o nella realizzazione delle opere, assicurando in particolare che non si verifichino compromissioni evitabili. 2. In conformità con il diritto nazionale, le compromissioni inevitabili devono essere compensate mediante misure di protezione della natura e di tutela del paesaggio, mentre le compromissioni non compensabili possono essere ammesse solo a condizione che, valutati tutti gli interessi, non prevalgano le esigenze di protezione della natura e di tutela del paesaggio; anche in questi casi si deve comunque provvedere a misure di protezione della natura e di tutela del paesaggio. Articolo10. Protezione di base 1. Le Parti contraenti perseguono nell’intero territorio alpino la riduzione di impatti ambientali e compromissioni a danno della natura e del paesaggio tenuto conto anche degli interessi della popolazione locale. Esse provvedono affinché tutti gli usi di rilevanza territoriale avvengano nel rispetto della natura e del paesaggio. Esse adottano inoltre tutte le misure idonee a conservare e, per quanto necessario, a ripristinare particolari elementi strutturali, naturali e quasi naturali del paesaggio, biotopi, ecosistemi e paesaggi rurali tradizionali.   

Foto di alcuni rappresentanti del movimento contro i nuovi cogeneratori di elettricità e di calore funzionanti a metano che vuole costruire la Siot, con uno striscione a Trieste davanti al palazzo della Regione in attesa di esser ricevuti dal presidente del Consiglio Regionale Piero Mauro Zanin. Al centro il sindaco di Paluzza Massimo Mentil e Franceschino Barazzutti.

Che i dirigenti della SIOT fingano di non conoscere queste norme può essere in parte comprensibile poiché essi conoscono bene solo la legge del massimo profitto, che non si prende cura della gente, né dei cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono ben percepibili anche nella nostra regione con incendi diffusi e siccità.

Invece è inaccettabile che gli amministratori regionali, l’assessore regionale ed il suo staff non abbiano tenuto conto di queste disposizioni ed abbiano approvato frettolosamente e senza la procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) l’installazione dei cogeneratori nella stazione di pompaggio di Somplago, compromettendo così quel “recupero della naturalità e della fruibilità anche turistica del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni” previsto da diverse leggi regionali da loro stessi votate. Gli abitanti della Val del Lago si ricorderanno di coloro che non hanno avuto riguardo di loro e di quegli esponenti istituzionali che non li hanno difesi quando questi verranno a chiedere il loro voto.

La promessa dei dirigenti della SIOT di impiegare in futuro il biogas, di cui non esiste produzione in zona, è uno specchietto per le allodole per far accettare i cogeneratori alla popolazione locale. Promessa ingenua poiché questi dirigenti urbani non sanno che l’habitat delle allodole è la pianura aperta e non già le valli della montagna friulana.

Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, presidente del Comitato Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento. Tel 335 6371500».

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(1) Cfr. su www.nonsolocarnia.info: Lo studio, già pubblicato, dell’ ing. Dino Franzil sulle emissioni del cogeneratore in Val del Lago, già gravato dal transito autostradale.

(2)  Cfr. su www.nonsolocarnia.info: Il parere tecnico dell’Agenzia per l’Energia del Friuli Venezia Giulia (APE) sul progetto di cogenerazione Siot per Paluzza.

(3) Protocollo di attuazione della Convenzione delle Alpi del 1991 nell’ambito dell‘energia, in: https://www.alpconv.org/fileadmin/user_upload/Convention/IT/Protocol_Energy_IT.pdf

(4) Protocollo di attuazione della Convenzione delle Alpi del 1991 nell’ambito della  protezione  della  natura  e  della  tutela  del paesaggio, in: https://www.alpconv.org/fileadmin/user_upload/Convention/IT/Protocol_Conservation_of_Nature_IT.pdf.

La foto che accompagna il testo mostra Massimo Mentil, Franceschino Barazzutti, Carlo Cimenti della Lega ed altri in attesa di essere ricevuti da Piero Mauro Zanin. Con loro, all’ incontro, c’erano pure raprresentanti del Comitato San Dorligo della Valle Dolina e, per sostenerli, c’erano anche i consiglieri regionali Luca Boschetti, della Lega, già sindaco di Cercivento, e Massimo Moretuzzo di Patto per l’autonomia. L.M.P.

 

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