È di questi giorni l’annuncio che a Udine si sta per realizzare il grande progetto di creare la “cittadella della giustizia” grazie al consistente impegno di Regione, Agenzia del demanio, Comune di Udine e Ministero della giustizia con un sostegno finanziario complessivo di partenza (!) di nove milioni di euro. “Un gioco di squadra”, così lo ha definito la Presidente Serracchiani, “che permetterà di rendere più favorevoli le attività degli uffici giudiziari udinesi”. “Udine si conferma città capoluogo perché sede del Tribunale e della Procura della Repubblica: rischiavamo di perdere la vocazione giudiziaria che ci caratterizza ma grazie al gioco di squadra è stato evitato il peggio”, così ha spiegato in merito il sindaco Honsell in sede di presentazione. […]. Tutti soddisfatti, pertanto, perché verranno rivitalizzate aree dismesse e riutilizzati edifici ora chiusi con l’obiettivo di ristrutturare investendo denaro nel recupero di questi beni risparmiando poi con l’uscita da quelli in cui ora si paga l’affitto a privati. Ma che bello, ma che bravi, ma che bel gioco di squadra, ma quanti bei soldoni da spendere a Udine per far funzionare la giustizia! Tutto facile e positivo per il Sindaco e gli amministratori del Comune di Udine per i quali il 2017 verrà ricordato come l’anno in cui hanno gettato le basi per lo sviluppo urbanistico e festeggiato il traguardo dei centomila abitanti raggiunto. E questo sulla pelle di chi?

Appare, ora, del tutto evidente che è stato questo bel gioco di squadra, impostato da tempi lontani, a portare alla chiusura del Tribunale e della Procura della Repubblica di Tolmezzo con le nefande conseguenze storico-culturali e socio-economiche da sempre ripetutamente anche da noi evidenziate e denunciate in ogni sede. Il tanto proclamato risparmio nella spesa pubblica non solo appare ora una “balla universale” ma ci fa capire quanto ci è costata e ci costerà in più, in termini economici, questa tracotante decisione. Mentre a Udine si sviluppa tutto con costose spese a carico di noi contribuenti, a Tolmezzo e nella montagna friulana la giustizia si è adeguata allo spopolamento: è diventata “una specie in via di estinzione”. In questa Regione, ormai è chiaro che il ricorso alla giustizia non è uguale per tutti, soprattutto per le zone emarginate e in difficoltà; l’apertura a Tolmezzo del tanto decantato sportello di giustizia di prossimità (da noi generosamente definito sportello di carità in ambito giudiziario) la consideriamo solo una presa in giro.

Non c’è nulla di strano se qualcuno riesce a concretizzare qualcosa che da tanti anni pensa di fare, anzi: in questa circostanza, però, c’è molto, tanto da obiettare. Si è scoperchiata la pentola e, da quanto riportato sulla stampa locale di domenica 9 luglio, si comprende chiaramente come trovi piena conferma quanto ripetutamente anche da me denunciato e segnalato sulla chiusura del Tribunale di Tolmezzo e relative conseguenze. Ho sempre fatto richiamo alla specialità della nostra Regione per una uniforme ed equa gestione della giustizia che avrebbe salvaguardato il nostro presidio giudiziario: sono stato sempre ignorato. Il Comune di Udine si è subito dichiarato pronto ad accogliere tutto a sue spese: so ora ufficialmente come e a carico di chi sono andate le cose e quanto prevede il progetto presentato. Bisognava creare i presupposti con il peso dei numeri e della vastità territoriale: ciò è stato fatto riassorbendo l’attività giudiziaria distaccata a Palmanova e Cividale e mettendo finalmente le mani sull’ambita preda tolmezzina approfittando di una abominevole riforma epocale della giustizia. Capisco del tutto ora perchè è stato rifiutato il mantenimento del tribunale a Tolmezzo anche come sede distaccata di quello di Udine (vedasi incontro Presidente Tribunale di Udine con Presidente Regione Serracchiani) e la chiusura totale degli uffici giudiziari. Ho agito con rispetto e correttezza ma ho avuto a che fare con enti e persone senza scrupoli con in mente altri obiettivi: girando per Tolmezzo mi rendo ben conto del disastro che ci hanno combinato. La partita si gioca altrove con un ineffabile gioco di squadra con noi spettatori paganti (in tutti i sensi). In merito ho voluto far sentire la mia voce rompendo il silenzio che da tempo mi sono imposto.

Franco D’ Orlando di Unione Autonomista Alpina, già Consigliere Comunale.  

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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta, solo per questo uso, da: https://www.studionord.news/ex-tribunale-tolmezzo-sindaci-ribelli-della-carnia-seguire-laccordo-del-trentino/ ed è una parte della stessa. Laura Matelda Puppini

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