Se qualcuno, carnico o friulano, in particolare non giovanissimo come me, non sapesse chi è stato Michele Gortani, forse ci scandalizzeremmo; se qualcuno non conoscesse neppure il nome di Giulio Andreotti pure. Ma nessuno si scandalizza se non sappiamo  (e fino a circa un anno fa neppure io lo sapevo)   chi è stato Giacomo Pellegrini, nato ad Osoppo, persona purtroppo infangata nel dopoguerra. Ora alcuni studiosi ci presentano la sua figura  a Tricesimo, il 2 giugno, festa della Repubblica, alle ore 18, a Palazzo Ellero. Sono: Flavio Fabbroni, Gabriele Donato, Marco Puppini, Gian Luigi Bettoli.  Vi invito caldamente ad andarli ad ascoltare.

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Giacomo Pellegrini, perseguitato politico, combattente contro il fascismo in Spagna, dirigente comunista, padre costituente, senatore e vice presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, era nato ad Osoppo (Udine) il 28 agosto 1901.

Nel 1921, ancora studente universitario, aderì al P.C.d’I, nel 1926 fu arrestato a Roma e condannato, l’anno dopo, ad otto anni e sei mesi di reclusione dal Tribunale speciale per aver prodotto manifestini e giornali antifascisti. Scarcerato dopo sei anni e mezzo, Pellegrini cominciò l’attività antifascista da espatriato: prima in Romania, poi a Parigi, poi a Mosca. Nel mese di agosto 1936 fu inviato assieme ad altri tre “tecnici” in Spagna per studiare la situazione, fu lui a firmare la relazione diretta a Mosca per sollecitare l’invio di volontari italiani in Spagna. Poi ebbe incarichi politici a Barcellona e fu pure arruolato nella Colonna Del Barrio, spagnola, organizzata dal Partito Socialista Unificato di Catalogna con la quale combattè sul fronte di Huesca. . Richiamato a Parigi dalla Direzione del suo partito, riprese in Italia l’attività clandestina. Arrestato a Genova e di nuovo deferito al Tribunale speciale, Pellegrini, con sentenza del 2 febbraio 1940 fu condannato a venti anni di reclusione. Fu liberato un mese dopo la caduta del fascismo e, dall’8 settembre 1943, dopo aver preso parte attiva al tentativo di difesa di Roma, lavorò nella segreteria del Partito Comunista, curando l’organizzazione delle formazioni partigiane del Lazio, dell’Umbria e degli Abruzzi. Nel 1945, a guerra finita, fu inviato da Togliatti a Trieste dove sostenne una difficile trattativa con i comunisti jugoslavi sul futuro della regione, sostenendo le tesi dei comunisti italiani. Durante la “guerra fredda” il nome di Pellegrini fu incluso in un libello (era intitolato I quaranta spietati ed era stato compilato dalla CIA), largamente diffuso in Italia dalle organizzazioni anticomuniste, foraggiate dai servizi segreti degli Stati Uniti, e molto fango fu gettato sulla sua figura, presa di mira da ex fascisti e servizi segreti. Costituente, senatore di diritto, fu poi senatore eletto per due Legislature; vice presidente, nel 1968, del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, segretario regionale comunista in Veneto, e membro del Comitato centrale e della Direzione del PCI. Si occupò di molti problemi, del Friuli Venezia Giulia, del Polesine e della povera gente. Morì a Udine nel 1979. Informazioni da. http://www.anpi.it/donne-e-uomini/676/giacomo-pellegrini.   Laura Matelda Puppini

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