Ci sono cose che ti fanno riflettere. Non sappiamo ancora il numero dei morti nel terremoto di ieri, 24 agosto, al mattino, ma una domanda sorge spontanea: possibile che nessuno potesse prevedere un ulteriore forte terremoto visto l’aumentare delle scosse in zona? Inoltre perchè non si sono messe in sicurezza le abitazioni ed i paesi, data l’alta sismicità del territorio? Mistero. Guardate cosa ho trovato su internet :
il 24 marzo tremava la terra a Lucca. Magnitudo 1.9 scala richter, mentre un più forte tremava la terra a nord.
Il 7 aprile il terremoto si faceva sentire in Emilia Romagne, Marche, in provincia di Pesaro Urbino, in Calabria.
Il 29 aprile uno “sciame sismico” colpiva Perugia.
Il 30 maggio tremava la terra in zona lago di Bolsena, monte Amiata, Colline del Fiora, in sintesi nelle province di Terni e Viterbo. Magnitudo 4.1 scala richter.
Il 2 giugno, nella zona si sentivano altre scosse in particolare nei comuni di Acquapendente, Orvieto, Castel Giorgio, San Lorenzo, che creavano apprensione nella popolazione.
Il 16 giugno tremava la terra più volte in provincia di Pesaro Urbino. Magnitudo massima 1.4 della scala richter, con una serie di scossette avvertibili nei giorni seguenti, fino alla fine del mese. (Magnitudo da 0.2 a 0.8).
Il 9 luglio il terremoto si faceva sentire di nuovo in provincia di Pesaro Urbino, con magnitudo 1.1 scala richter, quindi sempre ivi il 12 luglio con una scossa di magnitudo 2.7. della scala Richter. E si continuava.
Il 15 luglio si registrava una scossa di magnitudo 1.1. sempre in provincia di Pesaro Urbino, che interessava le zone di San Giorgio di Pesaro, Barchi, Orciano di Pesaro, Fossombrone, Isola del Piano, Mondavio.
 
Il 24 agosto la tragedia. Dove? Tra Lazio Marche ed Umbria.
 
E nel marzo 2013, non era andata molto meglio se si legge https://ingvterremoti.wordpress.com/2013/03/24/sequenza-sismica-tra-le-province-di-perugia-e-pesaro-urbino/, ove si scriveva pure che: «Questo settore dell’Appennino umbro-marchigiano rappresenta un laboratorio naturale per lo studio della sismicità. Diversi progetti finanziati negli ultimi anni dal Ministero della Ricerca, dal Dipartimento della Protezione Civile e dall’Unione Europea e coordinati dall’INGV hanno fatto di questa regione una delle aree di studio dei terremoti più importante a livello internazionale. Per maggior dettagli si veda il sito del cosiddetto TABOO (The Alto-tiberina near-fault Observatory).”
 
Cosa hanno fatto i governi precedenti e l’attuale per mettere in sicurezza le abitazioni e le persone del territorio? NULLA DI NULLA. E per cortesia nel 2016, non parlateci di evento imprevedibile, con questa situazione, nè che non si poteva far nulla. Quelle case potevano non crollare, ma … Ma? Potrà il governo rispondere su quanto? Intanto noi cittadini ci uniamo al dolore dei supestiti per le vittime di questa tragedia, per la perdita incolmabile di tutto ciò che avevano, casa, affetti, un paese, e nel silenzio meditiamo, preghiamo, come possibile aiutiamo.  Laura Matelda Puppini
 
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26 agosto 2016.

Alcuni dati e considerazioni da Il Fatto Quotidiano di oggi mi sembrano importanti, in particolare dall’articolo di Marco Travaglio ma non solo.

Il noto giornalista intitola il suo pezzo “Consigli inutili” e precisa ai lettori che tali saranno visto come sono finiti quelli già scritti per il terremoto dell’Emilia, dell’Abruzzo, dell’Umbria, ecc. ecc. e dice di scrivere sperando che in un futuro una classe dirigente degna di tale nome ne trovi forse un pezzetto nella bottiglia od in un cassetto.

La prima considerazione è quella che le cose da fare sono note dalla notte dei tempi, ma nella penisola nessuno le fa. Infatti se non si possono prevenire i terremoti si possono prevenire i danni, mettendo in sicurezza abitazioni e paesi. Norcia non ha avuto morti perché era stata ricostruita e messa a norma dopo i terremoti del 79 e 97. Dato che la fascia appenninica è ad altissimo rischio, come quasi tutto il resto d’Italia, (ed esiste da anni carta del rischio sismico a sottolinearlo) sarebbe magari importante, avendo un po’ di buon senso, mettere in sicurezza le case, (per es. “legando i muri”) risparmiando vite e abitati.

I soldi si possono trovare, per esempio rinunciando alle grandi opere come il ponte sullo stretto, (che fa l’altro sorgerebbe su una faglia sismica), la Orte- Mestre, rinunciando alle Olimpiadi, alla Tav Torino Lione, e via dicendo, ed aggiungo io, alla terza corsia del Veneto Fvg, che ben poco interessa a chi non deve correre al mare in Slovenia e Croazia, o a chi non è un autotrasportatore magari rumeno.

Inoltre Travaglio invita il governo a revocare i tagli ai Vigili del Fuoco, che pare proprio siano utili, a fare dei corsi per insegnare il comportamento corretto da tenersi in caso di scosse sismiche, ricorda che la ricostruzione spesso è costata tantissimo anche a causa di “ruberie, mafierie, tangenti”.

Segnalo pure, sempre su Il Fatto Quotidiano di oggi: Antonio Padellaro, “Terremoto, i fatti contro la retorica”, ove fra i fatti si può porre il caso di edifici nuovi o ristrutturati crollati, come la scuola di Amatrice. Ma anche al tempo del terremoto del Friuli, molti si chiesero come mai fosse crollato l’ospedale nuovo di Gemona, già arredato con macchinari ecc., mentre oggi la riforma regionale della sanità chiude l’unico ospedale antisismico, è cioè quello della stessa cittadina, o il nuovo albergo sulla statale, ecc. ecc.  E Marco Maroni ci ricorda che bastano 13 miliardi per evitare la conta dei morti per sismi, e che sinora sismi e ricostruzione sono costati all’Italia ben 150 miliardi, oltre il bagaglio di vite umane ed i feriti. E per ora mi fermo qui.

Laura Matelda Puppini

 
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