Sabato 14 luglio, goletta verde solcava le acque del Lago di Cavazzo. In quell’occasione veniva presentata la: Carta del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, che qui riporto, come giuntami da Marco Lepre, presidente Legambiente – Carnia.

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Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato  (Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux).

PREMESSA                                                                    

Il tempo trasforma i territori. Anche la mano dell’uomo disegna, incide e trasforma. La rottura dei legami coevolutivi tra comunità umane e ambiente, all’origine di molti paesaggi bioculturali delle nostre montagne, si è consumata a iniziare dagli anni ‘50 del secolo scorso. Sul piano globale, scienziati di riconosciuta levatura hanno battezzato questo periodo come l’alba di una nuova epoca geologica “l’antropocene”, il tempo in cui gli uomini sono diventati, negli impatti, pari a una forza geologica.

E’ venuto il tempo di riconnettere le nostre attività alla natura, di riconnettere le conoscenze, la tecnica, la sapienza, gli stili di vita ai complessi meccanismi di funzionamento della natura. Per garantirci un futuro.

IL LAGO DI CAVAZZO O LAGO DEI 3 COMUNI

Il lago di Cavazzo è un ambiente caratterizzato dalla bellezza, incastonato tra i monti Faeit, San Simeone e Naruint. Bellezza sì, ma con qualche marcata fragilità.  Il suo ecosistema è infatti in forte sofferenza a causa delle scelte energetiche operate dalla Sade negli anni ‘50. Sofferenze ben note oscillazione e basse temperature delle acque, carenza di ossigeno disciolto in profondità, progressivo aumento del deposito di fango scaricato dalla centrale di Somplago che attinge acqua e sedimenti a un bacino scolante molto ampio. Inoltre una riduzione della biodiversità autoctona, con alterazione e semplificazione delle catene alimentari.  Questi i problemi principali.

Ma la domanda che si pone è questa: cosa fare per impedire che diventi invaso a fondo sterile in progressivo e accelerato riempimento? Eh già, perché ai fini dei descrittori morfometrici il Lago di Cavazzo è un invaso e non più il Lât.

 QUANTO GIA’ DETTO E FATTO

  • L’ing. Franco Garzon incaricato dalle istituzioni locali, e l’ing. Dino Franzil, nei loro studi prevedono che entro un secolo o poco più il lago sarà riempito dai sedimenti apportati dalle acque torrentizie alimentanti la centrale e provenienti dal vasto territorio montano della Carnia.
  • Le ricerche condotte recentemente dall’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR confermano che il fondale è ricoperto di fango modellato dalle correnti, privo di vegetazione e con acque scarsamente ossigenate.
  • I comitati hanno mantenuto un presidio e un’azione di pungolo intelligente e costante sul tema.
  • Nel 2017 Legambiente ha attribuito la bandiera verde all’ing. Franzil e all’ISMAR del CNR di Bologna.
  • Il Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) offre gli indirizzi e una sponda progettuale agli inevitabili e crescenti conflitti nell’uso delle risorsa acqua (energetico, irriguo e turistico) e l’ambiente. Il terreno di scontro ha un luogo fisico di riferimento: la presa di Ospedaletto, il bacino da essa sotteso fino all’altezza di Peonis e soprattutto il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni con lo scarico della centrale ed eventuali emergenze ambientali a seguito della perdita dell’oleodotto. La soluzione – quindi – non può che essere integrata. Tant’è che il PRTA testualmente esplicita “Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.
  • La Legge Regionale del 6 febbraio 2018 n.3 all’art. 11- (Disposizioni per il recupero della naturalità del lago dei tre Comuni) – individua lo strumento del concorso di idee per avviare l’iter progettuale al fine di recuperare le condizioni di naturalità e fruibilità del lago.

 LA SOLUZIONE INTEGRATA

Un progetto integrato che comprenda e declini una pluralità di obiettivi: ripristino della naturalità e piena fruibilità del lago, deflusso ecologico a valle della presa di Ospedaletto, mantenimento della produzione idroelettrica e concorso d’acqua alle esigenze dell’agricoltura.
La Regione e gli Enti Locali interessati, con metodo partecipativo, diano pertanto subito attuazione all’art 11 della L.R. 3/2018, confezionino il bando per il concorso internazionale di idee coerente con le indicazioni del PRTA e gli obiettivi stabiliti dal già citato articolo 11.

Il tema del concorso? A questo punto possiamo deporre la creatività nel cassetto. Il titolo è  già confezionato: “Idonee soluzioni progettuali  per la realizzazione di un by-pass che convogli le acque di scarico della centrale direttamente all’emissario del lago” e quindi da quest’ultimo nel tratto del Tagliamento a valle della presa di Ospedaletto e, alla bisogna, nella rete irrigua del Consorzio Bonifica Friulana.

 UNO SGUARDO LUNGO E PROFONDO

Ma i cambiamenti climatici sono in essere e le pressioni sulle acque sono molteplici. Occorrono azioni sistemiche di accompagnamento di lungo periodo. Ad esempio:

  • una agricoltura di qualità, OGM FREE, più integrata con il sistema agroalimentare regionale, meno idroesigente durante il periodo estivo e più attenta agli impatti generati sulle acque invisibili (di falda);
  • risparmio delle acque a tutti i livelli, economia circolare applicata alla gestione del servizio idrico (riuso acque reflue e recupero nutrienti) e uso delle acque piovane per i fabbisogni domestici (orti e servizi)
  • autoproduzione di energia da fonti rinnovabili; per l’idroelettrico la crescita attesa è solo in efficienza. Si auspica infatti eliminazione delle provvidenze nazionali sul mini idroelettrico che tanti problemi e indebite pressioni ha creato sulle Alpi
  • costituzione nella nostra Regione della Società “Energia Friuli Venezia Giulia – SEFVG” che declini così l’autonomia regionale in campo energetico e metta a disposizione risorse per lo sviluppo sostenibile dei territori.

PER CONCLUDERE

Il lago di Cavazzo – ‘il plui grand Lâc da nestre Regjon’ – è un ecosistema e una grande riserva idrica, ubicata in un’area strategica tra la montagna e la pianura, che diverrà sempre più importante nella prospettiva dei cambiamenti climatici e che non può essere abbandonato all’attuale degrado ecosistemico, alla prospettiva certa dell’interrimento e allo sfruttamento di interessi di parte. Né sono accettabili ulteriori centraline nei torrenti della Val del Lago o alle sorgenti sgorganti dalla rupe di San Candido a Somplago.

Sarebbe motivo di orgoglio per la Regione, prima in Italia e riferimento per altre analoghe situazioni, la realizzazione di un progetto di recupero della naturalità e fruibilità di un lago, gravemente compromesso da un sistema idroelettrico alimentato da derivazioni indiscriminate, rozzo ed insensibile verso l’ambiente come quello del Tagliamento-lago di Cavazzo, costruito negli anni ’50, improntato a criteri meramente produttivistici che hanno portato alla tragedia del Vajont.

Nell’intervenire sul lago dobbiamo essere altrettanto bravi di quanto lo siamo stati nella ricostruzione postsismica: fare le cose per bene e partecipate.  Un esercizio collettivo di futuro per le comunità locali e non solo.

Il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni è inoltre il luogo dove riposano quei ricordi che generano buoni desideri.

Alesso di Trasaghis, 14 luglio 2018

I PROPONENTI

Legambiente del Friuli Venezia Giulia                 

Comitati Salvalago, Val del Lago

Adesioni agli indirizzi: info@legambientefvg.it,   comitatisalvalago@gmail.

Per sottoscrivere la carta online vai a: https://goo.gl/a6y5rm

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-Per chi volesse approfondire la storia anche di sfruttamento economico del Lago di Cavazzo, consiglio la lettura del mio opuscolo, pubblicato sempre su www.nonsolocarnia.info, che contiene pure l’intervista ad un anziano pescatore:

Il Lago di Cavazzo, tra sogno, natura e sfruttamento.

-Per le tematiche legate alla salvezza del Lago di Cavazzo consiglio la lettura, sempre dal sito www.nonsolocarnia.info, dei miei articoli :

Lago di Cavazzo: ultima puntata. Rinaturalizzazione o lago finito?

SALVIAMO IL LAGO DI CAVAZZO! CONTRO I PRELIEVI DIRETTI PER IRRIGARE LA FURLANÌA

Chiare, dolci, fresche acque di un tempo che fu. Siccità, lago dei tre comuni o di Cavazzo, fra intenti e politiche.

Quale politica per la montagna in questa Italia?

E, sempre su www.nonsolocarnia.info, di:

Franceschino Barazzutti. L’idroelettrico e la nostra autonomia speciale.

Franceschino Barazzutti. Montagna: acqua nostra o acqua loro?

L’immagine che accompagna il testo è stata da me scattata nel 1991, sulle rive del lago. 

Laura Matelda Puppini

 

 

 

 

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