Ricevo da Barazzutti e volentieri pubblico, per conoscere e come tema di riflessione. Laura Matelda Puppini.

«Abbiamo avuto modo di leggere sul numero di maggio-giugno della rivista “Rassegna Tecnica” l’articolo a firma dell’ing. Antonio Nonino “Una montagna….di energia: il caso del fiume Tagliamento” in cui viene trattato il problema dell’accumulo di energia. Un argomento divenuto di grande importanza nel contesto dell’attuale crisi energetica.

Non intendiamo entrare negli aspetti propriamente tecnici illustrati dall’ing. Nonino la cui opinione sull’accumulo di energia è legittima e rispettabile, ma ci ha sorpresi il fatto che l’articolo sia imperniato sulla centrale di Somplago la cui fotografia addirittura apre l’articolo. Tale centrale è entrata in funzione nel 1958 ed è in concessione alla multiutility lombarda a2a, che proprio in questi giorni – guarda caso – ha annunciato lo svolgimento in regione del convegno “a2a forum 2022” e che “ le gallerie di derivazione del nostro impianto  idroelettrico di Somplago saranno progressivamente messe fuori servizio per ispezione”. Ispezionate per quale scopo? 

L’artico definisce la centrale  “un esempio interessante di pompaggio idroelettrico non realizzato, ma ancora valido, è quello elaborato da Edipower (ora A2A), ex concessionaria dei salti di forza motrice del bacino del fiume Tagliamento”.

Dopo aver sottolineato la notevole convenienza economica dell’intervento dovuta principalmente alla differenza di prezzo dell’energia acquistata a basso prezzo di notte e venduta a prezzo elevato nelle ore di punta della domanda di giorno, nonché agli incentivi ed ai certificati verdi, l’autore si dichiara sorpreso “ che nella comunicazione scientifica e nella grande diffusione dell’argomento dell’accumulo di energia sui media, non ci sia sufficiente riscontro di questa soluzione”.

Invero l’autore può trovare la spiegazione proprio nel caso della mancata realizzazione del pompaggio nella centrale di Somplago da lui portata ad esempio. L’allora concessionaria Edipower ha rinunciato a tale progetto per la tenace opposizione degli abitanti della Val del Lago, del circondario e non solo. I quali, come non lo permisero allora, non permetteranno che tale progetto venga ora riproposto poiché il più grande lago naturale della regione – quello di Cavazzo o dei Tre Comuni – non può subire l’ulteriore degrado della notevole oscillazione del suo livello con le relative conseguenze di ordine generale e sulle rive in particolare.  

Tanto più che una serie di vigenti leggi regionali prevedono il ripristino della naturalità e della fruibilità anche turistica del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Leggi che l’ing. Nonino dovrebbe conoscere stante il suo grande interesse per la centrale di Somplago il cui scarico finisce nel lago deturpandolo. Male se non conosce tali leggi, peggio se, pur conoscendole, indica come esempio il pompaggio nella centrale di Somplago.

Il Piano Regionale di Tutela delle Acque, considerando lo snodo idrico costituito dal Tagliamento a valle della presa di Ospedaletto del Consorzio di Bonifica Friulana, dal canale di scarico del lago e dal lago stesso prevede:

 “3.2.3 Conclusioni.

    Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.

   Inoltre la L.R. 6 agosto 2019, n. 13 art. 4 comma 35 recita : “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”.

    Al di là del dettato delle leggi la ferma e forte volontà popolare impedirà che qualcuno riproponga il progetto di pompaggio nella centrale di Somplago. E’ inaccettabile che si gravi il lago e la sua valle del pompaggio in aggiunta alla rovina del lago provocata dallo scarico in esso della centrale idroelettrica, all’oleodotto con la stazione di pompaggio e all’installazione in essa di due inquinanti cogeneratori di energia e calore funzionanti a metano, che fra l’altro a Somplago non c’è, all’autostrada ed al suo deturpante colossale viadotto. Basta violentare la Val del Lago!

Sbatacchiare l’acqua con il pompaggio tra il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni ed il sovrastante bacino di Verzegnis sarebbe una imperdonabile forzatura. L’acqua va rispettata, non tollera forzature e si vendica come nella tragedia del Vajont in cui è finita nella vergogna anche la competenza dei famosi progettisti della SADE.

“Una montagna… di energia”, ma portata altrove.  Soprattutto una montagna di denaro che finisce nelle solite tasche grazie ai finanziamenti del PNNR, ai prezzi altissimi dell’energia, ai certificati verdi, ai vari incentivi pagati dagli utenti nelle bollette, mentre a pagare i danni ambientali è proprio la montagna e con essa il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni ed il Tagliamento, ridotto da “re dei fiumi alpini” a schiavo dell’idroelettrico.

Somplago, 16/8/2022.

Comitato per la Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento. Tolmezzo, via Davanzo, 9. Comitato Difesa e Valorizzazione del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, Alesso via Somplago,10.»

Foto di Laura Matelda Puppini.

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