Vorrei proporvi anche se un po’ tardivamente questo interessante testo firmato Legambiente – Italia Nostra e giuntomi da Sandro Cargnelutti e propostomi per la giornata dedicata alla montagna. Lo pubblico ora perché in precedenza avevo scelto di dar spazio alla posizione di Legambiente sulla legge sui parchi, ma è più che mia attuale. Lmp.

Laura Matelda Puppini. Foto scattata in località Lunge di Illegio. 2017.

«In occasione della giornata internazionale della montagna, Legambiente e Italia Nostra hanno deciso di rendere pubbliche alcune proposte che nascono dall’operatività associativa e da un comune sforzo di guardare al futuro. Compito non facile in territori dove la demografia toglie risorse preziose e la politica  ha spesso indugiato, nelle scelte, sul “qui ed ora”.  

 Il documento non è un programma per la montagna, non abbiamo ne la volontà ne le competenze per farlo. E’ un documento volutamente parziale. Su diversi temi le proposte sono già conosciute  anche dalle istituzioni. Le abbiamo riorganizzate per l’occasione.

 Ci siamo soffermati su alcuni aspetti più congeniali alla nostra natura di associazioni ambientaliste. quali la tutela delle risorse (i boschi, le acque, la biodiversità …) incardinate nell’unica visione del futuro possibile: quello che declina la  sostenibilità al territorio e che lega le generazioni, la tutela della biodiversità, il(al)  lavoro e il vissuto delle comunità.

 Due domande ci sollecitano:

  • Nel medio periodo la montagna rappresenterà un primo approdo per molte persone che sfuggono dalle città che diventeranno sempre più calde. Sarà la rivincita definitiva della cultura urbana?
  • Come declinare la transizione ecologica, nelle terre alte, affinché sia incardinata anche sui fattori distintivi, ecologici e culturali che la caratterizzano?

 

Le  proposte che seguono sono declinate per temi in punti sintetici.

 

                        Legambiente   FVG                                                                               Italia nostra FVG

Laura Matelda Puppini. Zona Ligosullo 2017.

IL BOSCO

Proprietà boschive, frazionamento e multiproprietà

  • Legiferare sulle “Proprietà abbandonate o silenti”: la Regione intervenga tempestivamente con i regolamenti di attuazione previsti dal codice forestale (art. 12 TUF)
  • Creare una cornice normativa regionale per favorire, alla luce delle esperienze in essere in Regione, le associazioni fondiarie volontarie come previsto dall’art. 10 del TUF
  • Realizzare accorpamenti fondiari temporanei, funzionali a finanziamenti pubblici per interventi selvicolturali di miglioramento dei soprassuoli arborei abbandonati o degradati
  • Costituire consorzi forestali coattivi cosi come era previsto dall’art. 10 della L. 984/1977, qualora ogni altra possibilità fosse preclusa
  • Acquisire a proprietà regionale i boschi planiziali privati relitti di maggiori dimensioni e valenza ecologica, privi di piano di gestione. Per tutti gli altri, prevedere compensazioni dirette o indirette agli altri proprietari per una loro corretta gestione.

VIABILITÀ FORESTALE

prologo

  • le strade forestali corrispondono in primis ad esigenze gestionali selvicolturali e di difesa del suolo (art. 9, c. 1 TUF); la multifunzionalità si incardina su questo primo assunto

proposte

  • Fare il punto ovvero censire e valutare l’attuale rete viaria regionale a servizio della foresta: strade in esercizio, strade abbandonate, grado di utilizzo della strada, livello di manutenzione, …
  • Pianificare e programmare a livello di area vasta la viabilità forestale; il successivo finanziamento delle opere poggerà così su una solida base programmatoria dove sono già presenti le esigenze ambientali e socio-economiche; in sede di progetto si dovrà considerare:
    • l’ammortamento dei costi di realizzazione e manutenzione, attraverso riprese legnose congrue e soprattutto certe nonché attraverso la valutazione dei benefici derivanti dalla prevenzione e cura delle calamità naturali (incendi, rischio idrogeologico, ecc.)
    • Il valore dei servizi ecosistemici offerti dalla foresta
    • Le ricadute sulle filiere locali

Laura Matelda Puppini. Tra Valdaier e Ligosullo scendendo a piedi 2017.

CERTIFICAZIONE FORESTALE.

  • sviluppare e promuovere le potenzialità offerte dal processo di certificazione che, per esplicitare i suoi migliori vantaggi, deve mettere a regime una forte sinergia tra proprietari boschivi, operatori economici e Regione
  • Promuovere la certificazione anche alla fascia prealpina della regione, dove si produce la maggior parte della legna da ardere (lotta al mercato nero)

FORESTE VETUSTE E AREE WILDERNESS

  • Sviluppare il sistema esistente delle aree wilderness e delle foreste vetuste (PSR Mis. 15) quali realtà di elevato pregio naturalistico e ambientale, in grado di sostenere la ricerca forestale e di diventare luoghi di visite e turismo montano in tutte le stagioni

SVILUPPO DELLA FILIERA LEGNO

  • In sintonia con i principi e gli obiettivi della Carta di Ampezzo (dic. 2019) adottare strumenti e provvedimenti atti a rendere privilegiato l’uso del legno locale nelle costruzioni, nell’abitare, nei manufatti e negli arredi urbani onde ridurre le emissioni climalteranti del comparto edilizio, stoccare il carbonio e massimizzare la permanenza in loco del legname regionale e il relativo valore aggiunto da esso creato

————————————————

LE ULTIME ACQUE LIBERE

  1. Programmare la ri-naturalizzazione delle aste di rii e torrenti laddove sia possibile asportando le errate opere longitudinali e trasversali in cls con, anche, il recupero delle aree di espansione delle piene, l’estensione delle sponde vegetate, l’allargamento delle luci dei ponti che spesso sono stati ridotti e causano sbarramenti temporanei accusando, inopinatamente, il trasporto di tronchi d’albero e …. gli ambientalisti;
  2. Lago di Cavazzo: predisporre soluzioni progettuali, con una prima quantificazione di costi per la  rinaturalizzazione del lago di Cavazzo (By pass) unitamente   alla garanzia del deflusso ecologico a valle della presa di Ospedaletto, ora dimezzato dalla Regione  per la durata di 5 anni;
  3. Derivazioni: a legislazione vigente, applicare in modo stringente e congiunto il disposto dell’art. 43, 4° c. delle norme di attuazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque e dei DD.MM. STA 29 e 30 del 2017, spesso disattesi, per una procedura di valutazione dei progetti di derivazione e dei relativi deflussi minimi vitali ed ecologici seria ed ambientalmente sostenibile; la transizione energetica non passa per il miniidroelettrico che produce quantità irrisorie di energia rinnovabile a fronte di danni certi agli ecosistemi
  4. Contratti di fiume: avviare i processi di negoziazione partecipata sulle aste del Fiume Fella e del Cellina, richiesta che proviene dai circoli del territorio, per un approccio unitario al bacino che coinvolga le comunità rivierasche nell’affrontare problemi, rischi ed opportunità, garantendo la continuità dei servizi ecosistemici dei corsi d’acqua

 

Laura Matelda Puppini. Il lago di Cavazzo 1993.

AREE DI TUTELA E BIODIVERSITA’

Le aree tutelate sono aree per eccellenza dove sperimentare un duplice approccio: conservare la biodiversità e il paesaggio e promuovere economie sostenibili

NUOVE AREE DI TUTELA, PROPOSTE

  • Parco regionale delle Alpi Carniche, che può rappresentare, nel territorio, una opportunità di tutela rafforzata e di sviluppo di economie sostenibili fondata sulle molteplici esperienze di valorizzazione in atto e sulla bellezza dei luoghi; le proprietà regionali su buona parte dell’area e le relazioni transfrontaliere
  • Riserva regionale del Tarvisiano (comprensiva della foresta e delle proprietà regionali di Fusine), collocata all’interno della costruenda Riserva della Biosfera MAB UNESCO trinazionale (Triglav, Dobratsch, Alpi Giulie), mediante un accordo con lo stato. Tutela ,della biodiversità, gestione sostenibile della foresta, sua certificazione e mantenimento degli usi civici presenti ne costituiscono gli ingredienti essenziali.
  • Se i parchi concorrono anche allo sviluppo sostenibile del territorio, devono discendere dalle zone impervie dove sono attualmente confinati e coinvolgere nella loro gestione cittadini ed amministratori che già oggi guardano con favore ed aspettative crescenti a politiche territoriali di questo tipo
  • L’estensione delle aree protette deve però andare di pari passo con la realizzazione della Rete Ecologica Regionale, delineata nel Piano Paesaggistico Regionale che concorre a salvaguardare la biodiversità connettendo le aree protette esistenti e future, togliendole dall’isolamento con uno sforzo congiunto e sinergico a livello regionale e locale.

————————————————

TUTELA DEL PAESAGGIO

  • se lo sviluppo di reti tecnologiche adeguate, abbattendo le distanze, possono favorire il lavoro a distanza e la permanenza nei centri più periferici, il vero elemento che può continuare a mantenere un forte legame tra abitanti e territorio è la tutela del paesaggio. Esso non è solo una RISORSA in chiave turistica, ma è soprattutto un elemento di IDENTITA’ per le popolazioni alpine. Questo significa difesa della natura, della biodiversità, della varietà che caratterizza il nostro territorio: elementi oltretutto sempre più rari e di valore. Pensiamo a corsi d’acqua della bellezza del Resia e dell’Arzino, al Lago di Cavazzo che va riportato a condizioni naturali, a bellissimi itinerari di montagna che non possono essere stravolti e banalizzati per il solo interesse di qualche progettista e impresa costruttrice.

Laura Matelda Puppini. La pieve di Santo Stefano a Cesclans. 1993.

CURA E MANUTENZIONE DEL TERRITORIO

La grande opera a piccoli passi, senza soluzioni di continuità

  • Realizzare la manutenzione capillare del territorio mediante il mantenimento dei prati e pascoli secondari, la cura dei boschi di neo-formazione, il mantenimento delle radure, il ripristino di piccoli smottamenti e frane, la pulizia dei piccoli alvei utilizzando sia imprese locali che gli agricoltori; c’è una piena consapevolezza che le risorse sono limitate e vanno gestite con molta oculatezza. Però bisogna operare delle scelte: è forse più importante destinare risorse per costruire una strada su un vecchio sentiero in un ambiente di alta montagna, già servito da viabilità forzando anche le procedure di autorizzazione,  o costruire impianti da sci sotto la linea di affidabilità della neve o realizzare interventi idraulici vanificati dalla … prossima piena?
  • La cura è anche ridurre il consumo di suolo e recuperare le strutture esistenti

———————————————–

ENERGIA

  • In attesa che, alla scadenza delle concessioni per le grandi derivazioni, il settore idroelettrico della regione finisca in MANO PUBBLICA, sull’esempio di quanto avvenuto nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, vanno promosse le “comunità energetiche” (fotovoltaico e biomasse), anche mediante un preliminare studio della Comunità di montagna. Ulteriore energia da fonte idroelettrica è, dal nostro punto di vista possibile solo efficientando i grandi impianti che passeranno in mano pubblica o intervenendo sulle condotte artificiali.

———————————————–

GIOVANI, SERVIZIO CIVILE E FORMAZIONE

  • Il riuso di una struttura militare dismessa nelle aree per trasformarla in un centro nazionale (europeo?) di servizio civile dei giovani per promuovere la tutela e manutenzione dell’ambiente, la promozione della solidarietà e la cultura di Pace. E’ una forma di restituzione “storica” al territorio della montagna e una vitale presenza di giovani impegnati in contesti a declino demografico;
  • L’università della montagna. Non è una nuova sede staccata dell’Università, ma “un’area” di relazioni stabili, ricerca e formazione che mette a sistema i contributi di soggetti diversi: la Regione, il sistema formativo, le parti sociali, il mondo del lavoro e le associazioni ambientaliste per accompagnare la transizione, favorendo e promuovendo l’aggiornamento dei profili professionali e la creazione di nuovi, il supporto all’avvio d’impresa.  Una maggiore consapevolezza ambientale può favorire anche la creazione di opportunità per la crescita e l’affermazione dei c.d. lavori verdi componente fondamentale della transizione ecologica;
  • Facilitare la presenza, anche mediante incentivi ai docenti “non locali” qualificati e disponibili ad una permanenza non momentanea nelle scuole più periferiche; la disuguaglianza nelle opportunità parte anche dalla scuola;
  • realizzare la casa dello studente a Tolmezzo per i ragazzi che risiedono nei paesi più distanti

Laura Matelda Puppini. Fiori vicino a Ligosullo 2017.

CAMBIAMENTI CLIMATICI e … TURISMO

  • I cambiamenti climatici, impatteranno in modo significativo sul settore primario, sul turismo e amplificheranno le vulnerabilità del territorio dal punti di vista idrogeologico e della stabilità dei versanti (manutenzione e cura). I piani di prevenzione e adattamento dovrebbe essere una priorità che dovrebbe accompagnare le scelte in questa fase cruciale per il futuro della montagna, iniziando ad esempio a ripensare il turismo invernale, componente essenziale dell’economia montana “oltre la neve”. Questo sforzo non lo intravediamo, ad esempio,  nel piano di Promoturismo di sviluppo dei poli invernali. Va di per se programmazione delle altre stagioni, prevedendo, ad esempio, un periodo di prolungamento dei rifugi
  • Riqualificare degli edifici esistenti, i vecchi borghi ed evitare nuove costruzioni in quota. La tipicità è un punto di forza del territorio e non l’omologazione ad altri modelli peraltro molto più competitivi.

———————————————–

CONTROLLI

  • Rendere più efficienti i controlli sul DMV a valle delle opere di presa, sull’uso delle moto sui sentieri, …
  • Vanno escluse le attività sportive motoristiche fuoristrada, anche rivedendo regolamenti ed inasprendo le sanzioni. Gli enti pubblici non devono più finanziare o incentivare in qualsiasi forma manifestazioni motoristiche su percorsi fuoristrada, se non in aree idonee, appositamente delimitate e nei periodi consentiti

E’ maturo il tempo dove la sostenibilità (no greenwashing) entri a pieno titoli nei processi decisionali e nei comportamenti quotidiani delle persone.

       Legambiente   FVG                                                                               Italia nostra FVG»        

L’immagine che accompagna l’articolo è stata da me scattata sempre fra Ligosullo e Valdaier nel 2017. Laura Matelda Puppini.          

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/01/SAM_5344.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/01/SAM_5344.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniAMBIENTEVorrei proporvi anche se un po' tardivamente questo interessante testo firmato Legambiente - Italia Nostra e giuntomi da Sandro Cargnelutti e propostomi per la giornata dedicata alla montagna. Lo pubblico ora perché in precedenza avevo scelto di dar spazio alla posizione di Legambiente sulla legge sui parchi, ma è...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI