6 pensieri di Legambiente.

– Gli ultimi corsi d’acqua montani ancora liberi vanno salvaguardati. La riduzione della nevosità, l’aumento delle temperature e dell’evapotraspirazione, la riduzione delle precipitazioni estive, unitamente alla sottrazione d’acqua negli alvei, non possono che determinare un progressivo degrado del loro stato ecologico.

– Stiamo marciando in direzione contraria al raggiungimento degli obiettivi di qualità definiti dalla direttiva acque? Sì, in alcuni casi.  Il Fella, ad esempio, ha uno stato ecologico appena sufficiente.  Cambiamento climatico e sottrazione d’acqua, magari con centraline a cascata, allontanano l’obiettivo di qualità “buono” posto al 2027. L’acqua è sì energia, ma è anche vita plurale e servizi ecosistemici. Costruzione di paesaggi e di culture, un tempo, co-evolutive.

– Siamo contro le rinnovabili? Evidentemente no. Ma in Regione abbiamo una condizione di conclamato sovrasfruttamento della risorsa “acqua in movimento”. Lo sappiamo! Miglioramenti si possono attuare solo con l’efficienza degli impianti esistenti o intervenendo su condotte artificiali e delimitando gli spazi di intervento residuo secondo determinati criteri (es. mantenimento del valore ambientale) e priorità (es. massimizzando i benefici per le comunità). Bisogna affrontare la crisi climatica con l’efficienza, il risparmio, l’innovazione tecnologica, tanto solare, sostenibilità nel governo delle risorse, nei processi produttivi e negli stili di vita.

– La centralina in costruzione, dal nostro punto di vista, non ha le autorizzazioni necessarie per operare. L’iter è stato avviato 8 anni fa. L’impresa ha fatto tutto da sola, lasciando scadere le autorizzazioni in essere: la pubblica utilità e l’autorizzazione unica. Ha ecceduto in arroganza immaginando la costruzione della cabina di trasformazione primaria sul terreno del Consorzio Vicinale di San Leopoldo, che, ricorrendo al TAR contro l’esproprio, ha acceso i riflettori sul caso. L’azienda continua ad operare, sono in corso indagini e verifiche amministrative.

– Allargando lo sguardo, chiediamo alla regione di bloccare il cantiere, come accennato sopra, in attesa degli esiti delle verifiche in corso. Nell’interesse di tutti.
Più in generale chiediamo alla stessa di:

fare il punto delle concessioni in essere e una moratoria di ulteriori concessioni fino alla definizione di nuove regole, linee di pianificazione strategica (es. dove non si può intervenire, perché contrasta con gli obiettivi di qualità) e di riassetto organizzativo del servizio interno;

costituire, con riferimento a quest’ultimo, un nucleo tecnico operativo per il rilievo dei dati sulle portate, valutazione dei progetti e controllo del DMV o DE. Attualmente le competenze sono in capo ad ARPA e a diversi Uffici regionali. Un sistema dal punto di vista dell’efficacia risulta essere dissipativo;

verificare la conformità della derivazione alle Linee guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche, approvate con D.D. n. 29/STA del 13.02.2017, in particolare alle tabelle 11 e 13 dell’allegato 1 del medesimo D.D. ed alle Linee guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale, approvate con il D.D. n. 30/STA del 13.02.2017.

  1. Lo sviluppo sostenibile e la creazione di lavoro, il green deal per le aree interne che desideriamo non può avvenire a spese della contrazione e degrado delle risorse naturali (che poi sarebbe un ossimoro). Questo modello di sviluppo lo abbiamo già visto. Vanno aiutati i comuni che preservano le risorse, come valore in sè, i servizi ecosistemici a godimento di tutti, la cura dell’ambiente e della comunità.

 

I fiumi sono la linfa vitale del nostro pianeta.   Sono le arterie principali della natura, lo stadio vitale del ciclo dell’acqua, il mezzo che trasporta i nutrimenti per gli ecosistemi, sono percorsi di naturalezza per coloro che cercano avventure e un dono di vita per le comunità e tutti gli esseri viventi che popolano il loro cammino (dal sito Free Rivers).

Testo da: Sandro Cargnelutti – Presidente Regionale Legambiente, in occasione dell’ incontro di Pietratagliata. – 6 luglio 2020.

Ricordo, come riportato a commento del mio articolo precedente sull’ incontro di Pietratagliata, quanto è accaduto pochi giorni fa  in Bosnia- Erzegovina. «È di pochi giorni fa la decisione della Camera dei rappresentati del parlamento della Federazione di Bosnia Erzegovina, una delle due entità autonome della Bosnia Erzegovina, di proporre il divieto per la costruzione di nuove mini-centrali idroelettriche in tutto il territorio della federazione e di rivedere, per sospenderle, le autorizzazioni in essere o già rilasciate. Il voto, passato a larga maggioranza (65 favorevoli su 98 deputati) assegna al governo della Federazione tre mesi di tempo per analizzare la normativa vigente in tema e predisporre il relativo disegno di legge.
Le mini-centrali, denominate così poiché generano al massimo 10MW – spesso molto meno – funzionano grossomodo come le centrali idroelettriche tradizionali ma, a differenza di quest’ultime, non prevedono la realizzazione di dighe o invasi artificiali, quanto la canalizzazione, l’intubamento e la diversione delle acque verso l’impianto dove è posizionata la turbina. La conseguenza è una riduzione della portata dei fiumi se non addirittura il loro completo prosciugamento nei periodi più siccitosi, con gravi ripercussioni per flora e fauna e impatti significativi anche sulla morfologia fluviale». (Piero Aleotti, Bosnia, stop alle mini centrali elettriche, una vittoria per l’ambiente, in: https://www.eastjournal.net/archives/107737). A questo risultato si è giunti attraverso la lotta ambientalista, la petizione mondiale “Salviamo il cuore blu di Europa, l’appoggio di centinaia di artisti. (Ivi).

L’immagine che accompagna l’articolo è quella già utilizzata per il mio testo di riassunto sull’incontro di Pietratagliata, e ritrae una parte del fiume Raccolana ora rovinato da ben quattro centraline della stessa ditta. LMP.

 

 

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2020/07/14193102.jpg?fit=768%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2020/07/14193102.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniAMBIENTE6 pensieri di Legambiente. - Gli ultimi corsi d’acqua montani ancora liberi vanno salvaguardati. La riduzione della nevosità, l’aumento delle temperature e dell’evapotraspirazione, la riduzione delle precipitazioni estive, unitamente alla sottrazione d’acqua negli alvei, non possono che determinare un progressivo degrado del loro stato ecologico. - Stiamo marciando in direzione contraria...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI