Lettera aperta e propositiva a Debora Serracchiani, Sergio Bolzonello, Giunta e Consiglio Regionale, Sindaci della Carnia, resa nota ai carnici attraverso www.nonsolocarnia.info.

OGGETTO: CREAZIONE DI UN CONSORZIO PUBBLICO FRA I COMUNI CARNICI PER LA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA E SE POSSIBLE ANCHE DEI RIFIUTI.

Gentilissimi, chi vi scrive è Laura Matelda Puppini, una cittadina di Tolmezzo, di Italia, d’Europa, del mondo, carnica come albero genealogico, che si è impegnata in prima persona, nelle strade, fra la gente, per invitare ad andare a votare per il referendum che voleva l’acqua, bene comune vitale, dono di Dio per la vita, pubblica, non in mano ad s.p.a..

Scrivo questo in premessa perché l’oggetto di questa mia è relativo alla proposta di una soluzione alternativa alla confluenza di Carniacque in Cafc, vista dalla presidente della Giunta Regionale, avv. Debora Serracchiani, come l’unica possibile, cioè la creazione di un consorzio pubblico fra i comuni, non s.p.a..

PERCHE’ NO AD UNA S.P.A. CHE GESTISCA IL SISTEMA IDRICO.

L’opposizione alla scelta di gestire i servizi pubblici (acqua in particolare) tramite una Spa, seppure a totale capitale pubblico, non deriva da una scelta ideologica, ma da una serie di elementi oggettivi.

Una società a livello ragionieristico e di diritto, è un soggetto esercente attività di impresa: essa può essere costituita da un unico soggetto o da più soggetti (persone fisiche e/o giuridiche) riuniti in una società detta collettiva. (https://it.wikipedia.org/wiki/Società_(diritto). «La società può far debiti per finanziare le sue attività, e i creditori della società sono garantiti principalmente dal patrimonio della società, soprattutto da quella parte che è cristallizzata nel capitale sociale».
(http://www.dirittoprivatoinrete.it/societa/spa/i_patrimoni_destinati_ad_un_uno.htm).
«Lo scopo per così dire “tipico” della società è quello delineato dall’art. 2247 c.c., solitamente detto “scopo di lucro” e consiste nel destinare ai soci gli utili ricavati dall’attività economica oggetto della società stessa». (Gli scopi delle società, in: www.StudioCataldi.it).

«Lo scopo della società commerciale, come recita il Codice Civile, è il lucro. In altre parole è costruita per estrarre valore dal processo industriale che governa. Il suo utilizzo per gestire un servizio pubblico “in house”, il cui scopo dovrebbe essere non l’estrazione di valore ma la creazione di valore, sotto forma di massimizzazione quantitativa e qualitativa del servizio, crea una contraddizione fondamentale, cambiando, nella sostanza, il ruolo dell’ente pubblico concessionario». (Presentazione del dossier: “Società Multiservizi: lo strumento per privatizzare i servizi pubblici locali”, in: www.acquabenecomune.org.).

E che le Società Multiutility siano lo strumento per privatizzare i servizi pubblici locali, è chiaro al coordinamento regionale piemontese acqua pubblica, che ha svolto lo studio “Società Multiservizi: lo strumento per privatizzare i servizi pubblici locali”in cui si analizzano i nuovi processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali a partire dal caso atena/iren, pubblicato il 24 settembre 2015, leggibile in e scaricabile dal sito: www.acquabenecomune.org..

«Opacità della gestione, aumenti tariffari insostenibili, negazione del diritto umano all’acqua, peggioramento delle condizioni di lavoro e aumento del lavoro in appalto, scarso controllo delle amministrazioni pubbliche, diminuzione degli investimenti, erogazione dei dividendi agli azionisti tramite indebitamento, impoverimento della risorsa idrica e mancato coordinamento della gestione della risorsa. Questi sono gli effetti del processo strisciante della privatizzazione in atto in questi anni». – si legge sul Forum Italiano dei movimenti per l’acqua, in un comunicato datato 3 dicembre 2014.

Inoltre mentre prima non potevano esser stagnati rubinetti, in caso di insolvenza anche per povertà, ora tale norma è stata tolta dalla Camera dei Deputati. «Dopo il veto a stagnare i rubinetti, vi è stato un recente ripensamento a livello nazionale. Il 13 novembre 2014 la Camera approvava il Collegato Ambientale alla legge di stabilità dell’anno, cancellando un articolo che impediva i distacchi del servizio idrico e garantiva il diritto all’acqua tramite il minimo vitale». (Comunicato stampa del Forum Italiano del Movimenti per l’acqua. La Camera cancella il diritto all’acqua e benedice i distacchi idrici, in: www.acquabenecomune.org.)

Infine queste società non spendono in materia prima, che viene loro di fatto donata, ma solo guadagnano: infatti l’acqua è dono di Dio alla terra, non una produzione di società od aziende.

Ritengo, quindi, che invece di creare un sub- ambito in Cafc, terminata l’esperienza Carniacque, che già volgeva verso una multiutility, si possa realizzare un consorzio pubblico fra i comuni della Carnia che gestiscano acqua e rifiuti, sostituendo l’esperienza precedente. Così la comunità della Carnia, se le regole normative del servizio ai cittadini e gli interventi da programmare verranno ben soppesati e studiati in modo oculato, potrà dividersi spese, attraverso le bollette, ma in funzione di un vantaggio per il territorio, ed i poveri potranno godere comunque dell’acqua.

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E CHE ACCADRÀ A CHI NON HA I SOLDI PER PAGARE LA BOLLETTA, CHE POTREBBE AUMENTARE SEMPRE PIÙ?

Inoltre Cafc pare non rispetti i patti fatti (Renato D’Argenio, “Vertice Amga-Hera: «Non è stato rispettato il patto Honsell-Cafc», in: Messaggero Veneto 20 novembre 2014); e piomba i rubinetti dell’utenza. «Nel 2013 – riferisce il presidente – abbiamo effettuato 1.082 piombature, lo scorso anno 1.200”. Si tratta di azioni estreme che anche il Cafc fa a malincuore. “Prima di agire – aggiunge ancora Gomboso – ci confrontiamo con le assistenti sociali dei singoli Comuni. Se in un appartamento vivono anziani, minori o disoccupati anziché piombare l’utenza installiamo i riduttori di pressioni per garantire il minimo vitale». (Giacomina Pellizzari, Bollette dell’acqua non pagate, il Cafc taglia 1.200 contatori. Le piombature sono in aumento anche se in molti casi viene garantito il minimo vitale. Il presidente Gomboso: l’insoluto è pari al 10% ed è coperto da chi versa regolarmente, in: Messaggero Veneto, 19 giugno 2015). Mi chiedo fra l ‘altro perché le assistenti pagate dai comuni dovrebbero lavorare per la s.p.a. Cafc, e su ordine di chi, e pure se Cafc sappia cosa accade, a monte, se si riduce la pressione di un tubo.

A questo punto mi domando cosa ci dobbiamo aspettare in Carnia, dopo la fusione, se la vecchietta di una frazioncina di montagna, e non solo, non riuscirà a pagare. Solo il pensare a rubinetti che si vanno ad aprire per non veder uscire una goccia fa impazzire … figurarsi averli in casa, o vedere gocciolare l’acqua, se va bene. E poi senza acqua o con poca le ripercussioni sulla salute paiono inevitabili.
E non ci si illuda: una s.p.a. non privilegia gl investimenti su un territorio ampio e poco abitato, avendo utenza con alta densità abitativa, concentrata, come per es. quella della città di Udine e dintorni. Inoltre l’A.T.O., ha previsto un piano di investimenti definito “faraonico”, senza chiarire dove trovare i soldi per gli stessi, e dovendo, in sintesi, ricorrere alla fin fine, ad alzare a dismisura le bollette.
Ho sentito che in Carnia molte condutture sono buone, gli operai dei comuni conoscono il territorio, reti e sorgenti, e potrebbero intervenire se del caso.

«Nel momento in cui l’acqua cessa di essere considerata una risorsa fondamentale per la vita, trasformandosi in un bene di consumo, diviene oggetto delle dinamiche finanziarie. La struttura dell’ambito territoriale ottimale pensata in prima istanza per razionalizzare l’erogazione dei servizi idrici, in un sistema di libero mercato si è trasformata in una nicchia impenetrabile alla concorrenza. Non è infatti economicamente efficace che una pluralità di operatori insistano sul medesimo territorio; di conseguenza, per ritagliarsi una fetta di mercato, le aziende si fondono con lo scopo di ottenere il controllo di più ATO possibili, all’interno dei quali operare in veste di sostanziale monopolio. È utopia credere che le aziende siano spinte a ridurre le tariffe senza una reale concorrenza, come è altrettanto utopistico pensare che questo obiettivo venga prima di quello di aumentare i profitti, soprattutto per quelle aziende che sono quotate in borsa. La capacità di un’azienda di investire, e di conseguenza di migliorare il servizio, è subordinata alla condizione di soddisfare i requisiti richiesti dal mercato, in modo da creare capitali da reinvestire»- scrive Erika Gramaglia. (Erika Gramaglia,“Acqua, fra diritto e mercato. Il percorso legislativo della privatizzazione dell’acqua” in: Paginauno n. 4, ottobre – novembre 2007).

Infine ad Udine, per esempio, Cacf ha applicato aumenti tariffari rispetto la precedente gestione. (Giacomina Pellizzari, Bollette dell’acqua, è caos tariffe: aumenti da marzo. Udine, il servizio Cafc costa agli ex utenti Amga il 30% in più. Prima fatturazione invariata, rincari diluiti nel tempo, in: Messaggero Veneto, 1 febbraio 2014), ed ha già previsto aumenti nel tempo per il futuro. Infatti il presidente Gomboso ha dichiarato che le bollette Cafc aumenteranno in sette anni del 30%, in previsione, e si giungerà a tariffa unica entro il 2020. E così ha affermato: «Stimiamo aumenti annui del 3, 4% in grado di garantire gli investimenti legati al piano d’Ambito che, per il 2014, sarà approvato la prossima settimana dalla Consulta d’Ambito». (Giacomina Pellizzari, Cafc, l’acqua rincara: in sette anni previsti aumenti del 30%, in Messaggero Veneto, 16 maggio 2015).

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• MA LA MAGGIORANZA DEI SINDACI CARNICI HA GIÀ DATO MANDATO, PER LA CONFLUENZA DI CARNIACQUE IN CAFC. COME SI POTREBBE OVVIARE.

«L’ anno 2015 il giorno 5 del mese di ottobre, alle ore 17.30, nella Sala Convegni della Comunità Montana della Carnia – a seguito della convocazione disposta dal Sindaco del Comune di Tolmezzo con nota 22.9.2015, si è riunita l ‘Assemblea della ZTO della Carnia. (…). Il Presidente illustra i punti all’ordine del giorno:
1 – Determinazioni inerenti la società Carniacque s.p.a.
2- Affidamento del servizio idrico integrato a CAFC Spa.

(…). Visto l’esito della votazione l’Assemblea delle ZTO approva la proposta di deliberazione denominata: Affidamento del servizio idrico integrato a CAFC Spa, quale gestore unico sull’intero ambito territoriale ottimale, dando mandato al rappresentante della ZTO ad esprimere parere favorevole in sede di assemblea d’ambito.» ( Verbale assemblea ZTO della Carnia, tenutasi il 5 ottobre 2015)».
La scelta, basata su due documenti pervenuti ai comuni il 3 ottobre 2015, pare invero frettolosa, e dettata maggiormente dal deficit di Carniacque, che non può chiedere aiuto alle banche perché in fase di scioglimento, che da altro.

Così, come ora sempre più spesso accade in Italia, forse si decide senza aver soppesato il problema ed essersi informati, pensando di fare in tal modo il bene pubblico. Io credo che sarebbe stata buona cosa non precipitarsi, e studiare prima problemi di tale levatura per il territorio, e far decidere i Consigli comunali in materia.

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• MA ORA PASSO A CONFERMARE LA MIA PROPOSTA.

Potrebbe ancora intervenire la Regione Friuli – Venezia Giulia, con norma adeguata, visto il suo ruolo legislativo di mediazione tra esigenze locali e normativa nazionale, permettendo LA CREAZIONE DI UN CONSORZIO PUBBLICO FRA I 28 COMUNI DELLA CARNIA PER LA GESTIONE IN PROPRIO IN PARTICOLARE DELL’ ACQUA E POSSIBILMENTE ANCHE DEI RIFIUTI. Per la gestione di questi ultimi rimando all’ esperienza di affidamento a cooperativa fatta da gente del luogo, a Cappanori, in Toscana, ove hanno assunto, a tempo indeterminato, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti differenziati, giovani locali, senza lavoro. E più il cittadino differenzia meno paga. (Jenner Melletti, Nella città a rifiuti zero. “Ricicliamo tutto. Qui l’immondizia è oro”. A Cappanori in Toscana, dove la differenziata supera l’ 80 per cento, in: La Repubblica, 23 giugno 2013).

Inoltre il territorio della Carnia ha molti comuni sotto i mille abitanti e per essi credo sia ancora possibile gestire l’acqua in proprio.

«I comuni montani sotto i 1000 abitanti possono gestire in economia- senza dover ricorrere a società partecipate,- il servizio idrico integrato. Lo ha chiarito il Ministero dell’ambiente in una nota del 26 gennaio 2012.

Secondo il Ministero, sulla scorta di analoga interpretazione della sezione abruzzese della Corte dei Conti, ai sensi dell’art. 148, comma 5, Dlgs 152/2006,per i comuni montani sotto i 1000 abitanti, il ricorso alla gestione diretta del servizio idrico integrato è possibile, a patto che gestiscano l’intero servizio idrico e previa valutazione della convenienza economica della gestione diretta, nonché con il consenso della Autorità d’ambito competente». Inoltre l’articolo precisa che la sentenza 325/2010 della Corte Costituzionale ha sancito che la stessa norma comunitaria stabilisce che gli stati membri possano prevedere, in via eccezionale, per alcuni casi determinati, la gestione diretta del servizio. (Francesco Petrucci, Servizio idrico. Ammessa per i Comuni montani la gestione in economia, in : http://www.reteambiente.it/news/16148/servizio-idrico-ammessa-per-comuni-montani-la-ges/).

Invio perché cerchiate di valutare questa proposta. Inoltre i Comuni potrebbero garantire così ai poveri l’acqua necessaria, senza ricorrere a soluzioni aborrenti a livello morale e di coscienza, come stagnare i rubinetti, e riportando il discorso dell’acqua a bene comune del territorio e non bene da regalare per fare cassa, attraverso un sistema perverso.

Scusandomi per il disturbo, senza volontà di offendere alcuno ma solo propositiva, porgo distinti saluti, sperando vogliate tener conto di questa mia. Laura Matelda Puppini.  ( seguono dati identificativi qui omessi n.d.r.).

Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀLettera aperta e propositiva a Debora Serracchiani, Sergio Bolzonello, Giunta e Consiglio Regionale, Sindaci della Carnia, resa nota ai carnici attraverso www.nonsolocarnia.info. OGGETTO: CREAZIONE DI UN CONSORZIO PUBBLICO FRA I COMUNI CARNICI PER LA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA E SE POSSIBLE ANCHE DEI RIFIUTI. Gentilissimi, chi vi scrive è Laura Matelda Puppini,...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI