Non per spaventarvi ma per riflettere.

In questo periodo più volte si è sentito parlare di possibilità di centrali nucleari colpite, dell’innescarsi di una guerra fra potenze che possiedono pure armi atomiche, di potenti aerei Nato, che potrebbero pure trasportare in futuro testate nucleari, che sorvolano i cieli italiani (1). A fronte di questo vi è chi ci parla di iodio e stare tappati in casa, come i rimedi esaustivi. Non lo so se lo siano o meno, o se siano solo palliativi, non ho competenza per esprimermi in proposito, ma vorrei proporre nel merito questo bellissimo pezzo di Arundhati Roy (2), grandissima scrittrice indiana non da tutti amata, nota per il suo “Dio delle piccole cose”, che propone alcune riflessioni dopo la prima bomba atomica fatta scoppiare in India dal governo come test nucleare.

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Un mondo senza immaginazione. (3).

«“Alle marmotte e ai topi campagnoli, e a tutto quello che sulla Terra viene minacciato e terrorizzato dalla razza umana”.

«Il Governo indiano ha comunicato a noi, il suo popolo: “Il deserto ha tremato”. “La montagna è diventata tutta bianca” ha risposto il Governo del Pakistan.  

“Nel pomeriggio il vento su Pokhran si era fermato. Alle 15.45 il timer ha fatto denotare i tre ordigni. Tra i 200 e i 300 metri sottoterra, il calore generato era equivalente a un milione di gradi centigradi, la temperatura del Sole. All’istante rocce del peso di mille tonnellate circa, una piccola montagna sotterranea, son o evaporate … le onde d’urto dell’esplosione hanno cominciato a sollevare per diversi metri un tratto di terreno delle dimensioni di un campo da calcio. Uno scienziato che assisteva alla scena ha detto: ‘Adesso credo alle storie del Signore Krishna che solleva una collina.” (India Today).

Maggio 1998. Sarà ricordato nei libri di storia, ammesso naturalmente che avremo libri di storia in cui ricordarlo. Ammesso, naturalmente, che abbiamo un futuro. Non c’è più niente di nuovo o di originale da dire sulle armi nucleari. (…).

Sono pronta a strisciare, a umiliarmi fino all’abiezione, perché in queste circostanze il silenzio sarebbe imperdonabile. Perciò dico a chi di voi è disposto ad ascoltarmi: scegliamoci la nostra parte., indossiamo i costumi smessi e pronunciamo le battute di seconda mano. (…).

Magari, magari la guerra nucleare fosse uno dei tanti tipi di guerra. Magari si trattasse delle solite cose: nazioni e territori, dei e storie. Magari fosse vero che chi la teme è soltanto un indegno codardo, che non è disposto a morire per le proprie idee. Magari il conflitto nucleare fosse il genere di guerra in cui si combatte Paese contro Paese, uomo contro uomo. Ma non è così.

Se ci sarà una guerra nucleare, il nostro nemico non sarà né la Cina né l’America, né qualsiasi altro Paese. Il nostro nemico sarà la Terra stessa. Gli elementi- il cielo, l’aria, la terra, il vento e l’acqua – si volgeranno tutti contro di noi. La loro collera sarà tremenda.

Le nostre città e le nostre foreste, i nostri campi e i nostri villaggi bruceranno per giorni e giorni. I fiumi diventeranno veleno. L’aria si trasformerà in fuoco, e il vento spargerà le fiamme. Quando tutto quello che c’è da bruciare sarà bruciato e le fiamme si saranno estinte, di alzerà un fumo che oscurerà il sole.
La Terra sarà avvolta dall’oscurità. Non ci sarà più giorno. Solo una notte interminabile.

Le temperature scenderanno di colpo molto al di sotto dello zero e avrà inizio l’inverno nucleare.

L’acqua si trasformerà in ghiaccio tossico. La pioggia radioattiva penetrerà nel terreno per avvelenare le falde acquifere. Molti esseri viventi – animali, vegetali, pesci e uccelli – moriranno. Solo ratti e scarafaggi cresceranno e si moltiplicheranno, entrando in competizione con gli umani superstiti che rovisteranno in cerca del poco cibo rimasto.

Cosa faremo allora, se saremo tra i pochi sopravvissuti? Ciechi e riarsi, calvi ed ammalati, portando in braccio le carcasse cancerose dei nostri figli, dove andremo? Cosa mangeremo? Cosa berremo? Cosa respireremo?

Il capo dello Health Environment and Safety Group del Centro di ricerche atomiche di Bhabha a Bombay ha un piano. In un’intervista ha dichiarato che l’India potrebbe sopravvivere ad una guerra nucleare. Il suo consiglio, in caso di guerra nucleare, è di adottare le stesse misure di sicurezza che gli scienziati hanno raccomandato in caso di incidenti agli impianti nucleari.

Prendete pillole di iodio, suggerisce. E adottate altre misure quali non uscire di casa, consumare solo acqua in bottiglia e cibo in scatola, evitando il latte. Ai neonati si dovrebbe dare latte in polvere. “Gli abitanti delle zone in pericolo dovrebbero andare immediatamente al pianterreno e, dove è possibile, in cantina”.

Come bisogna reagire a questi livelli di follia? (…). Non stateli a sentire, sono solo ingenuità da scrittore, vi diranno, iperboli da Giorno del Giudizio. Non si arriverà mai a tanto. La guerra non ci sarà. Le armi nucleari sono per la pace, non per la guerra. ‘Deterrenza’ è il parolone di chi si vede come un falco ([…] estinzione è la parola a cui ci dobbiamo abituare). Quella della deterrenza è una vecchia teoria resuscitata e riciclata con aggiunta di aromi locali. La Teoria della Deterrenza si è attribuita il merito di aver evitato che la Guerra Fredda diventasse la Terza Guerra Mondiale. La sola caratteristica immutabile della Terza Guerra Mondiale è che, se dovesse essercene una, sarà combattuta dopo la Seconda Guerra Mondiale» (4). Inoltre «la Deterrenza non è un mistico attributo insito nelle bombe nucleari, che fa in modo che esse ispirino automaticamente pensieri di pace». (5).  

Ed «In ogni caso chi siete “voi” e chi è “il nemico”? Sono solo entrambi Governi. I Governi cambiano. Indossano maschere sopra altre maschere. Cambiano pelle e si reinventano di continuo».  (6).

«India e Pakistan adesso hanno le bombe nucleari, e si sentono pienamente giustificati ad averle. Presto anche altri le avranno […]. Tutti i paesi del mondo hanno le loro ragioni particolari da avanzare. Tutti hanno confini e convinzioni religiose. E quando le nostre dispense bruceranno a opera delle bombe luccicanti e le nostre pance saranno vuote […] potremo scambiare le bombe con il cibo». (7).
E «il nostro pianeta sarà irto di bei missili. (…). Potremo divertirci a minacciarci l’un l’altro. È come il bungee-jumping senza l’elastico, o come giocare alla roulette russa tutto il giorno. (…).

Tutto ciò che posso dire a ogni uomo, donna e bambino dotati di buon senso, qui in India e dall’altra parte, poco lontano, in Pakistan (8), è questo: consideratela una questione personale. Chiunque siate: indù, musulmani, di città o di campagna. L’unica cosa buona della guerra nucleare è che, in assoluto, è l’idea più egualitaria che l’uomo abbia mai avuto. Nel giorno della resa dei conti non vi chiederanno le credenziali. La devastazione sarà indiscriminata. La bomba non sta nel vostro cortile. Sta nel vostro corpo. E nel mio. Nessuno – nazione, governo, uomo o dio – ha il diritto di mettercela. Siamo già radioattivi, e la guerra non è neanche cominciata. Quindi, alzatevi a dire qualcosa. Poco male se qualcuno lo ha già detto. Parlate a nome vostro. Consideratela una questione molto personale». (9).

«Magari chi lo sa, è questo che il ventunesimo secolo ha in serbo per noi. Lo smantellamento delle Grandi Cose. Grandi bombe, grandi dighe, grandi ideologie, grandi contraddizioni, grandi Paesi, grandi guerre, grandi eroi, grandi sbagli». (10).

Arundhati Roy.

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Un tempo, quando ero giovane, non era difficile confrontarsi anche su questi temi. Poi andarono via via dimenticati, ed i pacifisti vennero spesso additati come sporchi rossi comunisti anche se non lo erano.  Beh, una cosa vi posso garantire: non mi consta che Arundhati Roy sia mai stata comunista anzi: il primo ministro del Kerala E. K. Nayanar, attribuisce il successo di ‘Il Dio delle. piccole cose’ non a meriti letterari, ma al “veleno anticomunista” contenuto nelle sue pagine. (11).

Sul pacifismo pre-sessantottino, cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio: “Sessantotto, quello che si dimentica.

Preciso ancora che ho proposto qui questo testo di Arundhati Roy, in forma parziale, non per spaventare, ma per aiutare tutti a pensare ed a seguire anche fonti diverse da quelle che si trovano sui social sulla guerra e sulle guerre, in senso generale.

Laura Matelda Puppini

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Note.

(1) https://www.ilgiorno.it/mondo/ucraina-centrale-nucleare-zaporizhzhia-effetti-bomba-atomica-1.7429367; https://www.quotidiano.net/esteri/centrale-nucleare-ucraina-1.7427236; https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/09/guerra-russia-ucraina-centrale-nucleare-di-zaporizhzhia-non-invia-piu-i-dati-lallarme-di-iaea-chernobyl-disconnessa-dalla-rete-elettrica/6520397/, https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/05/guerra-in-ucraina-la-denuncia-dellazienda-che-si-occupa-dellenergia-fori-di-proiettile-dartiglieria-nella-centrale-nucleare-di-zaporizhzhia/6516192/. Come si può notare le informazioni non sono poi così convergenti e variano a seconda della giornata e della fonte di informazione. Ma di fatto quanto accaduto in questa centrale, ha proposto un problema all’ Europa non di poco conto. Per l’uso di iodio e lo stare chiusi in casa, cfr. quanto proposto in Svizzera in: https://www.tag43.it/guerra-ucraina-russia-svizzera-distruibisce-pillole-iodio-centrali-nucleari/; https://www.ilgiornale.it/news/mondo/rifugi-e-iodio-svizzera-si-prepara-conflitto-nucleare-2015339.html.

Per aerei Nato che sorvolano territorio italiano in questi giorni dell’attacco della Russia all’Ucraina e che potrebbero portare testate nucleari, cfr.  https://www.lastampa.it/cronaca/2022/02/23/news/sigonella_e_la_crisi_ucraina_il_sindaco_lentini_preoccupato_spero_non_diventi_una_base_militare_attiva_-2861549/; https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/02/25/news/da_sigonella_e_birgi_partono_droni_e_aerei_e_il_mondo_pacifista_torna_a_farsi_sentire-339180800/; https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/02/24/news/f-16-in-volo-da-aviano-per-la-missione-in-ucraina-1.41253487.

Per bombe nucleari sganciate anche per prova, non in Italia, cfr. https://www.aviation-report.com/video-lancio-due-bombe-nucleari-di-test-b61-dagli-f35-durante-recente-collaudo-in-poligono/. L’articolo è datato 1° novembre 2021, il lancio è avvenuto il 21 settembre 2021, da un F35A, aereo che «alla fine svolgerà un ruolo fondamentale nella missione di deterrenza nucleare della NATO». (Ivi).

(2) Arundhati Roy è una scrittrice indiana, nata nel 1961, ed è un’attivista politica impegnata nel campo dei diritti umani, dell’ambiente e dei movimenti anti-globalizzazione. Nel 1997 ha vinto il Premio Booker col suo romanzo d’esordio, “Il Dio delle piccole cose”. Quindi ha scritto una serie di articoli, (tra cui quello relativo al test con bomba nucleare fatto in India, la sua terra, nel 1998, qui proposto), tradotti in italiano e pubblicati in: Arundhati Roy, Guerra è pace, Tea ed., 2003. In esso è contenuto pure un noto pamphlet contro la costruzione della diga, nello stato del Gujarat sul fiume Narvada e delle dighe indiane, comportanti lo spostamento di milioni di persone. Alcuni dei testi contenuti in “Guerra è pace” sono comparsi, in precedenza, su : “La fine delle illusioni”, pubblicato in italiano da Guanda nel 1999. Il suo secondo romanzo, a 20 anni dal precedente, si intitola “Il ministero della suprema felicità” (The Ministry of Utmost Happiness) ed è uscito in contemporanea in Italia, USA e Regno Unito nel giugno 2017. (https://it.wikipedia.org/wiki/Arundhati_Roy).

(3) Arundhati Roy, Un mondo senza immaginazione, in: Arundhati Roy, Guerra è pace, Tea ed., 2003, pp. 35-59.

(4) Arundhati Roy, Un mondo, op. cit., pp. 35-38.

(5) Ivi, p. 39.

(6) Ivi, pp. 38-39.

(7) Ivi, pp. 39-40.

(8) L’ autrice cita il Pakistan a causa della guerra di liberazione bengalese terminata nel 1971. (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_liberazione_bengalese) e dei «conflitti che hanno segnato la storia di India e Pakistan, conseguenza di tensioni sociali e nazionalistiche che risalgono a più di sessanta anni fa, sono tuttora un capitolo importante della politica internazionale» come si legge su di un articolo intitolato: Il triangolo India-Pakistan-Kashmir: storia di un conflitto mai risolto, di Federica Fanuli, in: https://www.opiniojuris.it/ 9 Marzo 2018.

(9) Arundhati Roy, Un mondo, op. cit., pp. 40-41.

(10) Arundhati Roy, Per il bene comune, in: Arundhati Roy, Guerra è pace, op. cit., p. 65.

(11) https://it.wikipedia.org/wiki/Arundhati_Roy.

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L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta la copertina di Guerra è pace, però edizione Guanda 2002, ed è tratta da: https://www.ibs.it/guerra-pace-libro-arundhati-roy/e/9788882464479?lgw_code=1122-B9788882464479&gclid=CjwKCAjwoduRBhA4EiwACL5RP9bSGFi9kPqd4M4Rpqwkq1zin3MK9i0-WOB-ZjOdLWMcvpJrMHBsSxoCfJAQAvD_BwE.  Laura M Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/03/roy-9788882464479_164569986_0_536_0_75.jpg?fit=536%2C715&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/03/roy-9788882464479_164569986_0_536_0_75.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀNon per spaventarvi ma per riflettere. In questo periodo più volte si è sentito parlare di possibilità di centrali nucleari colpite, dell’innescarsi di una guerra fra potenze che possiedono pure armi atomiche, di potenti aerei Nato, che potrebbero pure trasportare in futuro testate nucleari, che sorvolano i cieli italiani (1)....INFO DALLA CARNIA E DINTORNI