Oggi è la giornata mondiale della terra, ma della madre terra alcuni pare si ricordino solo oggi ed in modo retorico, altri mai. Oggi è la giornata mondiale della terra, dominata in Italia da una forte siccità, che non ci possiamo nascondere, ed anche i leghisti dovranno, prima che sia troppo tardi, prenderne atto ed adeguare le loro politiche ambientalmente suicide alla realtà. La co2 con cui abbiamo riempito il pianeta ci sta uccidendo, come i surplus di energia elettrica derivata dai fiumi, come l’inquinamento dell’atmosfera, dell’acqua del suolo, come la cementificazione ed il disboscamento. E credo fermamente che nessun motto “Io penso positivo perché son vivo” (1) anche se ripetuto all’infinito potrà fermare questa catastrofe.

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Parte prima.

«Giornata Mondiale della Terra, l’allarme dell’Onu: temperature ben oltre la media». Questo il titolo di un articolo pubblicato oggi (2), ove si legge che «Le temperature medie globali degli ultimi otto anni sono state le più alte mai registrate, e nel 2022 la temperatura è stata di 1,15 gradi sopra la media del 1850-1900. È quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) sullo Stato del clima, in cui si lancia ancora una volta l’allarme per lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare». (3)

«Abbiamo bisogno di un’azione accelerata per il clima con tagli delle emissioni più profondi e più rapidi per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres». (4).

«Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra, eppure sembriamo determinati alla distruzione”, ha proseguito Guterres. “Dobbiamo porre fine a queste guerre implacabili e insensate contro la natura. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le soluzioni, ma dobbiamo accelerare il ritmo”. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, il segretario dell’Onu ha poi esortato “le persone di tutto il mondo a far sentire la loro voce nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle comunità religiose e sui social chiedendo ai leader di fare pace con la natura. Facciamo tutti la nostra parte per proteggere la nostra casa comune». (5).

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A primo acchito questo pare un discorso del sempre rimpianto don Pierluigi Di Piazza, ma invece è del segretario generale delle Nazioni Unite. E se non si provvede subito varie catastrofi si abbatteranno su di noi e ne abbiamo avuto già un anticipo, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Inoltre credo che bambini e ragazzi delle scuole abbiano consumato diversi colori per comporre disegni, abbiano utilizzato diverse penne per scrivere sul tema, abbiano cantato più volte in coro per la terra ed il loro futuro, ma c’è un ma…. Chi non vuol sentire sono i potenti della terra, i politici, abituati a piegare tutto ai loro desideri, in un quasi ‘delirio di onnipotenza’ e scusatemi i termini, pronti a disboscare l’Amazzonia, a buttare sulla terra armi potentissime che sicuramente inquinano, a riempire il suolo di sangue e cadaveri, inseguendo una logica perversa. Pensate solo cosa vuol dire la possibilità che la Gran Bretagna abbia inviato all’ Ucraina, come avrà sicuramente fatto, armi all’ Uranio impoverito, che distruggono la fertile terra nera di quel paese, oltre che soldati russi (ma anche ucriani esposti) e magari persone nei paraggi, e inquinano il grano. Secondo me è pura follia.

Inoltre la guerra oltre che dilaniare giovani corpi con una vita davanti, partoriti con dolore da madri che li hanno allattati ed amati, porta povertà e miseria sia materiale che morale, porta nel mondo un surplus di violenza, abbruttimento, bestialità in senso negativo. E porta desertificazione, inquinamento e morte.

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Quando ero piccola assaporavo i profumi delle stagioni, ascoltavo il rumore dell’acqua e sentivo l’odore della terra bagnata, dello sterco di vacca, degli alberi in fiore. Poi è arrivato il mondo in celluloide della finanza che distrugge la vita, e tutto è crollato. Tolmezzo, dove abito, che aveva una grande campagna si è trasformato in una colata di cemento violata dal rumore delle auto e delle gare motoristiche, le mucche sopravvivono solo in due o tre posti in Carnia, molti fiori e piante sono spariti alla faccia del mantenimento della biodiversità.  

Il Tagliamento è un greto, i rii sono quasi tutti captati da privati con concessioni trentennali, e fra piste da sci, ciclabili e forestali per farci passare anche camion, sempre in nome del becjut del privato, la nostra montagna non sembra nemmeno ‘un gigante addormentato’, ma una grande animale ferito gravemente.
Ed anche le pianure e le lagune non stanno meglio, mentre si incominciano a vedere, nel mondo, rocce formate da plastiche, ed immensi territori che erano bellissimi ora fungono da discariche in Africa e non solo, e altri sono stati rasi al suolo per un motivo o l’altro.

Io per la giornata mondiale della terra chiederei solo una cosa per ora: che sul tema, come riflessione, qualcuno facesse almeno fare solo un disegno con le matite colorate anche ai politici che irridono chi parla del rispetto della madre terra, che fanno politiche suicide per noi tutti, che feriscono mortalmente la madre terra, a cui l’umanità, per la sua sopravvivenza, è intimamente legata, con tanto di firma e pensierino. Sarebbe già un passo avanti.  

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Parte seconda.

È appena uscito un angosciante e documentatissimo volume tutto dedicato agli scempi ambientali in Fvg del grande Aldevis Tibaldi, edito da Kappa Vu ed intitolato: “L’isola infelice. Viaggio alla fine del mondo nella terra violata dagli abusi e dalla rassegnazione”. Il volume documentatissimo, non è però riuscito a segnalare ulteriori ferite ambientali previste, come la acciaieria del gruppo ucraino – olandese Metinvest, che dovrebbe sorgere, con la benedizione della nuova/vecchia giunta Regionale e pure grazie a non pochi soldi nostri, fra Grado e Lignano, la terra fertile venduta per fare campi di fotovoltaico, i cogeneratori Siot, e via dicendo.

Attualmente la Lega e le destre, che un tempo erano certamente in Fvg più sensibili di certi della sinistra ai temi ambientali, sembrano aver cambiato bandiera ed ora pare quasi siano degli anti-natura e territorio, mossi da padroni europei americani ed ucraini, e legati ad un concetto finanziario economicistico del mondo, che porta ad un nuovo medioevo sociale ma in altro scenario. Infatti nel medioevo le acque correvano nei fiumi, prati e boschi coprivano le montagne, l’aria era tersa e respirabile e piena di uccelli, la terra fertile poteva essere coltivata, nessuno si preoccupava di avere prodotti biologici, tutto veniva, in un modo o nell’altro, riciclato, e non esisteva plastica alcuna. E se erro correggetemi.

Ma per ritornare al volume di Aldevis, riferito alle lotte ambientaliste fatte in Fvg, nella prefazione firmata da Nicoletta Dosio così si legge: «Questo volume è un poderoso documentato atto di accusa contro un sistema funzionale al profitto di pochi al prezzo della devastazione sociale ed ambientale; un potere follemente ancorato ad un presente senza ricordi e senza sogni, dilapidatore di vite e speranze. (…). Tutto diventa occasione di profitto in questo mondo capovolto i cui fasti sono celebrati nelle abbuffate dei grandi eventi, ai tavoli istituzionali dove, sulle ceneri di ogni democrazia, siede il partito trasversale degli affari, unanimamente legato ai grandi sporchi interessi. È questo- continua la Dosio – il terreno su cui, col consenso dei Parlamenti, vengono approvate e finanziate le grandi male opere, autorizzate le industrie della morte, dilapidate le risorse naturali, abbandonati all’ incuria i territori». Ma l’“avvelenamento”, per la Dosio, non è solo ambientale ma anche culturale.

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Il volume inizia denunciando fatti ed accadimenti avvenuti quando “la brava Greta Thunberg era ancora in fasce” – come scrive Aldevis, e la Dc al potere e si dipana nel corso degli anni tra inquinamenti di terra ed acqua, captazioni per centrali e centraline (e giacciono ancora in Regione 130 domande per farne una), cave poi magari riempite non si sa di cosa, discariche, arsenali di bombe atomiche, territori in fiamme, attacchi all’agro aquileiese, alla valle del But, al Carso triestino, alle Valli del Natisone, già sfregiate, elettrodotti aerei.

E così continua Aldevis: «Tutti ciò è frutto di un mix esplosivo fatto di cialtronaggini sul piano professionale, di intuibili avidità, ma anche di una cornice politica priva di qualità che si avvale di evidenti complicità e omertà da parte dei burocrati addetti alla formulazione dei pareri, alle autorizzazioni, ai controlli» (6).  «La nostra – afferma poi – è una Regione che dispone di centosedici dirigenti, quando ne sarebbero bastati cinquanta, che non pretende da loro il massimo della produttività e della competenza e non osa licenziarli, è una Regione malata, immobile, incapace di incentivare l’unicità e la diversità del nostro popolo, nonché l’autonomia sancita dalla Costituzione». (7).

Ma questo, sempre per Tibaldi, può accadere anche a causa della rassegnazione di gran parte della popolazione di questa regione, afflitta per secoli da fame e sudditanza. E neppure il post terremoto, alla fin fine, ha cambiato molto la situazione e «il Friuli si è accucciato per trovarsi a far parte di una Regione artificiosa e subordinata agli interessi economici di pochi centri di potere». Insomma pare proprio che siamo ancora sotàns e non cittadini.

E io mi fermo qui, e vi invito a leggere questo volume che fa storia a sé della nostra Regione, ed a riflettere sui fatti che narra e sui viaggi di Aldevis, accompagnato sempre da uno o due fedelissimi amici, tra Tribunali, procure, palazzi del potere, a fare ricognizioni a scrivere, a lottare.

Grazie Aldevis per ciò che hai fatto e farai per noi e grazie a Kappa Vu per aver editato. 

Laura Matelda Puppini.

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Note.

(1) La frase è tratta da una famosa canzone di Lorenzo Jovanotti Cherubini. Alcuni giovani pensano che basti “pensare positivo” per superare ogni tipo di avversità.

(2) Giornata Mondiale della Terra, l’allarme dell’Onu: temperature ben oltre la media, in: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/giornata-terra-earth-day-allarme-onu-clima_63804921-202302k.shtml

(3) Ivi.

(4) Ivi.

(5) Ivi.

(6) Aldevis Tibaldi, L’isola infelice. Viaggio alla fine del mondo nella terra violata dagli abusi e dalla rassegnazione”, Kappa Vu ed. 2023, p. 21. «Intelligenza vivace e parlantina spigliata,

Aldevis Tibaldi, conosciutissimo nella Bassa Friulana per le sue battaglie nel Comitato del Friuli Rurale è stato prima di tutto un viaggiatore. Parla quattro lingue, affascina con storie di paesi lontani. Anni e anni di viaggi, un lungo soggiorno a Roma e poi il ritorno in Friuli, a Porpetto per amore della famiglia e della terra. Oggi è lui a trattare per lo stop dell’acciaieria Ucraina, progetto portato avanti fino adesso dall’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Emidio Bini». (Da: http://www.ilperbenista.eu/articolo.aspx?art_id=8103&cat=).

(7). Ivi. 

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Articoli di Aldevis Tibaldi pubblicati su www.nonsolocarnia.info:

1 – Aldevis Tibaldi. Il paradiso dei veleni.

2 – Aldevis Tibaldi. Lettera aperta al Vicario della Arcidiocesi di Udine, su La Vita Cattolica e sul nuovo elettrodotto friulano.

3 – Aldevis Tibaldi. Paesaggio e mostri. Introduzione di Laura M. Puppini

4 – Aldevis Tibaldi. Viadotto di Polcevera: una morte annunciata.

5 – Aldevis Tibaldi sulla gestione acqua in Friuli. Chi si loda si imbroda.

6 – Aldevis Tibaldi, Gianni Barbacetto, Laura M. Puppini. Quale futuro ambientale e turistico per la nostra regione Fvg? – Chiediamocelo.

7 – Aldevis Tibaldi. Continua la lotta contro l’elettrodotto aereo Terna.

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L’immagine che accompagna l’articolo è la scannerizzazione della copertina del volume di Aldevis Tibaldi. Laura M. Puppini.

 

 

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