Vi devo confessare che sono rimasta senza parole leggendo la breve scheda su Bruno Lepre pubblicata dal Messaggero Veneto il 22 ottobre 2022, e mi sono chiesta chi l’avesse scritta.

In essa di leggeva che Bruno Lepre, laureato in legge e poi notaio, oltre che noto uomo politico, era stato democristiano ed autonomista, confondendolo, bellamente, con Cornelia D’Agaro Puppini e prendendo una cantonata a 360 gradi, perché è stato un noto socialista. Insomma dico io, va ben fantasia, ma ci sono schede dettagliate sui siti di Camera e Senato per ogni deputato e senatore, ed almeno uno/a poteva andarsi a vedere quelle! E potrebbe essere un segno delle bufale che oggi ci propongono i giornali ma anche i social su vari argomenti. Immediata la precisazione dei tre figli di Bruno: Romano, notaio come il padre, Marco urbanista e presidente di Legambiente Carnia, e Francesca. Ma una lettera al Messaggero Veneto l’avevo  inviata anch’io, solo che non è stata pubblicata.

A questo punto ho deciso di sopperire alle carenze conoscitive e alle fandonie del Messaggero Veneto postando su www.nonsolocarnia.info sia una breve biografia di Romano Lepre, il padre di Bruno, sia del noto deputato e senatore perché resti corretta memoria. 

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Romano Lepre – Rigolato 20 dicembre 1885 – Ovaro 15 aprile 1948.

Romano Lepre, padre del deputato e senatore socialista Bruno Lepre, era nato a Rigolato nel 1885. Suo padre, Francesco, aveva un’impresa di costruzioni che operava in prevalenza in Austria. Ragazzino, iniziò a lavorare assieme ai fratelli nella stessa, come si usava. Successivamente trovò lavoro presso la sede centrale del magazzino della Cooperativa Carnica di Consumo di Tolmezzo, ed infine diventò gerente della filiale della Cooperativa Carnica di Ovaro. Romano abbracciò, sin da ragazzo, l’ideale socialista e come rappresentante dei socialisti venne più volte eletto consigliere comunale a Rigolato, comune di cui, per un certo tempo, fu pure Sindaco. Sposò Anna, anche lei di Rigolato, ed ebbe dalla stessa molti figli, di cui alcuni morirono bambini, come per esempio il piccolo Remo di spagnola, e solo quattro di essi raggiunsero l’età adulta.

Nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale, la casa di Anna e Romano diventò luogo di riunioni clandestine di antifascisti locali, fra cui i comunisti: Giovanni D’Orlando, ispettore forestale fatto licenziare dai fascisti, Aulo Magrini, medico di Prato Carnico, Osvaldo Fabian, Benedetto Raber di Comeglians, Secondo Vidale di Rigolato, Pietro Pivotti di Enemonzo, Romano Toniutti di Comeglians, De Campo, e Pietro Pellegrini di Lauco.

Nel periodo fascista, Romano Lepre, a causa delle sue idee socialiste, fu controllato dai carabinieri e riceveva, periodicamente, la visita del loro maresciallo. Quando il Duce annunciò l’entrata in guerra dell’Italia, egli urlò “Vergogna!” all’indirizzo dei fascisti, e ciò lo mise pubblicamente ed ulteriormente in cattiva luce presso i fascisti locali. Il giorno dopo a Romano, quasi sessantenne, venne recapitata la cartolina precetto per presentarsi immediatamente in Sicilia ad un reparto dell’antiaerea. Egli fu salvato da quella sorte solo per il fatto che, senza di lui, la filiale della Cooperativa Carnica di Ovaro non avrebbe potuto più andare avanti.

Romano Lepre, padre del senatore Bruno. (Da Marco Lepre).

Per un rifiuto a consegnare una parte dei viveri che ivi giungeva dalla sede centrale tolmezzina della Cooperativa Carnica ai cosacchi, accusato di rifornire i partigiani e per la sua attività antifascista, fu portato via da casa da questi ultimi che avevano occupato la Carnia e fu consegnato alle SS di Paluzza, dove fu incarcerato e subì sevizie e stenti. Dato che i fatti contestatigli, relativi alla sua attività politica, erano circostanziati, Romano Lepre si rense conto che ad Ovaro vi erano spie e delatori.

Trasferito poi alle carceri udinesi di via Spalato, si salvò dal campo di concentramento del Terzo Reich grazie ad un maggiore medico tedesco, che lo ritenne in condizioni di salute tali da non poter neppure incominciare il viaggio. Ritornato a casa, non si riprese più nonostante le cure dei familiari e del dott. Luigi Covassi, medico condotto, e morì il 15 aprile 1948.

Laura Matelda Puppini.

(Scheda biografica compilata da Laura Matelda Puppini, 2012, con fonti: Bruno Lepre, Memorie di un socialista della montagna, Campanotto ed. 1996, e appunti di Marco Lepre).

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Allora Bruno Lepre si rivolse pure a Rinaldo Cioni per perorare la liberazione del padre, ed a me è giunta, grazie all’ingegner Emilio Cioni, figlio di Rinaldo, che vivamente ringrazio, la copia dell’originale del biglietto accorato che Bruno inviò al direttore della miniera di Cludinco, e che prova, ulteriormente, pure l’attività rischiosissima di mediazione dell’ing. Rinaldo Cioni tramite Franz Gnadlinger, per la popolazione.

(Archivio Emilio Cioni – Parte prima della lettera inviata da Bruno Lepre a Rinaldo Cioni.  Testo scritto a penna su di un foglietto. – Vi si legge tutta l’angoscia del giovane ventiquattrenne Bruno per la situazione del padre, che però riuscirà, non si sa se per intercessione di Rinaldo Cioni tramite l’ing. Gnadlinger o meno, a ritornare a casa, ma molto provato e definitivamente segnato).

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«20/12/944

Egregio ingegnere,

Mio papà sta per partire per la Germania. Bisogna che favoriate intervenire per salvare un uomo ed una famiglia immediatamente. Non è più possibile temporeggiare promettendo e rimandando: bisogna venire giù subito (domani potrebbe essere già troppo tardi). Su di voi pesa e rimetto la sorte di mio padre, perché se voi venite giù potete prendere l’ingegnere Gnadlinger e portarlo una volta per sempre là e risolvere la faccenda. Ma mi raccomando subito, e una volta tanto si può trascurare gli affari per dedicare una giornata al salvamento di un uomo al quale siete legato da vicendevoli doveri morali.

Fatelo per la fiduciosa stima che mio papà serba nei Vostri riguardi, fatelo perché, voi lo sapete meglio di me cosa avrebbe fatto mio papà, avendone la possibilità, in simili circostanze per Voi.

Io lo so, per averla vissuta con mio padre, l’ansia che ha provato per voi nei giorni difficili del maggio scorso, fatelo per il caldo interessamento che ha avuto per voi, fatelo perché io ed i miei non vi dobbiamo addossare la responsabilità tremenda di aver condannato la vita di mio padre.

Mio padre deve essere liberato. Quindi vi prego di venire immediatamente ad Udine per risolvere la tremenda tragedia che sta per cadere sulla mia famiglia, fatelo per non provare la responsabilità tremenda del sacrificio di un innocente per gli affari altrui.

Venite giù immediatamente, domani può essere già troppo tardi. Vi serberete, immediatamente, la nostra eterna gratitudine. Vi aspetto immediatamente.

Grazie e distinti […] ossequi. Bruno Lepre».

 

(Archivio Emilio Cioni – Parte seconda della lettera inviata da Bruno Lepre a Rinaldo Cioni che dimostra pure il legame tra Rinaldo Cioni e Romano Lepre).

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 Bruno Lepre, socialista, laureato in legge, notaio, deputato e senatore.

Bruno Lepre nacque ad Ovaro (Ud) l’11 febbraio 1920. Suo padre, Romano, gestore della locale filiale della Cooperativa Carnica, originario di Rigolato, era socialista ed antifascista. 

Dopo aver frequentato le scuole a Tolmezzo sino a conseguire il diploma di maturità magistrale, si iscrisse all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1940 ricevette la cartolina precetto e si presentò al Distretto Militare per essere avviato alla Scuola Allievi Ufficiali a Bengasi, in Libia, ma, per il sopraggiungere degli Inglesi, fu momentaneamente congedato. Potè, così, continuare gli studi lavorando, nello stesso tempo, presso l’I.N.P.S. di Udine. In questo periodo assistette, ad Ovaro, al fermento antifascista che coinvolse anche suo padre ed iniziò a partecipare alle riunioni clandestine che si tenevano in paese. 

Nel 1942 ricevette una seconda cartolina-precetto e, dopo aver frequentato il Corso Allievi Ufficiali a Vittorio Veneto e a Fano, fu assegnato, quale ufficiale, al 123° reggimento di fanteria di stanza a Pistoia. Dopo l’8 settembre 1943 prese la via di casa, sfuggendo fortunosamente alle retate dei tedeschi e riparando in Carnia. Come tutti gli ufficiali avrebbe dovuto presentarsi al Comando di Tolmezzo per l’arruolamento forzato nelle file naziste o esser inviato al lavoro coatto, ma riuscì a procurarsi una tessera falsa della Todt (impresa di costruzioni tedesca, creata da Fritz Todt, al servizio della Wehrmacht), da cui risultava esser occupato in un’azienda boschiva. Ebbe così la possibilità di iniziare una collaborazione fattiva, sul territorio, con la resistenza. Nel frattempo si laureò in Lettere e aderì alle idee del Partito d’Azione, che rappresentò nel C.L.N. della Val di Gorto e poi della Carnia. 

Dopo la caduta della Zona Libera, con l’occupazione cosacco-caucasica, iniziò uno dei periodi più tristi anche per la famiglia di Bruno Lepre. Suo padre Romano, sospettato di rifornire i partigiani con i viveri che passavano attraverso la Cooperativa Carnica, fu prelevato dai cosacchi, consegnato alle SS a Paluzza e successivamente trasferito nelle carceri di Udine, dalle quali uscì estremamente provato dopo due mesi di reclusione. L’intera famiglia, poi, sfuggì miracolosamente ai tragici fatti verificatisi il 2 maggio 1945 ad Ovaro.

Nel secondo dopoguerra Bruno Lepre partecipò attivamente al dibattito intorno alla nascita di un nuovo ente che potesse assicurare autonomia alla Carnia, e che sfociò, nel 1947, nella costituzione della Comunità Carnica. Inoltre svolse un ruolo di primo piano nel dibattito politico – culturale che si sviluppò attraverso le pagine dei periodici “CARNIA” e “LAVORO”, del quale fu direttore responsabile e principale redattore. Nel 1946 passò dal Partito d’Azione al Partito Socialista, e fu eletto consigliere comunale ad Ovaro; nel 1947 divenne Vice Presidente della Comunità Carnica, carica che ricoprì fino al 1951. Conseguita pure la laurea in Giurisprudenza, nel 1948 superò il concorso per Procuratore legale. Nel 1950 divenne Presidente dell’Ospedale Civile di Tolmezzo, incarico che lasciò nel 1951. Nel 1953 vinse il concorso di Notaio e fu assegnato a Tolmezzo.

Dopo un allontanamento dalla militanza politica, nel 1960 fu eletto Consigliere Provinciale per il P.S.I., rivestendo l’incarico di capogruppo a Palazzo Belgrado. Rieletto nella successiva tornata elettorale, nel gennaio 1965 fu pure nominato Vice Presidente ed Assessore all’Istruzione della Provincia di Udine. Ricoprì, in tale periodo, anche le cariche di Presidente del Consorzio provinciale dell’Istruzione Tecnica e di rappresentante della Provincia nel Consorzio Universitario Friulano.

Prima festa della montagna. Piani di Vas- Rigolato. 8 settembre 1968. Archivio del dott. Alido Candido. Immagine pubblicata anche sul profilo facebook di Laura Matelda Puppini il 28 aprile 2022. Accanto al sacerdote Giovanni Franzil, si nota Bruno Lepre.

Nel 1968 fu eletto Deputato nella Circoscrizione Udine- Belluno -Gorizia-Pordenone. Durante la V Legislatura ricoprì pure la carica di Vice Presidente della “Commissione dei Trenta” per i decreti delegati della riforma tributaria. Fece parte della Commissione Lavori Pubblici e della Giunta delle Elezioni, e si impegnò per l’approvazione della nuova Legge per la Montagna (L. 1102/1971). Ma Bruno Lepre si interessò sempre ed in vario modo alla montagna di cui era figlio, ed a lui si deve pure il merito della sdemanializzazione dei terreni posti a Sud dell’abitato di Tolmezzo, che permise la realizzazione della Zona Industriale del Medio Tagliamento e l’insediamento della SEIMA Italiana nei primi anni Settanta.

Il 7 maggio 1972 fu rieletto deputato per il P.S.I. sempre nella XI Circoscrizione e, contemporaneamente, Senatore nel Collegio di Tolmezzo. Optò per il Senato, divenne Sottosegretario di Stato agli Interni nel IV e V Governo Rumor e, successivamente, fece parte della Commissione Affari Costituzionali ed Interni.

Viene ricordato, in modo particolare, perché fu il presentatore di 3 leggi: quella che concesse la maggiore età ed il voto ai diciottenni, che lo vide impegnato in una lunga battaglia perché venisse recepita; quella che ridusse ad un anno il servizio di leva e quella che istituì i consigli di quartiere e di frazione.

Fu rieletto senatore sia nel 1976 (con la seconda cifra individuale del partito socialista in Italia, 21,13%), che nel 1979, e in tale veste prese parte alla Commissione Affari Costituzionali. All’epoca presentò pure varie leggi, tra le quali quella per la riforma delle servitù militari, quella per l’esonero militare e servizio civile sostitutivo per i giovani di leva del Friuli terremotato, quella per le provvidenze ed interventi per le popolazioni terremotate del Friuli. Bruno Lepre, inoltre, diede un importante contributo per la ratifica del Trattato di Osimo, presentando emendamenti grazie ai quali fu, di fatto, anticipata la “legge per le aree di confine” e l’incentivazione dei settori produttivi della fascia posta tra l’Italia e la Jugoslavia.

Vice Presidente della Commissione Speciale per il terremoto in Friuli, si adoperò perché si provvedesse, oltre che alla ricostruzione degli edifici distrutti, anche allo sviluppo del territorio, prevedendo interventi concreti per eliminare le cause storiche del sottosviluppo e dell’isolamento dell’area friulana terremotata.

Bruno Lepre. Da: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/67/Bruno_Lepre.jpg.

Nel corso della VIII Legislatura, poi, fece parte anche della Commissione Difesa del Senato, che presiedette, promuovendo, tra l’altro, la legge per il congedo dei giovani di leva che avevano chiesto di effettuare il servizio sostitutivo presso i Vigili del Fuoco e quella per il servizio civile sostitutivo di quello militare per gli obiettori di coscienza.

Non allineato con la nuova dirigenza del partito, in quanto de martiniano, non fu più ricandidato alle elezioni politiche del 1983. Nel 1988 venne però candidato dal Partito Socialista Italiano, a cui rimase sempre fedele, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia. Una volta eletto, fece parte dell’Ufficio di Presidenza e dedicò particolare impegno agli interventi per l’incremento dei settori produttivi della montagna. Nel 1993, terminata anche questa esperienza, continuò a dedicarsi all’attività professionale di notaio, che continuò ad esercitare anche affiancato dal figlio Romano, e che non abbandonò mai nel corso del suo impegno politico ed istituzionale. Morì a Tolmezzo il 16 settembre 2006. (Bruno Lepre, Memorie di un socialista della montagna, Campanotto editore, Ud, 1996. Scheda predisposta da Marco Lepre, figlio di Bruno, e da Laura Matelda Puppini. Maggio 2012).

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Con queste due schede mi ripropongo, quando riuscirò e se ce la farò, di iniziare a ricordare altre persone di rilievo per la Carnia, demandando però al mio “Cooperare per vivere. Vittorio Cella e le cooperative carniche 1906-1938, Gruppo Gli Ultimi ed. 1988”, il ricordo del grande manager del gruppo delle carniche Vittorio Cella e di altri cooperatori; a “Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona. Una vita in viaggio nel ‘900 italiano, (a cura di Laura Matelda Puppini), Ifsml, Kappa – Vu ed., 2013”, quello del suo autore, notissimo mazziniano, socialista, organizzatore della resistenza osovana e di altre persone che su quel volume ho ricordato analiticamente nelle note; al mio: “Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gruppo Gli Ultimi, Cjargne Culture 2007”; ad articoli su www.nonsolocarnia.info, in particolare agli elenchi dei partigiani garibaldini carnici od operativi in Carnia  per altri personaggi ancora.

Laura Matelda Puppini.

L’immagine che accompagna l’articolo ritrae la copertina del volume di Bruno Lepre “La Carnia ed il Friuli in Parlamento”, ove è presente una sua foto, ed è tratta da: https://aldorossi.altervista.org/carnia-10-anni-scomparsa-senatore-bruno-lepre-socialista-montagna/. Inoltre una scheda di Bruno Lepre, a cura di Diego Carpenedo, è presente pure in:  https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/lepre-bruno/. L.M.P.

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