Talvolta, rileggendo articoli di giornale ritagliati in altri tempi, si trovano notizie interessanti. E, come ogni storico sa, se è importante fotografare un fatto presente che è lavoro tendenzialmente giornalistico, è importante, per scoprirne le cause e le dinamiche, anche rileggere il pregresso.

Pertanto vi voglio proporre un articolo del 2016, il solo che per ora ho trovato tra i miei ritagli, ove si parla, esattamente come ora, di armamenti, di Nato, Russia, Ucraina, Ue, Usa, e che racconta qualcosa relativamente al prima di questa orribile guerra che, come ho già scritto, ha la sua origine nella dissoluzione dell’Urss voluta da Yeltsin, nella caduta del muro di Berlino, nella mondializzazione dei mercati, nella storia dell’Ucraina da allora, ed in particolare dal 2014 in poi.

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Il 15 maggio 2016 Il Manifesto pubblicava un articolo di Manlio Dinucci (1), “Scudo e missili Usa in Romania e Polonia”. Occhiello: “Nato. L’ ‘Ue sul fronte nucleare anti – Russia”.

Non serve neppure ricopi il testo, che posseggo, dato che, come ho già precisato, è uno di quei famosi ritagli a cui talvolta mi riferisco: lo si trova già, copiato integralmente senza modifiche, su “Diritti Globali” a cura dell’‘Associazione Società Informazione’. (https://www.dirittiglobali.it/2016/05/scudo-missili-usa-romania-polonia/).

«Nell’incontro con i governanti di Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia, il 13 maggio a Washington, Obama ha denunciato “la crescente presenza e postura militare aggressiva della Russia nella regione baltico/nordica”. Siamo, si badi bene, al confine russo prima protetto dal Patto di Varsavia, ma ora tutti i paesi dell’ex socialismo realizzato sono entrati nella Nato che pericolosamente, come ha dimostrato il disastro della crisi in Ucraina, si allarga ad est intorno alla frontiera russa. Di chi è la postura militare? E Obama ha riaffermato l’impegno americano per la “difesa collettiva dell’Europa”. Dimostrato con i fatti il giorno prima, quando alla base aerea di Deveselu in Romania è stata inaugurata la ‘Aegis Ashore’, installazione terrestre del sistema missilistico Aegis degli Stati uniti.

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg, alla cerimonia con il vice-segretario Usa alla Difesa Robert Work e al premier rumeno Dacian Ciolos, ha ringraziato gli Stati uniti perché con tale installazione, “la prima del suo genere con base a terra”, essi accrescono notevolmente la capacità di “difendere gli alleati europei contro missili balistici dall’esterno dell’area Euro-Atlantica”.

Ha annunciato quindi l’inizio dei lavori per realizzare in Polonia un’altra ‘Aegis Ashore’, analoga a quella entrata in funzione in Romania. Le due installazioni terrestri si aggiungono a quattro navi lanciamissili del sistema Aegis che, dislocate dalla U.S. Navy nella base spagnola di Rota, incrociano nel Mediterraneo, Mar Nero e Mar Baltico; a un potente radar Aegis installato in Turchia e a un centro di comando in Germania.

Affermando che “il nostro programma di difesa missilistica rappresenta un investimento a lungo termine contro una minaccia a lungo termine”, il segretario della Nato assicura che “questo sito in Romania, come quello in Polonia, non è diretto contro la Russia”. Fornisce quindi una spiegazione tecnica: la base in Romania, che “usa una tecnologia quasi identica a quella usata sulle navi Aegis della U.S. Navy”, è dislocata “troppo vicino alla Russia per poter intercettare i missili balistici intercontinentali russi”.

Qual è la tecnologia a cui si riferisce Stoltenberg? Sia le navi che le installazioni terrestri Aegis sono dotate di lanciatori verticali Mk 41 della Lockheed Martin, ossia tubi verticali (nel corpo della nave o in un bunker sotterraneo) da cui vengono lanciati i missili intercettori SM-3. È il cosiddetto “scudo”, la cui funzione è in realtà offensiva. Se gli Usa riuscissero a realizzare un sistema affidabile in grado di intercettare i missili balistici, potrebbero tenere la Russia sotto la minaccia di un first strike nucleare, fidando sulla capacità dello “scudo” di neutralizzare gli effetti della rappresaglia. In realtà la Russia e anche la Cina stanno adottando una serie di contromisure, che rendono impossibile intercettare tutte le testate nucleari di un attacco missilistico. A che serve allora il sistema Aegis schierato in Europa, che gli Usa stanno potenziando?

Ce lo spiega la stessa Lockheed Martin. Illustrando le caratteristiche tecniche del sistema di lancio verticale Mk 41 – quello installato sulle navi lanciamissili Aegis e ora anche nella base di Deveselu – sottolinea che esso è in grado di lanciare “missili per tutte le missioni: anti-aeree, anti-nave, anti-sottomarino e di attacco contro obiettivi terrestri”. Ogni tubo di lancio è adattabile a qualsiasi missile, compresi “quelli più grandi per la difesa contro i missili balistici e quelli per l’attacco a lungo raggio”. Si specificano anche i tipi: “lo Standard Missile 3 (SM-3) e il missile da crociera Tomahawk”.

La precisazione di Stolterberg che l’installazione missilistica di Deveselu è dislocata “troppo vicino alla Russia per poter intercettare i missili balistici intercontinentali russi”, è tutt’altro che rassicurante. Nessuno può infatti sapere quali missili vi siano realmente nei lanciatori verticali della base di Deveselu e in quelli a bordo delle navi che incrociano ai limiti delle acque territoriali russe. Non potendo controllare, Mosca dà per scontato che vi siano anche missili da attacco nucleare. L’inaugurazione dell’installazione missilistica Usa a Deveselu può segnare la fine del Trattato sulle forze nucleari intermedie che, firmato da Usa e Urss nel 1987, permise di eliminare i missili con base a terra e gittata compresa tra 500 e 5500 km: gli SS-20 schierati in Urss, i Pershing 2 e i Tomahawk statunitensi schierati in Germania e Italia.

L’Europa ritorna così a un clima da guerra fredda, a tutto vantaggio degli Stati uniti che possono in tal modo accrescere la loro influenza sugli alleati europei. Non a caso, nell’incontro a Washington, Obama ha evidenziato il consenso europeo a mantenere le sanzioni contro la Russia, lodando in particolare “Danimarca, Finlandia e Svezia che, come membri della Ue, sostengono fortemente il Ttip, trattato che riaffermo di voler concludere prima della fine dell’anno”. Nei lanciatori verticali della Lockheed c’è anche il missile Ttip». (Manlio Dinucci, Scudo e missili Usa in Romania e Polonia, in: Il Manifesto 15 maggio 2016, ripreso anche in: https://www.dirittiglobali.it/2016/05/scudo-missili-usa-romania-polonia/).

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Non faccio commento alcuno all’articolo, e se qualcuno lo ritenesse oggi filo – putiniano, ricordo che per leggerlo non serve che il KGB ne passi una copia: si trova su internet e in cartaceo stampato dal 2016. Per cui stiano pure tranquilli quelli del Copasir, ora inviati da chi non ho ben compreso, a scoprire se l’informazione corrente sia plagiata da infiltrazioni russe: alcune cose per cercare di conoscere la verità, perché questo in Italia noi cittadini vogliamo, si trovano anche sui giornali di un tempo. Certamente un articolo dice poco, e bisogna analizzare tutte le questioni complesse ucraine e degli altri attori che agitano ed hanno agitato il mondo almeno negli ultimi dieci anni.  Inoltre ricordo un’altra cosa: l’informazione unica e politicamente gestita è propria solo delle dittature. E come non ricordare il ‘Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda’, od il giornale fascista ‘Il Popolo d’Italia’, praticamente l’unico che poteva esser letto in alcuni periodi storici, e che venne considerato una ‘pietra miliare’ del regime? Ed infatti antifascisti e partigiani sia garibaldini che non, fra le prime cose che fecero, fu cercare di pubblicare e diffondere stampa clandestina, che raccontava fatti ignoti ai più, e ripresentava concetti ormai desueti come quello di Democrazia e Libertà. Inoltre la Ue non è contro ogni totalitarismo? Inoltre abbiamo o no una Costituzione ed un Parlamento? O ormai la Ue ci sta mandando verso una dittatura di Draghi, scelto da Mattarella ed un affossamento della Costituzione nata dalla Resistenza? Io spero proprio di no, perchè altrimenti abdicherebbe ai compiti che si era posta.

Senza offesa per alcuno, ma per incominciare a riflettere sugli accadimenti, senza negare che l’invasore è noto ed è l’esercito russo. Ma anche la Russia ha la Duma. Chi ha deciso l’invasione? Putin da solo o la Duma, come sentii in un programma alla tv, quando l’invasione dell’Ucraina incominciò, o Putin con la Duma di cui però non è presidente? Io non lo so, anzi vi chiarisco subito la mia ignoranza: fino al febbraio 2022 non sapevo neppure dell’esistenza dell’Ucraina e men che meno delle sue vicende e di alcuni aspetti di politica internazionale come quelli descritti da Dinucci, essendo in ben altre faccende affaccendata. E men che meno conoscevo il presidente ucraino, di cui ancora oggi stento a nominare in modo corretto il nome, dimenticandomi pure che inizia con la ‘Z’, lettera che a noi, attempati, ricorda ‘Zorro’, e facendo un po’ di confusione. Ma lo prego di scusarmi per questo: sono anziana e talvolta, quando si cerca di ricordare qualcosa di ignoto prima, la memoria può fare degli scherzi. Ma forse è perchè, alla Tv, quando la vedo, guardo prevalentemente filmetti gialli e ‘Chi l’ha visto?’. E da qualcosa bisogna, considerando l’ attuale situazione che ci coinvolge, pur incominciare a cercare di capire, senza presunzione di verità.

Laura Matelda Puppini

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(1) Manlio Dinucci è un giornalista e geografo, che è stato direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985. Collabora con «Il Manifesto» ed è autore, tra l’altro, di Il sistema globale (2002) e, assieme a  Daniel Bovet, di Tempesta nel deserto (1991). (https://fazieditore.it/autore/manlio-dinucci/).

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Articoli precedenti sullo stesso argomento su www.nonsolocarnia.info: 

Guerra: invitiamo i nostri governanti a muoversi per la pace, unica garante di prosperità per tutti.

East Journal. Qualche buon libro per capire la situazione in Ucraina.

Pensieri sulla bomba atomica. Da un testo di Arundhati Roy. Non per spaventare ma per riflettere.

Laura Matelda Puppini. Considerazioni su una guerra evitabile.

Guerra in Ucraina. L’importanza dei contesti e dei possibili motivi e per la pace.

L’immagine che accompagna questo testo è una scannerizzazione dell’articolo di Manlio Dinucci, da me incollato su di un quaderno con spirale.  Laura M Puppini.

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