Gentilissimi lettori, confesso che scrivo queste parole con il cuore, per palesare a tutti le grosse criticità presenti nel nostro sistema sanitario montano, che mettono a dura prova le nostre comunità, e che per ora, da che io sappia, non vedono soluzione alcuna.

SULL’OSPEDALE DI TOLMEZZO  REGIONALIZZATO E NON PIÙ TERRITORIALE.

Spesso mi si chiede quali reparti resteranno all’ospedale di Tolmezzo, quale relazione ha ed avrà con quello di Udine, quale è e sarà l’organigramma presente, quale il rapporto con il territorio, ma io non ho informazione alcuna per rispondere. Ma se fossi solo io a non saperlo, i carnici potrebbero domandarlo ad altri, ma pare proprio non vi siano dati certi e nulla trapela. Ma  ora pare esista una versione formale od almeno una bozza dell’atto aziendale Asufc, se Cristian Sergo ed Andea Ussai così hanno dichiarato, a seguito però di indiscrezioni trapelate: «L’atto aziendale di ASUFC nasce tardi e male, senza un minimo di trasparenza e visione strategica, e con tanti aspetti critici». (1). Ed ancora: «Gli atti aziendali sembrano rispondere più a logiche di spartizione di potere a favore di una stretta cerchia di professionisti, con una miriade di strutture per mantenere un equilibrio ad hoc tra componente universitaria e ospedaliera. Da quanto emerge, si conferma l’eterogeneità degli atti delle tre Aziende sanitarie: sorge quindi il dubbio dell’utilità dell’Azienda di coordinamento regionale, concepita dalla riforma sanitaria Fedriga – Riccardi proprio per fornire linee strategiche omogenee e con un disegno unitario». (2).

«A livello ospedaliero, si mantengono i doppioni; due oculistiche, due anatomie patologiche, tre terapie intensive, e viene creata un’ulteriore struttura complessa di radiologia, la terza a Udine. Anche la conformazione ‘fritto misto’ dei dipartimenti strutturali nel nuovo atto di ASUFC pare soddisfare la logica di spartizione, più che esigenze di salute o di risoluzione dei problemi che affliggono i vari territori che compongono l’Azienda […]. Troviamo dipartimenti aziendali unici dal mare alla montagna insieme a dipartimenti ‘di presidio: un’anomalia difficilmente comprensibile. Ma non basta, perché ci sono anche dipartimenti aziendali, come medicina specialistica, che comprendono al loro interno discipline che nulla hanno in comune tra di loro (ad esempio, nefrologia, ematologia, dermatologia, malattie infettive), oppure altri che mescolano discipline mediche e chirurgiche: risulta difficile capire come potranno funzionare». (3).

«Rimane da chiarire la situazione dei Centri di salute mentale, ridotti da 10 a 6 in un primo momento, prima che il taglio sembrasse scongiurato da una delibera della Giunta regionale. Ora però […] le indiscrezioni che leggiamo tornano a parlare di sei CSM nell’Azienda Friuli Centrale. Allo stesso modo, è da chiarire la funzione del misterioso board direzionale che evidentemente non potrà sostituire il collegio di direzione». (4).

«I segni premonitori del naufragio a cui sta andando incontro ASUFC sono evidenti: gli ultimi concorsi per primario banditi per l’ospedale di Udine sono andati quasi deserti, salvo pochi candidati interni (vedi ortopedia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria e medicina interna). Una deriva che riguarda tutta la regione, se pensiamo che dei direttori generali scelti da questa Giunta, quelli di ARCS e ASUFC se ne sono andati, quello di ASFO è di fatto sfiduciato e il direttore di ASUGI è blindato dal sindaco di Monfalcone. E, rimanendo nel Friuli Centrale, al posto di Braganti è stato scelto un direttore ‘caporale’, ricalcando il ‘metodo Riccardi’ […]. Il nuovo atto aziendale, così come concepito, ne è la prova». (5).

Ma in Carnia è soprattutto importante che l’ospedale di Tolmezzo ritorni riferimento privilegiato per la gente di montagna, senza che uno di Forni di Sopra magari debba, per una visita, recarsi  sino ad Udine, (che dista circa 100 km dal paese, 200 a/r) dopo che l’ospedale di Gemona è stato sbaraccato e quello della cittadina carnica è diventato regionale, favorendo quella che io ho chiamato, già anni fa, la nuova ‘sanità on the road’, mentre quello di San Daniele risulta defilato e ci vuole comunque mezz’ora per raggiungerlo da Tolmezzo, e che venga potenziata la sanità territoriale.

Ed anche Simona Scarsini, nel suo intervento al consiglio comunale di Tolmezzo il 10 dicembre 2021 sulla sanità, centrato sul nosocomio della cittadina, ha sottolineato l’importanza ed il ruolo per il territorio e gli abitanti della Carnia dell’ospedale di Tolmezzo, che attualmente fa asse con quello di San Daniele. Inoltre il Fvg ha ottenuto dallo Stato 52 milioni di euro per la sanità, ed altre ingenti somme giungeranno: è necessario quindi capire come queste verranno utilizzate, e quanto andrà all’ospedale di Tolmezzo, quanto agli importantissimi servizi territoriali.

Infine bisogna, sempre secondo Scarsini, stabilizzare ed incentivare la presenza dei primariati di pediatria, fisiatria, oncologia, nonché quelli di anestesia medicina d’urgenza e pronto soccorso, i cui primari sono vicini alla pensione, e la direzione del centro di salute mentale. Ma mancano pure infermieri sia nelle case di riposo che in ospedale. Inoltre, a livello territoriale, si inizia ad evidenziare una carenza di medici di medicina generale anche a causa dei percorsi di assegnazione non andati a buon fine, e vi è ora preoccupazione tra la cittadinanza per la riorganizzazione dei servizi e dell’offerta socio sanitaria, e questi aspetti, a suo avviso, devono esser presi in carico fermamente dal sindaco e dall’assessora alla sanità. (6).

Scarsini  quindi domandava pure, in quella sede, al consiglio comunale, dopo aver sottolineato la necessità di tenere alta l’attenzione verso la situazione della sanità in montagna e nello specifico dell’ospedale di Tolmezzo, di deliberare di promuovere tutte le azioni possibili verso il Presidente Massimiliano Fedriga, l’assessore Riccardi, la Regione Fvg ed il direttore generale Asufc al fine di raggiungere gli obiettivi esposti, e di informare le amministrazioni locali, i medici di medicina generale ed i cittadini sull’offerta ospedaliera in territorio montano, sulla situazione dell’emergenza covid, sulla situazione delle case di riposo presenti sul territorio, e sul piano vaccinazioni, e di decidere per la convocazione di una conferenza dei servizi a cui invitare tutti i soggetti portatori di interesse, inserendola in un percorso di confronto a tutela di tutti i presidi di salute del territorio montano.

Infine chiedeva ai consiglieri di votare a favore della richiesta di stanziamento di parte delle risorse per potenziare l’ospedale di Tolmezzo e la medicina territoriale, tramite scelte concertate con i sindaci, utilizzando detta cifra pure per rafforzare l’organico dei medici del pronto soccorso e del reparto di medicina dell’ospedale di Tolmezzo e per assumere personale specializzato nei reparti che denotavano carenza, prevedendo incentivi per il servizio in montagna, e per il mantenimento della piena operatività del CSM anche sulle 24/24 h, ed i posti di pediatria. (7). Ed a me è stato detto che non sono più presenti o funzionano con il contagocce alcuni ambulatori specialistici a Tolmezzo: per esempio quello di pneumologia e quello angiologico e di chirurgia vascolare, ma anche quello oculistico. Non da ultimo non ci sono posti letto a sufficienza a medicina dopo la chiusura del reparto internistico di Gemona del Friuli ed è complicato fare analisi, in particolare per chi lavora, senza urgenza e senza prenotazione perché ci può essere un posto libero anche solo dopo  settimana, dalle 9.15 alle 10.15, ma bisogna stare attenti di non essere il 39esimo, ed inoltre di non creare assembramenti. Ma chi ha inventato questo metodo? – mi chiedo.

Ma proprio sul testo proposto da Scarsini e relativo alla sanità e su quello che riguadava l’Rsa, sindaco e vice-sindaco, cioè Francesco Brollo e Fabiola De Martino, inspiegabilmente non votavano a favore, spaccando la loro maggioranza, ed innescando la crisi che ha portato il comune al commissariamento.  E vi dico subito che non mi sento assolutamente di dire che hanno fatto bene a comportarsi così, rimandando ogni decisione su temi così cogenti.

IL SISTEMA EMERGENZA URGENZA BOCCCHEGGIA.

Inoltre tutto il sistema di emergenza urgenza è in affanno, ma non vi sono proposte concrete per superare le diverse criticità, i diversi impasses a cui, qui come là, è soggetto. Non sappiamo quante ambulanze siano realmente attive sul territorio e dove posizionate, mentre siamo a conoscenza, grazie a facebook, del fatto che il servizio ambulanze è stato esternalizzato alla Croce Rossa Italiana, che però pare lo abbia fornito poi con il solo autista soccorritore a bordo. E questo accade quando gli spostamenti di emergenza devono avvenire su di un territorio vasto, con strade strette ed anche intasate, nei fine settimana, pure dal traffico che si dirige alle piste da sci ed ai monti per turismo. Ma può darsi che detto problema sia stato risolto. Inoltre il servizio di emergenza urgenza per turisti in difficoltà richiederebbe un potenziamento del pronto soccorso tolmezzino e il sostegno allo stesso dato da altre realtà sanitarie territoriali come i punti di primo intervento, che però pare l’assessore voglia esternalizzare facendoli gestire da personale non si sa come formato e con quali competenze. E, anche se fosse rimasto il pronto soccorso di Gemona, non ci saremmo strappati le vesti, perché copriva un territorio non piccolo, impedendo il continuo intasamento di quello di Tolmezzo, che così, francamente, non per causa del personale presente, stremato e risicato, boccheggia.  
E non ci consta che in Carnia ci siano mezzi di soccorso con medico a bordo, come credo la normativa richiederebbe per un servizio di pronto soccorso ed emergenza/urgenza che dicasi tale.

A LIVELLO DI SANITÀ TERRITORIALE IL SERVIZIO È FALCIDIATO.

MANCANO LE GUARDIE MEDICHE.

Mancano le guardie mediche, ridotte drasticamente sul territorio, assunte, da che viene riferito, a partita iva ed a chiamata, mentre pare che in Veneto abbiano un regolare contratto a tempo determinato ed un adeguato ambulatorio dove visitare, e questo è davvero un guaio, PERCHÉ VIENE A MANCARE LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE, portando ad intasare il pronto soccorso anche con casi non urgenti. Inoltre gli ambiti territoriali che coprono attualmente, dopo la loro drastica riduzione, sono talmente vasti che un medico rischia di prestare la sua opera solo a 2 o 3 pazienti e passare il resto del suo tempo in macchina guidando, senza poter quindi rispondere al cellulare. Non da ultimo, i medici di guardia medica che, tra l’altro, non possono, non si sa perché, svolgere alcune mansioni che fa normalmente il medico di base e che si spera ora abbiano in dotazione un computer aziendale, sono di grande aiuto anche per le case di riposo. E fino a poco tempo fa detto servizio di continuità assistenziale era presente per la Carnia nelle sedi di Tolmezzo, Forni di Sopra, Ovaro, Paularo, Paluzza ed Ampezzo senza accorpamenti.

Ma ora detto servizio è risicato ed un paio di volte, nei fine settimana, la guardia medica a Tolmezzo mancava e si doveva chiamare quella di Ovaro, ed è accaduto persino che i cittadini della conca tolmezzina, privati del servizio di continuità assistenziale, dovessero rivolgersi alla guardia medica di Tarvisio.

Ma questa criticità è presente da mesi, basta leggere sul Messaggero Veneto l’articolo: “Manca il personale. Salta la guardia medica nel fine settimana”, riferito ad Ovaro, e datato 15 settembre 2021. Ma forse il personale deficia perché non è incentivato a restare, con il sistema in auge in Fvg. Infatti i tagli dell’assessore, che insegue un modello lombardo irrealizzabile hic et nunc, falcidiano la sanità pubblica, unica esistente e che ha possibilità di esistere qui, portando personale specializzato e magari formato nelle nostre università ma anche già in servizio a cercare altri lidi, a spostarsi verso altre regioni, dove le condizioni di lavoro ed economiche risultano essere più appetibili. E vi sono anche infermieri che si licenziano, e, dopo la ‘riforma Serracchiani – Telesca’, professionisti preparati hanno abbandonato il Fvg, scegliendo sedi fuori regione più remunerative e meno sfibranti. Perché il personale non ce la fa più dovunque su questo nostro territorio.  Ma anche noi cittadini non ce la facciamo più.

MANCA IL PERSONALE, RIDOTTO E RISICATO, MA NON SI INDICONO CONCORSI.

Ora è stato indetto un concorso per 130 infermieri, ma la carenza è maggiore, e mancano medici, e non si sa perché, pur essendoci denaro per migliorare la sanità, non si programmi una pianta organica e si attivino le procedure per realizzarla, preferendo la politica del tappabuchi, ed utilizzando come giustificazione per ogni scelta o problema il covid.

MANCANO PEDIATRI SUL TERRITORIO E C’È CHI SI CHIEDE SE SOPRAVVIVERÀ LA PEDIATRIA DI TOLMEZZO.

Mancano pediatri territoriali: e l’alto ampezzano sicuramente ne è privo. Non solo: pare che all’ospedale di Tolmezzo, di notte, esista solo un pediatra reperibile per le urgenze, ma nessun medico che possa rispondere su problemi concreti del figlio ad un genitore o visitare un bimbo, e le guardie mediche non hanno competenza pediatrica. Inoltre se salta pediatria salta anche ostetricia, ma le donne di Carnia non è giusto che debbano andare a partorire chissà dove, forse dove vi è un letto libero, e che, incinte, debbano farsi seguire chissà dove. Sapete in certi casi la prossimità può salvare madre e bimbo. Perchè in natura non sempre tutto è programmato.

MANCANO MEDICI DI BASE E SPECIALISTI, ED I POLIAMBUALTORI PARE SIANO CHIUSI.

Inoltre pare che sul territorio che va da Codroipo a Tarvisio vi sia un solo medico per le cure palliative domiciliari, e ci sono alcuni medici di base il cui modo di lavorare non riesce a rispondere totalmente alle esigenze dell’utenza, anche a causa del fatto che sono liberi professionisti, ed il contratto nazionale permette loro di non andare a domicilio e di lavorare solo per appuntamento. E questa modalità ha preso piede, dilagando a Tolmezzo, in particolare dopo il covid forse per tema di infettarsi, ma pone problemi anche relazionali non di poco conto. Ma questo è problema nazionale. Inoltre ci sono medici di base che coprono più condotte mediche e quindi sono reperibili nei paesi solo per poche ore alla settimana. E più di mille pazienti per ogni MMG sono davvero troppi.

Così, secondo me e da quello che leggo e sento, anche in Carnia inizia ad essere presente in moltissimi pazienti una sensazione di smantellamento, ‘sbaraccamento’ della sanità e di abbandono a sé stessi.

LA RSA È SPARITA.  

L’Rsa è sparita da Tolmezzo pare per carenza di infermieri e perchè l’Asp Scrosoppi faticava a trovarne sul mercato, ma anche, forse, per l’idea regionale di creare una grande Rsa a Gemona de Friuli. E senza Rsa di prossimità, il reparto di medicina non sa più come fare, perché essa era funzionale pure alle degenze post ricovero ospedaliero ed aveva anche un paio di posti hospice. (8).

RISCHIO DI RIDIMENSIONAMENTO DI CSM E SERD (EX- SERT).

Da che si sa, Riccardi non intende sostenere i servizi 24h/24h dei Csm, già sotto organico, e pare desideri pure accorpare, su di un territorio dove il disagio impera, i centri di salute mentale, limitandoli nel numero e quindi, si presume, ulteriormente nel personale. Inoltre sono stati unificati il Serd di Gemona e Tolmezzo a Tolmezzo, che io sappia, quando il Serd dovrebbe essere servizio eminentemente territoriale e non solo di distribuzione di metadone magari a genitori di giovani minorenni che fanno uso di droghe.

CARENZA DI SERVIZI TERRITORIALI.

Un territorio vasto come la Carnia ha bisogno di servizi territoriali in primo luogo (infermieri, fisioterapisti, etc.) che si rechino a domicilio, della riapertura dei poliambulatori di vallata, ora chiusi, dotandoli di tutti i servizi pregressi, di una rete sanitaria domiciliare organizzata e sicura, partecipata pure dai medici di base, di un servizio per minori e di salute mentale che faccia fronte anche alle nuove criticità date dal covid, dal lockdown e dalla didattica a distanza, di un ospedale che risponda prioritariamente alle esigenze del territorio, di certezze in sanità e di un atto formale aziendale che tenga conto della montagna su cui discutere, per non morire.

E termino dicendo che la Carnia di qualsiasi colore politico non può più attendere, anche perché meno servizi sanitari ci sono, più il territorio si spopola, più diventa rischioso vivere qui.

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Infine ho appreso oggi, 18 febbraio 2022, da un articolo del Messaggero Veneto firmato da Francesco Mazzolini, che si è formato in Carnia un comitato ‘Cosmo’ che si interessa di sanità in montagna, che ha raggiunto Trieste per protestare. Esso è composto da: Ira Conti di Forni di Sotto; Clori Micheletto vice-sindaco del comune di Socchieve; Nicoletta e Tiziana Peressutti; Orestina Lenna di Socchieve; Noemi Letizia Minigher di Sauris; Elvia Schiaulini forse di Forni di Sopra, Loretta Di Gallo; Federico Scarso; Franceschino Barazzutti ora di Tolmezzo; Marco Lepre di Tolmezzo; Claudio Bearzi di Forni di Sopra; Alfio Anziutti di Forni di Sopra; Maurizio Pollacci di Forni di Sopra; Luca Nazzi di Ravascletto; Maurizio Ponton; Paolo Querini di Ovaro; Marco Fachin di Villa Santina; Mario Di Gallo. Quindi non sono la sola che ha notato qualche problema in sanità, e mi auguro che la loro manifestazione sia andata bene.

E con questa informazione chiudo questo mio articolo, senza voler offendere alcuno, riportando quello che so e sapevo, se qualcosa è mutato od errato, per cortesia avvertitemi, e mi scuso subito con voi. Ho pure circa un mese fa girato un testo similare a questo, ma qui aggiornato, a chi ritenevo avesse titolo per prendersi a cuore il problema sanità e salute in Carnia, e spero lo abbia fatto o lo stia facendo.  

P.S. Mi è giunto ora, da Simona Liguori, medico oncologo e consigliera regionale di “Cittadini”, la notizia della richiesta fatta alla Regione Fvg di approfondire con Asufc tutte le soluzioni logistiche ed organizzative utili a garantire a pazienti oncologici dell’Alto Friuli il necessario trattamento radioterapico, essendo lontano l’ospedale di Udine, e potendo alcuni pazienti che abitano in zone montane, che ne traevano giovamento, non riuscire a terminare le cure per la distanza ed altri problemi pratici. Ed attualmente «La radioterapia è una componente centrale nel trattamento delle neoplasie: viene utilizzata nel 60-70% di tutti i malati oncologici e vi sono previsioni di crescita del 25% nei prossimi anni». La richiesta oltre che dalla dott. Simona Liguori oncologa e prima firmataria, è stata sottoscritta dai consiglieri regionali: Enzo Marsilio, Mariagrazia Santoro, Roberto Cosolini, Cristiano Shaurli e Franco Iacop (Pd), Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), Cristian Sergo (M5S), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ed Emanuele Zanon (Regione Futura). 

Laura Matelda Puppini.     

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(1) “Atto aziendale Asufc, poco trasparente e pieno di criticità”, in: https://www.movimento5stellefvg.it/atto-aziendale-asufc-poco-trasparente-e-pieno-di-criticita/.

(2) Ivi.

(3) Ivi.

(4) Ivi.

(5) Ivi.

(6) L’intervento di Simona Scarsini è stato da me riportato in: “Sulla crisi al comune di Tolmezzo, su di una Rsa sparita, sul consiglio comunale del 10/12/2021 dove qualcosa si è incrinato definitivamente”, pubblicato su: www.nonsolocarnia.info il 13 febbraio 2022.

(7) Ivi. L’intero intervento, come da me trascritto dalla registrazione, è leggibile alla stessa fonte.

(8) Anche per la recentissima storia dell’rsa Tolmezzina, cfr. il mio “Sulla crisi al comune di Tolmezzo, su di una Rsa sparita, sul consiglio comunale del 10/12/2021 dove qualcosa si è incrinato definitivamente”, in: www.nonsolocarnia.info.

(9) https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=736107

L’immagine che accompagna l’articolo è una elaborazione di una già da me utilizzata. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/02/montagna-sanita-.jpg?fit=744%2C527https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/02/montagna-sanita-.jpg?resize=150%2C150Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀGentilissimi lettori, confesso che scrivo queste parole con il cuore, per palesare a tutti le grosse criticità presenti nel nostro sistema sanitario montano, che mettono a dura prova le nostre comunità, e che per ora, da che io sappia, non vedono soluzione alcuna. SULL’OSPEDALE DI TOLMEZZO  REGIONALIZZATO E NON PIÙ...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI