All’incontro di Tolmezzo sul turismo montano, tenutosi il 26 luglio 2022, un intervento mi ha fatto riflettere pure sulla nuova legge regionale Fvg 2 agosto 2022 n. 11 (discussa come progetto di legge 169, presentato il 20 giugno 2022) “‘Riordino delle disposizioni in materia di impianti a fune, di aree attrezzate nei poli turistici montani invernali ed estivi, nonché disposizioni in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali di cui al decreto legislativo 40/2021 (Attuazione dell’articolo 9 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali)”, ed è stato quello di Mario Di Gallo, già Commissario del Corpo forestale regionale presso l’Ispettorato forestale di Tolmezzo. Per far comprendere meglio quanto ha detto, inframmezzerò la sua relazione con alcune note mie di comprensione per voi lettori.

Così ha esordito Mario Di Gallo: «Buonasera a tutti i presenti. Mentre voi guardate lo schemino in ‘slide’, vi informo che il consiglio regionale del Fvg, il 13 di questo mese, ha approvato il disegno di legge n. 169 della XIIa legislatura (1).  Esso è stato proposto come ddl ‘sci’ ed è uscito come ddl ‘montagna’. Gli emendamenti sono stati moltissimi, ed il testo della legge non è stato ancora pubblicato sul Bur, per cui anch’ io ho avuto una certa difficoltà a mettere insieme tutti i pezzi. Ma a noi qui non interessa commentare la legge, ma solo trattare l’argomento: i poli turistici montani.

 Questo decreto si chiama “Riordino delle disposizioni in materia di impianti a fune e di aree attrezzate nei poli turistici montani invernali ed estivi, (inizialmente non c’era estivi) nonché disposizioni in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali di cui al decreto legislativo 40/2021 (Attuazione dell’articolo 9 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali)».

Il progetto di legge è stato presentato dalla giunta regionale il 27 giugno 2022, e celermente approvato. L’esame del testo posto all’attenzione dei consiglieri è stato concluso il 30 giugno 2022 con approvazione a maggioranza senza modifiche. Relatore nominato dalla Commissione è stato il vice – presidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini, noto albergatore di Tarvisio, gran sostenitore delle piste da sci in montagna e che è stato pure vicepresidente di Promotur, ora Promoturismo, della Lega. Relatore per la minoranza è stato Enzo Marsilio, del Pd. (1).

Il testo di legge, con alcune modifiche, è stato approvato il 13 luglio 2022 dal Consiglio Regionale ed è stato pubblicato il 4 agosto 2022, mentre l’intervento di Mario Di Gallo è precedente e risale al 26 luglio dello stesso anno. E questa legge ha ottenuto il plauso ed anche la soddisfazione di Sergio Emidio Bini, di Latisana ma residente a Pavia di Udine, imprenditore, eletto a Udine e Trieste nelle file di Progettofvg Fedriga Presidente, assessore alle attività produttive e turismo (2).  

«Inizialmente – ha continuato Di Gallo- l’intento del consiglio regionale doveva essere quello di rendere attuative le disposizioni di una legge nazionale molto tecnica che riguarda gli sport invernali in montagna, quella appunto n. 40 dell’anno scorso. Ma in realtà i rappresentanti della maggioranza regionale hanno fatto di più, hanno fatto, in pratica, delle scelte politiche di gestione territoriale. A dimostrazione, cito soltanto i commi 2 e 3 dell’art. 6 del DDL 169 ove si parla delle competenze di PromoTurisimo Fvg, ente pubblico economico che già conosciamo e che funziona da un po’ di tempo».

Ora, cosa dice il comma 2? Vediamolo insieme.

Il comma 2 dell’articolo 6 della legge 11 del 2 agosto 2022, relativo a: “Definizione di Poli turistici montani e competenze di PromoTurismoFVG” così recita: «Sono ambiti dei Poli turistici montani i territori dei comuni ricompresi nelle zone montane omogenee, di cui al comma 1, la cui attrattività turistica beneficia delle attività nel Polo turistico montano». In sintesi, par di capire che, se un comune montano ha una qualche possibile attrattiva turistica (dipende poi da quale tipo di turismo) e quindi diventa ‘polo turistico’, tutto il circondario che potrebbe beneficiare dell’economia di quel polo, non può autonomamente decidere ma deve piegare se stesso alle esigenze dei turismo e dei turisti del polo, cioè dei foresti, il che è come minimo discutibile. E nulla è mutato in Carnia dai decenni pregressi, quando stendevamo tappeti e ci inchinavamo ai veneti e ai trevisani, che acquistavano per un bianco e nero case e terreni, recintando, magari incuranti dei diritti di passaggio, le loro proprietà e raccoglievano con borse di plastica ogni tipo di fungo ed erba. E se non ho capito bene per cortesia correggetemi.

Il successivo comma 3 dell’articolo 6 invece così recita: « 3. PromoTurismoFVG, in quanto ente preposto, ai sensi dell’articolo 5 bis della legge regionale 25 giugno 1993, n. 50 (Attuazione di progetti mirati di promozione economica nei territori montani), al concorso, alla promozione e alla gestione dello sviluppo turistico e della pratica sportiva dello sci nella regione Friuli Venezia Giulia e allo sviluppo del turismo sportivo invernale nei Poli turistici montani, attraverso la progettazione, realizzazione, ammodernamento, trasformazione e gestione di impianti di risalita, piste da sci, impianti sportivi dedicati a sport invernali e relative pertinenze, gestisce ed è autorizzato a dare in esercizio a terzi gli impianti a fune a uso sportivo o turistico-ricreativo in esercizio pubblico e le aree sciabili attrezzate per la pratica degli sport sulla neve ricadenti nei Poli turistici montani di cui al comma 8.».

In questo modo un ente di promozione turistica si trasforma in un ente di gestione economica, con ben altre competenze di quelle iniziali, e che vanno oltre i suoi compiti, a mio avviso. E non crediate che tutti i consiglieri di minoranza abbiano taciuto, ma qui ormai la Regione a me sembra che faccia quello che vuole senza neppure capire cosa sta accadendo a livello europeo ed italiano con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime ed altre recentissime ‘bazzecole’. 

Il capo 3° – articolo 7 legge 11 del 2 agosto 2022.

Ma ritornando all’ intervento di Di Gallo, egli così ha proseguito: «Ma ancora più importante è il capo 3°- articolo 7, relativo a:” Disposizioni in materia di pianificazione, gestione e registro degli impianti”».

Esso così recita: «1. In coerenza con il Piano urbanistico regionale generale (PURG), con il Piano paesaggistico regionale (PPR), con gli altri piani di gestione del territorio e fermi restando gli strumenti di programmazione degli interventi in materia di infrastrutture di trasporto, mobilità e logistica di cui alla legge regionale 20 agosto 2007, n. 23 (Attuazione del decreto legislativo 111/2004 in materia di trasporto pubblico regionale e locale, trasporto merci, motorizzazione, circolazione su strada e viabilità), l’Amministrazione regionale adotta i seguenti strumenti pianificatori di settore e di gestione per lo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge:
a) il Piano Neve del Friuli Venezia Giulia;
b) il Programma strategico degli interventi;
c) il Registro impianti e piste.
2. Al fine di ampliare e ottimizzare l’offerta turistica di Sappada, primariamente attraverso l’implementazione della sicurezza e della fruibilità del demanio sciabile, in attesa della ricomprensione del Comune di Sappada nel Piano paesaggistico regionale (PPR), la Regione è autorizzata a sottoscrivere un accordo di programma, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 19 della legge regionale 20 marzo 2000, n. 7 (Testo unico delle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso), con il Comune di Sappada e PromoTurismoFVG, teso alla definizione delle modalità di programmazione e di esecuzione dell’intervento pubblico di ammodernamento e implementazione delle infrastrutture poste al servizio dell’area sciabile attrezzata Sappada 2000 da parte di PromoTurismoFVG, unitamente alla concertazione dell’iter da intraprendere per la stabilizzazione e la funzionalizzazione del parco giochi Nevelandia».

Magari il Sindaco di Rigolato, Fabio D’Andrea dovrebbe leggere questo testo per capire perché la Regione sostenga la variante nel suo comune, non inserito tra i poli turistici, per far andare tutti velocemente a Sappada. Almeno io la vedo così.

Inoltre l’articolo 9 della stessa legge stabilisce che …

E così continua Di Gallo: «Ma ancora più importante è l’articolo 9: dove si evidenziano i contenuti del “Piano neve”. Ed infine la legge contiene un programma strategico degli interventi che riguarda invece il turismo estivo, in quanto PromoTurismo Fvg si occupa anche di questo».

Relativamente al “Piano neve”, citato da Di Gallo, oggetto dell’art.9 della legge 11- 2 agosto 2022, mi paiono importantissimi i commi 4 e 5: «4. Con il provvedimento di approvazione sono indicati gli impianti e le piste per le quali si procede all’espropriazione per il conseguimento degli obiettivi del Piano.
5. L’approvazione del Piano Neve comporta la dichiarazione di pubblica utilità e di urgenza e indifferibilità delle aree indicate ai sensi del comma 4 e ne legittima l’espropriazione, nonché la loro occupazione temporanea e d’urgenza.
La realizzazione di nuovi impianti o aree sciabili attrezzate e il loro adeguamento avviene nel rispetto del Piano Neve. Queste opere, quando previste nel Piano Neve, sono esentate dalla richiesta di provvedimenti autorizzatori, comunque denominati, idonei a consentirne la realizzazione.
7. Il Comune deve recepire Il Piano Neve mediante variante allo strumento urbanistico generale comunale. Il recepimento deve avvenire entro il termine di due anni dall’approvazione del Piano Neve».

Continuando quindi la lettura del testo di legge, i comuni considerati ‘polo neve’ pare che non potranno più decidere nulla, il concetto di emergenza viene ridicolizzato perché una classe politica possa fare quello che le pare in grazie a un testo di legge prodotto da una giunta fatta da un mix di eletti e non eletti, ed approvata dalla maggioranza in consiglio, e parte del territorio diventerà non più proprietà di cittadini e comunità ma del gestore del ‘piano neve’. Ma vi pare che scelte di questo tipo siano possibili? Insomma ci tirano via anche i nostri boschi e prati per far fare utili a PromoTurismo con la neve, che è una scelta, attualmente, antieconomica e che priva la popolazione residente, magari, di acqua potabile?

Ma ritorniamo a Di Gallo. Egli ci ha detto poi che, allegata alla legge vi è pure «una tabella che definisce i poli turistici montani, che si riferiscono solo alle piste da sci» (3) oggetto di questa legge, che sono quasi tutti quelli della montagna, quasi che ettari e ettari di territorio montano abitato non potessero che essere utilizzati per le piste da sci ed i desiderata del consiglio di amministrazione di PromoTurismo! Comunque il mio consiglio spassionato è quello di dare un’occhiata a questo testo normativo, che grida vendetta contro Dio e non so quanto sia legalmente accettabile.

Nel merito di questi poli, Mario Di Gallo ha detto che: «nel polo di Ravascletto- Zoncolan è stato inserito anche il comune di Prato Carnico, con l’impianto di discesa di Pradibosco ed il circuito di fondo. Altra recente entry: Sappada e Forni Avoltri insieme. Gli altri poli li conosciamo già».

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Allegato A. Poli turistici montani (riferito all’articolo 6, comma 8) e comuni afferenti allo stesso.

Polo turistico montano di Sella Nevea. Comuni:  Resia, Chiusaforte, Pontebba.
Polo turistico montano Ravascletto/Zoncolan. Comuni: Ravascletto, Sutrio, Prato Carnico, Paluzza.
Polo turistico montano di Piancavallo. Comuni: Aviano, Budoia.
Polo turistico montano di Tarvisio. Comuni: Tarvisio, Malborghetto, Valbruna.
Polo turistico di Sappada/Forni Avoltri. Comuni: Sappada, Forni Avoltri.
Polo turistico montano di Forni di Sopra/Sauris. Comuni: Sauris, Forni di Sopra.

Allegato B. Ambiti turistici montani.

Per il polo turistico montano di Sella Nevea: Resia, Chiusaforte, Pontebba.
Per il polo turistico montano Ravascletto/Zoncolan: Ravascletto, Sutrio, Arta Terme, Cercivento, Comeglians, Lauco, Ovaro, Paluzza, Prato Carnico, Zuglio.
Per il polo turistico montano di Piancavallo: Aviano, Budoia, Andreis, Barcis, Claut, Cimolais, Erto e Casso, Frisanco, Tramonti di sotto, Tramonti di sopra.
Per il polo turistico montano di Tarvisio:  Tarvisio, Malborghetto Valbruna.
Per il polo turistico montano di Sappada/Forni Avoltri: Sappada e Forni Avoltri.
Per il polo turistico montano di Forni di Sopra/Sauris: Sauris, Forni di Sopra, Forni di Sotto.

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Lette queste tabelle, si incomincia a capire perché il Sindaco di Rigolato e quello di Ligosullo/Treppo Carnico si siano sentiti offesi, senza però forse conoscere bene la legge: infatti i loro territori sono fra quelli carnici montani lasciati fuori dall’ingerenza dei poli turistici, che ridisegnano il territorio sulla base di una sola variabile che dipende da mille fattori.

«Ma quanto ci costerà tutto questo? -continua Di Gallo. Una tabella si trova sul Piano strategico montagna 365, che faceva parte della programmazione regionale 2019-2024, ed era già stata proposta da PromoTurismo alla commissione nel novembre 2019. Essa tuttavia è stata modificata nelle singole voci ma restano consolidati i 21 milioni 530 mila euro complessivi destinati a interventi di investimento in turismo invernale, e quindi relativi a impianti, piste, rifacimento di piste e di impianti obsoleti, innevamento programmato. In più con la legge regionale di stabilità 2021-2023, sono stati aggiunti per lo stesso fine 36 milioni di euro.

In tutto abbiamo quindi 57 milioni di euro da destinare ai poli turistici montani, ed il 19% di questa cifra andrà per il turismo estivo, il 4% per l’innevamento e il resto, come già detto, per costruzione ed ammodernamento di impianti e piste da sci. Ma quello che ci preoccupa particolarmente in questo momento sono gli ampiamenti dei poli turistici montani».

Ed incominciamo dal polo turistico Forni di Sopra- Sauris, e dal comprensorio del Varmost.

«Nell’immagine vediamo il comprensorio del Varmost. Lì è stata prevista una espansione delle piste la cui realizzazione è già incominciata. Quindi, dato che i lavori sono in buono stato di avanzamento, ci deve esser stata già una variante del piano urbanistico che ha permesso questo. E vanno a toccare la parte culminale del monte Cimoi (Simon nella immagine) 2100 metri di altitudine. Oltre questa ne sono previste altre due, già progettate, che nel disegno sono segnate in azzurro come la precedente.

Immagine che evidenzia le tre nuove piste sul complesso del Varmost. (Da: https://www.fornidisopra.it/component/k2/itemlist/tag/varmost.html). Questa immagine correda un testo intitolato: “Nuovo Piano di investimenti PromoTurismo” evitando di precisare che i soldi sono pubblici, cosicché uno potrebbe pensare che PromoTurismo sia una società privata che investe capitale anche proprio. Inoltre si capisce che i milioni regionali sono finiti a PromoTurismo, la quale è delegata a costruire sul territorio, ed a gestirlo. (4).

Ma – sottolinea Di Gallo – «è prevista lì anche una seggiovia quadriposto, che va a toccare ambienti che sono già stravolti ma che insistono, è bene ricordarlo, su una malga, quella del Varmost che fu salvaguardata per centinaia di anni dagli avi e che ora subisce questi cambiamenti drastici in favore del turismo di massa. E questi sono i risultati: viene eliminata altra superficie boschiva insieme al suolo forestale, che richiede tempi lunghissimi per esser ricostituito. Inoltre vi sono pure perdita di biodiversità e modifiche al paesaggio».

Il secondo ‘polo’ caldo: Tarvisio.  

«Questa immagine mostra una parte degli impianti esistenti, la pista B del monte Priesnig; poi vi è quella del monte Florianca, ed a destra si vede il Monte Lussari con la pista Di Prampero.

Mappa piste sci Tarvisio. (Da: https://www.dovesciare.it/cartina/tarvisio).

Nel mezzo non c’è una compagine forestale molto densa, molto importante per gli ungulati che vi svernano, cervi e camosci, e per la presenza di arene di canto del gallo cedrone, specie a rischio di scomparsa nelle Alpi. Qualcuno ha pensato di realizzare una nuova pista da sci proprio lì: una pista che parte dal monte Florianca dalla cima, da 1658 metri, e raggiunge gli 800 metri di Piano dell’Angelo. Oltre ai devastanti disboscamenti, in un contesto naturalistico e paesaggistico di notevole rilevanza, ci saranno anche problemi idrogeologici da affrontare, in quanto da queste parti (sulla pista B in particolare) hanno già dovuto intervenire massicciamente a causa di una forte erosione a carico dei terreni argillosi. Quindi questa nuova infrastruttura porterà sicuramente grossi problemi di realizzazione e manutenzione.

Ed infine l’ultimo punto problematico: Sella Nevea. 

 Qui- continua Mario Di Gallo – fu costruita una pista denominata “stadio per lo slalom” verso la fine degli anni ’70, quando a Sella Nevea operava una società privata che, oltre a realizzare diverse strutture alberghiere, gestiva gli impianti sciistici del Canin. la pista in questione si trova su di un versante completamente esposto al sole. Essa è dotata di skilift e, negli anni successivi, fu rettificata a causa di una pendenza che rendeva impossibile la battitura della neve ai mezzi battipista e fu completata con un impianto di innevamento. Sapete quanto è stata utilizzata? Pochissimo, forse una stagione o due ai tempi della “Valanga Azzurra” quando, in occasione dei mondiali di Kraniska Gora, alcuni atleti la usarono a fini di allenamento.

Pista di Sella Nevea. Da: https://it.bergfex.com/bovec-kanin/panorama/).

Ma se errare è umano, perseverare è diabolico. Ma perché dico questo? Perché il nuovo progetto che la Regione vuole portare avanti, è il seguente: partendo dall’ infrastruttura descritta e abbandonata da anni, si intende realizzare una nuova pista con seggiovia quadriposto, che dai 1176 metri della partenza raggiunga i 1500 metri di casera Cregnedul alta. Il versante, attualmente coperto da bosco, è esposto al sole, quindi soggetto a forte energia termica. In questa condizione è lecito chiedersi: quanta neve si potrà produrre? E quanto durerà quella neve? Di conseguenza ha senso investire altri soldi e consumare altre risorse sempre più preziose come acqua ed energia elettrica, per qualche sciatore in più e per pochissimi giorni l’anno?

Ma i piani del Montasio, contigui a malga Cregnedul, dovrebbero essere trattati in maniera davvero diversa e per favorire altri interessi: per esempio potrebbero esser valorizzati per attività outdoor meglio organizzate, come camminate con le cjaspole, sci alpinismo, sci di fondo, sci escursionistico d’inverno, oltre alle classiche attività già presenti d’estate, magari supportate dall’ammodernamento delle strutture (rifugi, casere) già presenti in quota. Insomma si dovrebbe puntare a un  un turismo dolce durante tutto l’arco dell’anno, capace di generare economia da parte di imprenditori  locali (guide alpine, guide naturalistiche, maestri di sci, gestori, ecc.) senza gli stravolgimenti ambientali imposti da grandi infrastrutture volte a catturare il turismo di massa, che resta una chimera indesiderabile per il nostro territorio montano.

Ma la prospettata espansione dei poli turistici montani deve pure fare i conti con il clima che cambia.
E a questo proposito propongo due dati emblematici. Uno è ricavato dal grafico dell’andamento delle temperature medie della pianura friulana secondo i dati ARPA-OSMER, temperature in continuo aumento dagli anni settanta fino ai nostri giorni, senza alcun segno di decrescita.

Il secondo grafico rappresenta i dati delle temperature medie globali previste nei prossimi decenni in funzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Il più ottimista, con emissioni pari a zero,  prevede un aumento massimo di 1,5 ° C nei prossimi decenni; l’altro, continuando le emissioni ai ritmi odierni, prevede invece un aumento di ben 5,3° C entro il 2100. Considerato che il primo obiettivo non sarà raggiungibile, verificato che sulle Alpi l’aumento di temperatura è addirittura più marcato, nell’avvenire di che neve si parlerà? E quanto durerà quella poca neve, naturale o prodotta che sia?

Eurac, istituto di ricerca indipendente di Bolzano, ha prodotto recentemente per tutto l’arco alpino l’analisi di oltre 2000 stazioni nivometriche: dalla Francia alla Slovenia, passando per l’Italia ed il Friuli Venezia Giulia. Cosa dice questo studio? Cose che sappiamo già, ma che Eurac ha dimostrato in maniera scientifica: circa il 45% delle località alpine sotto osservazione ha mostrato una tendenza alla riduzione dell’innevamento rispetto all’inizio di questo secolo, le riduzioni più evidenti si manifestano in primavera, sotto i 2000 metri e sui versanti meridionali delle Alpi. Per quanto riguarda le zone al di sopra dei 2000 m, essendo i punti di rilevamento troppo rarefatti, le analisi rimangono lacunose.

L’innevamento tende a ridursi anche nella sua durata. Sul versante sud-alpino, il periodo d’innevamento è diminuito in media di 24 giorni sotto i 1000 metri, mentre tra i 1000 e 2000 metri è diminuito di ben 34 giorni. Pertanto l’innevamento è diminuito di circa un mese, con problemi pure per gli ecosistemi, per l’alimentazione delle sorgenti, oltre che per l’economia legata agli sport invernali. La causa non risiede nella diminuzione delle precipitazioni complessive, quanto nell’ aumento delle temperature medie che da una parte rendono prevalente la pioggia rispetto alla neve e dall’altra favoriscono la rapida fusione del manto nevoso».

Conclusione.

«Con questa breve relazione mi sono permesso di accennare a quello che nessuno fa ormai: un piccolo bilancio qualitativo (ma sarebbe importante anche quantificare) costi/benefici sullo sviluppo del turismo che guarda con favore solo allo sci alpino. Quali potrebbero essere dunque le ricadute positive per la montagna friulana in rapporto agli investimenti in nuovi imipianti sciistici? Si aumenterebbe di poco il numero di sciatori in più, probabilmente attratti per qualche tempo dalle novità impiantistiche (non vi può essere competizione con i poli confinanti: le Dolomiti e Nassfeld/Pramollo, per citare i più vicini); ci potrebbe essere pure un aumento di posti di lavoro, poco qualificati e stagionali però, e una contenuta crescita dell’indotto. I costi economici, spropositati per quanto riguarda gli investimenti relativi a impianti di risalita e piste da discesa, non potranno mai essere ammortizzati, così come la perdita di ambienti naturali e semi-naturali non sarà compensata; inoltre i costi di manutenzione e di gestione ordinaria già ora, per tutti i poli montani, sono a completo carico della finanza pubblica, e a seguito della prevista espansione cresceranno ulteriormente. Nel bilancio occorre considerare anche altri fattori di costo meno noti: perdita di biodiversità e di suolo forestale, dissesti idrogeologici che dovranno essere contrastati, maggiori consumi di acqua ed energetici (corrente elettrica per impianti di risalita e di innevamento, gasolio per i mezzi battipista, …) e, cosa più importante, modifica irreversibile di un paesaggio la cui gradevolezza è stata resa tale da secoli di manutenzione conservativa e minuziosa da parte dei montanari.

A questo punto è lecito chiedersi: a chi giova tutto questo? Ognuno può cercare di dare una risposta, non senza riflettere però sul fatto che da una parte gli interventi turistici (servizi importanti, ma non essenziali) stanno passando in mano pubblica, mentre dall’altra la sanità, servizio pubblico essenziale per un milione e duecento mila abitanti di questa regione, sta andando spedita verso la privatizzazione»

Laura Matelda Puppini.

Registrazione e trascrizione dell’intervento di Mario Di Gallo all’incontro sul turismo montano a Tolmezzo il 26 luglio 2022 di Laura Matelda Puppini, TESTO MODIFICATO DA MARIO DI GALLO, CHE CALDAMENTE RINGRAZIO, PER PRECISARE IL SUO INTERVENTO, IL 31 AGOSTO 2022.

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Note.

1 – Il testo della legge, definita n. 11 del 2 agosto 2022 è leggibile in:  https://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=28565:fvg11_22&catid=27&Itemid=137.

Note sull’iter sono presenti in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiLista.aspx, in particolare: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/IterLeggi/IterLeggiDettaglio.aspx?Leg=5&ID=1926

La relazione di minoranza presentata da Enzo Marsilio è leggibile in: https://gruppopdfvg.it/consiglieri/marsilio-enzo/marsilio-relazione-di-minoranza-ddl-169/.

2- Queste le dichiarazioni dell’assessore Sergio Emidio Bini, nato a Latisana, per inciso, e presentatosi sia ad Udine che a Trieste, il 13 luglio 2022, all’approvazione di detto testo di legge, che qualcuno ha anche chiamato ‘legge Bini’: «Udine, 13 lug – “Ringrazio l’Aula per l’importante lavoro svolto in queste settimane e in particolare nelle ultime ore con il quale è stato impresso un contribuito significativo nel riscrivere, migliorare e rendere politicamente più rilevante questo disegno di legge. Ora la Regione si è dotata di strumenti gestionali efficaci e innovativi che consentono di valorizzare i poli montani in tutte le stagioni turistiche dell’anno”. (…).
Nel commentare alcune specifiche previsioni normative Bini ha evidenziato come “sia stato deciso di ricomprendere nel perimetro di competenza di PromoTurismoFVG impianti importanti e una serie di eccellenze della montagna del nostro Friuli Venezia Giulia […].
Ma quello che Bini considera uno degli aspetti qualificanti della legge, che abroga la precedente norma del 1981 è la previsione del Piano neve quale strumento urbanistico di cui è stata ribadita la natura giuridica e i cui effetti si esplicano a livello sovracomunale (di fatto il Piano costituisce variante urbanistica ai piani comunali).” (…)».  (https://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act;jsessionid=362B6D1B94C1F71CC90AD0F2FBB40834?dir=/rafvg/cms/RAFVG/&nm=20220713174806005).

3 – Allegato A alla legge 11 del 2 agosto 2022, firmata da Fedriga.

4- Il testo a cui è collegata l’immagine è il seguente: “Tre nuove piste e una seggiovia, PromoturismoFVG investe ad alta quota Entro il 2023 saranno completati altri 7 km di tracciati sopra i 1700 metri. Previsti investimenti per 6 milioni di euro: così si amplierà la stagione invernale nel comprensorio sciistico più alto del Friuli Venezia Giulia”.

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L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle che si trovano al suo interno. L.M.P. 

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