Ho visto l’ immagine, pubblicata sul Messaggero Veneto in data 13 febbraio 2016,  di un documento a cui il quotidiano locale e non solo danno notevole valore, e mi sono posta molte domande.

Detto documento proviene, secondo il noto quotidiano locale, dalla Farnesina, cioè dalla sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ora la Farnesina ha un archivio storico, ma relativo a Documentazione Storico Diplomatica, come si evince da: “Farnesina. Documentazione Storico Diplomatica – Archivio Storico Diplomatico, in: http://www.esteri.it/mae/it/ministero/servizi/uapdsd/storico_diplom.
Non capisco quindi come questo documento possa essere finito lì, non avendo come oggetto aspetti diplomatici o di politica estera, ma una ipotesi di assassinio, direi di strage locale. Infatti, «l’Archivio Storico Diplomatico (sezione III), si occupa della conservazione, del riordinamento e dell’inventariazione della documentazione storico diplomatica prodotta sia dagli Uffici centrali del Ministero sia dalle Rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero e ne assicura l’accessibilità nei limiti della consultabilità. Conserva inoltre gli originali degli atti internazionali». (Ivi).

Per poter accedere all’archivio e consultare i documenti, nonché chiederne fotocopia, esiste una prassi definita. Per accedere ai servizi della Sala Studio dell’Archivio Storico Diplomatico è necessario registrarsi al portale. All’atto della registrazione gli utenti devono allegare copia in dei seguenti documenti:
documento di identità;
lettera di presentazione del professore universitario o dell’ente che commissiona la ricerca.

Vorrei sapere quale professore universitario o quale ente ha commissionato la ricerca e per quale motivo. Inoltre mi chiedo l’oggetto della ricerca, cioè cosa andavano a cercare alla Farnesina i ricercatori, ed in particolare il professore universitario o l’ente inviante e perché chi ha messo a posto l’archivio, dato che le carte non ordinate non sono consultabili, non ha avvisato subito le autorità di polizia del contenuto del documento, se non lo riteneva una informativa o una semplice nota sul “si dice” o una parte di una pratica archiviata e quidi senza seguito? Inoltre l’inviante, se sapeva già dell’esistenza del documento, perché non ha avvertito nessuno, visto il contenuto, tranne il signor Urizio? A parte il fatto che qualcuno dice che non sia ricerca recente. 

Comunque in quale sezione dell’archivio si trovava il documento?

Ma passiamo al documento.

Non posso entrare nel merito della autenticità dello stesso, comunque pare proprio fuori posto, perché non è relativo a rapporti con l’estero.
Infatti una immagine fotografica o fotocopia non danno informazioni certe su carta, timbri, inchiostro, ecc. relativi al documento. Inoltre il documento in questione ha tre cancellature fatte con sostanza nera, che dovrebbe essere, vista la data, inchiostro ma dall’immagine così riprodotta potrebbe essere anche pennarello o che ne so. Sotto pare si vedano le parole cancellate relative alla zona ove dovrebbero esser sepolti i cadaveri e alla popolazione che sostiene di conoscere il fatto, in sintesi alla fonte ed al luogo il che non è poco, è tutto. Perché sono state cancellate e da chi? Se si tratta di un documento ufficiale è gravissimo, e su fatti così gravi non si possono fare illazioni. Inoltre allora si cancellava il più delle volte un errore di battitura con la stessa macchina da scrivere, e se il documento avesse avuto valore ufficiale le cancellature sarebbero state firmate a lato dallo stesore del documento per approvazione.
A me quindi pare una informazione scritta così, senza seguito, dopo forse brevi indagini, di cui l’ente ricercatore o l’università inviante avrebbero dovuto sincerarsi.

Analizzando il documento si nota che vi è scritto: Oggetto: Trasmissione notizie “ERMETE”. La missiva è poi inviata all’Ufficio informazioni – 3^ sezione (non si sa di chi). L’intestazione è “Ufficio Informazioni – Nucleo stralcio 1^ sezione gruppo speciale”. Da una mia velocissima ricerca i nuclei stralcio appartengono all’ E.I., agli alpini, ma non sono un’ esperta in materia.
Ma in particolare “ERMETE” chi è? Sarebbe importante saperlo.

Sui contenuti poi ci sarebbero molte osservazioni da fare.

Bisognerebbe come prima cosa verificare altre fonti. Un caso così grave non può avere solo una fonte, perché pare allora una bufala, cioè un’ informazione falsa.
800 cadaveri puzzano, ed anche 200 perdio, attirano animali ecc. ecc. e poi dove potrebbero trovarsi? Si parla di foiba e fossa comune, ma dove? A Rosazzo che non è sul Carso? E chi sarebbero stati i morti e quando sarebbero stati uccisi? In fosse comuni credo siano stati gettati anche militari morti nella prima guerra mondiale, tanto che vi è un monumento al milite ignoto. E come si fa a sapere con certezza che furono Vanni e Sasso senza neppure processo? E quando sarebbero stati in zona? E avrebbero fatto un eccidio di tali proporzioni senza esser fermati essendo in due? Forse se lo sono chiesti anche coloro che, credo proprio intelligentemente, hanno archiviato il documento, che non si sa se avesse allegati o pratica relativa.

Ho scritto queste righe per approfondiere il dibattito e per far capire come non basti trovare un “documento” …

Laura Matelda Puppini

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