Da qualche mese sento parlare del progetto che prevede il tracciato in gran parte nuovo, in piccolissima parte rivisto, che dovrebbe andare da Sostasio a malga Tuglia fino a Sappada, definito come: “Lavori per la realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria Sostasio – Monte Talm – Casera Tuglia – Confine Veneto”, ed ho trovato che fu proposto dall’Uti della Carnia, presumibilmente nel settembre od ottobre 2017. Quindi esso è giunto, come ipotesi, al Consorzio Boschi Carnici, perché interessava terreni di sua proprietà, con nota prot. 15339 del 27/10/2017 e detto Consorzio, con delibera del Consiglio di Amministrazione n. 74 dell’11 novembre 2017, lo ha approvato, concedendo terreni di sua proprietà a titolo gratuito e motivando la sua delibera semplicemente così: «considerata la rilevanza dell’intervento, in termini di aumento della possibilità di utilizzo dei beni forestali, di protezione ambientale e di fruizione generale del territorio». (2579. PDF. Delibera 74/2017. https://www.consorzioboschicarnici.it). Ma forse questa è anche la motivazione riportata dall’Uti della Carnia per la richiesta di contributo alla Regione sulla base del  programma di sviluppo rurale (P.S.R).  2014-2020.

Per quanto riguarda terreni interessati dall’opera, l’UTI della Carnia aveva individuato la seguente linea di condotta per il rispetto del requisito di ammissibilità di cui all’art. 8 comma 2 lett. b) (vale dire del titolo a intervenire su fondi di proprietà altrui): – consenso del proprietario, se bene pubblico (comune o uso civico); – avvio delle procedure di esproprio, se bene privato». (Ivi). 

Quindi sempre detto Consorzio Boschi Carnici, chiamato in causa perché proprietario di alcuni terreni, aggiungeva, con delibera 22 del 13 marzo 2018. all’elenco di quelli già concessi perchè interessati dall’opera, pure il mappale catastale 12, del foglio 14 del Comune di Rigolato, omesso per errore. Nel verbale di deliberazione, si tornava poi a precisare che le particelle concesse dal Consorzio Boschi Carnici venivano dati in uso gratuito «per un periodo minimo non inferiore a quello di impegno previsto dal bando di cui alla Misura 4.3.1 del P.S.R. 2014-2020», e si autorizzava il Presidente alla sottoscrizione di tutti gli atti necessari alla presentazione della domanda di contributo all’Amministrazione Regionale da parte dell’UTI della Carnia, che veniva definita, ancora una volta, come proponente. (2726.PDF. Consorzio Boschi Carnici, delibera N. 22 del 13 marzo 2018, in. . https://www.consorzioboschicarnici.it).

Un ulteriore documento relativo a questo progetto fortemente impattante a livello ambientale, di cui ho trovato traccia è l’appalto del Progetto. Infatti in: http://www.serviziassociaticarnia.it/trasparenza/DatasetAppalti/L190_2018_1234.xml, si legge che, con affidamento in economia e affidamento diretto, era stata aggiudicata presumo la progettazione di lavori per realizzazione dell’infrastruttura viaria “Sostasio – Monte Talm – Casera Tuglia  – Confine Veneto” nei comuni di Prato Carnico, Comeglians, Rigolato e.” (forse quella ‘e’ è presente per poter aggiungere Sappada, passata al Fvg, ufficialmente, il 7 dicembre 2017 o per aggiungere poi Ovaro, o per …), a Alessio De Crignis, che non consta, da questa fonte, esser allora laureato.

Quello che stupisce, però, è che l’aggiudicazione di un lavoro che coinvolge più comuni e così impattante, sia avvenuta “con affidamento in economia e affidamento diretto”, parificando una opera di questo tipo all’acquisto di software, al ripristino di componenti meccaniche danneggiate in una centralina, e via dicendo, senza gara.

E per chi non lo sapesse, «gli affidamenti diretti rappresentano l’80% dei contratti del mercato pubblico e sono procedure di scelta del contraente in cui il contratto è aggiudicato ad un singolo offerente senza lo svolgersi di una fase competitiva e per la quale quindi non esiste notizia». (https://contrattipubblici.org/aziende/casi-uso/affidamenti-diretti).

E io credo che ci voglia non poca fantasia a ritenere un progetto che tocca e sfregia paesaggi, montagne, territori alla stregua dell’acquisto di un bene o della fornitura di un servizio, che possono  essere fatti in economia e con affido diretto, cioè senza gara. Insomma un progetto ambientale comunque impattante, non può essere, a mio avviso, paragonato all’acquisto di qualche secchio e moccio per le pulizie. Con questo non voglio dire che non sia legale, non so infatti se lo sia o meno, e se l’Uti è ricorsa a questa formula presumibilmente lo è, ma è profondamente eticamente discutibile ed anche da un punto di vista razionale e di buon senso. Ma se erro correggetemi.  

Ed il progettista, Alessio De Crignis, ha avuto pure dei tempi precisi per ‘la consegna della merce’: l’ordine del progetto “Lavori per la realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria Sostasio – Monte Talm – Casera Tuglia – Confine Veneto”gli è stato infatti affidato il 31 dicembre 2018 ma con l’obbligo di consegnarlo entro il 30 settembre 2019. (http://www.serviziassociaticarnia.it/trasparenza/DatasetAppalti/L190_2018_1234.xml).

Nell’atto del conferimento dell’incarico in base alla legge 190/2018, non si parla di perizie di alcun tipo ma solo del rientrare dell’opera fra quelle finanziate dal ‘Programma di sviluppo rurale 2014-2020. – Infrastrutture viarie’. Ma non esiste solo questo progetto nella richiesta dell’Uti carnica di finanziamento con fondi PSR 2014-2020:  esistono pure altre opere che mi si dice siano ambientalmente impattanti, anche se forse non allo stesso modo, appaltate sempre in economia ed con appalto diretto dall’Uti della Carnia:
1 – I lavori per realizzazione della infrastruttura viaria “Rio Spin – Pumie”, in Comune di Tolmezzo, affidati a Carlo De Colle, dottore forestale;
2 – I lavori per realizzazione infrastruttura viaria “Agar di Montutte-Visinas-Fielis” nei comuni di Sutrio, Arta terme e Zuglio, affidati, con incarico professionale a Matteo Corradin;
3 – I lavori per realizzazione l’infrastruttura viaria “Valdajer – rio Major, in comune di Treppo-Ligosullo, affidati sempre a Alessio De Crignis;
4 – I lavori per realizzazione infrastruttura viaria “Mediana – Molini – Scalotta – Giaveada” di accesso alle malghe ed alle particelle boschive di produzione […] affidati a Fabrizio Adami;
5 – I lavori per realizzazione infrastruttura viaria “Casera Valbertat bassa – Plan das Cuardas (bivio per casera Cordin grande)” e dei tratti per casera Cordin gr”, affidati a Giorgio Mazzilis;
6 – lavori per realizzazione infrastruttura viaria “Bosch da Pieria 2° lotto” in comune di Ravascletto,  affidati, con incarico professionale, al dott. Fabio Troiero, dottore in forestale.
E spero di averle elencate tutti.

Ora io non ho nulla contro professionisti che si trovano affidato loro un incarico direttamente, senza gara, ma, umanamente  mi chiedo chi fosse allora presidente dell’Uti della Carnia poi Comunità della Montagna, e se non erro era Francesco Brollo. Ma magari queste scelte, sulla cui legittimità io non posso dire nulla perché non sono una laureata in legge, forse sono figlie di qualche ufficio. Per cortesia qualcuno mi potrebbe dire qualcosa nel merito, facendomi fugare qualche dubbio?

Ora il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, ha un obiettivo: coltivare un futuro sostenibile. Ma come lo si può fare con una strada ampia 3,5 metri, sul progetto, costruita al posto di un bel sentiero, per realizzare la quale si devono tagliare alberi, sfigurare l’habitat, portare magari poi asfalto ed anche cemento in quota, che distrugge paesaggi stupendi, disturbando la flora e la fauna? Marco Lepre, che si è portato non una sola volta sul posto, parla di criticità dell’opera in particolare nel tratto che va da Malga Chiampizzulon a Malga Tuglia, passando per malga Cjampiùt di sopra, ormai ridotta a pochi resti (https://camminateinfriuli.altervista.org/itinerari-ud/122-piani-di-vas-casera-tuglia-e-rifugio-chiampizzulon.html) di strada parzialmente in quota che rovinerebbe definitivamente il paesaggio e l’ambiente, e non è il solo.

Inoltre dove ora si transita su di uno stretto sentiero fra larici, avverrebbe la distruzione del bosco per far passare una larga strada. Infine vi era chi parlava, ma non so se a vanvera o meno, di utilizzo pure di fondi Vaia per questo progetto, ma non consta dalla documentazione, e quelle sono montagne che non hanno risentito per Vaia o per il bostrico, da che mi dicono. Da giovane ho percorso anch’io a piedi, più volte,  il tragitto che porta da Piani di Vas a Cima Sappada, e me lo ricordo come un po’ lungo ed un po’impegnativo per me ma molto bello. Si andava allora a raccogliere mirtilli, con Mina, con Maddalena, mie cognate, con i bimbi, con altri. Perchè mio marito è di Rigolato, è un ‘Candido’ e queste sono le sue montagne, quelle che percorreva pure con la gna’ Emma e sua madre Elsa, sempre alla caccia di qualcosa, mai “di bant”. 

Non solo: lungo il percorso si incontrano due grandi ghiaioni, che potrebbero sommergere subito, lungo il loro percorso, la nuova strada, vista la quantità di materiale che trasportano. A questo problema si vorrebbe ovviare con due  tombotti, narra chi ha visto il progetto, che ad alcuni sono subito parsi davvero inadeguati.

Ma poi perché rovinare un percorso tra prati e boschi, interessante per la flora, la geologia, la fauna, descritto, in tutta la sua meraviglia, nel libretto “Piani di Vas > Talm > Pleros, edito da Forum nel 2002, e voluto dal Comune di Rigolato? Non lo so: uno stradone che turisti volete che attragga? Forse quelli delle moto con e senza targa, quelli delle auto da cross, che riescono a farsi odiare da noi, che in questo territorio abitiamo, e che si sentono spesso ‘paron son mi’. E penso pure che, una volta fatto lo stradone, magari giungerà uno con un ombrellone o un caravan a vendere bibite, e il fu bosco si trasformerà in un immondezzaio, e lo scempio sarà concluso. Così prenderemo la valigia, e ricordando per l’ultima volta lo slogan: “Io sono Fvg”, ce ne andremo in Slovenia, con una medaglietta con scritto “Io sono cosmopolita”.

E questo scempio risponderebbe ai dettati dello sviluppo e del turismo sostenibile? O tempora, o mores! Ma forse c’è ancora chi, qui in Carnia, avendo un’ottica vetero-testamentaria, penserà : “Une strade a sta simpri ben!” e “Baste ca detin i becjùz”. Io però spero di no, anche dopo aver letto le proposte dei carnici per in piano paesaggistico regionale. (Cfr. https://www.nonsolocarnia.info/piano-paesaggistico-regionale-e-richieste-della-popolazione-carnica/).

Inoltre nella pagina della Regione Friuli Venezia Giulia, dedicata al PSR, cioè programma di sviluppo rurale, io non ho trovato assolutamente che detto programma sia dedicato a stravolgere con nuove strade l’ambiente montano, e per inciso bisogna tener conto che Malga Cjampizzulon è già raggiungibile con le auto da Piani di Vas, e che non vi sono in quelle zone attività di alcun tipo né, vista l’altitudine, grosse possibilità di esbosco. Non solo: non ci sono neppure terre da coltivare o prati da falciare: è montagna, ed in certi tratti alta.

E il PSR è dedicato agli agricoltori (non per nulla si chiama rurale e non montano), e vorrei proprio sapere chi vi ha inserito i “Lavori per la realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria Sostasio – Monte Talm – Casera Tuglia – Confine Veneto”, tra quelli da finanziare con il PSR, anche se ovviamente può essere tutto legale e magari qualcuno ha pensato di ben operare.  (https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/economia-imprese/agricoltura-foreste/psr-programma-sviluppo-rurale/).

Secondo Marco Lepre e non solo, poi, l’impatto sul paesaggio, in un tratto, sarà devastante. Infatti, ad Ovest del Rifugio Cjampizzulon la nuova strada taglierà un ripido versante, (che per inciso dovrà essere sostenuto) e sarà visibile da tutte le località poste in riva sinistra del Degano (Frassenetto, Sigilletto, Collina, Collinetta e Givigliana), apparendo come una tosatura fuori posto.

Infine Radio Studio Nord ha pubblicato, il 20 maggio 2022, un lungo articolo dedicato alle infrastrutture forestali in Carnia. In esso si legge che il 26 aprile, nella sede della Regione a Tolmezzo, si è svolta una riunione tra il Direttore del Servizio foreste e corpo forestale regionale Rinaldo Comino, l’ispettorato forestale di Tolmezzo e la stesso ente sovracomunale, con l’obiettivo di capire lo stato di avanzamento delle contribuzioni relative al PSR 2007-2013 misura 4.3.1 (sostegno per investimenti in infrastrutture necessario all’accesso a terreni agricoli), per stringere le maglie attorno al tema della viabilità forestale.

Sono 5 i progetti che la Regione Fvg ha finanziato alla Comunità di Montagna, con uno stanziamento di oltre 4 milioni e mezzo di euro e che permetteranno di realizzare oltre 50 km di infrastrutture forestali:

1 – Realizzazione infrastruttura viaria “Rio Spin Pumie” in Comune di Tolmezzo;
2 – Realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria “Agar di Montutte-Visinas-Fielis” di collegamento tra i comuni di Sutrio, Arta Terme e Zuglio;
3 – Realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria “Sostasio-Monte Talm-Casera Tuglia-confine Veneto” tra i comuni di Prato Carnico, Comeglians, Rigolato e Forni Avoltri;
4 – Realizzazione infrastruttura viaria “Mediana-Molini-Scalotta-Giaveada” nei comuni di Ampezzo, Forni di Sotto, Sauris e Socchieve;
5 – Miglioramento infrastruttura viaria “Valdajer-rio Major” in comune di Treppo Ligosullo. (https://www.studionord.news/stanziati-oltre-45-milioni-di-euro-per-le-infrastrutture-forestali-in-carnia/).

Ve le ricordate questi progetti? Sono quelli che sono stati inseriti nel PSR, programma di sviluppo rurale 2014- 2020 dall’Uti della Carnia nel 2017, quelli appaltati con affidamento in economia e affidamento diretto, quelli di cui non sappiamo se sia stata fatta valutazione geologica, di impatto ambientale (Via), o valutazione ambientale strategica (VAS). E a chi gioveranno? Non a noi ed al Fvg, ve lo dico io senza essere una Cassandra. I turisti fuggiranno dalla Carnia più che ritornarvi, tranne forse i motociclisti con e senza targa e quelli delle auto da cross che felici scorrazzeranno, senza portare alcun benessere a noi, e neppure due lire, creando un turismo per nulla sostenibile, molto impattante e ‘mordi e fuggi’.

Non sono la sola, poi, ad aver letto o sentito che qualcuno, forse resosi conto dell’inutilità del progetto di “Realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria Sostasio-Monte Talm-Casera Tuglia-confine Veneto tra i comuni di Prato Carnico, Comeglians, Rigolato e Forni Avoltri”, ha ipotizzato di trasformare detta strada in un percorso per bici elettriche. Ma questa ipotesi non è possibile per buon senso: chi andrebbe infatti a fare chilometri e forti dislivelli che comportano forti pendenze sia in salita che in discesa, con una bici elettrica che pesa e ora deve pure avere la targa? Inoltre dovrebbe portarsi molta acqua e cibo, perché i paesi sono distanti ed il percorso lungo. Non gli anziani, che, se possibile, amano ancora raggiungere a piedi qualche luogo o rifugio, non i giovani che, se amanti della bici e molto sportivi ed allenati, compiono percorsi montani con bici adatta ma non elettrica, non le famiglie che si muovono sì sull’Alpe Adria ma in altro contesto e con paesi ove rifocillarsi ad un tiro di schioppo.

Inoltre in https://www.visittrentino.info/it/articoli/outdoor-estate/e-mtb-istruzioni-per-l-uso, vi è un interessante articolo intitolato: “10 consigli per l’E-mbt” ove E-mbt significa Mountain bike elettrica, che ricorda le 10 regole principali per affrontare la montagna con una e-bike. Bisogna scegliere una bici adatta al peso ed alla taglia personale; prima di partire bisogna controllare che la bici sia efficiente e controllare la posizione dei pedali; è importante consultare le previsioni del tempo, per non imbattersi in forti temporali; bisogna portare con sé una crema solare ma anche una giacca a vento antipioggia ed un cambio di abiti, cibo e qualcosa da bere; bisogna essere allenati e anche una e-bike non sale senza sforzo. Inoltre bisogna valutare bene la durata della batteria. E se volete sapere cosa penso, ritengo che non dobbiamo cercare di far in modo che si moltiplichino gli interventi dell’elisoccorso e del Soccorso Alpino o dei Vigili del Fuoco, costretti talvolta pure a ‘numeri’ da acrobati per salvare uno o l’altro, e che incidono economicamente parecchio sul budget di una Regione che per noi, stanziali fra i monti, non ha neppure un paio di ambulanze in più la notte e il servizio di guardia medica.

Ed in Europa, nel contesto della mobilità sostenibile, non si parla di sport con bici, ma della bicicletta per muoversi, ed allora le pendenze non possono essere forti ed i percorsi devono essere in fondovalle il più possibile. Anche per la Carnia esiste il BICIPLAN – Patto Territoriale e intesa per lo sviluppo 2017-2020, la cui relazione tecnica è datata 2019 (Programma comprensoriale per la mobilità lenta su viabilità ciclopedonale), firmato da Emmequadro di Tolmezzo, e richiesto dall’Uti della Carnia, dove però si legge che la pendenza media dei percorsi ciclabili deve essere inferiore al 5%, il tracciato più ampio di 2,5metri, e la pista deve essere locata in prossimità ai centri urbani.

Ho scritto questo articolo solo per dare qualche elemento ai miei lettori ed amici per riflettere e, se possibile, agire per fermare o almeno modificare il progetto “Lavori per la realizzazione e miglioramento infrastruttura viaria Sostasio – Monte Talm – Casera- Tuglia – Confine Veneto”, che stravolge luoghi bellissimi ed anche in alta quota. E che Dio ci aiuti.
Senza voler offendere alcuno, e se non ho capito bene correggetemi.  

Laura Matelda Puppini.

L’immagine ritrae il paesaggio della piana del Tuglia ed è stata da me scattata negli anni ’80. L.M.P.

 

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