Ovovia. Cos’è questa costosissima nuova moda di trasporto urbano aereo?

Inizio questo articolo scrivendo che io neppure sapevo cosa fosse una ovovia, ma il nome mi rimandava a qualcosa di aereo e chiuso, con persone stipate, che ad una anziana come me fa pensare che sia preferibile andare a piedi. Perché più divento vecchia, più diventa complicato per me salire o peggio scendere, per esempio, da mezzi di trasporto dall’altissimo ultimo scalino, quasi che una persona non alta, non dalle gambe lunghe, dovesse imparare prima a snodare l’articolazione dell’anca per poi affrontare i mezzi pubblici. E credetemi, dico questo con cognizione di causa. Inoltre ogni tempo ha le sue mode, di cui però si deve anche diffidare, anzi, ora più che mai.

A favore del tram di Opicina e del parco del mare, della ‘ Rampigada e del Polo scientifico.  

Parallelamente ricordo con nostalgia la tramvia di Opicina che utilizzavo per andare al lavoro, tanto amata dai Triestini ed attualmente fuori uso, simbolo della città e che molti vorrebbero ripristinata, ed a cui è dedicata la vecchia canzone popolare: “El tram de Opcina”.  Inoltre il tram, con cremagliera e a scartamento ridotto, veniva preso anche da turisti, che ne apprezzavano il tragitto, la novità, la notorietà (1).  Nel 2016 però detta via di trasporto è stata chiusa, ma ora sono stati fatti dei costosi lavori, da quanto mi narra un amico triestino, per ripristinarla vista, appunto, anche la notevole domanda turistica. (2). Inoltre egli si chiede pure perché non si acceleri il progetto del ‘parco del mare’ ipotizzato per il 2024. (3). Ma certamente darebbe lustro alla città, secondo altri amici, potenziare e palesare anche con mostre ed attività didattiche il prestigioso ‘polo scientifico di Trieste’, perla nazionale di respiro europeo e mondiale. (4).

Invece di cosa si parla in questa nostra regione per Trieste, che io amo? Di una ovovia per il trasporto pubblico. E vi garantisco che la prima cosa che mi sono chiesta è cosa fosse detta novità, da dove saltasse fuori questa ‘inutile e costosissima genialata’ inserita, non si sa come, nel piano urbano della mobilità sostenibile, che rovinerebbe totalmente il paesaggio e renderebbe difficoltoso, per la popolazione anziana di Trieste, lo spostarsi con i mezzi pubblici, il cui parco, magari e invece, dovrebbe venire rinnovato e ripensato. Ma cosa volete: nuova amministrazione regionale che viene eletta, novità strane che trovi, per distinguersi, per far capire che i precedenti politici non erano all’altezza della modernità e dell’economia emergente, che tutti pensano di conoscere per poi accorgersi dei disastri fatti. Basta vedere in sanità anche le innovazioni di Serracchiani – Telesca a cosa hanno portato, poi continuate dalla giunta Fedriga – Riccardi che ha orientato la sanità regionale al disastro più completo. Ma pare che la Regione questa volta sia giunta a riporto, perché il progetto è del Comune di Trieste con fondi Pnrr, il che è ancora più grave perché una giunta comunale dovrebbe conoscere la città. Però la Regione ha già dato la sua benedizione all’inutile e già nata per essere perdente, opera, tramite l’assessore Roberti, mentre alcuni consiglieri regionali hanno palesato il loro parere contrario. (5).

Tram Trieste-Opicina; carro no. 406 in sezione funicolare a Sant’Anastasio. (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7c/Trieste-Tram-Opicina-91.jpg/1280px-Trieste-Tram-Opicina-91.jpg. https://commons.wikimedia.org/wiki/User:Nol_Aders).

Il progetto dell’ovovia.

Questa è la presentazione del progetto che, come il solito, non tiene conto di tutta una serie di aspetti pratici, metereologici (bora, velocità e direzione del vento etc.), di vie strette con palazzi alti, della composizione della popolazione, del numero di persone che si spostano con un mezzo pubblico nelle ore di punta, quando certe volte non è possibile neppure all’autista di autobus, dai miei ricordi, aprire le porte del mezzo per far salire altre persone. «Il presente studio preliminare prevede la realizzazione di una viabilità alternativa per l’accesso alla città di Trieste attraverso l’installazione di un sistema funiviario a basso impatto ambientale che colleghi i poli di Opicina con la città di Trieste, attraverso lo sfruttamento di un corridoio preferenziale all’interno dell’area del Porto Vecchio» – si legge sulla presentazione del progetto. (6).

L’idea progettuale consiste in una piattaforma integrata per la mobilità sostenibile attraverso l’introduzione di un sistema di trasporto pubblico ibrido ed innovativo che permetta la riduzione di inquinamento e la congestione degli assi viari.

L’obiettivo, incoraggiando il dialogo fra porti e contesti urbani, fra comunità residenti e flussi in transito, è quello di dimostrare che la mobilità, nelle sue molteplici espressioni e implicazioni, può rivelarsi per le città di mare un elemento cruciale per incrementare la capacità attrattiva, per stimolare la crescita e migliorare la qualità della vita delle persone.

Da quello che si sa, la Commissione Europea ha approvato il progetto che, nel 2020, è arrivato al secondo posto al premio nazionale Goslow. Quindi è iniziato l’iter di richiesta di finanziamento che è stata trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 12 gennaio 2021 e, da quello che si sa, il Ministero ha approvato il progetto finanziandolo, nell’ambito dei fondi PNRR per un importo di 48 milioni di euro (7), che potrebbero servire più utilmente per aggiornare i mezzi esistenti, se obsoleti, ed a studiare forme più realistiche di pubblica viabilità, senza fare doppioni con la tramvia. Infine bisogna, quando viene approvato un nuovo progetto, valutarne anche i costi di pulizia e manutenzione e l’impatto, in questo caso temo orrido, con il paesaggio.  

Esempio di cabina di cabinovia. Fra strutture di sostegno e via dicendo, si capisce il forte impatto ambientale di opere di questo tipo, in particolare poste in una città fra il monte ed il mare. (https://www.triesteallnews.it/2021/11/ovovia-adesso-trieste-10-motivi-per-non-sprecare-48milioni-di-euro/).

E non dovete pensare che Opicina sia una grande meta turistica: è un paesotto dell’altipiano, senza attrazione alcuna, con molte ville private ed il ‘Villaggio del Fanciullo’ ora pare lottizzato, e con ipotesi di nuova urbanizzazione e, se non ci fosse la tranvia, nessuno ci andrebbe, basta vedere le foto che la propagandano.  Inoltre non ha le strutture recettive che ha la città, per tutte le tasche, e non è posta sul mare. Non da ultimo, Trieste è città godibile anche girando il suo centro a piedi. Ma pare si sia pensato al turista che, in 5 minuti, potrebbe raggiungere l’altopiano da Barcola (8), che è caso rarissimo. E poi questa soluzione è una di quelle dettate dalla modernità: in 5 minuti qui, in 5 là, e favorisce un’ipotetica tipologia di turista, non ancora verificata. Non solo: essa sposta verso l’asse Barcola- Opicina l’interesse della città, che è concentrato, in via prioritaria, intorno al colle di San Giusto con la sua cattedrale ed il castello, e a piazza Unità d’Italia.

E un amante della bicicletta può pure percorrere la strada normale che da salita di Gretta porta sull’altopiano, o la strada vecchia, peraltro ben tenuta, così descritta: «Nella città delle scale la via denominata “Scala Santa” non ha nemmeno 1 gradino né mai l’ha avuto. Vari articoli su internet spiegano (usando le stesse medesime parole e virgole) come il nome “scala” derivi dallo slavo e significhi “roccia”. Quindi scala santa è come dire roccia santa e santa perché ricca di acqua. Quella che poi troviamo giù, a valle, tant’è che la piazza dove sorge la chiesa di Roiano (Chiesa Santi Ermacora e Fortunato) si chiama “Piazza tra i Rivi”. E di questi rivi faccio cenno nell’articolo generale su Roiano. La via inizia dove c’è il capolinea del 5 – oggi bus, ieri filobus, l’altro ieri tram – e arriva fin su all’Obelisco, proprio davanti all’ex Hotel, toccandosi con la fine dell’altra via sorella, la via Bonomea. La strada è vecchia, risale alla notte dei tempi ed era l’unica strada che collegava Opicina con la città. Solo poi vennero le varie vie Bonomea, Commerciale fino alla recentissima Fabio Severo. È anche la via più corta e per essere corta ha la necessità di essere ripida. La sua fortissima pendenza le ha dato, in tempi recenti, l’opportunità di diventare il percorso della “Rampigada”, competizione ciclistica dove uno scalatore per eccellenza come Charly Gaul (mitico nel ‘56 sul Bondone sotto la tormenta) ci sarebbe venuto subito e di corsa. La Rampigada, nata nel 2011 come scommessa tra pochi amici, chissà che non diventi tra una ventina d’anni la Barcolana del ciclismo.». (9).

Inoltre, una volta raggiunto il piazzale dell’obelisco, uno può recarsi al Santuario di Monte Grisa sia a piedi che in bicicletta, o raggiungere l’estesa parete di roccia. Ed anche ‘la Rampigada’ potrebbe venir seriamente compromessa dalla presenza di una cabinovia, dalle sue strutture e dal suo rumore, disincentivando una attività sportiva che Trieste tenta di lanciare.

Locandina reclame della ‘Rampigada’ 2022, tra Roiano e l’Obelisco, che si terrà il 18 settembre. (Da: https://www.spiz.it/rampigada-santa).

E se i triestini non vogliono proprio l’ovovia, questo obbrobrio, hanno ragione. Perché costa tanto e non se ne vede l’utilità, e rischia di finire come quella di Calatrava. «La «amano» soprattutto gli ultras calcistici internazionali in visita a Venezia. Dai russi del Rotor di Volgograd, ai giapponesi dell’Urawa, passando per gli irlandesi del Coleraine. Perché l’ovovia per il passaggio dei disabili agganciata al ponte di Calatrava da anni e rimasta lì – dopo un collaudo di qualche mese non andato a buon fine – a questo ormai serve. È diventata infatti una sorta di “bacheca” sferica dove i turisti di passaggio – soprattutto giovani – appendono i loro adesivi». (10).

I molti motivi per dire NO all’ovovia triestina.

A Trieste si è anche formato un comitato contro l’ovovia, che ha pure prodotto un opuscolo  intitolato: “Dossier tecnico: le ragioni del no all’ ovovia” (11) leggibile e scaricabile dalla rete, predisposto da professionisti per divulgare le tematiche e le analisi tecniche che motivano l’opposizione alla realizzazione dell’Ovovia, finanziata con fondi europei, ‘Civitas Portis’.  Da esso si viene a sapere che il progetto è del Comune di Trieste e che prevede di «attraversare con un tratto orizzontale la zona monumentale e di archeologia industriale del Porto Vecchio fino al Park Bovedo, a Barcola, e poi salire in linea retta per superare il dislivello di circa 350 mt, e arrivare a Campo Romano». (12).

1 – Un primo rilievo deriva dal fatto che detta ovovia è ‘estemporanea’, cioè non è presente nel piano regolatore 2021- 2023 della città, se non per la parte pianeggiante Molo IV – Bovedo, presente nella variate 6 del piano regolatore, approvata «con procedura di Accordo di programma, impedendo le normali procedure amministrative che prevedono la fase di osservazioni e opposizioni da parte dei portatori d’interesse».  (13).

Andrea Lasorte, fotografo. La recentissima manifestazione a Trieste, tenutasi il 17 giugno 2022, contro l’ovovia a cui hanno preso parte dai 1500 ai 2000 partecipanti. (https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/06/17/news/il-comitato-no-ovovia-scende-in-piazza-ecco-la-mappa-del-corteo-di-venerdi-1.41518346).

2- Il progetto è solo in fieri. Infatti «Il progetto di fattibilità presentato dal Comune presenta vistose lacune sotto diversi profili: ambientale, geologico, trasportistico, finanziario, urbanistico.
Per consentire l’impegno dei finanziamenti ottenuti dal PNRR, si devono elaborare ulteriori fasi di progettazione. Il Comune sta avviando i procedimenti per conferire gli incarichi professionali per redigere il progetto definitivo che dovrà essere corredato da specifici studi quali: Valutazione Ambientale Strategica, Valutazione Impatto Ambientale, Valutazione di Incidenza, Indagine Geologica e Sismica, e altresì ottenere le necessarie autorizzazioni da parte di tutti i soggetti che hanno titolo ad esprimersi nel merito: Soprintendenza, Rete Ferroviaria, Regione, ecc. Solo dopo avere espletato questi adempimenti e ottenute le autorizzazioni si potrà approvare». (14).

3- Pare poi che, non si sa perché, se a Pozzuoli hanno sospeso il progetto di una nuova ovovia per ulteriori approfondimenti, invece il Comune di Trieste abbia una gran fretta di portare avanti la realizzazione del progetto invece di ben ponderare, e ha deciso di «procedere con una gara per un appalto integrato che affida all’aggiudicatario la predisposizione del progetto esecutivo e poi, una volta approvato, realizzare l’opera. Va ricordato che il progetto esecutivo, per la particolarità dell’opera e la sua complessità esecutiva, dovrà essere convalidato da professionisti, individuati con apposita gara, terzi rispetto ai progettisti». (15). E Il Decreto di assegnazione dei finanziamenti costringe il Comune ad «assumere entro il 31 dicembre 2023 l’obbligazione giuridicamente vincolante (OGV), per la realizzazione dell’intervento e la sua ultimazione entro il 30/09/24, una scadenza addirittura anticipata rispetto a quella del 31/12/2026, prevista per le altre opere finanziate dal Bando». (16).

Tracciato dell’ovovia di Trieste. (Da: https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2022/02/fvg-ovovia-raccolta-firme-comune-trieste-comitato-48c07f03-2982-4767-adfe-4d4b2258eabe.html).

4- I vantaggi dell’ovovia risederebbero, in teoria, nei presunti lauti guadagni derivati dagli spostamenti dei lavoratori e studenti pendolari, che però non sono poi così realistici in prospettiva (17), e basterebbe far pagare ai turisti un biglietto aumentato per il tram di Opicina, come suggeriva un mio amico, per coprire le spese del suo ammodernamento e volgere ad altro le inutili spese per una impattante ovovia che abbruttirebbe moltissimo la città e che potrebbe risultare inutile, che deve essere costantemente osservata e manutentata, per non far la fine di quella del Mottarone o di quella di Calatrava. E se viene ripristinato il tram di Opicina, (di cui l’ovovia è solo un doppione che non garantisce tempi minori di percorrenza) dall’alto valore turistico, e dato che ci sono gli autobus, quali pendolari volete che prendano l’ovovia, per stare di più (18), stare più stretti, essere più ballerini e pagare di più?

5- Detta ovovia non è inserita in modo alcuno nella rete del trasporto pubblico e pare, ad una come me, solo un capriccio estemporaneo di quattro che la vogliono a tutti i costi, puntando alla fin fine a: quando c’è, qualcuno dovrà prenderla, senza pensare al resto. E se erro correggetemi.

6- Si ritiene che tutto il ricavo dei biglietti della cabinovia, il cui uso principale è previsto nel tratto Molo IV – Bovedo, percorso anche da autobus e percorribile in auto, vada per la cabinovia stessa, senza adozione del biglietto orario in uso sulla rete urbana, ma di un biglietto specifico, e non si prevedono abbonamenti per l’uso del mezzo a fune. (19).

7- L’opera risulta insostenibile economicamente, ed i suoi vantaggi sono stati calcolati senza costi e possibilità di gestione (che se passiva potrebbe togliere denaro al TLP normale) e senza un Piano Economico Finanziario (PEF) globale per un arco temporale definito (30 – 40 anni) (20) e con «l’inserimento dell’accantonamento per manutenzioni straordinarie di 496.153 € che i progettisti hanno previsto dal 2° anno». (21).

8 – Inoltre la costruzione di detta ovovia potrebbe creare seri problemi idrogeologici e negli habitat naturali, con abbattimento di alberi, (in particolare il bosco di Bovedo), mentre «le norme geologiche di piano regolatore evidenziano che in tali zone sono prevalentemente consentite le opere di difesa, di sistemazione idraulica e dei versanti, le opere di bonifica e di regimazione delle acque superficiali, di manutenzione idraulica e di sistemazione dei movimenti franosi, di monitoraggio o altre opere comunque volte a eliminare, ridurre o mitigare le condizioni di pericolosità geologica o a migliorare la sicurezza delle aree interessate». (22). Inoltre l’area interessata dalla cabinovia rientra in quelle ZG1, ad elevata pericolosità geologica. E non consta che sinora il Comune di Trieste e la Regione FVG abbiano richiesto una dettagliata perizia geologica preventiva sui tracciati, ed è tutto demandato al poi.

Insomma secondo me è una di quelle opere che si vogliono fare ad ogni costo, e ce ne sono parecchie in regione, per cui si adotta il pare ‘nuovo modus operandi’ regionale e delle amministrazioni locali impositivo: prima si progetta in via teorica e si appalta, poi si vedrà. E se erro correggetemi.   

Stagno nel bosco di Bovedo. (Da: Acque di Trieste, in: https://www.facebook.com/1762185817345605/posts/stagno-del-bosco-bovedo-con-pelophylax-rana-sp-270419/2380710312159816/).

«È nella fase preliminare del progetto che i proponenti avrebbero dovuto affrontare con massimo rigore lo studio degli effetti che il previsto disboscamento avrà sulle zone geologiche ZG1 ad alta pericolosità di dissesto, avendo cura di dimensionare, tra l’altro, l’incremento del carico idraulico che si avrà sul territorio a valle del bacino idrogeologico che compete al reticolo idrografico di Bovedo» – si legge su ““Dossier tecnico: le ragioni del no all’ ovovia”. (23). Inoltre «il D.M. 11.03.1988 […] (24) prescrive già in fase di fattibilità per opere su grandi aree la redazione di studi geologici e di caratterizzazione geotecnica da estendere a tutta la zona di possibile influenza degli interventi previsti». (25).

9 – I lavori di costruzione dell’ovovia, con il taglio degli alberi che da sempre hanno svolto una funzione frangivento, potrebbero incidere pesantemente sul clima, sulla bora, sul rischio di incendi.  Infatti una ovovia di questo tipo, visti i mutamenti climatici in corso, con distruzione di piante ed alterazione di boschi e flora ed incisività sulla fauna naturale, non può che essere nociva, negli anni a venire, per la città. Non solo: «È molto probabile inoltre che una fascia denudata dal bosco così continua e orientata in direzione Nord-Est faciliti per effetto Venturi l’ingresso e il rinforzo delle raffiche del vento di Bora che ora sono invece rallentate proprio dalla vegetazione». (27). Perché Trieste e la bora sono una cosa sola e può soffiare anche a 200 Km orari, ed io non salirei mai su di una ovovia quando sventa a Trieste.

10 – Non da ultimo, il tracciato dell’ovovia interessa un’area «soggetta alla normativa sulla tutela del paesaggio, regolata oggi dal Dlgs.42/2004 e, nella Regione Friuli Venezia Giulia, dal relativo Piano Paesaggistico Regionale (PPR) nel quale ricade l’Ambito “Carso e Costiera Orientale”. Il Comune di Trieste non si è ancora adeguato al PPR per la sua parte di competenza e dunque vigono tutte le norme di salvaguardia previste dalla legislazione statale e regionale».  (27). E svaluterebbe di molto gli immobili che si trovano sul tragitto.

11- Si ritiene che la cabinovia dovrebbe funzionare, dato che non è previsto impianto di illuminazione, solo quando vi è luce solare sufficiente e quindi d’estate, e la sua costruzione risulta totalmente inutile ed anzi dannosa per Trieste. Non solo: è previsto il funzionamento ad 80 Km orari ma nessuno sa come un impianto monofune possa raggiungere queste velocità, ed i giorni di possibile chiusura per vento forte risultano sottostimati. (28).

Altre cabinovie nel mondo: perchè, dove, e come sono andate a finire alcune.

Lo studio poi termina con la descrizione di alcune cabinovie esistenti nel mondo, e i cui dati di validità rispetto ad altri mezzi di trasporto pubblico sono ancora tutti da elaborare: a Bogotà, con oltre 7 milioni di abitanti, a Città del Messico, con circa 9 milioni di abitanti, a Caracas, con 2 milioni di abitanti. In questi casi la scelta del trasporto aereo è stata dettata dalla popolosità di dette metropoli e dalla alta densità abitativa. Ma Trieste ha sì e no 200 mila abitanti, per lo più anziani, con una densità abitativa media di 2.433 abitanti per Kmq2, contro 6.201,98 ab./km² di Città del Messico, tanto per fare un esempio.

Esiste poi anche una ovovia in Croazia a Dubrovnik. «Ha un percorso di 3 minuti e il costo del biglietto è di 11 euro per l’andata e 20 euro per l’andata e ritorno. Quindi con funzione prettamente turistica. Inoltre, è ferma da mesi con l’obiettivo di una sua riapertura prevista per Aprile 2022. Si dice che il fatto sia dovuto alla manutenzione, ma è molto più probabile che a causa della pandemia manchino i turisti e che quindi tenerla aperta comporterebbe grosse perdite economiche.

Anche Londra ha una cabinovia, si chiama Emirates Air Line ed è stata costruita nel 2012 in occasione delle Olimpiadi disputate in città. È costata 60 milioni di sterline (a fronte dei 25 milioni preventivati nel progetto) e collega le due sponde del Tamigi. Attualmente, è talmente poco utilizzata, che hanno dovuto ridurre a 1/3 il costo del biglietto (ora costa 4,40 sterline per l’andata e 10 sterline per andata e ritorno) ma continua a non essere utilizzata.

Esiste una cabinovia anche a Berlino, chiamata Funivia IGA Gärten der Welt, o meglio si trova nell’estrema periferia nord orientale della città. (…). Inizialmente doveva restare aperta 3 anni; successivamente è diventata di proprietà statale nel tentativo di mantenerla aperta». (29). Comunque quello che si nota è «la differenza tra la funzione di impianti a fune in Europa, che hanno un fine meramente turistico e in Sud America, dove servono come mezzo d’integrazione sociale per cittadini che vivono in condizioni precarie e isolati dal centro della città». (30).

Alla luce di questi elementi la cabinovia risulta, a mio avviso, un disastro per Trieste, «e si preannuncia come un investimento destinato a fallire. (31).

Il logo del comitato e movimento ‘No ovovia’ di Trieste.

Le lotte contro l’ovovia e l’alternativa per spendere i 48 milioni di trasporto pubblico.

Il Comitato per il No all’ovovia propone in alternativa, di spendere in altro modo la cifra prevista per l’ovovia: « I 48 milioni di euro dell’ovovia basterebbero a realizzare una linea tramviaria su un asse fondamentale, quello che va dalla Stazione a piazza Foraggi. Questa linea tram potrebbe essere il primo passo di una rete di trasporto pubblico su ferro più ampia, che preveda 2 linee di tram da completare grazie a ulteriori finanziamenti (bando annuale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili): una da Barcola a Campo Marzio e una dalla Stazione a Borgo Sergio. A differenza dell’ovovia, si tratterebbe di un sistema integrato con il trasporto pubblico già esistente e ampliabile negli anni. Non solo, ma si potrebbe integrare con la rete ferroviaria esistente, rendendo possibile in futuro la creazione di collegamenti su ferro con dei tram-treno, sia verso nord fino al Trieste Airport (dove c’è già un ampio parcheggio sottoutilizzato) sia verso sud, fino a Muggia e in prospettiva anche a Capodistria». (32). E per chi non lo sapesse, esisteva già a Trieste una rete tramviaria, che fu dismessa nel 1970. (33).

Pertanto sono con coloro che hanno firmato prima per un referendum per abolire l’ovovia, come il solito negato, (34); sono con coloro che hanno percorso a piedi il tragitto da Roiano all’obelisco in aprile per protesta contro l’ovovia (35); sono con coloro che hanno manifestato ieri per lo stesso motivo, sventolando le bandiere con il logo dei contrari all’ovovia ed erano in circa 2000 (36). E  sono per le proposte intelligenti e non per i disastri ambientali, e pure costosi ed inutili.

E concordo con il fatto che «la realizzazione dell’ovovia rappresenterebbe un grave danno per il futuro di Trieste: una voragine economica con irreversibili ricadute ambientali e paesaggistiche, un intervento deciso senza il coinvolgimento della cittadinanza che non darebbe nessuna risposta al bisogno di trasporto pubblico efficiente e di qualità della città». (37). E «questi soldi pubblici devono essere usati meglio, per una mobilità che integri centro e rioni periferici, con reali benefici per tutta la città». (38).

Senza voler offendere alcuno, ma per illustrare un problema che rigurda una città che amo dopo aver trascorso lì 10 anni, quelli forse più importanti della mia vita, e per dirvi la mia posizione del merito dopo essermi informata. questo ho scritto. 

Laura Matelda Puppini.

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Note.

1 – Sul tram de Opcina come attrazione turistica cfr: https://it.wikipedia.org/wiki/Tranvia_di_Opicina. Ma esso risulta segnalato anche da tripadvisor. (https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187813-d2080615-Reviews-Opicina_Tramway-Trieste_Province_of_Trieste_Friuli_Venezia_Giulia.html).

2 – ‘Tram di Opicina: a breve 250mila euro per completare il tracciato’, in: https://www.triesteallnews.it/2021/11/tram-di-opicina-a-breve-250mila-euro-per-completare-il-tracciato/, 26 novembre 2021. Ivi così si legge: «Un ricco invalido. Ma invalido nonostante tutto. Così si potrebbe descrivere l’attuale stato del Tram di Opicina, fermo da oltre cinque anni, al cui proposito non sono mancante né le azioni dei comitati dei cittadini, né i piani del Comune, specie a livello di finanziamenti. L’ultimo ostacolo giunto a deragliare il ritorno della filovia erano state alcune irregolarità della ditta appaltatrice e il rifacimento della gara per i binari. Ora il Comune accelera sui lavori, promettendo per l’inverno del 2022 la ripartenza delle storiche vetture. Specificatamente il Comune di Trieste ha stanziato 250mila euro addizionali per il tram, volti a completare alcuni interventi secondari, ripartiti tra 140mila euro per l’importo dei lavori, 26mila per le traversine e infine diverse spese connesse alla sicurezza. Non appena giungeranno le traversine richieste, verranno poi completati gli ultimi 200 metri di tracciato. Scendendo nello specifico, l’intervento permetterà il rinnovamento del deviatoio con totale ricambio delle traverse, traversoni e massicciata dei seguenti punti, ovvero Vetta Scorcola, Cologna, Conconello, Banne e Campo Romano. Seguirà poi la manutenzione straordinaria per alcuni tratti del percorso, la saldatura delle rotaie in corrispondenza dei tagli in precedenza eseguiti e la revisione completa delle casse di manovra».

3 – A Trieste Parco del mare nel 2024, ecco il progetto (https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/11/fvg-trieste-parco-del-mare-acquario-genova-e697847f-46cd-41f2-a99e-0fa732b86f3c.html). In questo articolo si legge che: «Nel 2024 Trieste avrà il suo Parco del mare. Un progetto del valore di 44 milioni di euro, 24 investiti dai promotori privati, 9 dalla Camera di Commercio e 8 dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il parco sorgerà a ridosso della Lanterna sull’area acquisita il 2 ottobre dalla Camera di Commercio Venezia Giulia. Il presidente Antonio Paoletti, che da 15 anni insegue l’opera, ritiene che cambierà la città.
Nascerà da un partenariato pubblico-privato con in primo piano l’impresa di costruzioni Icop e Costa Edutainment, che gestisce anche l’Acquario di Genova. Giuseppe Costa ne è il presidente e amministratore delegato. Al momento non è stata prevista la collaborazione di enti di ricerca dell’ambiente marino come il Parco di Miramare o l’Ogs.
Ma affinché il Parco raggiunga i 600 mila visitatori annui che si prevedono, bisognerà puntare sulla collaborazione di tutto il territorio, a partire dal Comune e da Trieste Terminal Passeggeri per la gestione dei parcheggi sulle Rive. Lo ribadisce il presidente dell’Autorità portuale Zeno d’Agostino».

4 – «L’Area Science Park di Trieste, sede del Parco scientifico e tecnologico più grande d’Italia che vanta una concentrazione di ricercatori tra le più importanti d’Europa, ospita Centri di Ricerca ed Istituti nazionali e regionali, stranieri ed internazionali, che svolgono attività di ricerca (di base e applicata) in vari settori: dalla fisica alle biotecnologie, dalla genomica alla fisica dei materiali, dalla ricerca applicata all’industria farmaceutica, da quella alimentare alla microelettronica ed informatica. Se da una parte il Sistema Trieste arreca beneficio all’Italia in termini di progresso tecnologico e di innovazioni applicate all’imprenditoria, dall’altra parte consente al Paese di accrescere il proprio prestigio a livello internazionale, configurandosi quale leva di supporto allo sviluppo sostenibile ed eco-compatibile dei Paesi emergenti. In ragione di ciò, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ritiene prioritari il sostegno e il rafforzamento del Sistema Trieste e del Polo Internazionale d’eccellenza scientifico e tecnologico, in stretta collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con le Amministrazioni locali e regionali coinvolte. Gli addetti del Parco Scientifico e Tecnologico di Trieste provengono da tutto il mondo, mentre le decine di migliaia di ricercatori dei Paesi emergenti che si sono formati presso la realtà internazionale triestina occupano ora posizioni di rilievo nei settori scientifico, economico e politico dei Paesi di provenienza. Ciò rappresenta un investimento strategico di medio e lungo periodo per l’Italia rispetto alle dette realtà emergenti. Il Sistema Internazionale di Trieste intrattiene rapporti con il Gruppo dei 77 e con il Segretariato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Inoltre, le Agenzie delle Nazioni Unite di Vienna, Ginevra e Parigi svolgono di frequente consultazioni e collaborazioni scientifiche con i Centri internazionali triestini». (https://www.esteri.it/it/diplomazia-culturale-e-diplomazia-scientifica/cooperscientificatecnologica/polotrieste/#primary).

5 – Autonomie locali: Roberti, cabinovia di Trieste sarà attrattore e simbolo 15/12/2021, in: https://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act;jsessionid=1E755731CACC35B449B3E040FDB4F355?dir=/rafvg/cms/RAFVG/mappa/&nm=20211215155714004). Per la posizione di M5S e Patto per l’Autonomia contrari: cfr. Ovovia Ts. Ussai (M5S): Lega esulta per opera dannosa, città piange, in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=722336; per posizione Patto per l’Autonomia cfr: Ovovia Ts. Moretuzzo (Patto): 49 mln per opera inutile, Pnrr sprecato, in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=722263. Contrario all’opera anche Walter Zalukar, consigliere del Gruppo Misto. (https://friulisera.it/trieste-ovovia-si-ovovia-no/).

6 – Carso- Porto Vecchio – Centro città, in: https://cabinoviametropolitana.comune.trieste.it/

7 – Ibidem.

8 – Ibidem.

9 – https://www.lamiatrieste.com/2016/04/04/scala-santa/

10 – Enrico Tantucci, Calatrava, l’ovovia tappezzata di adesivi, in: la nuova di Venezia e Mestre, in: https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2018/10/23/news/calatrava-l-ovovia-tappezzata-di-adesivi-1.17380267. Ed era costata solo, si fa per dire, un milione ed ottocentomila euro.

11 – Il testo di “Dossier tecnico: le ragioni del no all’ ovovia”, prodotto da firme di tutto rispetto, leggivili a p. 37dello stesso, è scaricabile da: https://www.triesteallnews.it/wp-content/images/2022/03/DOC_TECNICO_Le_ragioni_del_NO_all_Ovovia-1.pdf

12 – Ivi, p. 3.

13 – Ivi, p. 5.

14 – Ibidem.

15 – Ivi, pp. 5-6.

16 – Ivi, p. 16.

17 – Ivi, p. 6.

18 – Ivi, schemi p. 9, 10, 11.

19 – Ivi, p. 8.

20 – Ivi, p. 12.

21 – Ibidem. Cfr pure calcoli, ivi, pp. 13- 17.

22 – Ivi, p. 18.

23 – Ibidem.

24 – Il DL citato ha come oggetto: “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”. (Ivi, p. 19).

25 – Per i gravi danni ambientali a livello di habitat, cfr. sempre Dossier tecnico: le ragioni del no all’ ovovia”, pp. 21- 23.

26 – Ivi, p. 24.

27 – Ivi, p. 25.

28 – I dati sull’incisività del vento sono riportati ivi, alle pp. 26- 29.

29 – Ivi, p. 32.

30 – Ivi, p. 33.

31 – Ivi, p. 32.

32 – Ivi, p. 34.

33 – Ivi, p. 35.

34 – La possibilità di realizzare il referendum sulla realizzazione della cabinovia metropolitana Trieste-Porto Vecchio-Carso, depositata al Comune di Trieste da parte del comitato contrario alla realizzazione dell’opera che aveva raccolto oltre 900 firme, è stata respinta dalla Commissione dei Garanti che l’ha dichiarata inammissibile, all’unanimità». (https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2022/05/10/comuni-garanti-inammissibile-referendum-su-ovovia-trieste_bdc50d0f-4ab1-4beb-8967-c08a621b8857.html). Evidentemente i referendum si possono fare solo a livello nazionale, per evitare la COstituzione, su quesiti sulla giustizia che interessano Lega, Radicali, Italia Viva e Forza Italia. Anche in Fvg il referendum per l’abolizione della legge regionale del 2014 sulla riforma della sanità fu bocciato, ai temp idi Serracchiani – Telesca.

35 – “A Trieste la camminata dei 250 dal centro al Carso per ribadire il no al progetto cabinovia: ecco come è andata”, in: https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/04/04/news/a-trieste-la-camminata-dei-250-dal-centro-al-carso-per-ribadire-il-no-al-progetto-cabinovia-ecco-come-e-andata-1.41349555, 4 aprile 2022. Sottotitolo: “Tappe lungo quello che dovrebbe tramutarsi nel tracciato dell’opera. Canti, bandiere, pranzo al sacco, interventi di promotori e residenti. Guida d’eccezione il poeta e viandante Nacci.

36 – Ovovia, in migliaia sfilano per dire no al progetto, in: https://www.triesteprima.it/cronaca/cabinovia-trieste-corteo.html. Hanno parteciapto alal manifestazione dalle 1500 alle 2000 persone.

37 – “Dossier tecnico: le ragioni del no all’ ovovia”, cit., p. 36.

38 – Ibidem.

L’immagine che accompagna l’articolo è quella del tram di Opicina utilizzata al suo interno. Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/06/Trieste-Tram-Opicina-91.jpg?fit=1024%2C682&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/06/Trieste-Tram-Opicina-91.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniAMBIENTEECONOMIA, SERVIZI, SANITÀOvovia. Cos’è questa costosissima nuova moda di trasporto urbano aereo? Inizio questo articolo scrivendo che io neppure sapevo cosa fosse una ovovia, ma il nome mi rimandava a qualcosa di aereo e chiuso, con persone stipate, che ad una anziana come me fa pensare che sia preferibile andare a piedi....INFO DALLA CARNIA E DINTORNI