In occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza alle donne, vorrei scrivere due righe sui centri antiviolenza, benemeriti ma che talvolta hanno difficoltà a sopravvivere, e vorrei parlarvi in particolare del centro ‘Marie Anne Erize’, locato a Roma, a cui è stato dato il nome della bellissima modella argentina, poi impegnata nel sociale, unitasi quindi al giovane studente Daniel Rabanal del movimento peronista Montoneros, diventandone parte ma non nella lotta armata.  Il 15 ottobre 1976 fu sequestrata, per un periodo non si seppe più nulla di lei, ed infine fu comunicato alla famiglia che era morta. (Per approfondimenti cfr. Alessandro Fulloni, Uccise la modella anti regime. Arrestato un ex legale di Priebke, in: https://www.corriere.it/cronache/17_febbraio_03/).

 

Reclame della biblioteca del centro antiviolenza “Marie Anne Erize” la cui foto si trova guardando sulla destra. (Da: https://www.terzobinario.it/roma-al-centro-antiviolenza-marie-anne-erize-si-studiano-abusi-psicologici/).

Detto centro antiviolenza ha sede a Roma ed è guidato da Stefania Catallo. Questa la sua storia riassunta da Maria Elena Gottarelli nel suo: “10 anni con Marie Anne”.

«Il 27 maggio 2021 sono ricorsi i 10 anni dalla nascita del centro antiviolenza ‘Marie Anne Erize’ di Roma. Fondato nel 2011 da Stefania Catallo, che ne è la presidente, in collaborazione con Barbara Santi e altre attiviste per i diritti femminili, il centro ‘Marie Anne Erize’ ha vissuto una storia travagliata. “Siamo partite da una stanza al piano terra di una delle torri di Tor Bella Monaca”, dichiara Stefania Catallo, “per poi spostarci in un locale del comune di Roma. Poi, abbiamo avuto per un anno e mezzo un appartamento sequestrato alla Romanina e, per altri pochi mesi, una villa a Lunghezza, ma ora siamo approdate in un porto sicuro: all’Università Popolare di via IV Novembre 157, dove abbiamo trovato accoglienza grazie a Francesco Florenzano, direttore della struttura e fortemente impegnato nei diritti umani. Il traguardo dei 10 anni non era affatto scontato per noi” […] , “anche perché non abbiamo mai ricevuto finanziamenti né statali, né regionali, cosa che ci ha permesso di restare liberi da qualsiasi tipo di condizionamento esterno”. Il centro ‘Marie Anne Erize’ offre diversi servizi tramite sportelli di ascolto, sostegno e formazione. “L’aspetto formativo è fondamentale”, aggiunge la Catallo, “perché attiene alla prevenzione della violenza ed è rivolto a chiunque voglia saperne di più sul tema della violenza di genere, includendo perciò anche gli uomini”. Il centro antiviolenza ha accolto decine di donne che vi si sono rivolte per essere ascoltate: “Abbiamo cercato di creare un luogo sicuro, dove nessuna viene giudicata o respinta”, precisa la presidente.

108 donne uccise quest’ anno in Italia. La foto è tratta da:https://www.comune.lacchiarella.mi.it/eventi/giornata-internazionale-la-violenza-sulle-donne-3/, ed è accompagnta daal scritta: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”. 

“E, soprattutto in tempo di Covid, è stato necessario esserci a tutti i costi”. In effetti, in tempi di pandemia, le chiamate al 1522 sono aumentate quasi del 75%. Un dato inquietante, che secondo Stefania Catallo va tuttavia interpretato: Da una parte, le chiamate al numero verde sono aumentate per via dell’impossibilità di recarsi fisicamente nei centri; dall’altra, questo dato la dice lunga su tutto il sommerso dei periodi precedenti al Covid. Immaginiamo una donna che, a causa della pandemia, si è trovata costretta a vivere blindata in casa con un ‘sex offender’. L’impossibilità di uscire la condurrà, nella maggior parte dei casi, ad attaccarsi al telefono, anche solo per avere una voce amica”. È così che, sempre secondo la Catallo, sale il sommerso di una violenza che, prima della pandemia, era episodica, ma con il ‘lockdown’ si è intensificata. Per i festeggiamenti e il taglio del nastro per il ‘decennale’, ovviamente non ci sono stati raduni o incontri in presenza, bensì un webinar per salutare quante e quanti volevano dimostrare il loro sostegno alla struttura. Per ulteriori informazioni e contatti in merito alle attività del centro antiviolenza ‘Marie Anne Erize’ è possibile inviare una e-mail alla casella: scuolaerize@libero.it.» (http://www.laici.it/).

Una stanza del centro Marie Anne Erize. (Da: https://buonacausa.org/user/centro-antiviolenza-marie-anne-erize).

Ma da quello che mi ricordo la vita per il centro non fu facile anche perchè, ad un certo punto, nel 2018, fu sfrattato, mentre nello stesso anno, le donne presenti nella struttura riuscirono ad organizzare una sfilata di storici abiti da sposa, da loro restaurati, intervallata da altre attività ludiche per sostenersi, ma vi fu chi, se non erro successivamente, diede fuoco  a quei vestiti e mi pare pure al centro, che rischiò di finire fra le fiamme. Non tutto è semplice e facile come sembra.

Inoltre così si legge su: #25novembre La speranza c’è. La storia del centro antiviolenza Marie Anne Erize, firmato dalal Catallo e da Alessandra Laterza: «Non crediate che a Tor Bella Monaca, la violenza di genere sia la normalità: nel centro antiviolenza “Marie Anne Erize”che rappresento, molte donne vengono da altri quartieri, e si recano da noi perché sono spaventate dal fatto che possano essere riconosciute e giudicate. Qui, a Tor Bella Monaca, il numero delle richieste di aiuto è lo stesso che nelle altre parti di Roma; è la paura ad essere maggiore, perché denunciare significa uscire definitivamente di casa, a volte fuggire, portando con sé solo lo stretto necessario e i propri figli, con il terrore di essere scoperte e con l’incertezza del futuro.

Nel centro antiviolenza “Marie Anne Erize” le pareti sono colorate, c’è musica e ci sono stoffe e macchine per cucire che ricuciono vite. E’ necessario andare oltre il classico centro antiviolenza, creare cultura e formazione, perché solo attraverso di esse ci si può salvare. E il Marie Anne Erize dimostra che questo è possibile, attraverso la Biblioteca, riconosciuta dallo Stato; attraverso la sartoria solidale, creata grazie alla generosità e alla fiducia della Fondazione UP; attraverso il percorso di formazione dei tirocinanti che vengono dalle scuole di counselling della Capitale; attraverso il cinema, con l’ideazione di un corto dedicato al centro e presentato in tante occasioni; attraverso il teatro e la scrittura dedicati alle donne; attraverso i piccoli e grandi traguardi raggiunti negli anni.

Sala lettura dedicata a Elisa Scala morta di leucemia al centro antiviolenza Marie Anne Erize. (ttps://www.romatoday.it/zone/torri/tor-bella-monaca/il-centro-antiviolenza-ricorda-elisa-scala.html).

Ecco, è proprio per questo che il centro antiviolenza tradizionale va superato e integrato, attraverso l’accesso alla cultura e alla formazione lavorativa. E’ su questo che ci siamo impegnati finora, perché la paura si sconfigge con la consapevolezza del proprio valore, concedendosi la libertà di chiudersi definitivamente alle spalle quella porta che sembrava insuperabile. E’ importante allo stesso modo formare le giovani generazioni al rifiuto di questa forma di violenza, attraverso l’educazione scolastica. A questo scopo, abbiamo lanciato lo scorso gennaio la campagna “Io ci metto la faccia”, inaugurata al liceo scientifico “Edoardo Amaldi” di Tor Bella Monaca. (…). Le richieste delle nostre utenti sono, in genere, sempre le stesse; ci chiedono protezione, sicurezza, lavoro, ascolto, accoglienza. La legge ha fatto molto per proteggere queste donne e punire i reati inquadrati nella violenza di genere, tuttavia non è ancora abbastanza». (https://www.partitodemocratico.it/donne/centro-antiviolenza-25novembre/).

Infine riporto qui parte del testo condiviso e scritto da Stefania Catallo per questo 25 novembre 2021, intitolato: “Violenza di genere: 108 donne uccise e tanta ipocrisia, ma non voglio perdere la speranza di un futuro di cambiamento”.
«Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Come ogni anno, in tutta Italia sono stati organizzati convegni e incontri, spettacoli e manifestazioni, installazioni di scarpe rosse e inaugurazioni di panchine ad memoriam.

Dopo dieci anni passati a dirigere il centro antiviolenza “Marie Anne Erize”, posso dire che tutto questo è importante così come è importante fare informazione, soprattutto tra  i giovani, ma che non ci sono state rivoluzioni: a parte l’approvazione del Codice Rosso e l’inasprimento delle pene per i rei di violenza di genere, poco è cambiato». Stefania ricorda poi che a discutere la mozione contro la violenza di genere della ministra Bonetti, in Parlamento eran presenti 8 deputati su 650, mentre sfilavano i numeri dei femminicidi in Italia nel 2021: 108! «Forse – si chiede la Catallo – non è importante discutere di femminicidio? Forse che le donne uccise non meritavano un minimo di considerazione?»

Stefania Catallo, presidente del contro antiviolenza romano. (Da: https://www.pressenza.com/it/author/stefania-catallo/).

«Intorno alla violenza di genere gira molta ipocrisia – scirive ancora la presidentessa del Marie Anne – Quella di chi si mostra pietoso con le vittime, ma poi magari pensa “se l’è cercata”. Quella dei vicini di casa che dicono dell’omicida “era un tipo tranquillo sa, mi salutava sempre”, come se un uomo violento non potesse cercare di mostrarsi educato per non dare nell’occhio», ma comunque val la pena di credere in un futuro migliore. (https://www.inaltreparole.gaiaitalia.com/copertina/violenza-di-genere-108-donne-uccise-e-tanta-ipocrisia-ma-non-voglio-perdere-la-speranza-di-un-futuro-di-cambiamento/).

Ricordo ancora che nel giugno 2018, il centro Erize ha presentato il Modello Erize@, uno strumento cartaceo di informazione, prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

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Per concludere io vorrei dire che i segni della violenza, non solo verso le donne, riempiono questa società puntata e sviluppata intorno all’ego, al desiderio di emergere costi quel che costi, ove tutto è ridotto a competizione, che è l’opposto del camminare insieme e che crea mostri e disagio.

Secondo me, comunque l’emergenza non sta nel femminicidio in quanto tale, a mio avviso, che è uno dei tasselli di una violenza generalizzata, ma nella mancanza di regole etiche di comportamento condivise, sta in una cultura del sopruso e della corruzione, sta nella legge del più forte e del più “furbo” che sovrasta, sta nella sopraffazione dei più deboli, sta nella logica attuale che propone ai giovani, come finalità della vita, il primeggiare, creando, di riflesso, un esercito di frustrati e perdenti. Inoltre ha ragione chi dice che le leggi punitive di reati esistono ma è anche vero che sarebbe da discutere su come vengano applicate, dando a molti un senso dell’impunità, ad altri la stessa. Ed ancora: io credo che molta violenza si generi negli stadi e nel mondo dello sport che tutto permea, e che certi fenomeni dovrebbero venir contenuti. Infine l’immaginario maschile ha spesso sognato la donna oggetto, ma questa non è la realtà, e sarebbe certamente positivo far riflettere i nostri studenti sulla costituzione e sui principi dell’aiuto reciproco e della solidarietà prima che il nostro mondo non si divori da solo.

Laura Matelda Puppini

Articoli da me pubblicati su nonsolocarnia relativi ad alcuni aspetti del femminile e della violenza.

Laura Matelda Puppini. Tolmezzo, ultimo consiglio comunale. Su quell’ordine del giorno sul femminicidio. Una riflessione. 18 dicembre 2014.

Laura Matelda Puppini. Gender, sesso, diritti e dintorni. Parliamone. 8 febbraio 2016.

Laura Matelda Puppini. 8 marzo 2016. Festa della donna. Contro il cosiddetto “utero in affitto”. 8 marzo 2016.

Laura Matelda Puppini. Donne fra sogni maschili e realtà femminili. 5 marzo 2017.

Laura Matelda Puppini. In un mondo di ‘rutti e puzze’, ove madre e padre sono perduti, e Hide ha vinto su Jekyll. 25 novembre 2017.

Laura Matelda Puppini. 8 marzo 2019. Voglio una donna con la gonna, e perché no, magari con il burqa. 7 marzo 2019.

Laura Matelda Puppini. Per il 25 novembre 2020. No alla sterilizzazione forzata.  25  novembre 2020.

Laura Matelda Puppini.  Per il 25 novembre 2020. Bastarda, mi fai male …. Contro il femminicidio. 25 novembre 2020.

Laura Matelda Puppini. Donne e mimose. 6 marzo 2021.

Laura Matelda Puppini. Donne e covid 19: tra smart working, licenziamenti, povertà ed assistenza. 8 marzo 2021.

L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle che si trovano al suo interno. LMP.

 

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