Marco Lepre mi ha mandato questo articolo che volentieri pubblico, con titolo “Trent’ anni fa la svolta a sinistra di Tolmezzo”, che parla dell’ azione politica del consiglio comunale e della giunta a Tolmezzo quando era sindaco Renzo Tondo, allora socialista.. Ed anch’io dico sempre, a chi me lo chiede, che i tempi in cui Renzo Tondo era sindaco furono i migliori per Tolmezzo, anche per lo stile che Tondo aveva, informale, per quegli incontri in piazza XX settembre, portando con sè pure i figli, piccoli, se ben ricordo, come facevamo del resto anche noi cittadini, facendo in modo che piazza XX settembre fosse trasformata in reale luogo di incontro e partecipazione. Ma Lepre si dimentica di scrivere che essi rappresentarono, almeno a mio avviso, una specie di ‘Primavera di Praga’ per la cittadina carnica. E scrivo questo per dire che bisogna ritornare, per Tolmezzo e la Carnia che languono, ad una progettualità che abbia alla sua base il pensero socialista e la dottrina del welfare, per non morire, per rivitalizzare e ripopolare gli spazi antropizzati montani. Pertanto non pubblico questo articolo per celebrare qualcuno o qualcosa, ma per riprendere un discorso interrotto, che vada in senso opposto alla corrente che vede solo liberismo e consumismo, e guardi pure alla grande esperienza del gruppo delle cooperative carniche, ed ai valori che ne mossero l’agire, ma anche al cooperativismo cattolico, che aveva ideali similari. Ed il cooperativismo fu una risposta a problemi concreti. Ed ora cosa facciamo per migliorare le nostre condizioni di vita? Chiediamocelo. Laura Matelda Puppini.

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«Esattamente trent’anni fa, il 20 luglio 1990, iniziava a Tolmezzo l’esperienza amministrativa guidata da Renzo Tondo, il primo (e ultimo) Sindaco socialista dopo l’amministrazione Pesce (che si era insediata nell’immediato secondo dopoguerra). Per la prima volta, dopo quasi quarant’anni di guida ininterrotta, quello che era ancora il principale partito in termini di voti e di consiglieri eletti – la Democrazia Cristiana – veniva cacciata all’opposizione.

Fu l’ultima tornata prima della legge che introdusse l’elezione diretta del Sindaco, e il PSI, forte della valanga di voti di preferenza conseguiti dal suo capolista e dalla contemporanea debacle (dovuta in primo luogo ai riflessi della protesta contro la discarica di Caneva) dei suoi tradizionali alleati democristiani e socialdemocratici, pretese per sé la carica di Sindaco. Dopo una trattativa senza esito, che tenne con il fiato sospeso per varie settimane la cittadinanza, si arrivò così alla “svolta” con l’accordo tra il PSI (che contava su 8 consiglieri), il PCI (4 consiglieri), la neocostituita Lista Civica (3 consiglieri) e i Verdi della Colomba (2 consiglieri).

La inedita Giunta Comunale, della quale, oltre a Tondo, facevano parte il vice-sindaco Ilario Rainis, Gian Vittore Valent, Luciano Cardella, Patrizia Della Pietra, Marco Lepre e Sergio Cuzzi (in seguito sostituito da Alfonso Fasolino), si trovò ad operare tra la fine della Prima Repubblica e l’avvio della Seconda, in anni segnati, a livello internazionale, dal crollo del Muro di Berlino (nel 1990 il PCI si era presentato per l’ultima volta con questo nome e il suo simbolo tradizionale, prima di dividersi in PDS e Rifondazione Comunista) e, a livello nazionale, dalle vicende di Tangentopoli e dalla conseguente crisi di molti partiti storici. L’alleanza tra le forze della sinistra tradizionale, il crescente soggetto ambientalista (i Verdi a Tolmezzo avevano raddoppiato la loro rappresentanza) e la novità costituita dalla Lista Civica, si presentava come un’autentica “anomalia” sia rispetto ai Governi nazionali che a quelli regionali, provinciali e degli altri enti locali. In queste condizioni, pur navigando in un “mare in tempesta” e potendo contare su di una maggioranza non del tutto rassicurante di 17 voti su 30, la Giunta Tondo non solo portò a termine il suo mandato, ma si distinse per le positive novità introdotte rispetto alle amministrazioni che l’avevano preceduta.

La “svolta” si manifestò innanzitutto nel metodo di governo e nel nuovo rapporto instaurato con i cittadini (tema particolarmente caro alla Lista Civica): basti pensare ai principi contenuti nello “Statuto Comunale”, che fece da riferimento per il resto dei Comuni della montagna; alla creazione del periodico “Cronache Tolmezzine”, fortemente voluto da Claudio Puppini non come organo di propaganda della Giunta, ma come strumento di informazione e di dibattito e confronto della comunità; alla particolare attenzione riservata alle istanze espresse dalle rinnovate Consulte Frazionali, alle quali vennero riconosciuti vari diritti; per non dimenticare l’organizzazione della prima e (purtroppo) unica Conferenza Comunale sulla Cultura, occasione di dialogo con tutte le associazioni locali.

I componenti della giunta Tondo ad un recente incontro conviviale per ricordare i tempi andati. Immagine inviatami da Marco Lepre assieme all’ articolo. 

Tra le opere pubbliche avviate o realizzate vanno ricordate quelle nel settore dell’edilizia scolastica, con importanti interventi di manutenzione, la costruzione della nuova palestra dedicata a Falcone, la realizzazione dell’Asilo Nido in Betania ed il recupero delle vecchie Carceri di via Del Din, che diventeranno sede della Biblioteca Civica. In campo urbanistico fu particolarmente significativa l’approvazione delle “Direttive” per la stesura del nuovo Piano Regolatore Comunale, che raccomandavano la creazione di un Parco Urbano a ridosso del centro storico, obiettivo purtroppo vanificato dalle scelte delle successive amministrazioni. Nel settore culturale, nonostante le scarse risorse a disposizione, ci furono importanti novità: nel 1992 prese avvio la rassegna musicale “CarniArmonie”, con concerti che per la prima volta si svolgevano anche nelle chiesette di S. Maria d’Oltrebut, Fusea, Illegio e Imponzo. L’Auditorium “Candoni” ospitò, accanto alla tradizionale Stagione di Prosa, anche cicli di film d’autore, proposti in collaborazione con il CUCC e concerti di gruppi come i Modena City Ramblers, La Crus, Mitili FLK, apprezzati dal pubblico giovanile. Ai servizi offerti dalla Biblioteca Comunale si aggiunse quello della Mediateca. La Mostra Fotografica su Umberto Candoni, fu poi un esempio di produzione culturale autonoma, nell’ambito delle esposizioni ospitate da Palazzo Frisacco. Nei mesi estivi, senz’altro innovativa fu l’istituzione del “Campo Solare”, dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni.

Per quanto riguarda l’ambiente, rinunciato all’ipotesi della discarica a Caneva (affiancando, anzi, il comitato di cittadini che aveva ricorso al TAR contro di essa) si imboccò decisamente la strada della raccolta differenziata, svincolandosi dalla fallimentare gestione attuata dalla Comunità Montana. Fu istituito, in collaborazione con la Comunità di Rinascita, il servizio porta a porta per i cartoni provenienti dalle attività commerciali del centro, fu decuplicato il numero delle campane del vetro e della carta a disposizione dei cittadini, vennero distribuite gratuitamente alle famiglie borse per la spesa in juta e avviato un progetto pilota per i rifiuti organici. Come conseguenza di queste iniziative, nel 1996 il Comune salì sul podio nazionale per la maggior quantità di rifiuti cartacei raccolti pro-capite in modo differenziato, nella categoria delle città tra 10.000 e 100.000 abitanti.

Attenzione venne data anche alla salute, con alcune iniziative all’avanguardia. Oltre all’introduzione di cibi biologici nelle mense scolastiche, proposta dal consigliere Nereo Peresson, fu promossa la campagna “Tolmezzo senza Fumo “, voluta e seguita dal consigliere Gianni Cattaino sull’esempio di quanto si stava facendo ad Empoli.

Mi fermo qui, per motivi di spazio, ma senz’altro il Sindaco Tondo e gli altri miei colleghi di Giunta sapranno integrare queste informazioni. Alcune delle iniziative avviate in quel quinquennio a Tolmezzo sono state vanificate, altre, in qualche modo, sopravvivono. Penso che sarebbe utile per i cittadini e gli amministratori della Carnia di oggi, conoscere meglio questa “storica” esperienza e trarne utili insegnamenti. Chissà, magari in un apposito convegno.

Tolmezzo, 19 luglio 2020.

Marco Lepre, all’epoca Assessore alla Cultura e all’Ambiente».

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L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta lo stemma di Tolmezzo ed è tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Tolmezzo.

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