Io credo che prima di fare troppa confusione sull’argomento, si dovrebbero leggere i verbali relativi alla discussione, in IVa Commissione Difesa senato, come da me fatto, del testo  relativo a: “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”. Altrimenti siamo come il solito, alle chiacchiere da bar.

Eravamo rimasti alla proposta di costituire un Comitato ristretto composto dal Presidente Nicola Latorre, relatore, e da un senatore per ciascun Gruppo parlamentare, per procedere alla predisposizione di un testo il più possibile condiviso dalle diverse parti politiche. La Commissione aveva accettato la proposta  e i Gruppi Parlamentari si erano impegnati a designare i rispettivi rappresentanti. (Laura Matelda Puppini, Per quei soldati italiani che furono condannati a morte nella 1a guerra mondiale. Cosa è successo nella 4a Commissione difesa, al testo di legge licenziato favorevolmente dalla Camera. Problemi e difficoltà, in www.nonsolocarnia.info, 6 novembre 2016. Cfr. anche per iter precedente stesso articolo).

Il costituito Comitato ristretto proponeva, quindi, un nuovo testo composto da un solo articolo,  che qui di seguito riporto, (non negava il problema, come pare qualcuno abbia inteso) che veniva adottato, come base per la discussione,  dalla Commissione.

«Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale.

  1. La Repubblica riconosce il sacrificio degli appartenenti alle Forze armate italiane che, nel corso della prima Guerra mondiale, vennero fucilati senza che fosse accertata a loro carico, a seguito di regolare processo, un’effettiva responsabilità penale. Promuove ogni iniziativa volta al recupero della memoria di tali caduti.
  1. Il Ministero della Difesa provvede a riportare i nomi dei caduti di cui al comma 1 in un apposito elenco pubblico, contenente le circostanze della morte e promuove altresì ogni più ampia iniziativa di ricerca storica volta alla ricostruzione delle drammatiche vicende del primo conflitto mondiale, con particolare riferimento alle vicende dei militari condannati alla pena capitale.
  1. Sugli eventi oggetto della presente legge il Ministero della difesa dispone la piena fruibilità degli archivi delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri per tutti gli atti, le relazioni e i rapporti legati alle operazioni belliche, alla gestione della disciplina militare nonché alla repressione degli atti di indisciplina o di diserzione, ove non già versati agli archivi di Stato.
  1. Nel Complesso del Vittoriano in Roma è affissa la seguente iscrizione: «Nella ricorrenza del centenario della Grande guerra e nel ricordo perenne del sacrificio di un intero popolo, l’Italia onora la memoria dei propri figli in armi fucilati senza le garanzie di un giusto processo. A chi pagò con la vita il cruento rigore della giustizia militare del tempo offre il proprio commosso perdono.
  1. All’attuazione delle disposizioni della presente legge le amministrazioni interessate provvedono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». (DDL S. 1935 – Senato della Repubblica, p. http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45692.pdf, p.38).

Detto semplice testo permetteva di superare alcune difficoltà date dal testo precedente, e di trovare, tra i rappresentanti dei vari partiti, una convergenza.

La Commissione si riuniva nuovamente l’8 novembre 2016, per discutere, come sempre vari argomenti, fra cui le “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”, alla presenza del sottosegretario alla Difesa gen. Domenico Rossi.

Dopo aver discusso e deciso di e su altri argomenti, la IVa Commissione difesa del Senato “in sede referente” riprendeva la discussione sulle “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”, sospesa il 2 novembre.
In apertura, il presidente Latorre ricordava che la Commissione aveva adottato come base dei propri lavori il testo predisposto dal Comitato ristretto, fissando per il successivo 4 novembre, alle ore 14 il termine per la presentazione di emendamenti al predetto testo.
Risultavano presentate dieci proposte di emendamento: otto del Gruppo Forza Italia, una del Gruppo Movimento 5 Stelle ed una del Gruppo del Partito Democratico, inviate alle Commissioni affari costituzionali e bilancio per i relativi pareri.

Cedeva, poi, la parola ai presentatori per l’illustrazione delle proposte di emendamento.

Il senatore Roberto Cotti (M5S) illustrava la proposta del movimento, volta a ripristinare il testo approvato dalla Camera dei deputati in prima lettura, che aveva ricevuto, peraltro, l’avviso favorevole del Governo.

Il senatore Gasparri (PdL) presentava, invece, le proposte da lui firmate, di cui una che chiedeva la soppressione integrale dell’unico articolo di cui si componeva il nuovo testo, prodotto dal gruppo ristretto ed assunto a base dei lavori, per ribadire l’inopportunità dell’uso dello strumento legislativo in ordine a problematiche di natura storica; le altre volte ad interventi mirati sul predetto testo.

Coglieva quindi l’occasione per esprimere profondo e sdegnato disappunto su un articolo firmato dal giornalista Paolo Rumiz e pubblicato dal quotidiano “La Repubblica” il 6 novembre, nel quale, a suo avviso, veniva espresso «un orientamento ingiustamente critico sul lavoro svolto dal Senato (che, a detta dell’autore, avrebbe concretizzato un vero “schiaffo istituzionale”), con l’utilizzo di termini denigratori e offensivi sia nei confronti del Senato come istituzione, sia nei confronti dello stesso presidente Latorre […]» per il quale si ipotizzavano, adirittura, legami con le lobby militari (Ivi, p.43). Inoltre il senatore Gasparri poneva l’accento sulla terminologia impropria utilizzata nell’articolo (il progetto di legge approvato dalla Camera veniva erroneamente qualificato come “decreto”) e rammentava come il gruppo editoriale di “La Repubblica” non era stato estraneo, in passato, a spiacevoli ed inopportuni episodi di “lobbismo” parlamentare.

Egli, poi, rivendicava il diritto, non contestabile in un regime di bicameralismo perfetto quale quello ancora vigente, di un ramo del Parlamento (nel caso specifico il Senato) a riesaminare criticamente i testi approvati dall’altro ramo, diritto che assumeva particolare rilevanza in relazione alle tematiche sottese al disegno di legge in oggetto, la cui complessità era stata riconosciuta da numerosi studiosi ed esponenti del mondo intellettuale.

Ribadiva, infine, la sua convinzione circa l’inopportunità del ricorso alla legislazione come strumento dirimente nell’interpretazione della storia, ed osservava come, in molti altri casi, il Parlamento avesse svolto interessanti e complete attività conoscitive su periodi particolarmente controversi della storia d’Italia, fornendo contributi di grande spessore senza dover ricorrere all’uso dello strumento legislativo. Concludeva, infine, invitando tutti i commissari ad una ponderata riflessione sulle problematiche in oggetto, precisando la natura non ostruzionistica degli emendamenti da lui firmati.

Quindi prendeva la parola la senatrice Silvana Amati (PD) che illustrava l’emendamento da Lei proposto, volto a sopprimere, dal testo concordato, le parole, “A chi pagò con la vita il cruento rigore della giustizia militare del tempo offre il proprio commosso perdono” che si ipotizzava dovessero venir scritte nella targa da apporre al “Vittoriano”, perché avrebbero potuto generare equivoci.

Successivamente il presidente Latorre (PD) dichiarava di essere favorevole alla proposta della senatrice Amati  ed altra, e contrario a tutte le restanti «le quali appaiono eccessivamente estremistiche e, qualora approvate, vanificherebbero il lavoro svolto sino ad ora dalla Commissione, concretizzatosi invece nell’adozione, a base dei propri lavori, di un testo volto a conciliare le opposte esigenze». Il testo concordato, infatti, a suo avviso, faceva tesoro di una complessa attività istruttoria e mirava a conciliare le legittime istanze maturate nell’altro ramo del Parlamento con le problematiche tecniche (quali l’improprio utilizzo dello strumento della riabilitazione, strumento configurabile solo inter vivos), emerse nel corso delle audizioni informali svolte in Senato. Chiudeva infine il suo intevento invitando il senatore Gasparri a tenere nella giusta considerazione quanto osservato, e sottolineando l’opportunità di non procedere alle votazioni nella  settimana, in modo da far sì che tutti i commissari potessero disporre di un adeguato arco temporale per maturare le proprie riflessioni.

Interveniva quindi il sottosegretario generale Domenico Rossi, che ricordava ai presenti come la Difesa avesse sempre prestato particolare attenzione alle vicende storiche che avevano interessato il personale militare, e portava, a riprova di ciò, l’istituzione, fortemente voluta dal Ministro, di un apposito Comitato tecnico-scientifico per la promozione di iniziative di studio e ricerca sul tema del “fattore umano” nella Grande Guerra, muovendosi nel pieno rispetto delle determinazioni parlamentari. Precisava, inoltre, che, nel corso dell’esame in prima lettura, erano state espresse puntualizzazioni solo di tipo tecnico, senza esprimere giudizi nel merito del provvedimento.
Per quanto atteneva al parere sugli emendamenti presentati al testo, decideva di rimettersi alle determinazioni che la Commissione avrebbe deciso di assumere.

Prendeva quidi la parola il senatore Bruno Alicata (PdL) che domandava delucidazioni sull’emendamento illustrato dalla senatrice Amati e sull’altro approvato dal senatore Latorre, perché le righe di cui si proponeva la soppressione, gli apparivano, invece, in linea di principio, condivisibili.

La senatrice Silvana Amati, ribadiva che le parole in questione avrebbero potuto, a suo avviso, ingenerare equivoci ed incomprensioni che, stante la particolare delicatezza della materia affrontata, sarebbe stato opportuno evitare.

Infine il senatore Carlo Pegorer (PD), prendendo spunto dall’inaugurazione di un monumento commemorativo in Friuli, osservava come le tematiche sottese al provvedimento in questione fossero particolarmente sentite dall’opinione pubblica, soprattutto in quelle regioni come il Trentino-Alto Adige, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, che avevano vissuto, sul proprio territorio, lo svolgimento del primo conflitto mondiale.

Quindi si soffermava sulla proposta di ripristino del testo approvato dalla Camera dei Deputati in prima lettura, fatta dal senatore Cotti. Detta proposta, a suo avviso, rimandava alla questione di fondo della scelta tra una strada che si sarebbe potuta definire “del diritto” ed un’altra che si sarebbe potuta definire “della memoria”. Il testo licenziato dalla Camera si poneva sulla via “del diritto” mentre il testo del Comitato ristretto, che si era deciso di discutere, era frutto di un lavoro conciliatorio tra le varie istanze. In ogni caso, restava ferma, a suo avviso, l’esigenza di pervenire a soluzioni coerenti che privilegiassero il dialogo politico rispetto ad un inopportuno scontro di principio tra i due rami del Parlamento. E terminava il suo intervento invitando il Gruppo Movimento 5 Stelle ad una ponderata riflessione.

Chiudeva l’incontro il presidente Latorre, rinviando l’esame del testo delle Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale ad altra seduta, sottolineando il carattere costruttivo dei lavori della Commissione, volti a mediare tra le opposte istanze. (Ivi, pp. 42-44).

Chiudo questo mio articolo che riassume il prosieguo del dibattito in senato relativamente alle “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”, dicendo che bisogna sempre leggere i testi ufficiali prodotti su di un argomento, e che spiace leggere alcuni commenti su facebook, che potrebbero far pensare come mai siamo caduti così in basso nello scambio di opinioni. Inoltre concordo con il senatore Pegorer, quando dice che è importante, nel merito, valorizzare il dialogo politico rispetto al giungere ad un inopportuno scontro di principio, con il presidente Latorre quando sottolinea il carattere costruttivo dei lavori della Commissione, volti a mediare tra le opposte istanze.

Laura Matelda Puppini

 

 

 

 

 

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2016/11/fucilati-Immagine1.jpg?fit=700%2C350&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2016/11/fucilati-Immagine1.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSTORIAIo credo che prima di fare troppa confusione sull’argomento, si dovrebbero leggere i verbali relativi alla discussione, in IVa Commissione Difesa senato, come da me fatto, del testo  relativo a: “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”. Altrimenti...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI