Devo dire che questo appello mi è giunto in giugno, quando mi trovavo a Roma, e me ne sono pure dimenticata, ma credo che sia doveroso ricordare, a chi auspica la  costruzione di strade lungo tutta la montagna friulana, cosa può succedere, senza poi, tra l’altro, sapere chi è stato e senza che nessuno ripristini. E se uno di quelli che saltano sui gradini con le moto si sbilanciasse?  Lavoro ulteriore per il servizio 112 già oberato? Oppure ormai ci si comporta in Italia come per il rave party su terreno privato, che ha ferito o ucciso animali dell’azienda proprietaria, riempito di drogati e lerciume, e forse di covid un territorio, senza che per 6 giorni dico 6 nessuno intervenisse, nonstante le proteste del proprietario? Lamorgese si muove ora. Ma prima dov’era? E le forze dell’ordine?
Cito questo caso che spero estremo, per dire che però mi pare che in questi anni in Carnia pochi siano stati i controlli sulle moto scorazzanti con o senza targa, anche se mi si dice che sia difficile scovarle, e se erro per scarse informazioni, correggetemi. E chi deve ripristinare, se ci riesce? I soliti volontari che si trasformano negli schiavi dei vari ‘paron sono mi’ e ‘Io i fas ce che hai voe’ Io faccio cosa voglio? Ma non vi sembra che sia ora di finirla con questi nuovi vandali? Laura Matelda Puppini

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Ma ritorniamo al testo di Bianca Minigutti, alla sua denuncia, alle foto che mi ha inviato a riprova, il 3 giugno 2021.

«Ho letto con molto interesse l’articolo sulla devastazione dei sentieri provocata da moto fuoristrada.

Anche la nostre vallate (Val Cosa, Val D’Arzino, Val Colvera, Val Tramontina)…sono sotto attacco. Devastazioni continue, sentieri sconvolti, proprietà private invase e distrutte. Ad ora inutili segnalazioni e denunce a Forze dell’ordine e Guardie Forestali. Tutti si dichiarano impotenti a fronte di azioni “mordi e fuggi” molto organizzate (ovviamente senza targa).  L’ultima devastazione è stata effettuata nel recuperato sito partigiano di Davour La Mont (tutto lavoro volontario dell’ANPI locale), dove le moto hanno lasciato i sentieri (troppo noioso evidentemente) e sono discese per la scalinata storica di accesso, con conseguenze disastrose (allego foto) e che ovviamente hanno imposto ulteriori lavori di restauro (lavoro volontario, ovviamente). Abbiamo ovviato ponendo barriere di accesso, tentando così di salvaguardare almeno il sito storico, per il proseguo sui sentieri partigiani ovviamente è impossibile, invadono da tutte le parti, e i “trois” si congiungono gli uni agli altri.

Stiamo segnalando a tutte le associazioni interessate al mantenimento dei sentieri, nonchè alle Amministrazioni coinvolte, la necessità di fare azione di “lobby positiva” nei confronti della Regione affinchè decida se vuole o meno sostenere la manutenzione dei territori, con conseguente sviluppo di turismo sostenibile, oppure continuare a chiudere gli occhi.

Il Presidente dell’ANPI dello Spilimberghese

Bianca Minigutti

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L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle inviatemi da Bianca Mingutti. Laura Matelda Puppini

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