Leggo e ancora leggo di statistiche che pongono Fedriga al top dei preferiti fra i Presidenti di Regione in Italia. Allora in primo luogo la statistica è una scienza che utilizza la matematica, che ha come oggetto specifico lo studio dei fenomeni collettivi e si applica in settori diversi. «Nell’ambito dell’epistemologia post-positivista si sono sollevate voci critiche sull’attendibilità della statistica rispetto ai fenomeni non commensurabili e rispetto al concetto di inferenza statistica» – specifica wikipedia alla voce ‘statistica’. (1).  (https://it.wikipedia.org/wiki/Statistica).

Altro è un sondaggio di opinione, strumento utilizzato dalle aziende per definire il target, il profilo del cliente, per promuovere un prodotto e per misurare la validità della promozione dello stesso. Ora, senza voler offendere alcuno, le cosiddette statistiche relative al gradimento in Fvg di Fedriga presidente della giunta regionale sono in realtà sondaggi di opinione, quasi che il dott. Fedriga fosse un prodotto da vendere, e non certo statistiche matematiche, quasi che la Regione Fvg, che promuove detti sondaggi, fosse una azienda. E detti sondaggi di opinione credo abbiano come obiettivo pure quello di far modificare l’accettazione di Fedriga al vertice della regione, seguendo metodi americaneggianti a fini persuasivi, e mai come ora si moltiplicano, essendo poi riportati dai giornali con foto varie di Fedriga a corredo. Ma se erro correggetemi.

Ed «Ogni sondaggio andrebbe riportato con intervallo di errore, specificando bene che all’interno dell’intervallo non c’è modo di capire quale sia il valore più probabile. Ovvero si dovrebbe sempre esplicitare la numerosità del campione. In assenza di tali specifiche, può essere fuorviante fare alcuni ragionamenti sulle classifiche. Dico questo anche in omaggio a un territorio che è stato la culla dei padri della statistica e probabilità italiane, da Gini che nacque sul Livenza, a de Finetti che insegnò per decenni a Trieste, affinché i cittadini siano più consapevoli della statistica”». -ha precisato Honsell, che di matematica e statistica se ne intende, essendo docente universitario di matematica. (2). «Detto ciò – commenta ancora Honsell -, rilevo che la promozione è un punto indubbiamente forte anche in termini di investimenti della Giunta Fedriga. Certamente anche nell’Assestamento di bilancio 2025-27 di oltre un miliardo di euro ci saranno contributi suddivisi in centinaia di rivoli diversi, di cui beneficeranno tanti cittadini, ma senza porre il bisogno come misura. È altrettanto evidente che nessuno dei problemi più urgenti, dalla crisi della sanità pubblica, all’emigrazione di giovani, fino all’assenza di vere strategie industriali, potrà essere risolto né da un sondaggio, né dalla distribuzione ciclica di miliardi a ogni assestamento, se questa avviene senza mettere in discussione modelli di sviluppo ormai logori». (3).

Come già scritto in altro articolo forse un paio di anni fa, anche in un sondaggio di opinione è importante la scelta del campione, che deve essere rappresentativo, ma nulla si sa sul campione scelto per procedere in questi sondaggi di gradimento della persona promossi dalla Regione FVG, né sulle domande e possibili risposte. Per esempio se voi domandate un parere su Fedriga a dipendenti della Regione, nessuno dirà, presumo anche per paura di ‘rappresaglie’ lavorative, che Fedriga non gli sta simpatico.

Inoltre coloro che vengono intervistati da telefono fisso (il che esclude gran parte della popolazione) e privilegia anziani o aziende commerciali e ditte, potrebbero rispondere sì o no a caso, senza molto trasporto, ma bisogna tener conto pure del fatto che uno deve accettare di essere intervistato, il che incide sulla tipologia del campione.

Quindi, per esperienza personale avendo accettato di essere intervistata non per gradimento a Fedriga ma su alcuni aspetti legati al turismo regionale ed altro che francamente non ricordo, partendo dal noto principio dettomi da una persona: cerca che almeno l’intervistatore guadagni due lire, ho potuto notare che venivano considerate solo risposte binarie ‘sì’ o ‘no’ o tutto o niente. Per esempio alla domanda se sapessi di Gorizia capitale della cultura, ho risposto di sì, ma che era principalmente Nova Goriza e che l’unione fra i popoli era invece stata snobbata, ma valeva solo sì o no alla domanda predisposta, alla domanda se avrei volentieri partecipato agli eventi in programma, ho risposto che abitavo in Carnia, che è distante da Gorizia e che io e mio marito abbiam o70 anni. Risposta non valida perché dovevo rispondere o sì o no, secondo l’intervistatore, che si iniziava ad innervosire perché non lo capivo. Questo per comprendere alcuni limiti dei sondaggi di opinione. Ma anche per portare avanti una intervista ci vuole personale preparato, non sondaggisti magari poco- pagati o giovanetti principianti. Io ho studiato anche le tecniche per condurre una intervista, in gioventù, ed in primo luogo l’intervistato si deve fidare di te, non deve avere paura di quello che dice. Ma chi si fida in questa regione martoriata, a dire male di Fedriga a sconosciuti anche con garanzia di anonimato?

Inoltre bisognerebbe sapere da quante persone è composto il campione, dove abitano, la loro età, il loro ceto sociale, la possibile o meno adesione ad un partito. Infatti non sempre tutti gli intervistati appartengono al gruppo dell’“uomo qualunque”.  

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Ma se la Regione Fvg fa sondaggi di opinione, mai però sulla sanità e sul gradimento di Riccardo Riccardi, mai eletto ed inviso ai più, temo, vi sono altri che fanno statistiche più serie su ben altri temi ed a livello europeo, e sto parlando dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che conta 37 stati membri «per i quali rappresenta un importante forum di discussione, utile per valutare e migliorare le loro politiche». (4). Detta organizzazione ha appena pubblicato una propria ricerca relativa al 2024, intitolata “Risks that Matter Survey” (5), cioè “Il rischio che conta per la sopravvivenza” cioè, in sintesi, cosa le persone percepiscono come un pericolo reale per la loro vita.  

Pensate un po’ cosa ha pensato di valutare l’OCSE: le nuove paure dei cittadini italiani e non solo. (5), ed ha scoperto che, con questo governo, con queste Regioni e con questi assessori è andato a finire che il 74% degli italiani teme di ammalarsi o diventare disabile, l’80% si dice preoccupato per l’accesso a cure sanitarie di qualità, il 71% ha paura di non potersi curare, e questi dati pongono l’Italia ai vertici della classifica, assieme a Grecia, Spagna e Cile, per quanto riguarda il sistema sanitario. Ed ancora: più acuti osservatori dei politici ed anche vivendolo sulla propria pelle, ben l’83% degli italiani teme il cambiamento climatico, l’84% i mutamenti improvvisi geopolitici, il 71% di non avere più adeguati servizi. E si nota come ben pochi connazionali abbiano fiducia nello Stato (6). Più chiaro di così, si muore. Mai però che qualche Regione italiana o lo Stato commissionassero ricerche di questo tipo!

Ma nel lungo termine, in Italia si temono davvero le modifiche geopolitiche (in particolare la guerra ed il terrorismo), l’ammalarsi ed il diventare disabili, la povertà, cioè il non riuscire a pagare. (7). In sintesi la salute e la sicurezza economica restano preoccupazioni chiave, insieme alle questioni geopolitiche.

Insomma non si può dire che gli italiani non sappiano leggere correttamente la realtà ed il futuro possibile, e forse i politici dovrebbero imparare da loro. Non solo: mi pare chiaro che in Italia i più pensano che la loro protezione sociale nel futuro non dipenda dall’ acquisto di armi. 

Laura Matelda Puppini

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  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Statistica
  2. https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=903610.
  3. Ibidem.
  4. https://www.eda.admin.ch/deza/it/home/partenariati-commesse/organizzazioni-multilaterali/weitere-organisationen-netzwerke/oecd-dac.html.
  5. La dicitura per citare lo studio è la seguente: OECD (2025), More Effective Social Protection for Stronger Economic Growth: Main Findings from the 2024 OECD Risks that Matter Survey, OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/3947946a-en. Però qui si precisa anche che “This is an adaptation of an original work by the OECD. The opinions expressed and arguments employed in this adaptation should not be reported as representing the official views of the OECD or of its Member countries”, cioè che “questo è un adattamento, una sintesi del lavoro originale dell’OCSE e le opinioni espresse e gli argomenti trattati non rappresentano la visione ufficiale dei paesi membri”. Questa dicitura è un pro forma.
  6. Nel merito: “Tre italiani su 4 preoccupati per l’accesso alle cure e l’assistenza nella vecchiaia. Ma solo un terzo disposto a pagare più tasse per finanziare la sanità pubblica. Su digitale ancora scetticismo”, con link per leggere l’intera ricerca in Inglese, in: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=130780
  7. Ibidem.
  8. OECD (2025), More Effective Social Protection for Stronger Economic Growth, op. cit., grafici a p. 11 e p. 14.

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L’ immagine che accompagna l’articolo è tratta da:https://www.effective-states.org/why-countries-need-better-social-protection-programs-rich-or-not/. Laura Matelda Puppini  

 

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