Franceschino Barazzutti, Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Le grandi manovre di “distrazione di massa”.
Premessa.
Oggi ho visto Franceschino al mercato del lunedì, ultimo luogo di incontro che ci resta in questa Tolmezzo che perde polso, grinta, sanità e popolazione ininterrottamente da anni, da quando vi fu una svolta epocale a causa di un analogo cambiamento nella società odierna. Ci siamo scambiati un saluto e gli ho detto che avrei pubblicato questo testo, che però ho visto solo ora come inviatomi.
Pertanto passo subito a farlo perché contiene riflessioni interessanti, perché il lago che è stato riferimento anche per i miei avi merita l’attenzione dovuta e studi interdisciplinari oltre la sua naturalizzazione. Ma purtroppo questa giunta segue solo la finanza, pare, ed alla stessa è subordinato qualsiasi ambiente naturale senza analisi alcuna delle interazioni fra fattori modificati, modificantesi e in via di modificazione. E temo ne uscirà una regione, che per inciso fu bellissima, ma dove la possibilità di vivere in modo adeguato per la razza umana diventa sempre più risicata tra campi di fotovoltaico a terra e non a terra, centrali e centraline, pale eoliche nei boschi, fiumi montani, che dovrebbero essere quelli che portano acqua potabile alla pianura che, anche se piove parecchio, sono ridotti a rigagnoli dai prelievi, montagne rasate per costruire ‘stradons’ e quad in montagna sui sentieri di Natura 2000 ad aggiungersi alle moto rombanti, mentre la sanità è ridotta più che al lumicino e l’arte di arrangiarsi strapopola. E lo scrivo con grande amarezza, io che ho conosciuto, bambina, un’altra Carnia: verde, piena di boschi, prati, fiori, mucche e acqua certamente ben più di ora.
In questa ottica, secondo me, la giunta regionale, che segue la logica della finanza con un occhio particolare alle opere pubbliche ed alla metodologia delle stesse (vedi appalti a privati in sanità) ha deciso pure di continuare la politica della Sade, che ci unisce quasi con un ponte all’epoca fascista e post- bellica, e di privilegiare l’energia elettrica e la condotta del Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana alla rinaturalizzazione del lago, che comunque ha bisogno di esser salvaguardato essendo, fra l’altro, il più grande della regione. E se erro correggetemi. Ma torniamo al testo di Franceschino Barazzutti. Laura Matelda Puppini
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Scarico centrale nel lago. Da Franceschino Barazzutti. Foto scattata il 12. 5. 2019.
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«Giovedì 3 luglio ho seguito con grande attenzione la presentazione delle proposte dei laureandi architetti dell’Università di Trieste di valorizzazione della riva nord del lago. Presentazione svoltasi, non per caso, presso la centrale idroelettrica di A2A di Somplago e coordinata dal vicesindaco di Cavazzo Fior, presenti la sindaca D’Agaro di Cavazzo Carnico, la sindaca Pisu di Trasaghis, un dirigente di A2A e addirittura l’assessora Regionale alle Infrastrutture e al Territorio Amirante.
La presenza di queste personalità ha conferito all’incontro un particolare significato, che non a caso si è voluto amplificare sui mezzi d’informazione.
Mi ha colpito il fatto che nelle introduzioni dei docenti e nelle presentazioni dei progetti dei laureandi non vi sia stato nemmeno un cenno che riguardasse il rimedio al disastroso stato del lago causato dallo scarico di acque gelide, torbide e fangose della centrale: il ripristino della sua naturalità e fruibilità mediante la costruzione di un bypass che convogli lo scarico della centrale direttamente a valle del lago come prevede il Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA), legge regionale che va rispettata realizzando il bypass.
Bypass sgradito a A2A interessata a mantenere l’attuale stato dello scarico della centrale nel lago. Bypass duramente osteggiato dal Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana che ha già presentato in Regione il progetto di una condotta per prelevare 10-15 mc/sec dallo scarico del lago e quindi vuole mantenere il lago a propria completa disposizione come bacino di rifornimento anche per le numerose centrali idroelettriche collocate sulla sua rete di canali.
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Nell’incontro è stato di fatto vietato parlare di ripristino e di bypass del lago. Tant’è che quando Il vicesindaco ha chiesto se qualcuno volesse intervenire lo scrivente è intervenuto chiedendo ai soli docenti se avessero letto quanto prevede il PRTA per il lago, cioè la sua rinaturalizzazione mediante un bypass, ma a questo punto il vicesindaco Fior mi ha tolto il microfono dalle mani troncando il mio intervento, al quale non sono seguiti altri.
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Su alcuni progetti presentati sorgono alcune considerazioni:
1) non ha senso un progetto che preveda l’edificazione sulla riva del lago, tanto più anche su palafitte, quando troppe case a Somplago e Mena sono disabitate e potrebbero essere utilizzate nel modo dell’albergo diffuso praticato con successo in tante parti della Carnia. Tanto più che non essendoci nei paesi un bar, una trattoria, un negozio, un albergo, una locanda l’edificazione sulla riva creerebbe una realtà a sé stante che non apporterebbe ricadute economiche e di ripresa generale su Somplago, Mena e dintorni;
2) il pesante impatto del viadotto autostradale va ridotto e non esaltato come prevede il progetto con colorature in bianco e nero ed elementi illuminanti multicolori al neon. Vedasi il positivo esempio di riduzione dell’impatto con vegetazione rampicante del grande muro a difesa della strada regionale e dell’abitato di Somplago da eventuali distacchi dalla sovrastante rupe;
3) il progetto di una arrampicata su un pilone autostradale è inutile dal momento che esiste già una bellissima arrampicata naturale nella vicina rupe di San Candido;
4) il progetto di erigere punti panoramici è un’inutile forzatura poiché ne esistono già diversi e naturali come la già citata località San Candido, la collina di Mena e l’altura su cui sorge la storica pieve di Santo Stefano a Cesclans che offre bellissimi panorami sul lago e la sua valle, sui monti Festa e San Simeone, sulla valle del fiume Tagliamento, su Sella Chianzutan, sulla Carnia.
Anche se fossero realizzati i progetti sopraelencati, senza la realizzazione di un bypass il lago non recupererebbe la pescosità e la balneabilità: è arcinoto che la gente va a fare il bagno e i tuffi ad Alesso sul torrente Palar dalle acque limpide e non nel lago torbido e gelido.
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In sintesi l’insieme dei progetti appare come una manovra di “distrazione di massa” che torna a vantaggio del “potentato energia elettrica-agricoltura” per distogliere l’attenzione della gente dal disastroso stato del lago e dalla necessità di porvi rimedio e rinaturalizzarlo con un bypass.
Una manovra di “distrazione di massa” preceduta da uno studio commissionato nel 2022 dalla Regione del costo di 50mila euro, secondo il quale il bypass è negativo, mentre meglio sarebbero le ridicole “isole d’acqua” con camminamento ricavate con grossi massi collocati in acqua presso la riva sud e nord.
Ha il sapore di “distrazione di massa” anche il contentino del recente contributo regionale di 2.830.000 euro “per il miglioramento della sicurezza e naturalità del lago”.
Sarà una distrazione di massa anche la Barcolana triestina sul lago in ottobre annunciata con grande clamore. Ove in quei giorni fosse torbido il lago mostrerà la sua realtà disastrosa a coloro che si rifiutano di vederla, di porvi rimedio, di comprendere che il lago si salva solo con un bypass! Finita la Barcolana lacustre il lago rimarrà lì nel suo stato disastroso! Anche lunghi tratti carnici del Tagliamento resteranno, come lo sono, aridi dopo la discesa in Kayak nel suo tratto ben bagnato!
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“Distrazioni di massa” messe in campo per abituare la gente ad accettare il lago nello stato penoso in cui si trova e non a caso in un momento particolare in cui, grazie alla costante attività dei Comitati e dei consiglieri regionali amici del lago, il Consiglio Regionale ha recuperato il bypass, abbandonato dall’assessorato all’ambiente per l’ostilità del Consorzio di Bonifica, ed ha approvato con un solo voto contrario la mozione n.76 avente per oggetto “ La Regione approfondisca le valutazioni relative alla valvola di regolazione del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago e quant’altro ritenuto necessario per la precisa individuazione degli interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa al fine della rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo”. Dove per “valvola di regolazione” s’intende un dispositivo che, al bisogno, dal bypass immetta acqua nel lago per garantirne il livello in caso di notevole siccità. La stessa mozione tra l’altro impegna la Giunta Regionale “a valorizzare il più grande lago della regione, patrimonio ambientale da cui dipende lo sviluppo sociale ed economico di un territorio che sta già patendo pesanti impatti negativi”
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La citata mozione n.76 crea le condizioni per elaborare un preciso progetto di bypass, opera prioritaria, da realizzare in tempi brevi, attuando così il dettato del PRTA “di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.
E’ necessario che il NO alla condotta del Consorzio di Bonifica e il SI al bypass deliberati nella seduta congiunta del 27.10.2024 dai consigli Comunali di Bordano, Cavazzo Carnico, Osoppo e Trasaghis e gridati nella manifestazione sulla riva sud del lago abbiano una concreta attuazione con ricorsi alle istanze superiori, anche legali, con iniziative verso le sedi politico-istituzionali e con la mobilitazione della popolazione. Ne va della credibilità dei sindaci.
Questo è il terreno sul quale non mancherà il sostegno delle genti della Val del Lago, della Carnia e dei Comitati Popolari che da tanto tempo lottano per il lago e la sua valle.
30 luglio 2025.
Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, presidente del Comitato Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento».
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