Ci sono notizie che mi turbano parecchio in Carnia. Dopo il No dell’ Uti della Carnia alla motocavalcata della Carnia che forse faceva fare tanti soldini sonanti ad associazioni varie ma non certo a noi carnici ed al nostro territorio, ecco che giunge un Convegno che si terrà a Paularo venerdì 26 luglio 2019 alle ore 20.30, presso l’auditorium dell’ Istituto Comprensivo, promosso dalla Federazione Motociclistica Italiana – Comitato Regionale – Friuli Venezia Giulia,  con sede a Torreano di Martignacco, dal titolo inquietante: “Motociclismo/territorio: una regola chiara, che tuteli il diritto e il dovere. Può esistere una convivenza ed una condivisione del Territorio?”.

Sono previsti gli interventi di: Daniele Di Gleria Sindaco di Paularo; Emanuele Prisco Presidente Motoclub Carnico; Francesco Lunardini coordinatore nazionale FMI Trial; Tony Mori Coordinatore Dip.to Politiche Istituzionali FMI che parlerà su: “Sport e Territorio, binomio vincente se condiviso nel rispetto delle regole”; del Col. Claudio D’Amico referente C.U.F.A. Carabinieri Forestali che interverrà su: “Il ruolo della Polizia Ambientale ed il significato del Protocollo d’intesa”; di Giancarlo Strani Presidente della Commissione Ambiente della F.M.”.

Per inciso il C.U.F.A. è il Circolo Ufficiali Delle Forze Armate D’Italia, ma in Friuli Venezia Giulia la forestale è corpo regionale, e non so quanto il colonnello D’ Amico conosca la realtà della Carnia, essendo di Arezzo, ed essendo esperto, pare, di agricoltura aretina. (https://www.youtube.com/watch?v=F6yr5DxDX5k). Inoltre sembra proprio che a questo incontro, che si tiene con l’approvazione del Sindaco di Paularo Daniele Di Gleria, posto fra coloro che interverranno, non siano stati chiamati a parlare né Presidente dell’Uti della Carnia, né qualcuno di Legambiente non solo regionale o di altre associazioni ambientalistiche, e neppure alcuno del Corpo Forestale Regionale o del C.A.I., cosicché anche un minus habens potrebbe comprendere che qualsiasi documento od intendimento uscirà da detto incontro sarà a senso unico. Infatti, tolto il colonnello, gli altri sono tutti rappresentanti di parte “motoristica”. Ma certe volte basta lanciare l’amo e vedere se qualche pesce abbocca.

Vi giuro che la prima cosa che mi è venuta in mente è «Ma di che diritti e doveri parlano questi?».

Si vieta forse ai motociclisti di passare sulle strade, ove il transito è normato dal codice della strada? Ma non pochi avevano già un paio di anni fa qualche dubbio sul diritto delle moto e squads di scorrazzare sui sentieri montani e campestri, tanto che il 20 novembre 2017 una serie di Associazioni di tutto rispetto quali: L’escursionismo- sezione della città Metropolitana di Bologna, il Club Alpino Italiano, sezione di Bologna, Oltr’Alpe; C.S.I. Sasso Marconi; Parco Museale della Val di Zena; Gemini mtb; Passo Barbasso; La Nottola; Percorsi di Pace; La Rosa dei Venti; Progetto 10 Righe; Montagna Incantata; Touring Club Italiano Bologna; Trekking Italia Emilia Romagna; Legambiente Emilia Romagna; Legambiente Setta Samoggia Reno; Club Alpino Italiano-Gruppo regionale Emilia-Romagna; Touring Club Italiano -Coordinamento regionale Emilia-Romagna; Trekking Italia associazione nazionale; Associazione Compagnia dei Cammini–Terranera di Rocca di Mezzo (AQ); Associazione Il Cammino di Sant’Antonio; Via degli Abati associazione di promozione sociale; CIPRA Italia; Mountain Wilderness Italia; Gruppo d’Intervento Giuridico associazione ecologista; IT.A.CÀ migranti e viaggiatori; Consulta della Bicicletta del Comune di Bologna; A.S.D. Happy Trail MTB-FIAB; Appenino Slow e la Coop. Madreselva, avevano inviato all’On. dott. Graziano del Rio, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; all’on. dott. Gianluca Galletti, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio; all’on. avv. Dario Franceschini, Ministro del turismo e dei beni e attività culturali; AL sen. dott. Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica; all’on. dott. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati; all’ on. Michele Pompeo Meta, Presidente IX commissione permanente Camera dei Deputati, una lettera che chiedeva di prendere una posizione decisa rispetto alla transitabilità di moto su su sentieri, mulattiere e tratturi, negandola, nel contesto delle nuove norme per il Codice della strada.

Il testo della lettera è il seguente ed è secondo me del tutto condivisibile: « Le scriventi Associazioni manifestano il vivo e forte auspicio, comune e condiviso da tutte, a che venga rapidamente e positivamente concluso, mediante definitiva approvazione di entrambi i Rami del Parlamento nell’attuale legislatura, l’esame del pacchetto di modifiche al Codice della Strada (di cui a D. Lgs. n. 285/1992 e s.m.i.) attualmente contenute nel testo unificato delle proposte di legge di cui ad A.C. n. 423-A e abbinate, come risultante dall’esame in sede referente espletato dalla IX Commissione permanente della Camera dei Deputati, esame conclusosi con una approvazione nella seduta del 26.7.2017, su favorevole parere del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. In particolare, ciò che preme grandemente alle scriventi Associazioni è la definitiva approvazione dell’art. 01 del testo unificato, come già approvato in Commissione. Tale articolo prevede la modifica degli artt. 2 e 3 del Codice della Strada, inserendovi (con la nuova lettera F-ter ai commi 2 e 3 dell’art. 2), quale tipologia stradale a sé stante, quella di “Viabilità forestale, sentiero, mulattiera o tratturo”: ove viene espressamente stabilito (cfr. l’aggiunta al suddetto comma 3 dell’art. 2) che tale tipologia di strade, per caratteristiche dimensionali e tecniche, è destinata all’esclusivo passaggio di pedoni, velocipedi e animali, fatto salvo l’occasionale transito di veicoli a motore per attività agro-silvo-pastorali autorizzate, di servizio, vigilanza, soccorso e protezione civile, nonché per l’accesso al fondo da parte degli aventi diritto. Il medesimo art. 01 del suddetto testo unificato interviene altresì sull’art. 3, comma 2, del Codice della Strada, novellando la definizione di sentiero, mulattiera o tratturo contenuta nel n. 48, aggiungendovi alcune opportune specificazioni descrittive, soprattutto dimensionali, sia del sentiero che della mulattiera. Queste, in estrema sintesi, le novità normative che ad avviso delle scriventi Associazioni rivestono cruciale importanza, sotto vari profili. 

Infatti, in virtù delle suddette modifiche al Codice della Strada, viene esplicitato e definitivamente chiarito il generalizzato divieto di percorrenza motorizzata per diporto su sentieri e mulattiere. Siffatta esplicitazione del divieto si mostra indispensabile, ancorché di tale divieto sia dato già da ora rinvenire gli elementi, sia pure a contrario, nel complessivo regime del Codice della Strada come attualmente vigente. Ad onta di ciò, infatti, in assai ampia porzione del territorio collinare e montano nazionale, negli ultimi anni si è dovuto assistere ad un diffondersi della pratica motoristica di un cosiddetto escursionismo su ruote (enduro, quoad, trial….): diffusione non adeguatamente contrastata fors’anche a causa, per l’appunto, della non immediata ed agevole individuazione delle attuali norme da cui risulta un regime di divieto di transito motorizzato su sentieri e mulattiere. Sta di fatto che su numerosissimi sentieri e mulattiere, segnati e tabellati da gran tempo come percorsi escursionistici CAI, sempre più frequentemente si deve assistere al transito rombante ed a velocità sostenuta di frotte di motociclisti, malgrado vi stiano contemporaneamente camminando malcapitati escursionisti. Questa montante invasione delle moto sui sentieri montani e collinari dà luogo a gravi problemi sotto più di un profilo, e precisamente:

Sotto un profilo di sicurezza personale: le moto sui sentieri creano una situazione di traffico motorizzato in assenza di qualsiasi apparato che ne disciplini lo svolgimento di circolazione, giacché sui sentieri è evidentemente del tutto assente qualsiasi segnaletica “stradale” che delimiti corsie, mezzerie, banchine, o che imponga limiti di velocità, precedenze, segnali di stop (o magari semafori!)e così via. Si è dunque in presenza di una sorta di “far west” di circolazione motorizzata, su percorsi per l’appunto costituiti da sentieri, sovente assai stretti, impervi e senza la materiale possibilità di farsi da parte. Ne risulta evidente l’estrema rischiosità per l’incolumità personale dei camminatori, oltre che dei ciclo escursionisti e degli stessi motociclisti. Tutto ciò in palese contraddizione con la giusta tendenza verso un rigore comportamentale, che caratterizza l’attuale produzione normativa in materia di circolazione motorizzata.

Difatti, le caratteristiche strutturali e dimensionali che presentano sentieri e mulattiere sono ben lungi dal rispettare i requisiti funzionali previsti dall’art. 2 del Codice della Strada, e relative norme attuative, ai fini di un transito anche veicolare. Il che viene ad abundantiam confermato dalla constatazione che nessun sentiero e nessuna mulattiera è inserito negli elenchi delle strade a transito veicolare, catalogate ai sensi del suddetto art. 2 del Codice della Strada, debitamente tenuti dagli enti competenti.

Nei casi, purtroppo già di per sé piuttosto infrequenti, in cui le guardie forestali elevavano contravvenzioni nei confronti di motociclisti sorpresi a percorrere sentieri, veniva interposto ricorso amministrativo unicamente basato sulla semplicistica, e del tutto errata, argomentazione secondo la quale, essendo il sentiero definito dal Codice della Strada (cfr. il n. 48 al comma 2 dell’art. 3) come “strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali”, ebbene tale ricomprensione del sentiero nel concetto di “strada” fosse sufficiente a concludere che ciò consentirebbe anche ai motoveicoli di transitarvi, salvo esplicito divieto deliberato dall’autorità competente e debitamente tabellato in loco (argomentazione, questa, che classicamente prova troppo, giacché in base ad essa non solamente le moto bensì qualsiasi veicolo a motore, pullman turistici inclusi, in assenza di specifica indicazione di divieto potrebbe legittimamente affrontare il transito su di un sentierino di montagna!). Ma tale speciosa argomentazione, invariabilmente addotta ed evidentemente ispirata da univoci suggerimenti delle organizzazioni di settore, frequentemente bastava ad ottenere l’accoglimento del ricorso da parte delle Comunità Montane, che erano le autorità competenti ad esaminarlo.

Al proposito giova ricordare la motivazione che è stata posta a base della riconduzione alla sfera normativa statale, e non regionale, della materia della circolazione motorizzata. In tal senso si è espressamente pronunciata la Corte Costituzionale, la quale, con sentenza n. 428 del 2004, ha affermato che la circolazione stradale è riconducibile a competenze statali esclusive, ai sensi dell’art. 117 comma 2 Cost. Secondo la Corte Costituzionale, ciò è in primo luogo ricavabile dall’esigenza, connessa alla strutturale pericolosità dei veicoli a motore, di assicurare l’incolumità personale dei soggetti coinvolti nella loro circolazione (conducenti, trasportati, pedoni) che certamente pone problemi di sicurezza, e così rimanda alla lettera h) del secondo comma dell’art. 117, che attribuisce alla competenza statale esclusiva la materia “ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale”.

Sotto un profilo di tutela ambientale: il transito delle moto sui sentieri, specialmente nei tratti in pendenza e/o su fondo argilloso (tipico quest’ultimo di pressocché tutte le colline a ridosso dell’intero arco appenninico), dà luogo a forti sollecitazioni sul terreno, causate dal peso del veicolo e del conducente nonché dalla particolare sagomatura degli pneumatici; con conseguente erosione del fondo naturale del sentiero, o dei tratti selciati delle mulattiere. A lungo andare –come è purtroppo di agevole ed assai diffusa constatazione –tale erosione produce solchi e vie preferenziali al ruscellamento delle acque meteoriche. Ciò concorre a rendere instabile il terreno e provocare dei crolli, fino a creare -in particolare nelle suddette zone argillose così ampiamente diffuse nella nostra penisola -un vero e proprio dissesto idrogeologico, con conseguenti situazioni di potenziale rischio, sotto questo aspetto, non solamente per le persone dei fruitori dei sentieri e dei territori attraversati, ma anche per la stabilità dei suoli dei territori stessi.Sotto un profilo disviluppo turistico ed economico dei territori montani e collinari: è esperienza comune, degli operatori turistici titolari di strutture di accoglienza prossime a percorsi escursionistici, che il transito delle moto sui sentieri disturba ed allontana la frequentazione da parte di viandanti (escursionisti a piedi),tanti dei quali di nazionalità estera, i quali pure mostrano un sempre maggiore interesse nei confronti di assai numerosi percorsi un po’ su tutto il territorio italiano, ed in special modo verso i cosiddetti “cammini” storici o devozionali: le Vie Francigene, i Cammini di numerosi Santi (San Francesco, Sant’Antonio, San Benedetto, San Carlo), la Via degli Dei tra Bologna e Firenze, la Via degli Abati, la Via Romea Germanica, la Piccola Cassia, l’Alta Via dei Parchi tra Emilia-Romagna e Toscana, il Cammino dei Briganti tra Lazio ed Abruzzo, la Via della Transumanza, eccetera; tanto che il 2016 è stato proclamato “anno nazionale dei Cammini” nel nostro Paese. Ma questo proposito, mette conto richiamare altresì la decisa indicazione del Governo in direzione del cosiddetto ”turismo lento”, nel tentativo di rilancio anche dei piccoli borghi, dei paesaggi nascosti e di luoghi finora non toccati dai circuiti turistici di massa, ma ricchi di valori ambientali, storici ed architettonici, di cui l’Italia è giacimento inesauribile: con investimenti pubblici senza precedenti nello specifico settore (63 milioni di euro, tra Legge di Stabilità 2016 e Piano Cultura e Turismo; oltre ad altri 91 milioni per quattro nuove ciclovie).

Mette conto sottolineare, a quest’ultimo proposito, come risulterebbe in stridente contrasto, con le scelte di sviluppo turistico e lo sforzo di incentivazione economica così lucidamente e condivisibilmente posti in essere dall’attuale Governo, la prosecuzione di un atteggiamento di “laissez faire”, o peggio ancora di aperto sostegno, verso l’invasione motorizzata dei sentieri, con conseguente svilimento e fin distruzione di tali vere e proprie infrastrutture portanti della direzione di sviluppo turistico che il Governo ha scelto; e con grave disincentivo dell’afflusso di camminatori anche provenienti dall’estero. Né si obietti che anche il cosiddetto escursionismo motorizzato è matrice di frequentazione turistica (di diversa inclinazione) e di sviluppo del comparto produttivo motociclistico: giacché assolutamente incomparabili si mostrano le rispettive potenzialità, per tacere degli ulteriori profili, ambientali e valoriali, nonché di tutela della sicurezza personale, che si sono qui sintetizzati. Il tema tocca dunque il cuore delle prerogative dei Signori Ministri sia delle Infrastrutture e Trasporti, sia dell’Ambiente e Tutela del Territorio, sia del Turismo e dei Beni Culturali. Sui quali perciò–come pure sugli Onorevoli Presidenti dei due rami del Parlamento, nonché sull’Onorevole Presidente della IX Commissione permanente della Camera ove la materia è stata trattata-le scriventi Associazioni confidano, per un forte e concorde sostegno di Essi tutti al positivo e celere coronamento dell’iter legislativo delle modifiche al Codice della Strada, specificate in oggetto e qui trattate. Distinti saluti». (https://www.deepwalking.org/cammino/img/177/lettera-divieto-moto-su-sentieri.pdf)

In detto testo mi pare siano precisati diversi problemi che presuppongono che non  vi sia transito di moto su sentieri, mulattiere, tratturi, piste forestali a cui se ne aggiungono degli altri che esistono, indipendentemente dal fatto che una norma sia più o meno stata approvata in Parlamento. Inoltre sulla stessa avaaz il Cai aveva presentato una petizione intitolata: “No al traffico motorizzato su sentieri, mulattiere pascoli e boschi”. (http://www.avaaz.org/it/petition, e citata anche in: “Moto sui sentieri, sì o no? Polemiche e petizioni sul web”, https://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-e-provincia/moto-sui-sentieri-si-o-no-polemiche-e-petizioni-sul-web_1070510_11/.

Ma anche il Corriere della Sera, il 2 aprile 2014, dedicava una intera pagina al problema dei motori rombanti sui sentieri.
E questo problema che coinvolge tutta Italia, si risolverebbe in quel di Paularo, in un incontro fra la Federazione Motoristica Italiana sezione Regionale, un colonnello dei carabinieri quando qui c’è il Corpo Regionale Forestale, e il sindaco di Paularo?
Ed io stessa pubblicavo, il 13 giugno 2018, le Osservazioni di Marco Lepre, Presidente Legambiente Carnia, sulla Motocavalcata della Carnia, leggibili in: https://www.nonsolocarnia.info/marco-lepre-lettera-al-presidente-delluti-ed-ai-sindaci-della-carnia-sulla-motocavalcata-delle-alpi-carniche-2018/

Ma a questi aspetti se ne aggiungono degli altri, quali per esempio, il fatto che i motori rombanti spaventano pure il bestiame, e quindi implicano una ricaduta non di poco conto sull’economia della montagna; che spesso chi scorrazza può lasciare anche rifiuti, che questo voler essere liberi di andare dovunque con moto non pare assolutamente educativo. Le moto vadano sulle strade rispettando le regole ed i limiti di velocità, non arrischiando i loro guidatori sorpassi a destra e manca, e nei circuiti prefissati, non nei campi e sui monti, per sentirsi forse Dio, per riempirsi di quell’ebbrezza che credo dia violare il creato in sella ad una moto predisposta per farlo ed imporre ciò agli altri, alla popolazione stanziale. E vi prego, se ne avete il tempo, visionate alcuni siti su moto enduro, per vedere che messaggio educativo trasmettano! Altro che viandanti, Cammini, e vie franchigene! Infatti per esempio su: https://www.youtube.com/watch?v=V9iqPeNZdeQ, io avevo trovato che l’Hard Enduro è una competizione estrema di moto che si svolge in location altrettanto estreme. Una disciplina che parte dalle corse di endurance aggiungendovi elementi del trial e del motocross, e «condendo il tutto con una sana dose di sadismo».

E dato che i cerchi non si quadrano, se ci saranno loro, i viandanti a piedi dovranno sloggiare. E mi ricordo tristemente una vecchia idea di Valter Marcon che voleva la Carnia divisa in ambiti per i motociclisti. Inoltre come non ricordare cosa è accaduto al povero Roberto De Prato, recentemente?

Non da ultimo, l’Uti della Carnia, da che so, ma se erro correggetemi, ha vietato la moto cavalcata della Carnia (dopo di che, per inciso, la Val But si è data da fare per portare attività motoristiche in loco, di cui non sentivamo la mancanza), a causa della situazione creatasi con gli eventi calamitosi dell’ottobre/novembre 2018. E nessuno può ancora determinare sul nostro territorio montano e friabile in tutta la Carnia, l’impatto di continue e plurime percorrenze con moto da enduro e via dicendo.

Insomma da un lato la Carnia riceve migliaia di euro anche da privati per ripristinare il suo territorio e dall’altro qualcuno intende rovinarlo ancor di più per il proprio piacere chiamandolo diritto?

Inoltre non si tiene conto di quali effetti potrebbe avere sul territorio alpino e montano, fra alberi prati e sentieri, il passaggio continuativo ed elevato di moto, ma anche quello di una sola gara, che smuove terra ed alza polvere, con i cambiamenti climatici in corso, ed il caldo forte presente. 

E mi chiedo: ha forse a che fare questo incontro paularino con Stefano Mazzolini che, secondo il Messaggero Veneto del 28 maggio 2019 così si era espresso: «Lo stop ad una manifestazione capace di attirare migliaia di persone deciso dall’Uti della Carnia mi pare una scelta miope, basata soltanto su motivi politici, ma soprattutto una decisione contraria allo sviluppo turistico». Così Mazzolini spiega la sua decisione di presentare una interrogazione all’assessore Pierpaolo Roberti sull’annullamento di questa manifestazione che avrebbe dovuto tenersi l’8 e il 9 giugno. L’Uti della Carnia ha dato il suo parere negativo «ma si è forse dimenticata – sferza – che l’associazione Moctus che da 13 anni organizza l’evento ha sempre provveduto al ripristino del territorio, tant’è che ogni anno le è stata restituita la caparra versata. Il sodalizio ha sempre agito nel pieno rispetto delle vigenti normative e delle prescrizioni impartite dai soggetti interessati al rilascio di pareri ed autorizzazioni. Mi sfugge cosa sia cambiato per l’edizione del 2019» (http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2019/06/07/gorizia-motocavalcata-annullata-mazzolini-grave-danno-30.html?ref=search)?

Ai posteri l’ardua sentenza. Senza offesa per alcuno, ma per informare ed esprimere la mia opinione documentata. E se pensate non abbia capito di cosa si dovrebbe parlare nel convegno, vi dico che non sono l’unica ad aver capito che trattasi di creare un diritto delle moto ad andare e scorazzare sui sentieri, in primo luogo. E se erro correggetemi.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che correda l’articolo rappresenta la pagina del Corriere della Sera del 2014. Laura Matelda Puppini 

P.S.: Ho appreso ora, dopo aver pubblicato l’articolo, da un pieghevole trovato per caso, che il 27 e 28 luglio 2019 si terrà a Paularo il campionato italiano di Trial, per svolgere il quale non si sa se servisse parere dell’Uti e se sì se esso sia stato positivo. Fra ciò che si svolge, nel settore, ad Arta Terme, Paularo ecc .ecc. c’è di che preoccuparsi e se concede tutto la val But, i motociclisti vorranno tutto dappertutto, secondo me. Siamo terra o colonia? Laura Matelda Puppini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

https://www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2019/07/moto-2-aprile-2014-pdf-758x1024.jpghttps://www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2019/07/moto-2-aprile-2014-pdf-111x150.jpgLaura Matelda PuppiniAMBIENTECi sono notizie che mi turbano parecchio in Carnia. Dopo il No dell’ Uti della Carnia alla motocavalcata della Carnia che forse faceva fare tanti soldini sonanti ad associazioni varie ma non certo a noi carnici ed al nostro territorio, ecco che giunge un Convegno che si terrà a...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI