Questo il comunicato stampa fatto diramare ieri da Furio Honsell di Open Sinistra Fvg nel merito dei ‘ fatti di Tolmezzo’.

«Questa mattina ho depositato presso la Procura della Repubblica di Trieste, un esposto relativo ai fatti avvenuti il 13 giugno in piazza a Tolmezzo, dove sulla base di fotografie e filmati circolati sui social appare che alcuni sostenitori del neosindaco eletto hanno manifestato la propria soddisfazione facendo il “saluto romano”, nota modalità di riferimento ad appartenenza politica fascista.

Poiché l’ordinamento giuridico italiano punisce l’apologia di Fascismo e tra le modalità apologetiche rientra proprio il saluto romano (Corte di Cassazione, sez. I Penale, sentenza n. 20450 depositata il 17 maggio 2016), ho richiesto alla Procura di accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti.” (…).

“Ritengo importante che ogni rischio di deriva fascista nella società vada contrastato con fermezza. Essere indifferenti o minimizzare tali segnali è già complicità».

Furio Honsell».

Ringrazio Furio Honsell per il suo coraggio e mi chiedo perché non abbia pensato di fare lo stesso il Pd (locale, provinciale, regionale) di cui io non ho ancora capito la posizione rispetto a fatti così gravi. Sapete, qui in Carnia siamo davvero ‘messi male’: prima il gestore di malga Promosio che insulta con un post, e senza averne motivo, la senatrice Liliana Segre (https://www.udinetoday.it/cronaca/post-liliana-segre-marino-screm-malga-pramosio.html), sollevando lo sdegno pure di Pier Mauro Zanin, presidente del Consiglio Regionale che così ha dichiarato: «“Un insulto ingiustificabile e vergognoso che non può passare inosservato, a maggior ragione se indegnamente formulato da colui che gestisce un bene regionale ad alto impatto simbolico quale Malga Pramosio e, nei cui confronti, si devono attivare immediate procedure di verifica. È quanto afferma Zanin, riferendosi al post in friulano pubblicato oggi (e poi rimosso) sul profilo Facebook di Marino Screm, “ingiurioso nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre” che, lo scorso mercoledì a Palazzo Madama, ha votato la fiducia al Governo Conte». (Ivi).

Ma leggete cosa si era permesso di scrivere questo malgaro (senza offesa alcuna, è il suo lavoro), abbinandolo a una foto della senatrice Segre, dove si evidenzia lo stipendio mensile e annuo della stessa:  «questa cotenna di maiale non va bene nemmeno insieme ai crauti». (Ivi). Pare però che nessuno in questa pavida Carnia lo abbia denunciato, anzi è stato eletto in consiglio comunale a Paularo con Marco Clama, sostenuto dal Presidente Fedriga, ed è diventato assessore. (https://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/43-paularo/44-amministrazione/). E il mio grazie sincero vada a Pier Mauro Zanin per aver preso posizione nel merito della frase ingiuriosa.

Poi, sempre in territorio paularino, non molto tempo fa, a ridosso del 25 aprile 2022, «Mani ignote hanno sfregiato una targa posta nelle vicinanze di malga Meledis, sopra Paularo. La targa, inserita in una maina, era stata fatta collocare nel luglio del 1946 dai malgari Riccardo Gortani e Gioacchino Larice, che avevano vissuto direttamente sulle montagne i drammi della guerra. La scritta, ideata dal senatore Michele Gortani, ricordava: Su le Alpi di Cordin e Lanza il 18 luglio 1944 furia tedesca spargeva il sangue innocente di Cescutti Giovanni e Giuseppe, D’Orlando Primo, Mongiat Attilio e dei fanciulli D’Orlando Agostino e Stefanutti Attilio. Pace ai caduti – ausilio a se stessi implorano dalla Vergine Santa i compagni superstiti». E lo sfregio consisteva in una scritta che cancellava la precedente attribuendo ai partigiani, anziché ai tedeschi, l’uccisione di sei pastori avvenuta nelle malghe Lanza e Cordin nel luglio 1944. (https://www.studionord.news/gli-eccidi-nelle-malghe-carniche-furono-opera-di-una-controbanda-tedesca/).

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Qui in Carnia è facile leggere e diffondere stampa che insulta la resistenza, e ricostruzioni dei fatti come minimo discutibili perchè prive del contesto corretto e della documentazione a supporto, ma cosa vuoi che sia, basta che la analisi reale dei fatti non prenda piede. E scusatemi l’amarezza. Vi è qui un abisso di ignoranza che confonde quello che uno pensa con la verità. Diventeremo una riserva indiana, su di un territorio sempre più sfruttato e sottomesso, mentre quelli che avevano idee se ne sono andati, cacciati da una politica che ha sempre avuto in odio quello che lei definisce di sinistra, ricostruzione storica dei fatti resistenziali compresa?

Basta lasciare, come la società liquida ed evanescente attuale vuole, anche nel campo della ricostruzione storica il “largo alle opinioni” magari, e mi scuso subito se lo dico: con la benedizione della chiesa. Ce lo meritiamo e facciamo il gioco di chi ci vuole così, diradati e sottomessi, di chi tollera che sieda come assessore in un comune uno che ha denigrato la senatrice Segre. Non solo: ci sono coloro che si sentono forti solo per un patentino di essere nuovi e vecchi intellettuali datogli spesso non si sa da chi, o coloro che si sentono forti davanti a un bicchiere o ad un computer. Ed è interessante che ora qui vincano le elezioni coloro che sanno tenere “la barra diritta” e gestire “l’operazione”. (Cfr. https://www.studionord.news/roberto-vicentini-nuovo-sindaco-di-tolmezzo/). Infatti questo ha dichiarato Stefano Mazzolini, per il successo di Vicentini sindaco: e cioè una elezione non c’entra più con il volere degli elettori, ma dipende da come persone terze ed influenti sanno gestire una operazione elettorale. Eh dai, avanti tutta!!!! 

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Ma anche qualche anno fa, a Paluzza, qualcuno aveva scritto frasi incresciose, anticomuniste e contro gli antifascisti, sul muro della caserma Mentil (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/04/23/news/scritte-fasciste-sui-muri-della-caserma-mentil-1.9099614), e pure, sul muro di accesso al paese, un paio forse di anni dopo, alla vigilia di una festa dell’Anpi Paluzza, erano comparse scritte dello stesso tenore. Ed ancor prima era stato trovato, dalle forze dell’ordine, un mezzo arsenale privato in casa di uno forse in zona Lauco – Fusea, ma non ricordo bene il luogo nè l’anno.

Credetemi: neppure Michele Gortani, che aveva a cuore la verità, non avrebbe sopportato tutto questo. La Carnia vira al nero senza che nessuno dica qui quasi nulla? Chiediamocelo noi, che qui viviamo, e che questa terra amiamo. E siamo noi che coltiviamo nel nostro seno la serpe, il nero madràc, ma velenoso, senza reagire e così, di fatto, alimentandolo. E se erro corregetemi, ed attendo qualche commento, in questa Carnia che tace, indifferente, davanti a tutto. Grazie Honsell, grazie Zanin.

Senza voler offendere alcuno ma per esternare una mia angoscia ed i miei dubbi.

Laura Matelda Puppini

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Naturalmente questi sono gli ultimi casi, ma io di saluti fascisti ne ho visti anche in ambito scolastico, e anni fa era sorta una querelle per gente che andava in giro, a Tolmezzo, cantando a squarciagola ‘Faccetta nera’ ed era forse il 2010, mentre nel 2021 a cantarla a una radio popolare veneta è stata Elena Donazzan, assessore all’istruzione della regione Veneto di FdI, famosa per altre iniziative come la distribuzione gratuita agli studenti del fuorviante libello a fumetti “Foiba rossa”. (Cfr. Federico Camon, Il caso in Veneto. “Faccetta nera” non si canta. E’ storia ripudiata, in: https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/cantare-faccetta-nera-no-storia-ripudiata). L.M.P.

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