Lui ha una voce bassa dal tono cordiale e rispettoso: “Due etti di gorgonzola per piacere”. Ora tocca a me: “Quella mortadella lì, sì quella mi va bene. Due etti … e anche due pezzi di pane, grazie”.  Paghiamo, ciascuno la sua parte, e usciamo dal negozio, il primo negozio di alimentari venendo dall’isola della Schiusa verso il porticciolo di Grado.

Metà mattinata lui l’ha passata in corriera scendendo da Tolmezzo fino a Grado. Per me era più semplice perché il mio percorso giornaliero in corriera si limitava al percorso da Monfalcone a Grado e ritorno.

Quasi lì di fronte al negozio c’è l’osteria dei pescatori, nostro punto fermo per appuntamenti da un po’ di tempo. Entriamo e ancor prima di toglierci il cappello riceviamo il buongiorno dai pescatori presenti. L’oste ci prepara automaticamente il mezzo litro e i due bicchieri mentre ci avviamo al tavolino, quello là in disparte. Oltre al vino ci porta anche due piatti e due forchette … roba da signori. Ringrazio e poi in silenzio comincio ad attaccare la mia parte ma subito ci alterniamo, un po’ becco io da lui e un po’ becca lui da me; “ce c’a mi plaš la gorgonsole …“(quanto mi piace il gorgonzola …)  mugugna a mezza voce.

Questo era il rituale del nostro pranzo quando “Mio” (cioè l’ispettore scolastico Geremia Puppini incaricato delle scuole per gli sfollati di Grado dopo la scossa dell’11 settembre del 1976) lasciava il suo lavoro per le scuole della Carnia e dell’Alto Friuli per scendere da noi a Grado per sostenere con la sua esperienza e saggezza i nostri sforzi per far funzionare il complesso scolastico “inventato” a Grado Pineta. Al lauto pranzo non partecipava il carissimo amico Bruno Mongiat, ora dirigente scolastico in pensione; non c’era per il semplice motivo che era nell’elenco delle famiglie sfollate da Tolmezzo e quindi poteva pranzare “a casa” nel mini appartamento del condominio Zipfer di fronte al mare sulla “diga” di Grado. Eravamo stati assieme all’ispettore alla fine della mattinata e lo saremmo stati anche per la prima parte del pomeriggio. C’erano sempre tanti problemi e problemini da seguire e risolvere:  ricerca e “conquista” di insegnanti supplenti, problemi personali e famigliari del personale insegnante, situazioni particolari di bambini e bambine che si portavano dietro non solo l’abbandono dei luoghi e degli affetti ma anche nel profondo tutte le crepe che l’esperienza diretta del terremoto lascia nei cuori e nelle budelle …

“Mio” arrivava alla stazione delle corriere di Grado, prendeva l’autobus urbano fino al capo-linea di Grado Pineta, si incamminava a piedi verso la spiaggia fino a raggiungere un piccolo complesso di negozietti appena finiti, ognuno con la sua bella vetrata, sempre illuminati. In ognuno di essi c’era corrente elettrica, servizi igienici e riscaldamento. Il telefono non c’era ma in caso di necessità potevamo rivolgerci all’alberghetto lì vicino, quello della “Contessa”. In ognuno di quei negozietti era stata sistemata una classe.

Geremia Puppini poteva arrivare a qualunque ora senza preavvisare e sapeva che avrebbe trovato tutti gli insegnanti e gli alunni al loro posto in attività, che non avrebbe trovato genitori intenti a lamentarsi, che avrebbe verificato l’ottimo rapporto con l’Amministrazione comunale gradese e l’apprezzamento dei residenti a Grado Pineta. Lo sapeva perché di Bruno poteva fidarsi ciecamente; Bruno era l’ottimo organizzatore pieno di senso pratico e che non si lasciava mai sorprendere dai problemi. Io lo invidiavo e così lo sfidavo a ping-pong; il tavolo pieghevole era nel negozio più grande che veniva utilizzato a seconda delle necessità; ora per attività ginniche, ora come sala assemblee, ora come riunione insegnanti, ora come aula di musica. Problemi, potete ben immaginarlo, ce n’erano sempre; era tutto provvisorio e inventato di momento in momento, ma grazie alla buona volontà di tutti e a una buona dose di creatività si procedeva come se si trattasse di un normale anno scolastico in una normale scuola elementare.

Giuseppe Craighero.

(Giuseppe Craighero è il docente riferimento per la parte didattica presente nella scuola per sfollati a Grado. Laureatosi a Padova in pedagogia, poi svolse pure attività come direttore didattico).

L’immagine proveniente dal maestro poi Direttore Didattico Bruno Mongiat, che si ringrazia, rappresenta lo stesso, probabilmente il maestro Enore ed altre forse maestre in gita al monte Grisa il 1 maggio 1977. Laura Matelda Puppini

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