Premessa.

Continua qui la sintesi degli interventi tenutisi nei pressi della Centrale di Somplago, per dire un forte e chiaro NO all’insediamento, da parte di Siot, di due generatori termoelettrici a metano.

E con piacere ha visto la presenza di quasi tutti i sindaci o rappresentanti dei comuni della Carnia e della Val del Lago, oltre il Presidente della Comunità di Montagna e sindaco di Ravascletto Ermes De Crignis, il Presidente del Bim e sindaco di Ampezzo Michele Benedetti, l’onorevole Aurelia Bubisutti, i consiglieri regionali Stefano Mazzolini e Luca Boschetti, i Presidenti di Legambiente regionale e di Legambiente Carnia, il Presidente della Pro Loco Somplago – Mena e una rappresentanza del Movimento Friuli, per quanto mi ricordo. E ma se avessi dimenticato qualcuno, vi prego di avvisarmi e mi scuso.

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VORREI PERÒ, IN MODO PARTICOLARE, TRASCRIVERE QUESTI INTERVENTI PER IL PRESIDENTE DOTT. MASSIMILIANO FEDRIGA, non solo per chiedergli aiuto, per noi e la nostra terra, ma anche perché possa riflettere se sia proprio il caso di chiamare in regione multinazionali (1), perché noi dei monti e della pedemontana friulana, Presidente, di multinazionali abbiamo già fatto il pieno, e non abbiamo visto nessuno sviluppo per la nostra terra, ma solo servitù, sfruttamento, inquinamento. Inoltre qui si impone a livello regionale un problema: si vuole che la montagna viva o sia solo terra coloniale e di conquista, fino a trasformarsi in una landa disabitata?

Sindaci presenti alla manifestazione. Foto di Laura Matelda Puppini.

Dopo Barazzutti è intervenuto Claudio Polano, per il Comitato per la tutela e la valorizzazione del lago di Cavazzo, che dal 2009 si batte per la salvaguardia del territorio del lago, prima contro il ventilato trasporto dell’acqua del lago di Cavazzo al bacino dell’Ambiesta e viceversa, poi a sostegno della proposta dell’ingegner Franzil di fare un bypass per evitare che la centrale scarichi nel lago, favorendone la rinaturalizzazione, il ritorno delle sue acque a temperature più miti ed il ripopolamento naturale ittico.

Infatti se la situazione rimane questa, come hanno evidenziato gli studiosi dell’Ismar di Bologna del Cnr, il fondale del lago continuerà a restare quello che loro hanno fotografato: un ambiente quasi lunare, come precisato pure da carabinieri sommozzatori presenti ad esercitazioni, dove le forme di vita sono ridottissime e, se presenti, limitate alle sponde, mentre nel lago il fango incombe. Ora, è stato istituito, come previsto dalla Regione, il ‘Laboratorio Lago’, dove si trovano pure tre tecnici nominati direttamente dai comuni rivieraschi: Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis.

A questo punto, il laboratorio deve dare al più presto le indicazioni tecniche per poter proseguire nell’iter progettuale vero e proprio ed iniziare la ricerca dei finanziamenti, per procedere poi nella realizzazione del bypass. E la Regione FVG deve muoversi subito per cercare di ottenere risposte concrete da parte del Laboratorio. Infine Polano ha ricordato che la Val del Lago subisce tutto l’inquinamento dell’autostrada, che, secondo lo studio fatto dall’ing. Franzil (2), riempie l’ambiente di 157 tonnellate di inquinanti l’anno. Non ne serve altro in aggiunta. Perché se si permette la costruzione dei due nuovi due generatori di corrente elettrica e di calore, all’ inquinamento già presente si aggiungeranno altre 250 tonnellate di tossici. E per quale motivo si dovrebbe subire tutto ciò? Basta essere ‘sotàns’ e dire ‘tanto comandano loro’! Facciamoci sentire e continuiamo a farlo!

Infine Polano ha ricordato la lotta, negli anni ’80, contro il prelievo di acqua dal lago per irrigare la pianura, problema che ciclicamente si ripresenta. (3).

Alla manifestazione c’erano quasi tutti i sindaci della Carnia e della Val del lago, e c’ erano rappresentanti di diverse istituzioni. Ecco, in sintesi, cosa hanno detto.

Per primo, tra i sindaci intervenuti, ha parlato, in quanto direttamente coinvolto nel problema sul tappeto, il sindaco di Cavazzo Carnico Gianni Borghi, che ha iniziato il suo intervento dicendo che si ritiene soddisfatto dalla grande presenza dei sindaci della Carnia, oltre che degli altri politici, alla manifestazione, dimostrando in questo modo la possibilità di essere uniti su aspetti che sono importanti per il territorio. Egli ha continuato dicendo che rappresenta la sua comunità ed una popolazione che non è quella del ‘no’ ad ogni costo, ma che si è schierata per un ‘no’ all’agire in questo modo.

Borghi quindi ha detto dii ritenere che le infrastrutture siano indispensabili per un paese moderno, però c’è modo e modo di intervenire sui territori. Ed oggi, ha aggiunto, siamo qui per parlare di infrastrutture per la cogenerazione dell’impianto di pompaggio della Siot. E siamo qui per dire NO, perché non ci si avvicina così alle realtà locali, e perché la Val del lago ha già dato abbastanza. Ed esiste un limite anche all’inserimento di nuove infrastrutture in questo territorio. Inoltre c’è chi ha portato pochi giorni fa, tabelle e quant’ altro per dire che i livelli di inquinamento aggiuntivo saranno relativamente accettabili (4). Ma noi non riteniamo giustificabili queste affermazioni tecniche, spero supportate scientificamente, al fine della realizzazione dell’impianto, perché noi diciamo che questa valle ha già dato troppo.  Inoltre se da una parte abbiamo una Regione che finalmente ci ha ascoltato e ci sta finanziando progetti di valorizzazione di questa valle, non si capisce come, dall’altra parte, si cerchi di infierire. Ed anche per questo, noi siamo contrari al fatto che vengano creati su questo territorio ulteriori insediamenti produttivi. E non possiamo essere massacrati da meri portatori di interesse. Ma ben poco possono fare le amministrazioni senza il supporto di una popolazione attiva, attenta, e di comitati che, se talvolta possono anche infastidire, spesso però anche stimolano a fare ancor meglio il proprio lavoro. 

Borghi quindi ha detto di ritenere che le infrastrutture siano indispensabili per un paese moderno, però c’è modo e modo di intervenire sui territori. Ed oggi, ha aggiunto, siamo qui per parlare di infrastrutture per la cogenerazione dell’impianto di pompaggio della Siot. E siamo qui per dire NO, perché non ci si avvicina così alle realtà locali, e perché la Val del lago ha già dato abbastanza. Ed esiste un limite anche all’inserimento di nuove infrastrutture in questo territorio. Inoltre c’è chi ha portato pochi giorni fa, tabelle e quant’ altro per dire che i livelli di inquinamento aggiuntivo saranno relativamente accettabili (2). Ma noi non riteniamo giustificabili queste affermazioni tecniche, spero supportate scientificamente, al fine della realizzazione dell’impianto, perché noi diciamo che questa valle ha già dato troppo.  Inoltre se da una parte abbiamo una Regione che finalmente ci ha ascoltato e ci sta finanziando progetti di valorizzazione di questa valle, non si capisce come, dall’altra parte, si cerchi di infierire. Ed anche per questo, noi siamo contrari al fatto che vengano creati su questo territorio ulteriori insediamenti produttivi. E non possiamo essere massacrati da meri portatori di interesse. Ma ben poco possono fare le amministrazioni senza il supporto di una popolazione attiva, attenta, e di comitati che, se talvolta possono anche infastidire, spesso però anche stimolano a fare ancor meglio il proprio lavoro.

Il sindaco di Cavazzo Carnico Gianni Borghi mentre parla alla manifestazione. Foto di Laura Matelda Puppini.

Dopo Gianni Borghi, ha preso la parola, non potendolo fare il sindaco di Bordano per motivi elettorali, la sindaca di Trasaghis Stefania Pisu, che si è soffermata sull’ importanza di manifestare e di farlo pacificamente. Ed ha continuato sostenendo che i sindaci hanno un importante ruolo di rappresentanza della propria gente e che questo nuovo progetto, senza addentrarsi in aspetti tecnici, ha una caratteristica portante: i suoi effetti negativi ricadono su di un territorio che è il nostro. Esso presenta dei problemi di impatto visivo, con queste alte ciminiere di 15, 16 metri e di inquinamento ambientale. Pertanto il suo è un NO, come quello del sindaco di Cavazzo Carnico, è un NO motivato, che implica di non voler sentir parlare di compensazioni, perché non esiste corrispettivo economico né per la propria salute, né per il proprio territorio!

Infine ha informato i convenuti che il ‘Laboratorio sul Lago’ che è sorto per studiare come rinaturalizzare il lago dei Tre Comuni, ha ripreso i suoi lavori, e sarebbe importante portare all’attenzione dello stesso il progetto ed il problema della costruzione dei due nuovi generatori, in modo di cercare, anche con la Regione FVG, di fermare prima, non di dover intervenire, come spesso accaduto, a posteriori, quando il danno è già stato fatto.

 

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Quindi ha preso la parola il Sindaco di Paluzza, Massimo Mentil. Pure nel suo comune, già gravato da una stazione di pompaggio, è prevista la costruzione di un nuovo generatore di corrente elettrica e di calore.

Massimo Mentil ha ricordato, in apertura del suo intervento, l’incontro con il sindaco di Cavazzo, che aveva avuto luogo qualche giorno prima, per concordare una linea comune ed una serie di iniziative di sensibilizzazione del territorio. Quindi si è soffermato sull’ incontro tenutosi con Alessio Lilli, della Siot, il quale ha detto che la Siot rispetta tutte le normative di legge, pertanto nulla osta alla costruzione di un nuovo impianto di cogenerazione. Quindi ha fatto partire le slides, che andavano avanti molto velocemente, ove il progettista, però, prevedeva detti impianti in spazi ampi. «Ora noi abbiamo qui, […] spazi densamente occupati e al tempo stesso spopolati!»
E poi Lilli della Siot ha fatto seguire, alle slides, una serie di dati a confronto tra un tipo di impianto ed un altro, con i possibili eventuali danni ambientali per emissioni di polveri e per rumore, e sembrava tutto perfetto, tanto che un sindaco ha detto “Se sono così bravi, possiamo andare a casa!” 

Ma quando è giunto il suo turno, egli ha detto che a lui pareva di esser stato invitato a cena, ma ad una cena dove si era già giunti all’amaro, e magari restava pure da pagare il conto, invece che esser invitati prima, all’antipasto. Perché il 12 aprile è giunta al Comune di Paluzza una lettera della Regione in cui si presentava il progetto già pronto, senza che egli ne fosse stato informato prima. Inoltre a Paluzza la stazione di pompaggio è in pieno centro abitato, e si deve pensare a come si potrebbe sopportare questa nuova infrastruttura proprio nel cuore del paese senza alcun problema. 

Quindi Mentil si è soffermato sull’importanza del legame tra cittadini ed istituzioni, ed ha detto che pure il suo NO, come quello gli altri sindaci, non è per un no assoluto a qualsiasi infrastruttura, ma «noi vogliamo essere rispettati perché in montagna abbiamo deciso di restare noi!». Ed a noi ben poco interessa – ha continuato – che la Siot abbia deciso di scaldare di più il petrolio, in modo che ad ogni stazione di pompaggio possa guadagnare 4 milioni di euro in più di quello che già guadagna. E noi abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio.

Il sindaco Massimo Mentil mentre parla alla manifestazione. Foto di Laura Matelda Puppini.

Quindi ha preso la parola Ermes De Crignis, presidente della Comunità di Montagna e sindaco di Ravascletto, che ha sottolineato il piacere provato nel vedere tante persone, ed in particolare tanti amministratori a rappresentare la Carnia e l’importanza di muoversi in maniera unitaria per problematiche relative al territorio, che, in questo caso, riguardano i Comuni di Paluzza e Cercivento per la parte alta, e Cavazzo Carnico per la parte bassa. Inoltre ha precisato che, senza ombra di dubbio, l’inquinamento della centrale, con i nuovi impianti aggiuntivi di cogenerazione, non diminuirà ma aumenterà nell’ambiente circostante. Ed anche per questo motivo gli amministratori devono essere d’accordo che questi progetti non devono venir attuati. «Per quanto riguarda noi sindaci – ha proseguito – insieme ai nostri rappresentanti regionali, dobbiamo chiedere chiarezza e dobbiamo domandare alla Regione di appoggiarci e di portare avanti i progetti già iniziati per la rinaturalizzazione e tutela del lago. Ed ha ribadito, infine ed ancora una volta, il ruolo fondamentale del presidente della Comunità di Montagna e dei sindaci nel portare avanti le istanze delle popolazioni delle valli.

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È intervenuta, quindi l’onorevole Aurelia Bubisutti della Lega. Ella ha iniziato dicendo che intendeva riallacciarsi a quanto detto dal Sindaco di Cavazzo Carnico Borghi quando ha parlato di libertà, e «per me la libertà è libertà di scegliere, e per scegliere bisogna capire e conoscere» – ha precisato. E per questo è stato richiesto l’incontro di Cavazzo Carnico, per cercare di capire che cosa stesse facendo la Siot. Infatti di queste nuove infrastrutture da insediare, neppure lei sapeva nulla «Personalmente l’ho saputo per caso – ha detto – perché la Siot aveva fatto un comunicato stampa a Trieste, dove spiegava questi interventi che era intenzionata a realizzare a Trieste, a Somplago e a Paluzza. E, dopo averli letti, mi sono molto arrabbiata, e ho chiamato la Siot per dire loro che dovevano venire a spiegare al territorio che cosa avevano intenzione di fare», perché verso le persone servono trasparenza e chiarezza.

Quindi si è soffermata su di un’altra considerazione. «Qui siete in tanti – ha proseguito – e dietro di me tutta la Carnia è rappresentata. E non è assolutamente poco», ma se, ai tempi della chiusura del tribunale, si fosse raggiunta la stessa unità, il tribunale di Tolmezzo non sarebbe mai stato chiuso, con la conseguente perdita di decine di nuclei familiari e di bimbi e giovani nelle scuole.

Poi l’onorevole ha annunciato che la Lega a Roma ha presentato una proposta di legge sulla nuova geografia giudiziaria.  Ed il Ministro ha assicurato che la prenderà in considerazione, e quindi a Tolmezzo potrebbe essere aperta, in futuro, una sede staccata del tribunale di Udine, con una serie di giudici ‘fissi’ nel capoluogo carnico.

Infine è ritornata a parlare della Siot e degli impianti di cogenerazione, e ha detto farà tutto il possibile per risolvere questo problema, anche perché il territorio carnico è già provato da chilometri e chilometri di gallerie, per la precisione 80 chilometri, funzionali a far convogliare le acque verso la centrale di Somplago, cosa che le è stata spiegata da Franceschino Barazzutti, ma che pochi sapevano allora e sanno ora. Per quanto ci riguarda oggi – ha proseguito – «un obiettivo lo abbiamo: il bypass!!!».  E dobbiamo fare in modo che venga realizzato.
Ed ha chiuso dicendo che relativamente al problema dei due nuovi impianti «è stato già coinvolto il Presidente Fedriga […] e certamente verrà qui a vedere, perché venir a vedere è importante per rendersi conto».

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Dopo l’onorevole Aurelia Bubisutti, ha preso la parola il consigliere e vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Mazzolini, sempre della Lega, che, dopo aver sottolineato l’importanza della presenza delle bandiere del Friuli, ha detto che egli desidera giungere ad una soluzione concreta per la Valle del lago, avendo, tra l’altro, la Regione già stanziato dei finanziamenti per il recupero turistico della stessa, in particolare per realizzare il ‘giro turistico del lago’ e per completare «quella viabilità che va completata».

Poi egli è passato a trattare di ciò che la giunta regionale è riuscita a fare in silenzio, (cioè, penso, senza che fosse riportato dalla stampa ndr) per esempio fermare la centralina sul Fella, chiamando i carabinieri, e grazie all’ aiuto di un piccolo Comitato.  

Inoltre si è soffermato su due punti: la norma sulle grandi derivazioni nata grazie a tutti ma anche grazie all’azione dei comitati, che permette di avere qualche contropartita per il territorio; il fermo dell’ampliamento della centrale del gasdotto a Malborghetto che prevedeva la creazione, nei terreni circostanti, di forme nuove di pompaggio, costringendo la società proprietaria a rimanere nel perimetro della centrale ed a dare un corrispettivo in denaro per il territorio. Per quanto riguarda il problema dei due nuovi impianti di cogenerazione che la Siot vuole qui – ha continuato – l’impegno personale è quello volto a studiare il problema ed a vedere come cercare di risolverlo, anche se non è possibile promettere nulla perché anche in una Regione a Statuto speciale non tutto è realizzabile. Invece quello che si è riusciti a organizzare sono alcune gare di pesca in torrentelli montani. Ed ha chiuso con “FVG – unito!”.

Marco Lepre, presidente di Legambiente Carnia, mentre parla alla manifestazione. Foto di Laura Matelda Puppini.

Quindi è intervenuto Marco Lepre, presidente di Legambiente Carnia, che ha ricordato i tempi in cui egli e Dino Zanier vennero ad intervistare uno degli ultimi pescatori: Valentino Billiani, detto ‘Tin dal Cuc’ all’epoca già anziano. «Egli ci ha fatto una lezione di ecologia come nessun libro sarebbe stato in grado di fare. Egli ci ha raccontato la storia del lago, di tutti i pesci che c’erano, e di tutto quello che è successo da quando sono entrate le acque gelide della Sade». Quindi ha continuato dicendo che noi ci sentiamo orgogliosi di essere carnici e ci emozioniamo ogni volta che vediamo qualcosa del nostro territorio, del nostro paesaggio, ‘volto amato della patria’, ogni volta che vediamo, anche alla televisione, delle immagini del nostro paesaggio, e ci sentiamo orgogliosi quando vediamo o sentiamo qualcosa dei nostri anziani che hanno fatto qualcosa di bello.  E quindi ha chiuso dicendo: «Io mi auguro che anche i nostri amministratori, dai comuni alla Regione ed anche al Parlamento, si convincano sempre di più che la tutela del paesaggio (e ricordo che qui siamo sulle rive del più grande lago naturale della regione) non è qualche cosa che viene dopo che abbiamo soddisfatto tutti gli altri problemi, ma invece la tutela del paesaggio è qualche cosa di strettamente legato alla permanenza dell’uomo in montagna.  Ed è molto difficile vivere nelle nostre valli e lo sanno in particolare i giovani che non trovano né i servizi né occasioni di divertimento. Però se togliamo anche la bellezza del nostro paesaggio alla gente che viene in montagna, abbiamo tolto pure una ragione per continuare a vivere in montagna». 

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Dopo Lepre, ha preso la parola Katia Odorico, del Movimento Friuli e Clape cultural ‘Lidris furlanis’.

Odorico, all’inizio del suo intervento, ha precisato di essere presente in qualità di Presidente della Clape cultural ‘lidris furlanis’ ed in rappresentanza del Comitato del movimento Friuli.

Quindo ha continuato dicendo che ella viene dalla bassa, dalla ‘Furlanie’, da Talmasson, ma ha voluto essere presente perché sia la ‘Clape’ che il ‘Comitato’ hanno sempre combattuto per il territorio, per il  Friuli spesso violentato da parte delle multinazionali, da parte di soggetti privati che pensano solo a far soldi, ma anche per essere vicino a Franceschino, considerato un maestro, uno a cui, ha specificato la Odorico, deve molto sia per la crescita della coscienza politica, sia come esempio di etica morale a cui riferirsi.  «Ed è per questo che oggi abbiamo la bandiera rossa, perché vedo che i friulani, che sono però sempre stati dei ‘sotans’, devono smetterle di esserlo, perché è ora di finirla!» È ora di finirla di vendere i nostri territori, di vedere violentare la nostra terra in cambio di contentini.

Inoltre- ha continuato – Franceschino ha parlato anche del ‘Laboratorio Lago’ del bypass, e vi è chi ha detto che tutto si è arenato per il covid, ma il covid è una scusa perché «io mi chiedo, come Comitato del Movimento Friuli, cosa hanno fatto, in questi tre anni, i componenti del Laboratorio del lago, pur essendo lautamente pagati? Niente.».

E nel merito della legge regionale del grande idroelettrico «la legge è sorta grazie al gran lavoro fatto dai Comitati che l’hanno domandata con forza. Ma dopo l’approvazione, qual è il prossimo passo? Quindi abbiamo dovuto prima lottare contro la Sade, poi contro a2a, ed ora la Siot, triestina, che vogliono decidere sulla nostra terra. Ma allora, friulani, o ci accontentiamo di un ‘contentino’ e dei compromessi, altrimenti non dobbiamo solo tirar fuori la bandiera rossa, ma dobbiamo far saltare certa gente, a livello politico ed amministrativo».

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Dopo Katia Odorico ha parlato W. P., di cui ho già trascritto l’intervento e, in conclusione della manifestazione, hanno preso la parola sia Sandro Cargnelutti, Presidente Regionale di Legambiente, che Ira Conti di ‘Per altre strade’.

Sandro Cargnelutti, presidente regionale Legambiente, ha sottolineato come si debba individuare, nei diversi territori, delle soglie di ‘pressione ambientale’. Perché territori che hanno già dato in termini di pressioni, di trasformazioni che hanno impattato pure sull’economia locale, non possono essere ulteriormente gravati e bisogna mettere un freno, indipendentemente dalla qualità della proposta.

«Io non ho visto il progetto di Siot- ha continuato – e certamente, dal punto di vista dell’efficientamento energetico, è certamente più performato rispetto alle modalità precedenti, ma all’ interno di questo contesto, assume un’altra prospettiva, deve esser valutato con altre chiavi di lettura».

Quindi ha continuato ricordando che è stato istituito un Laboratorio del lago, per ridiscutere la progettazione territoriale: rigenerazione del lago, sviluppo del turismo naturalistico e così via, ma d’altro lato ci sono tutta una serie di progetti che esulano da questo contesto: e sono quello della Siot  e quello del Consorzio di Bonifica che vorrebbe prelevare 10 mc di acqua dal lato sud del lago di Cavazzo e portarli all’interno del sistema irriguo della media pianura friulana. Ma non è pensabile che ci siano progetti per questo territorio che non vengano dibattuti all’interno di quello elettivo del ‘Laboratorio lago’. E per discutere i problemi, ha terminato, ci vuole un tavolo unico che tratti tutti i problemi, non tanti tavoli dove qualcuno degli stessi non è presidiato.

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Infine ha preso la parola Ira Conti di ‘Per altre strade’ – sezione Carnia ed ha iniziato dicendo che le ha fatto piacere che siano stati invitati i Comitati, ma che essi sono nati e nascono perché vi sono stati e vi sono dei vuoti nella politica, perché la politica non fa il suo mestiere. ‘Per altre strade’ è sorta quando vi era l’ipotesi di una seconda autostrada, nel 2006. Ma adesso, per difendere quello che resta della Carnia, il suo modo di vivere, il suo territorio, è nato un altro comitato, che si chiama CoSmo. Ed i comitati sono formati da persone che si organizzano perché non trovano sponda, perché non trovano qualcuno che si occupi delle cose che stanno veramente loro a cuore: l’ambiente e la qualità della vita, perché non sono solo le infrastrutture impattanti che ci danneggiano: è anche la mancanza di un ospedale territoriale di riferimento, ed il fatto che ci tolgono le cose essenziali per una qualità decorosa di vita. «E così restiamo quattro gatti su un territorio martoriato da queste prepotenze fatte con le nuove opere, ma, anche senza queste, la nostra vita di montanari è in pericolo perché ci stanno togliendo le condizioni essenziali per poter vivere su questi territori».

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La manifestazione è stata chiusa da Franceschino Barazzutti, che, dopo aver detto che a lui è parso che, all’ incontro a Cavazzo Carnico il 3 maggio, la Siot ha utilizzato un atteggiamento da imbonitore, ma non dobbiamo lasciarci imbonire. «Perché la Siot dice prima: ‘apriamo, ci confrontiamo, parliamo, etc. etc. ma intanto realizzano i due generatori, mentre questi due generatori non s’hanno da fare e noi siamo per il NO sempre e comunque, perché sono una assurdità e sono in contrasto con le esigenze di sviluppo tristico del lago». Poi ha toccato il problema dello spopolamento ed ha detto che egli è stato uno dei sindaci della ricostruzione del post terremoto 1976, ma che ora quelle case sono vuote. Ma se il lago venisse rinaturalizzato, la gente verrebbe ad abitare quelle sponde, e si potrebbero costruire bed & breakfast e dare locali in affitto, come un tempo. E invece qui siamo in decadenza, perché ci usano soltanto e non ci danno niente. E se vogliamo vivere qui dobbiamo pretendere, non la luna, ma quello che è razionale. 

Infine Barazzutti, da tutti elogiato e ringraziato per il suo impegno, ha ringraziato ancora una volta tutti, ha detto che è stato un incontro riuscitissimo. e sia quanto è stato detto negli interventi sia la numerosità dei presenti devono far pensare sia coloro che si trovano ai vertici delle istituzioni sia coloro che devono decidere, e i rappresentanti istituzionali di questo territorio sappiano che noi teniamo ben presente gli impegni che hanno assunto. perché noi siamo vigili: è questo il nostro compito.

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Ho trascritto, sintetizzato e riportato questi interventi non perché non avessi nulla da fare, ma perché  essi mi paiono importanti anche per la presa di posizione unanime verso il “Mai più decisioni sul nostro territorio sopra la nostra testa!” e perché segnano degli impegni assunti: “Subito bypass e rinaturalizzazione del lago. No a nuovi insediamenti produttivi in una valle piccola che è già satura!”, e per quel “Noi abbiamo deciso di restare in montagna, non fateci andar via!” che si trova in molti interventi.

Se vi è qualche inesattezza, prego gli intervenuti a parlare, a cui invierò, di scrivermelo. Un grazie sincero a chi ha partecipato.

Laura Matelda Puppini

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Note.

(1)  Mattia Pertoldi, L’obiettivo di Fedriga Attrarre in regione nuove multinazionali, in Messaggero Veneto 24 dicembre 2021.

(2) I dati sono pubblicati su: https://www.nonsolocarnia.info/basta-violentare-la-val-del-lago-appello-del-comitato-tutela-acque-del-bacino-montano-del-tagliamento/.

(3) Cfr. anche il recentissimo comunicato intitolato: ‘Rieccoli! Ed ora si vuole anche prelevare acqua dal Lago per irrigare!’ leggibile su www.nonsolocarnia.info, che non è certamente il primo, neppure fra quelli pubblicati.

(4) Il riferimento è all’incontro tenutosi a Cavazzo Carnico il 3 aprile 2022, con Alessio Lilli della Siot, chiamato dall’ on. Aurelia Bubisutti a informare i rappresentanti del territorio su quanto stava accadendo.

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Questo articolo è il frutto della trascrizione della registrazione dell’incontro, fatta da me l’8 maggio 2022, a Somplago. La foto che accompagna l’articolo è una di quelle da me scattate al lago di Cavazzo negli anni ’90. In fondo si vede benissimo l’autostrada che ‘si infila’ nel lago. L.M.P.

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