Ripropongo qui un’articolo da me scritto e pubblicato su storiastoriepn.it il 30 ottobre 2014, con qualche aggiunta, per far capire l’esperienza che accomunò, nel comando unico, Bolla (Francesco De Gregori),  e Sasso (Mario Fantini), gli uomini della I^ Brigata Osoppo e quelli della Divisione Garibaldi Natisone, e riprendere il discorso sul contesto in cui si svolse la strage di Topli Uorch. 

«Un lettore di “La Storia Le Storie” […] teme che il non aver dato rilievo alcuno alla Zona Libera del Friuli Orientale sul numero monografico di Patria Indipendente, speciale 70° liberazione, Semi di Costituzione, settembre 2014, sia dovuto al desiderio, almeno così par di capire, di gettare nell’oblio la sua storia. Ma non credo proprio sia così.
Semplicemente le esperienze di governo civile, che maturarono in alcune Zone Libere, si prestano maggiormente ad analisi approfondite nel quadro di un discorso sui “Semi di Costituzione”, centrato sulla valorizzazione delle forme di governo civile date ad alcune Zone Libere, diventate “Repubbliche Partigiane”.
Infatti non di regni si trattava, né di dittature, ma di un’espressione democratica di governo civile dei C.L.N. ove sedevano i rappresentanti dei 5 partiti principali italiani, ed era forma di governo repubblicana. Inoltre quella del Friuli Orientale non è la sola Zona Libera a non avere un articolo approfondito sul numero della rivista in oggetto. Comunque alla Zona Libera del Friuli Orientale è stato dedicato un intero convegno, che si è svolto il 26 settembre 2014 a Cividale del Friuli ed il 27 settembre 2014 a Tarcento […].

Pare strano, invece, che il volume: AA.VV. ( a cura di Carlo Vallauri), Le Repubbliche partigiane, esperienze di autogoverno democratico, Laterza, 2013, non riporti la Zona Libera del Friuli Orientale, o almeno non vi accenni, […] .
Inoltre le problematiche da me evidenziate per le Zone Libere in Italia sul mio: “Zone Libere, Repubbliche, partecipazione. Prime prove generali di nuove istituzioni”, in cui cito anche la Zona Libera del Friuli Orientale, accomunarono le zone libere. (Laura Matelda Puppini, Zone Libere, Repubbliche, partecipazione. Prime prove generali di nuove istituzioni, Patria Indipendente, speciale 70° liberazione, Semi di Costituzione. La bella storia delle Repubbliche partigiane, settembre, 2014, pp. 28-29).
Comunque, pur non essendo la Zona Libera del Friuli Orientale oggetto di miei studi specifici, ma avendo ascoltato il convegno e letto due volumi in proposito, cercherò qui di accontentare il lettore […], scrivendo quello che ho compreso.

La Zona Libera del Friuli Orientale raggiunse la sua massima estensione il 1° settembre 1944, con la liberazione di Nimis. Essa era delimitata da un lato dai Musi e dalla vallata del Torre, con il comune di Lusevera, e quindi, da nord a nord- est, dalla catena delle Prealpi Giulie con il comune di Taipana ed alcune frazioni di Attimis e di Faedis, e la frazione di Masarolis, in comune di Torreano di Cividale.
Ad ovest, andando verso sud, c’erano le frazioni del comune di Tarcento: Ciseriis e Sedilis e poi Ramandolo ai piedi del Bernadia e Uziut sulla Bernadia, ambedue frazioni di Nimis.
A sud si trovava la parte piana del comune di Attimis, alcune frazioni di Povoletto come Magredis, Marsure, Savorgnano del Torre e la parte piana del Comune di Faedis; a sud-est si trovava la parte piana del comune di Torreano di Cividale; ad est, in senso longitudinale, si trovavano tutte le sue frazioni. (Giovanni Padoan (Vanni), Abbiamo lottato insieme. Partigiani italiani e sloveni al confine orientale, Del Bianco ed. Ud. 1966, p. 134). La Zona Libera vera e propria comprendeva sei comuni: Torreano di Cividale, Faedis, Attimis, Nimis, Lusevera, Taipana, tre frazioni di Povoletto, due di Tarcento, ed aveva 20.871 abitanti. A ridosso, da un lato, si trovava la zona definita dai tedeschi Bandengebiet, zona non sotto controllo partigiano, ma secondo i tedeschi pericolosa perché percorsa da bande partigiane, che vi facevano incursioni (spiegazione telefonica del dott. Flavio Fabbroni dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione a Laura Matelda Puppini in data 30 ottobre 2014), che arrivava sino alle porte di Udine e cioè sino a Viale Vât e comprendeva i comuni di Tarcento, Tricesimo, Reana del Roiale, Povoletto, Remanzacco, Moimacco, Premariacco, Corno di Rosazzo, Pradamano, Buttrio, Manzano, San Giovanni al Natisone, frazioni di Cividale e tutti i comuni delle Valli del Natisone e della vallata dello Judrio. Quivi la Zona Libera del Friuli Orientale si saldava con la Zona Libera Slovena del Collio, ove stanziava anche il btg. Mazzini della Garibaldi Natisone e più tardi il btg. Gregoratti. (Giovanni Padoan (Vanni), op.cit. pp. 134-135).

Inoltre nella Zona Libera del Friuli Orientale si trovava pure la Missione Inglese guidata dal maggiore Vincent Hadley Tucker, che contribuì alla difesa della Zona Libera, (Ivi, p. 146), ed un battaglione del IX° Korpus, alle dipendenze della Garibaldi Natisone, in base agli accordi del 7 maggio 1944, stipulati sul Collio, con cui pare proprio l’Osoppo non volesse aver nulla a che fare. (Ivi, p.128-129).

Uno dei primi problemi che il Comando Unico Garibaldi-Osoppo, comandante Sasso (Mario Fantini) vice-comandante Bolla (Francesco De Gregori), dovette affrontare, fu l’afflusso di nuove reclute nelle file partigiane sia garibaldine che osovane, che pose non pochi problemi organizzativi, come accadde, del resto, nelle altre esperienze simili. E come nelle altre Zone Libere, si cercò di dare, al più presto, una risposta ai problemi dell’approvvigionamento delle derrate alimentari, qui anche con il tacito consenso dei proprietari terrieri, e di creare un servizio sanitario. Infine si organizzarono feste, con giochi e balli, invisi ai sacerdoti, e manifestazioni, con la partecipazione popolare. (Giannino Angeli, Zona Libera Orientale Nimis – Attimis – Faedis, A.P.O., Udine, 2005, p. 50).
E si crearono anche qui i C.L.N. locali che, assieme ad un comitato militare, formato da 2 osovani e 2 garibaldini, prepararono le elezioni delle giunte comunali, ove si svolsero.
Queste ebbero luogo a Nimis, con grande partecipazione popolare, ed ad Attimis. Al voto furono chiamati solo i capo-famiglia maschi, con gran disappunto di Vanni, che sottolineava l’importanza del voto alle donne ed ai diciottenni. (Giannino Angeli, op. cit., p. 49, Giovanni Padoan (Vanni), op. cit., p. 154).
A Faedis il C.L.N. nominò la Giunta comunale ed il Sindaco, senza regolari elezioni, ma dopo un’informale consultazione con i capi famiglia; nei comuni di Torreano Taipana e Lusevera i C.L.N. assunsero anche funzione di Giunta Comunale e non ci fu tempo per organizzare elezioni. (Giannino Angeli, op. cit., p. 49, Giovanni Padoan (Vanni), op. cit., p. 156).
Ma non ci fu tempo anche per tante altre cose. Il 27 settembre il nemico iniziò ad attaccare, portando nella Zona libera del Friuli Orientale incendi, lutto e morte e la fine della Zona Libera stessa.

Il 27 settembre 1944 iniziava l’offensiva tedesca contro la Zona Libera del Friuli Orientale, da Nimis a Cividale, cui parteciparono ingenti forze nemiche.
«Attimis è rastrellata. Faedis è invasa da migliaia di tedeschi. La gente fugge verso Canal di Grivò, Stremiz, Cividale. Rastrellati i maschi e rinchiusi in una casa a Ronchis. La sera i tedeschi si ritirano.
A Nimis, scontri per tutta la giornata, mentre l’artiglieria spara da Tricesimo (Castello Valentinis) e dal treno blindato. Alcune famiglie si allontanano, la maggioranza ancora spera nei partigiani. Viene fatto saltare il ponte sul Cornappo. Tutta la notte, bombardamento d’artiglieria».

Il 28 settembre 1944 «Tedeschi e fascisti bruciano Sedilis. Alle 9, tornano a Nimis tedeschi e cosacchi: saccheggio; quindi la notte, tranquilla.
A Faedis, si combatte. Alla sera i partigiani si sganciano per evitare l’accerchiamento e fanno saltare i due ponti sul canal di Grivò. I tedeschi cominciano sistematicamente a bruciare il paese.
A Costalunga, 9 partigiani dell’0soppo sono bruciati vivi in una stalla.
Il Comando di Divisione, per evitare l’accerchiamento, ordina lo sganciamento. Le due brigate Garibaldi eseguono l’ordine, la osovana lo riceve in ritardo e si sgancia con difficoltà e gravi danni.
La zona libera del Friuli orientale è finita. (…)».

Il 29 settembre 1944 «a Nimis, alle ore 9, la popolazione riceve l’ordine di sgomberare verso la Madonna delle Pianelle. Tutti si avviano con carri, carretti, carriole.
Presso villa Ortensia, trucidati cinque uomini, sospetti partigiani. Uccisi anche Giuseppe Nimis e Giobatta Ceschia. Poi circa 400, uomini e donne, sono condotti a piedi verso Udine. Vengono rinchiusi parte nell’Istituto Tecnico in piazza XX settembre, parte al contumaciale di San Gottardo. Andranno in Germania circa 100 uomini e 30 ragazze, in campo di lavoro o di sterminio.
La gran massa dei carri è convogliata verso Tarcento. Alle ore 17, comincia l’incendio. Nel frattempo per tutto il giorno brillano gli incendi di Sedilis (l’85% delle case distrutto). Poi scendendo i tedeschi incendiano Ramandolo, Torlano e verso sera Faedis. (…).
Sono distrutte dal fuoco circa 40 case di Subit, paese di circa 500 anime. La chiesa è distrutta con l’esplosivo. (…)».

Il 30 settembre 1944 «continua l’incendio di Nimis, tra i muggiti del bestiame rimasto incatenato». Qualche animale riesce a rompere la catena «e vaga impazzito. Si salvano solo le case che i cosacchi hanno scelto come loro alloggio: lì bevono, mangiano, ridono. Per l’incendio sono giunti guastatori tedeschi da Trieste e hanno impiegato 40 ettolitri di benzina, bombe incendiarie e fosforo».

Il 1 ottobre 1944 «Arrivano 250 cosacchi a presidiare Faedis. Continua l’incendio di Nimis. Alla popolazione è vietato rientrare per tre mesi. Morti durante la battaglia: 18; in Germania: 26; dei quali dispersi: 8. Ad Attimis i tedeschi fanno uscire tutti dalle case con il solo necessario per un giorno. Sono raggruppati del cortile Zuliani. Comincia l’incendio e va avanti per tutto il giorno. Alla sera, i tedeschi se ne vanno; subentrano i cosacchi che per una settimana rapinano, saccheggiano, violentano». (1944, in: anpigiovani.org.)

Il resoconto delle azioni militari del 27 e 28 settembre 1944, svolte dagli uomini di Bolla e Sasso, da garibaldini ed osovani insieme contro il nemico, e la ritirata, viene ben descritta in: Guerra di popolo, storia delle formazioni garibaldine friulane, – Un manoscritto del 1945 – 1946, a cura di  Ferdinando Mautino, Feltrinelli, 1981, pp. 120-123.

Sul terreno, a causa dei combattimenti restano 230 nemici: tedeschi, cosacchi, forse collaborazionisti, e 55 partigiani, armi e munizioni sono perdute, assieme a molto altro materiale. (Ivi, p. 123).

Nell’ottobre 1944, la D.C. di Nimis inviava una nota agli ispettori del C.R. Veneto e per conoscenza al C.L.N.P. lamentando, ad esperienza conclusa, l’occupazione di Nimis senza garantirne la difesa. (Giannino Angeli, p. 43). Ma fu a posteriori, anche se Giannino Angeli non sottolinea questo aspetto.
Inoltre, quando vennero create le Zone Libere, si pensava, e lo pensavano anche il C.L.N.A.I. e il C.V.L., che la liberazione dell’Italia dagli occupanti nazisti fosse imminente.
Infatti: «Dall’ 1 all’ 8 marzo 1944 ebbe luogo il grande sciopero generale in tutta l’Italia invasa considerato, dal New York Times, il più grande avvenuto nell’Europa occupata dai nazionalsocialisti. Esso interessò 2 milioni di operai, i postelegrafonici, i ferrotranvieri e persino i lavoratori del Corriere della Sera, e fu accompagnato ed appoggiato da forti manifestazioni di contadini e di donne nelle campagne. Molti sperarono che tale sciopero aprisse la via alla liberazione, in breve tempo, dei territori occupati, come gli scioperi del marzo 1943 avevano contribuito alla caduta di Mussolini il 25 luglio. Il 4 giugno 1944 le truppe americane entrarono a Roma, il 6 giugno 1944 avvenne lo sbarco in Normandia, il 25 agosto 1944 Parigi era libera. Ma, successivamente, l’avanzata degli Alleati subì un rallentamento sia a causa della maggiore efficienza della resistenza tedesca, sia a causa di una crescente scarsità di rifornimenti e di uomini.
Comunque nel giugno – luglio 1944, con l’Italia del centro sud sotto controllo alleato, ci si illudeva che la liberazione di tutta l’Italia fosse vicina. Così il Clnai ed il neonato Cvl emanarono disposizioni circa la liberazione di paesi e vallate e la creazione di organismi provvisori di governo».(Laura Matelda Puppini, op. cit., p. 28).

Pertanto singole esperienze non possono venir valutate se non in un quadro generale. 

Laura Matelda Puppini

Prima pubblicazione www.storiastoriepn.it, il 30 ottobre 2014, ora qui, seconda pubblicazione, con qualche riga in più. L’immagine che correda l’articolo è una piantina della Zona Libera del Friuli Orientale, riportata sulla locandina della cerimonia, a Faedis, per il 71° anniversario della battaglia della Zona Libera del Friuli Orientale, in: anpiudine.org. Laura Matelda Puppini

 

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