Franceschino Barazzutti mi ha inviato questa lettera che i tre sindaci del terremoto e del lago hanno spedito al dott. Fedriga, credo senza avere risposta o contatto. E se erro correggetemi. È già stata pubblicata dal Messaggero Veneto ma la pongo qui  anch’io per parlare dell’ ennesimo progetto che, se scisso da quello del bypass, porterebbe alla morte in poco tempo dello spettro lacustre. Vi è chi dice che ora progetti intorno al lago si presentano e ripresentano da parte di privati, per pescare dai fondi del Pnrr, che così servirebbero non per le comunità del Friuli Venzia Giulia, ma per segnare indelebilmente il loro ambiente lasciandolo ferito in modo definitivo. Nel corso degli anni, abbiamo gridato basta una volta, due volte, cento volte a vari scempi ambientali regionali, che stanno raggiungendo un picco sotto questa giunta, senza venire il più delle volte ascoltati, quasi che la nostra stupenda regione, sempre meno bella ed attrattiva, a differenza di Austria e Slovenia, fosse una proprietà privata dell’Ente Autonomo Regione FVG, in particolare dei suoi assessori. Ma anche inascoltati non ci fermeremo, e continueremo a lottare per la nostra terra, non sulla base di slogans ma di studi seri. Ed ora vi invito a leggere la lettera. Laura Matelda Puppini

«Lettera aperta all’ On. Massimiliano Fedriga – Presidente della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia – Piazza Unità d’Italia, 1 Trieste dai sindaci del lago e della ricostruzione. 

Egregio Signor Presidente,

siamo Enore Picco già sindaco di Bordano dal 1985 al 2006, Franceschino Barazzutti già sindaco di Cavazzo Carnico dal 1977 al 1995 e Ivo Del Negro già sindaco di Trasaghis dal 1978 al 1990 e dal 1995 al 2009. In tempi diversi tutti tre siamo stati anche consiglieri regionali. I territori dei nostri Comuni sono rivieraschi del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni e facevano parte del “cratere del terremoto”.

I periodi delle nostre sindacature furono segnati dalla ricostruzione post sismica, ritenuta esemplare, alla quale abbiamo dedicato tutte le nostre forze facendo rinascere i nostri paesi. Purtroppo, troppe case da noi allora ricostruite sono ora disabitate o sottoutilizzate a causa del forte calo demografico, mentre il lago, ove fosse rinaturalizzato e fruibile anche turisticamente, potrebbe essere l’elemento trainante per ripopolare quelle case e vivacizzare i paesi della valle.

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A spingerci a scriverLe la presente lettera è il fatto di essere venuti a conoscenza  che il Consorzio di Bonifica Friulana, senza aver fatto un minimo cenno ai sindaci dei Comuni della Val del Lago. ha incaricato uno studio ingegneristico di predisporre il progetto di derivazione irrigua dallo scarico del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni all’esistente canale dello stesso Consorzio che deriva l’acqua del Tagliamento a Ospedaletto di Gemona per irrigare il Medio Friuli.

La derivazione dallo scarico del lago fu proposta già nel 1987 dall’allora Consorzio Ledra Tagliamento ed incontrò la forte contrarietà della popolazione e dei Comuni della Val del Lago. In relazione a tale progetto i Comuni di Bordano, di Cavazzo Carnico, di Trasaghis, la Comunità Montana del Gemonese e la Comunità Montana della Carnia organizzarono a Alesso il convegno “Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni: un patrimonio da salvare e valorizzare” con la partecipazione di esperti locali, nazionali ed esteri.

Per dare al lago un livello fisso, per ripristinarne la naturalità e fruibilità compromesse dallo scarico in esso di acqua gelida e torbida dalla centrale idroelettrica di Somplago, per fornire acqua alla derivazione irrigua dallo scarico del lago e per aumentare la portata del Tagliamento, in quel convegno fu elaborata la proposta della costruzione di un bypass che convogliasse lo scarico della centrale direttamente a valle del lago, al suo scarico. Quel progetto di derivazione del Consorzio non fu realizzato per la mobilitazione di 16.000 firmatari della petizione a difesa del lago, per la preoccupazione che la portata del Tagliamento risultasse impoverita a valle ed anche perché gli venne meno il sostegno della giunta Biasutti.

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Non si trattò di una opposizione preconcetta ma fondata. Infatti, diversamente dall’affermazione dei dirigenti del Consorzio che tale derivazione non avrebbe comportato oscillazioni del livello del lago, fu dimostrato il contrario.
Infatti, essendo la centrale idroelettrica di Somplago una “centrale di punta” che entra in funzione per far fronte alla “domanda di punta di energia”, quando è in stato di fermo o di funzionamento ridotto o in manutenzione, non scarica acqua nel lago.  Conseguentemente, il livello del lago si abbassa poiché il suo canale di scarico continua a drenare acqua anche per garantire il funzionamento di ben tre centrali insistenti su di esso, nonché per garantire la portata del Tagliamento drasticamente ridotta a valle della derivazione del Consorzio ad Ospedaletto di Gemona.

Tale abbassamento del livello del lago sarebbe massimo proprio nel periodo estivo quando il Consorzio deriverebbe la massima portata e sul lago si ha un’alta frequentazione turistica, sportiva e ricreativa con grave danno ambientale ed economico per il lago e la sua valle.

La veridicità delle nostre affermazioni è stata confermata proprio recentemente quando il gestore a2a della centrale idroelettrica di Somplago ha messo in stato di fermo la centrale per alcuni giorni per effettuare un’ispezione alle gallerie funzionali a tale centrale. Ebbene, in assenza dell’apporto della centrale nel lago e restando in attività lo scarico del lago per garantire portata al Tagliamento e alle centrali a valle, il livello del lago si è abbassato notevolmente come dimostrano le fotografie allegate.

Gli abitanti e gli amministratori comunali della Val del Lago, ben consapevoli che l’agricoltura garantisce la sussistenza alimentare, non sono mai stati pregiudizialmente contrari alla derivazione consortile ma hanno sempre sostenuto che la derivazione del Consorzio ed il bypass che porti lo scarico della centrale a valle del lago vadano eseguiti “contestualmente” così come recita il Piano Regionale di Tutela delle Acque che alleghiamo. Riteniamo inaccettabile che i dirigenti del Consorzio ripropongano unilateralmente il progetto di derivazione dallo scarico del lago per soddisfare la sete del Friuli Centrale ma in danno alla Val del Lago, mentre il bypass permetterebbe contemporaneamente di ripristinare la naturalità e fruibilità del lago, fornire una portata adeguata al Tagliamento ora in sofferenza e la necessaria portata alla derivazione del Consorzio di Bonifica Friulana.

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Con L.R. 6 agosto 2019 n.13 art.4, che alleghiamo, presso l’assessorato regionale è stato costituito, sotto la presidenza del direttore generale, già direttore del Consorzio, un gruppo di lavoro denominato “laboratorio Lago dei Tre Comuni” con il compito di elaborare concrete proposte per “ripristinare la naturalità e fruibilità anche turistica del lago”, ma purtroppo finora nessuna proposta concreta è stata elaborata.

Egregio Signor Presidente, il Tagliamento a valle di Ospedaletto, lo scarico del lago ed il lago stesso costituiscono uno snodo idrico strategico, che non solo arricchisce la importantissima falda freatica che alimenta le sorgenti dell’Acquedotto CAFC del Friuli Centrale, ma percorre in subalveo il Medio Friuli risalendo nella zona delle risorgive. Questo snodo idrico va preservato da interventi unilaterali e valorizzato con un razionale piano complessivo che contemperi i vari utilizzi.
Un piano che metta al centro la rinaturalizzazione del lago e la sua fruibilità anche turistica quale motore di sviluppo del comprensorio. Per questo è indispensabile la realizzazione del bypass che convogli lo scarico della centrale direttamente nel canale di scarico del lago, dove centraline e derivazione irrigua potranno disporre della portata necessaria senza comportare conseguenze negative per il lago, tanto più se, con il passaggio alla Regione della centrale di Somplago, per la stessa dovrà stabilirsi un regime di produzione funzionale anche alle esigenze del territorio e non solo a quelle degli attuali azionisti lombardi di a2a.

Si prenda atto che proprio la realizzazione del bypass facilita i vari utilizzi dello scarico del lago oltre a recuperare la naturalità e fruibilità anche turistica del lago salvandolo dal destino certo di diventare una palude tra poco più di cento anni a causa dell’accumulo del fango sul fondale apportato dallo scarico della centrale come dimostrato da diversi studi. Alleghiamo “immagine acustica del fondale dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR” che ha svolto diversi studi sul lago.

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“Ricostruzione e sviluppo” era il motto del post sisma. Oggi nella Val del Lago viviamo una contraddizione, particolarmente sentita da parte nostra sindaci della ricostruzione: il lago, unica risorsa per lo sviluppo della valle, è lasciato nel ben noto stato di degrado mentre troppe sono le case ricostruite o riparate che sono disabitate. Il recupero della naturalità e fruibilità anche turistica del lago come prescritto dal PRTA, potrà portare gente anche in quelle case, vivacità nei paesi e sviluppo non solo nella Val del Lago ma nell’intero Comprensorio valorizzandone reciprocamente le rilevanze ambientali, culturali, storiche, sportive, ricreative e del tempo libero, come esposto dai sottoscrittori dell’allegata Carta del Lago.

Come consiglieri regionali di altri tempi ci sta a cuore il prestigio della nostra Regione e pertanto confidiamo che quanto espostoLe trovi il Suo interessamento presso il competente assessorato affinchè le leggi regionali sopracitate e l’ordine del giorno n.71 allegato, riguardanti il lago e la sua valle, abbiano sollecita e concreta attuazione con la partecipazione dei Comuni rivieraschi e della popolazione. Nella Val del Lago le cose si possono e si devono fare bene come sono state fatte nella ricostruzione post sismica.

Nell’occasione Le auguriamo buon lavoro e Le porgiamo distinti saluti.

Val del lago, 27 ottobre 2022.

Enore Picco, Franceschino Barazzutti, Ivo Del Negro

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L’ immagine che accompagna l’articolo mi è stata inviata da Franceschino Barazzutti e rappresenta parte della condotta per portare al piano, l’acqua del lago. L. M.P.

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