A scanso di equivoci, premetto che sono un appassionato di musica, di buona musica – ritengo – indipendentemente dai generi. Da anni partecipo ed assisto alle ottime iniziative proposte da Andrea Del Favero di Folkgiornale, dal circolo Controtempo di Cormons con il Festival Jazz o dall’associazione Gaggia di Cividale per quanto riguarda la musica da camera. Apprezzo Elisa, sia come autrice che come cantante e condivido il suo impegno civile.
Credo, poi, che sia più che giusto che anche chi vive nei territori “periferici”, come la nostra montagna, abbia diritto ad assistere a spettacoli di qualità.

 Ci sono, però, modi e luoghi adatti perché questo accada. Sì, perché un conto sono non più di trecento appassionati che salgono a piedi fino nei pressi di un rifugio dolomitico per ascoltare all’alba il violoncello “solo” di Mario Brunello che interpreta Bach; un “impatto” decisamente diverso è quello di qualche migliaio di abituali frequentatori di concerti rock che salgono in funivia al rifugio Gilberti per assistere all’esibizione di un gruppo, neanche tanto “fracassone”, dotato però di vari watt per amplificare il proprio suono.

Confesso, così, di essere rimasto subito perplesso nel vedere nuovamente la splendida località dei Laghi di Fusine trasformata in “sfondo” per l’esibizione di musicisti, anche famosi, nell’ambito del “No Borders Music Festival”. La conca non è solo un luogo ideale per ammirare alcune delle pareti più belle delle Alpi Giulie, per fermarsi a prendere il sole in prossimità di acque smeraldine o per effettuare delle facili escursioni con tutta la famiglia, è anche un “sito di interesse comunitario”, un’area ricca di flora e di fauna che vanno protette da un afflusso contemporaneo e troppo numeroso di persone. Vedendo il grande palco e le centinaia di poltroncine sistemate per gli spettatori nei pressi della riva meridionale del Lago Superiore ho avuto così la brutta impressione di trovarmi non in una “riserva naturale”, ma all’interno di uno stadio o su un prato di un parco urbano di una qualsiasi città.

La conferma della “banalizzazione” di un ambito “straordinario” – termine che avranno certamente utilizzato gli stessi organizzatori della manifestazione per attirare il pubblico – l’ho avuta visitando gli stessi luoghi ad una settimana di distanza dallo svolgimento dell’ultimo concerto. Ho trovato tratti di terreno asportati da mezzi cingolati, un prato ingiallito e rifiuti distribuiti un po’ ovunque. Magari sarà eccessivo dire che il sito è stato trasformato in “discarica”, però è difficile trovare un metro quadro di terreno in cui non si rinvenga un mozzicone di sigaretta o un tappo di plastica o una cartaccia. Certamente non erano queste le condizioni in cui si trovava prima dell’inizio della manifestazione: “No Borders” è andato proprio oltre i limiti!

È facile immaginare cosa direbbe, davanti a tale scempio, Julius Kugy, il grande alpinista e musicista, “scopritore” e “cantore” delle Alpi Giulie. Ma cosa dicono le autorità (Regione, Comune di Tarvisio, Corpo Forestale) che hanno il compito di tutelare questo luogo meraviglioso e di vigilare che le leggi siano rispettate?

Tolmezzo, 12 agosto 2020.

 Marco Lepre, presidente circolo Legambiente della Carnia-Val Canale.

Le immagini pubblicate sono state scattate da Marco Lepre che me le ha inviate. Nella zona è vietato lasciare rifiuti ma…, il terreno è rimasto alterato, e come location con tutte quelle sedie non pare un granchè.  L. M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2020/08/DSC_4717-scaled.jpg?fit=681%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2020/08/DSC_4717-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniAMBIENTEA scanso di equivoci, premetto che sono un appassionato di musica, di buona musica – ritengo – indipendentemente dai generi. Da anni partecipo ed assisto alle ottime iniziative proposte da Andrea Del Favero di Folkgiornale, dal circolo Controtempo di Cormons con il Festival Jazz o dall'associazione Gaggia di Cividale...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI