Questo articolo nasce da qualcosa che mi è stato detto …

Questo articolo nasce da qualcosa che mi è stato detto, da qualcosa che molti attendono con ansia: l’atto aziendale dell’Asufc, di nuova creazione, fusione dell’Azienda socio sanitaria Udinese con le altre friulane in un grande immenso calderone. Mi si parla di un documento che definirà l’organizzazione interna dell’Azienda, abbozzato ma non steso in forma definitiva, di linee generali programmatiche ed organizzative mostrate informalmente con slides dal direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale, gira forse una copia ipotetica dell’atto, ma nulla di formale si vede all’orizzonte.

Finalmente qualcosa si muove, e l’Asufc produce infine un documento però gestionale non organizzativo: il Piano Attuativo – PA 2022 – Programma e Bilancio di Previsione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale.
Ma subito mi sorge spontanea una domanda: se questo è il piano attuativo a quale documento si riferisce, se l’atto aziendale Asufc non è mai stato ufficializzato ed è ancora in fieri? Infatti alla p. 5 del PA 2022 dell’Asufc (1), si legge: «Fra gli interventi di tipo organizzativo, particolare rilievo assumono la progressiva attuazione dell’Atto Aziendale in corso di approvazione e la conseguente riadozione dei regolamenti che disciplinano i principali istituti previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro». Intanto i sindacati attendono, i medici pure, per non dire dei pazienti, sbigottiti di fronte a questa nuova sanità che pare proprio tenga in ben poco conto le loro esigenze. E ci si chiede ancora: quale sarà il legame e la distribuzione dei servizi tra l’hub udinese ed i numerosi spoke che vanno però via via assottigliandosi? Perché se è vero che si può avere pazienza ed ancora pazienza, però anche questa non dura all’infinito.

Il Piano attuativo come strumento gestionale, è però preso in prestito, anche se vogliamo impropriamente, dall’urbanistica, dove è ed era lo strumento di attuazione delle previsioni del Piano regolatore generale comunale o del Piano di Governo del territorio, la cui definizione discende dai piani particolareggiati e lottizzazioni convenzionate. (2). E in Asufc quello che manca è proprio il corrispettivo del piano regolatore, manca il documento che organizza il territorio sanitario di competenza. Perché il piano attuativo in sanità è relativo al bilancio ed alla gestione.

Il piano attuativo in sanità.

Il primo riferimento che ho trovato al piano attuativo in sanità è relativo alla Regione Toscana. Infatti la Legge regionale 8 marzo 2000 di detta regione (3) lo prevede all’art. 25, relativamente al settore socio -assistenziale, come «atto di programmazione con il quale le aziende sanitarie, nei limiti delle risorse disponibili e dei vincoli del piano sanitario regionale, programmano l’attività da svolgere nel periodo di vigenza del piano sanitario regionale». Ed ancora, sempre per la Toscana: «Il piano attuativo si realizza attraverso programmi annuali di attività. […].  (4). Ma nel caso della Toscana, allora, esisteva un piano sanitario regionale di riferimento.

Quindi, nel 2007, si ritrova un’altra indicazione normativa riguardante i piani attuativi in sanità, che così recita: «Il piano attuativo locale è lo strumento di programmazione con il quale, nell’ambito delle disposizioni della programmazione socio-sanitaria regionale e degli   indirizzi impartiti dalle conferenze dei sindaci di cui all’art. 7, le ASL programmano le attività da svolgere recependo, per le attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali, quanto previsto dai PEPS di distretto e dai piani di zona di cui all’art. 2; il piano attuativo locale ha la durata del piano   socio-sanitario regionale e può prevedere aggiornamenti annuali. […]. La conferenza dei sindaci di cui all’art. 7 in base alle risultanze dei PEPS, determina gli indirizzi e definisce i criteri per la elaborazione del piano attuativo locale da parte delle ASL». (5). E questa impostazione è coerente con l’esempio dell’uso in urbanistica dei piani attuativi, perché dice che un piano attuativo locale non solo deve rispondere a quanto riportato nella programmazione socio-sanitaria regionale, ma deve, al tempo stesso, recepire, in corso di stesura, quanto previsto dai Peps che sono i Profili e Piani di salute dei distretti. Quindi il Piano attuativo è anche documento di programmazione che implica una richiesta locale attraverso l’espressione delle esigenze del distretto.

Inoltre i piani attuativi, anche secondo questo testo normativo, si applicano relativamente al settore socio- assistenziale, non all’organizzazione generale. Ed infatti così lo interpreta Asugi, che riporta nel merito: «Il Piano Attuativo Annuale (PAA) rappresenta la declinazione annuale dei progetti previsti nei Piani di Zona (PdZ), che costituiscono lo strumento di programmazione territoriale a valenza triennale delle attività dei servizi sociali dei comuni congiuntamente alla programmazione unitaria nelle aree sociosanitarie tramite il raccordo con la programmazione distrettuale/aziendale». (6). E quindi, l’Azienda che fu triestina, nell’elencare dal 2013 al 2019 i PAL, specifica anche i Piani di Zona di riferimento: Ambito 1.1 – Duino Aurisina, Sgonico, Monrupino; Ambito 1.2 – Triestino; Ambito 1.3 – Muggia, San Dorligo della Valle/Dolina. (7). Ed il fatto che i piani attuativi si applicassero solo al settore socio-assistenziale fino al 2019 compreso, è ben diverso, secondo me, da quanto si vede ora e pare non riguardassero tutto bilancio preventivo generale aziendale.

Programmazione regionale ed aziendale ed i propositi dell’Assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità.

Per quanto riguarda in generale la linea regionale ed il confronto tra le parti, il 6 dicembre 2021 compariva, sul sito della Regione Fvg, un comunicato, intitolato: “Salute: Riccardi, confronto utile con sigle dirigenza area sanitaria”. «Un confronto utile su temi importanti della sanità regionale. È il giudizio del vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi sulla videoconferenza avuta oggi con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali della dirigenza dell’area sanitaria Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Fassid, FpCgil e Fvm.  Riccardi, collegato dalla sede della Protezione civile di Palmanova, ha ascoltato i rilievi dell’intersindacale, manifestando la disponibilità ad approfondire gli aspetti tecnici del Protocollo d’Intesa Regione-Università e l’impianto della delibera sulle funzioni – il documento che detta le linee guida sugli atti delle aziende sanitarie – e a stimolare una consultazione sugli atti aziendali e sulla predisposizione da parte di Arcs del piano di emergenza-urgenza». (8).
A proposito degli atti, infine, Riccardi ha evidenziato che «l’autonomia è delle Aziende, proprio in quanto sono tali e non semplici enti. Ben vengano in ogni caso le opportunità di un’interlocuzione che permetta alle organizzazioni sindacali della dirigenza medica di acquisire indicazioni sugli orientamenti di ciascuna Azienda sanitaria, chiamata a declinare, secondo le proprie specificità, peculiarità e progettualità, le linee guida dettate dall’Amministrazione regionale». (9).

Pertanto, da questo comunicato, si evince che il 6 dicembre 2021, l’Assessore manifestava la disponibilità ad approfondire gli aspetti tecnici del Protocollo d’Intesa Regione-Università e l’impianto della delibera sulle funzioni (il documento che detta le linee guida sugli atti delle aziende sanitarie) e a stimolare una consultazione sugli atti aziendali e sulla predisposizione da parte di Arcs del piano di emergenza-urgenza. Ma vi è un altro problema per me in questo comunicato, e cioè che esso parla di “linee guida dettate dall’Amministrazione regionale”, che però io non riesco a capire dove si trovino. Ma andiamo avanti.

E finora Asufc non ha formalizzato alcun atto aziendale, ma solo un P.A. che pare però sia il bilancio di previsione.

Nel mese di gennaio per Asufc usciva una bozza di atto aziendale, che veniva proposta informalmente, da quanto mi si dice, e che però non acquistava mai lo status di atto formale, potendo quindi esser modificata a piacimento. Successivamente, in situazione di assenza di atto aziendale, veniva formalizzato il Piano attuativo, documento gestionale, che veniva presentato alla Conferenza dei Sindaci la quale, in rappresentanza ristretta, lo approvava, pur evidenziando qualche perplessità (10), ed il 5 aprile 2022 veniva pubblicato il “DDG n. 366 del 5 aprile 2022 – Approvazione del Piano Attuativo – PA 2022 – Programma e Bilancio di Previsione” (11), ove pare che vi sia, dalla dicitura, una equipollenza tra piano attuativo e bilancio di previsione che ovviamente contempla anche delle indicazioni di programma che delineano dove si intende spendere in futuro e perché. Ma esiste anche un piano annuale della performance, che deve essere stilato in base al d.lgs 150/2009 e successive modificazioni, e dal documento di Asufc relativo allo slittamento dei termini per la sua presentazione per l’anno 2022 (12), si viene a sapere che esiste un Piano regionale sanitario e socio-sanitario, di cui io però non ho trovato traccia. Se magari qualcuno mi aiutasse a reperirlo … Invece ho trovato, nella legge  regionale 12 dicembre 2019, n. 22, relativa alla “Riorganizzazione dei livelli di assistenza, norme in materia di pianificazione e programmazione sanitaria e sociosanitaria e modifiche alla legge regionale 26/2015 e alla legge regionale 6/2006”, versione gennaio 2022, l’art. 54 in cui si parla, senza però definirlo ulteriormente, dell’atto aziendale, e del compito del direttore generale di ogni azienda socio-sanitaria di stabilire le attività da garantire. Infine si decide che detto atto debba venir sottoposto unicamente all’attenzione dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute, e, per la parte finanziaria alla Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità.  Pertanto pare non sia previsto alcun parere esterno alla piramide di comando aziendale per questo atto importantissimo, trasformando i cittadini, a mio parere, in sottomessi ai voleri superiori senza alcuna funzione propositiva.

Furio Honsell, il 7 aprile 2022, chiede qualche informazione al dott. Denis Caporale sull’Atto aziendale Asufc che non si vede all’orizzonte.

Il 7 aprile 2022, alla IIIa Commissione del consiglio regionale, presenti in collegamento anche i direttori generali delle Aziende Sanitarie del Fvg, il consigliere di Open Sinistra Fvg Furio Honsell così interveniva, in riferimento all’atto aziendale ancora in fieri, rivolto al dott. Caporale, collegato:

«[…]. Volevo chiedere, visto che è troppo ghiotta l’opportunità, essendo qui il direttore generale di Asufc, quando è che potremo avere questo atto aziendale che, in qualche misura e per certi versi, viene anche richiamato dal PA […] E anche tante […] associazioni che esprimono i bisogni di salute lo attendono. […]. In sintesi chiedo se mi può dire quando ce lo farà avere, perché penso che, visto che è un documento strategico, dovrebbe essere reso accessibile. E perseverare in questa situazione di attesa, credo che non faccia bene proprio al sistema, credo che non sia neanche nell’interesse del Direttore generale lasciare che ci sia tutta questa attesa, questa inquietudine, questa incertezza, questa preoccupazione che serpeggia. Quindi se ci potesse dare e dire una parola conclusiva …. Siamo anche pazienti: se ci dice che ce lo fa avere tra un mese, attenderemo, oppure ci faccia avere una bozza… Credo proprio non faccia bene al sistema (non sapere nulla). … E lo dico nell’interesse di tutti, non solo nell’interesse di chi, in qualche modo, esprime una preoccupazione. Credo che il lasciare in modo troppo riservato questo documento strategico, rischi di creare sfiducia». (13).

Sorprendentemente però Riccardo Riccardi assessore alla sanità etc. chiedeva immediatamente al presidente Ivo Moras di rispondere lui al posto di Caporale, facendo fare, a mio avviso, una figura non bellissima al Direttore Generale Asufc.

«[…] Vorrei chiarire – diceva Riccardi – al prof. Honsell che cosa sono gli atti aziendali. Ma lo chiarisco così, per scherzare, perché io so perfettamente che egli sa cosa sono gli atti aziendali. Gli atti aziendali non sono quegli strumenti che vanno nei consigli comunali circoscrizionali, nelle sedi dove si discute di petizioni … Gli atti aziendali sono degli strumenti di gestione che organizza l’azienda sotto la sua responsabilità.  E la mia inquietudine, che è pari alla sua, ma per ragione opposta, è quello di vedere che, sugli atti aziendali si costruisce una discussione che nulla ha a che fare con la responsabilità della gestione.

Poi ci sono gli altri strumenti che devono entrare nella negoziazione di tutte le istituzioni. Allora Lei non sa cosa sono gli atti aziendali, se mi risponde che non è così. L’atto aziendale non è soggetto ad alcun parere perché è il badget …  (…). Lei ha dimostrato la sua inquietudine perché gli atti aziendali non sono conosciuti. Allora: la mia inquietudine è che lei pretenda che gli atti aziendali diventino elemento di negoziazione. Questo non è compito dell’atto aziendale. Ci sono altri atti dove queste cose devono avvenire. Uno tra questi, tra l’altro, proprio in relazione alla risposta alla domanda che Lei ha fatto al dott. Caporale, è quello del parere dei sindaci, che l’altro giorno lo hanno dato con due astensioni, approvando tutto. (…)». (14).

In primo luogo non si capisce perché non abbia risposto il direttore generale Asufc; poi l’architetto Riccardi ha detto che l’atto aziendale è un atto di gestione e non di programmazione, ma allora qual è e come si chiama, secondo lui, il documento organizzativo? E quali sono, dato che io non capisco più nulla, gli atti soggetti a negoziazione? E poi, anche un atto aziendale deve essere reso pubblico, in base alla legge sulla trasparenza, e, anche se non è soggetto a negoziazione, può esser soggetto a ‘bordate di fischi’ o a critiche accese, od ad osservazioni pacate, precise e puntuali e via dicendo. Certo, se si formalizza …

Inoltre, in precedenza, Riccardi aveva evidenziato che «l’autonomia è delle Aziende, proprio in quanto sono tali e non semplici enti». (15). Ora questa idea privatistica delle aziende sanitarie, quasi ormai fossero al di fuori del sistema pubblico ed ognuna come a se stante, esposta dall’assessore e vice-presidente della giunta regionale, non è di poco conto. E negando alle Aziende sanitarie di essere un ente pubblico, di fatto Riccardi pare precisi che una serie di norme relative all’ente pubblico non esistono più per le stesse in Fvg, il che dà parecchio da pensare. E se erro o non ho ben compreso, o l’assessore si è mal espresso, correggetemi.

Ma poi si trova altro documento, datato 26 gennaio 2022, relativo all’ Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale (16), ove si legge che, sempre sulla base dell’art. 54 della L.R. 22/2019, «in relazione all’approvazione dei relativi atti aziendali, gli Enti del Servizio sanitario regionale propongono alla Regione e all’Azienda regionale di coordinamento per la salute la collocazione delle relative funzioni e attività per l’organizzazione dell’assistenza» (17); ed ove si precisa che  per proposta di atto aziendale si intende il documento con cui gli Enti del SSR “propongono alla Regione e all’Azienda regionale di coordinamento per la salute la collocazione delle relative funzioni e attività per l’organizzazione dell’assistenza» (18). In questo testo una cosa mi pare chiara: le Aziende socio-sanitarie sono Enti del Servizio Sanitario. Però attenzione: mentre prima le Aziende si chiamavano socio-sanitarie, ora si chiamano solo sanitarie (per esempio Asufc: Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, Asugi Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, Asfo: Azienda sanitaria. Friuli Occidentale).

A questo punto per cortesia esperti e politici che mi leggete: cos’è un atto aziendale di una azienda sanitaria, cosa contempla, a che cosa è relativo: solo al settore socio- assistenziale, se ancora di competenza delle aziende però sanitarie, o all’intero settore della sanità e socio- assistenziale, e da chi deve essere preso in considerazione? Perché sapete, sarò vecchia, sarò stanca, non sono una commercialista, ma insomma mi pare che ci sia nel merito un po’ di confusione, che poteva chiarire, già che c’era, l’assessore in terza commissione il 7 aprile 2022, avendo tra l’altro palesato il dubbio che il prof. Honsell non lo sapesse.

Eppure era comparsa una copia informale dell’atto aziendale Asufc.

L’11 febbraio 2022, pareva che una copia dell’atto aziendale, documento organizzativo di Asufc, fosse stata resa visibile, ricevendo le critiche di Andrea Ussai e Cristian Sergo di M5S, che dicevano tra l’altro, che «Gli atti aziendali sembrano rispondere più a logiche di spartizione di potere a favore di una stretta cerchia di professionisti […] con una miriade di strutture per mantenere un equilibrio ad hoc tra componente universitaria e ospedaliera. Da quanto emerge, si conferma l’eterogeneità degli atti delle tre Aziende sanitarie: sorge quindi il dubbio dell’utilità dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), concepita dalla riforma sanitaria Fedriga-Riccardi proprio per fornire linee strategiche omogenee e con un disegno unitario». (20).

Ma poi si erano fermati nella loro analisi per mancanza di formalizzazione dell’atto programmatico organizzativo di Asufc.  E Spitaleri del Pd, lapidario, dichiarava: «Finalmente sappiamo che il direttore generale Caporale aveva redatto la bozza del nuovo Atto aziendale e l’aveva mandata riservatamente all’assessore Riccardi senza coinvolgere nessuno, come richiedevano norme di legge e contrattuali. Perché tutto deve essere nascosto al dibattito e al confronto. Uno scandalo e un vero danno per la sanità locale e regionale questa modalità di governo, a prescindere da ogni analisi sulle scelte concrete, su cui è impossibile intervenire a documento secretato». (21).

Ed ancora: «L’Atto aziendale di AsuFc doveva essere oggetto di confronto ampio – spiega Spitaleri – perché richiede scelte condivise sul futuro rapporto tra l’ospedale di Udine e quelli territoriali, con le strutture di Gemona e Cividale. Si doveva disegnare una nuova sanità territoriale, le Case di comunità volute dal PNRR, istituire un nuovo rapporto con i medici di medicina generale e i pediatri, valorizzare le professioni sanitarie: la prima percezione è di leggere un compitino che non risolve le criticità» (22). Quindi «avevano ragione le organizzazioni sindacali dei medici e dei professionisti sanitari a lamentare l’assoluta mancanza di coinvolgimenti ed interlocuzioni. Quando l’opposizione chiedeva trasparenza nelle scelte e nei programmi è stata zittita, ma ora […] qualcuno deve chiedere scusa e farsi da parte». (23). Ma nessuno si è fatto da parte e l’atto aziendale Asufc non è ancora uscito, mentre tutti siamo sommersi da problemi non nostri ma che già ricadono su di noi in modo pesante.

In Fvg da sanità pubblica a privata regionale e con compartecipazione di Regione FVG?

Però per quanto riguarda le linee generali della sanità Fvg, a me pare che una serie di problematiche evidenziate e persistenti nel tempo trovino una loro ragione d’essere se esse si leggono alla luce di questo documento relativo alla sanità veneta ed intitolato: «Come si fa politicamente a passare da un sistema sanitario pubblico ad uno privato senza dirlo ai cittadini? Come si fa a chiudere reparti facendo finta di non chiuderli, come sta facendo Zaia in Veneto?» Esso veniva postato da Laura Frigo, medico e del Pd, il 12 luglio 2019, ed immediatamente condiviso dal  Circolo PD Arcella / Pontevigodarzere.

Quindi compariva Il 22 dicembre 2019 sul sito ‘Prateria ribelle. Per una società senza confini” all’ interno di un articolo più vasto, intitolato: “Il declino verso la privatizzazione dei servizi” (24) e veniva riproposto il giorno seguente, 23 dicembre 2019, da ‘Potere al Popolo’ che lo intitolava: “Sanità modello Lega? No grazie! (25). E come non essere d’accordo con questo titolo, dato che la sanità pubblica è più che mai in crisi, come ho già scritto, sicuramente in Sardegna (26), ove il Presidente della giunta regionale è il leghista Solinas, ed in Lombardia, ove regna l’avvocato Attilio Fontana, della Lega pure lui? (27).

Questo testo breve, per punti ma illuminante, elenca, in senso critico, i fondamenti della nuova sanità targata Zaia, ed è stato da molti commentato e condiviso. Lo riporto qui.

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«Come si fa politicamente a passare da un sistema sanitario pubblico ad uno privato senza dirlo ai cittadini? Come si fa a chiudere reparti facendo finta di non chiuderli, come sta facendo Zaia in Veneto?

Lo fai un po’ alla volta.
Lo fai obbligando i professionisti a pagarsi l’assicurazione da soli, così tagli quella spesa.
Poi non assumi personale dove serve.
Poi non paghi gli straordinari o gli acquisti di prestazione dicendo che li pagherai più avanti.
Intanto i medici si trovano a spendere soldi per assicurazioni, non avere più straordinari pagati e ad essere sempre in meno a fare lo stesso lavoro che copre 24 h tutti i giorni.

Poi dai direttive come in fabbrica, pretendendo una visita ogni dieci minuti quando ne servirebbero almeno venti, in media, per avere il tempo di dire buongiorno e buonasera.
I pazienti sono scontenti perché aspettano, si innervosiscono, aggrediscono i medici che si trovano pagati male o addirittura con ore non pagate, con turni di lavoro impossibili, pazienti nervosi ed aggressivi che fanno causa per mille motivi e la tua azienda non ti copre. E vai di spese legali.

Le liste di attesa si allungano, la gente va nel privato. La Regione intanto fa convenzioni col privato, aiutandolo.
Così i medici si rendono conto che lo stesso lavoro viene loro pagato il doppio da un’altra parte senza fare 10 notti al mese o avere impegnati due weekend su 4.

In tutto questo, i medici sono pure pochi perché un imbuto impedisce ai neolaureati di specializzarsi.
Ad un certo punto, tra pensionamenti e licenziamenti non hai più medici e il reparto non c’è più, come ginecologia a Piove di Sacco o Pediatria a Camposampiero.

Pian piano tagli i servizi territoriali, appaltando alle coop per non assumere nuovi infermieri. Dai un disservizio alla popolazione e tanti infermieri neolaureati vanno in Inghilterra o Germania. O vanno nel privato che cresce pian piano al decrescere del pubblico.

Questa è stata la strategia di gestione del Sistema Sanitario Veneto di Luca Zaia. E non sono stati avvenimenti casuali, è un uomo troppo intelligente per accusarlo di incapacità, è stata proprio una sua scelta, condivisa dalla maggioranza in Veneto. Quello di cui non sono sicura, invece, è che i cittadini veneti lo abbiano votato convinti che avrebbe fatto tutto questo.

Laura Frigo».

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A me pare, e se erro correggetemi, che anche in Fvg la sanità stia funzionando come in Veneto e non certo per il covid ma per una scelta precisa teorica che spinge alla privatizzazione del ssr, dove Fedriga e Riccardi vorrebbero, pare, comportarsi come industriali privati in regime di monopolio e senza sborsare una lira in proprio, e vivano noi pazienti alternativamente vuoi come seccatori (28) se ci lamentiamo di qualcosa e se vorremmo maggiore trasparenza, vuoi come clienti impossibilitati a scegliere altro. E se erro correggetemi e mi scuso subito con il presidente e vice-presidente della giunta regionale, e chiedo loro venia, ma a me personalmente queste considerazioni vengono in mente, senza volerli assolutamente offendere, e non trovando altre parole per esprimere questo pensiero.

E basta leggere le dichiarazioni di Massimiliano Fedriga, riportate dal Messaggero Veneto il 24 dicembre 2021, (29) per pensarlo. Il dott. Fedriga sostiene infatti di voler stanziare subito 15 milioni di euro in ambito sanitario per spingere insediamenti di aziende dedicate alla ricerca per esempio farmaceutica, puntando alla competitività, e 100 milioni in un triennio dedicati alla competitività, ed allo sviluppo della Regione in un’ottica post-pandemica. «Noi vogliamo inserirci in questo settore» – continua – e «La Regione […] in caso di interesse entrerà nel capitale azionario dell’investitore, diventandone socia a tutti gli effetti» (30). Subito dopo si ha notizia dell’accordo Regione FVG – Novartis, sulla base di un testo discutibilissimo, ed a cui ho dedicato due articoli (31). Ma a questo punto non si capisce se il dott. Massimiliano Fedriga si ricorda che la Regione non è un ente privato senza tra l’altro azionisti ed un consiglio di amministrazione, e che egli non è un amministratore delegato unico societario in pendant con Riccardo Riccardi e che sta utilizzando denaro pubblico. Ma può essere limite mio il non capire la sua posizione. E se non è così per cortesia spiegatemela.

Per ora mi fermo qui, e scusatemi per questo lungo articolo, che non vuole offendere ma sono cercare di capire, e se erro correggetemi.

Laura Matelda Puppini

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(1) Piano Attuativo – PA 2022 – Programma e Bilancio di Previsione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale  [pdf – 8,84 MB], in: https://asufc.sanita.fvg.it/it/amministrazione_trasparente/trasparenza_ASUFC/01_disposizioni_generali/02_atti_generali.html/012_documenti_programmazione.html.

(2) https://www.regione.umbria.it/-/piani-attuativi. Per i piani attuativi in urbanistica cfr. Legge 17 agosto 1942, n. 1150 e legge 6 agosto 1967, n. 765.

(3) Legge regionale 8 marzo 2000, in:  Gazzetta Ufficiale 3a Serie Speciale – Regioni n.49 del 09-12-2000.

(4) Ivi.

(5)https://www.gazzettaufficiale.it/atto/regioni/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=15&art.versione=1&art.codiceRedazionale=007R0593&art.dataPubblicazioneGazzetta=2007-10-27&art.idGruppo=4&art.idSottoArticolo=1).

(6) https://asugi.sanita.fvg.it/it/schede/menu_azienda/integrazione_sociosan/piani_attuativi_annuali.html

(7). Ivi.

(8) Salute: Riccardi, confronto utile con sigle dirigenza area sanitaria, 6 dicembre 2021. in: https://www.regione.fvg.it/rafvg/giunta/dettaglio.act;jsessionid=6BEEFA73B521FEA319B582A30C6FA68B?dir=/rafvg/cms/RAFVG/Giunta/Riccardi/comunicati/&id=117462&ass=C04&WT.ti=Ricerca%20comunicati%20stampa)

(9) Ivi.

(10) https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2022/04/05/gorizia-i-sindaci-danno-il-via-libera-al-piano-attuativo-2022-e-fissano-alcuni-paletti-21.html?ref=search.

(11) https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/amministrazione_trasparente/documenti_AT/13_bilanci/2022_366_PA_2022.pdf

(12) https://asufc.sanita.fvg.it/export/sites/asufc/it/amministrazione_trasparente/documenti_AT/06_performance/2022_18425_proroga_piano_performance_2022.pdf

(13) Intervento di Furio Honsell, rivolto al dott. Caporale presente in streaming, in terza commissione regionale Fvg il 7 aprile 2022. Trascrizione da registrazione di Laura Matelda Puppini.

(14) Risposta di Riccardo RiccardI, assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità delegato alla Protezione civile, al posto di Denis Caporale, a Furio Honsell, in terza commissione regionale Fvg il 7 aprile 2022. Trascrizione da registrazione di Laura Matelda Puppini.

(15) (https://www.regione.fvg.it/rafvg/giunta/dettaglio.act;jsessionid=6BEEFA73B521FEA319B582A30C6FA68B?dir=/rafvg/cms/RAFVG/Giunta/Riccardi/comunicati/&id=117462&ass=C04&WT.ti=Ricerca%20comunicati%20stampa).

(16) Decreto del Direttore Generale Joseph Polimeni n. 33 del 26 gennaio 2022, relativo alla “Proposta preliminare di Atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale ai sensi dell’art 3, comma 1 bis del D.lgs 502/92 smi”.

(17) Ivi.

(18) Ivi.

(19) Ivi.

(20) (Cfr. Salute: Ussai/Sergo (M5S), Atto Aziendale Asufc poco trasparente, 12 febbraio 2022, in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=73544).

(21) ).  Sanità: Spitaleri (Pd), scandaloso atto aziendale AsuFc secretato: “Informato solo Riccardi, medici e territori non coinvolti” in: https://friulisera.it/sanita-spitaleri-pd-scandaloso-atto-aziendale-asufc-secretato-informato-solo-riccardi-medici-e-territori-non-coinvolti/).

(22) Ivi.

(23) Ivi.

(24) “Il declino verso la privatizzazione dei servizi”, in: https://prateriaribelle.home.blog/2019/12/22/il-declino-verso-la-privatizzazione-dei-servizi/.

(25) https://poterealpopolo.org/sanita-modello-lega-no-grazie/.

(26) https://www.nonsolocarnia.info/sanita-regione-sardegna-tanto-simile-alla-nostra-ma-i-sardi-hanno-espresso-la-loro-contrarieta-in-modo-democratico-e-pacifico-e-noi-cosa-aspettiamo-a-farlo/.

(27) Sulla privatizzazione della sanità in Lombardia esistono più testi che riportano anche in modo chiaro come il ssr lombardo non funzioni per tutti allo stesso modo. Si legga, solo per farsene una idea: Marco Fumagalli, La riforma della sanità lombarda è pericolosa per l’Italia intera, in: https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=99258. In esso si legge: «La sanità pubblica territoriale (che fino ad ora si è rivelata poco appetibile per il privato) è stata pertanto sacrificata sull’altare del profitto e degli interessi della sanità privata di natura ospedaliera, questa sicuramente di eccellenza, ma proprio per questo ha effetti ancora più distorsivi sul sistema sanitario nazionale. La sanità privata si muove per ragioni di profitto e per conquistare nuovi mercati come è naturale che faccia un’impresa commerciale e attrae ogni anno migliaia di pazienti di altre regioni per un valore della mobilità attiva pari a 450 milioni. Questo genera però uno squilibrio rispetto alle altre regioni che impoverendosi (come quando uno Stato ha la bilancia commerciale in passivo) non sono in grado di fare degli investimenti in strutture sanitarie tali da garantire ai loro cittadini le cure in loco.

Oltre allo squilibrio territoriale si aggiunge una barriera economica per cui solo i più abbienti possono permettersi i viaggi in Lombardia, mentre gli indigenti sono costretti a curarsi in luoghi in cui, a causa della “concorrenza” effettuata dalla sanità privata, non ci sono strutture pubbliche adeguate. La proposta di legge in discussione, anziché fare una completa revisione del sistema a partire dai principi della legge 31 del 1997 di Formigoni, si limita a correggere le poche prescrizioni inviate dal Ministero della Salute e ad introdurre le misure del PNRR per ottenere i relativi vantaggi finanziari. Ed è qui che il progetto di legge assume dei contorni che sono oltremodo pericolosi. Perché con la scusa degli ingenti fondi del PNRR ottenuti dall’ex Presidente del Consiglio Conte, si modifica in malo modo una legge che non funziona, permettendo che le somme del Recovery Plan possano essere spese a vantaggio del settore privato che ha la finalità di soppiantare il settore pubblico come è normale che sia in un mercato concorrenziale in cui si compete ad accaparrarsi le maggiori quote di mercato e ottenere così profitti da posizioni oligopolistiche o monopolistiche».

(28) Cfr, la registrazione della risposta data dall’Assessore Riccardi al prof. Furio Honsell il 7 aprile 2022, come esempio.

(29) Mattia Pertoldi, L’obiettivo di Fedriga Attrarre in regione nuove multinazionali, in Messaggero Veneto 24 dicembre 2021.

(30) Ivi.

(31) “L’accordo tra Novartis, casa farmaceutica svizzera, e la regione Fvg. Le giuste domande di Furio Honsell”, e “Protocollo di intesa Regione Fvg- Novartis: un accordo che a me fa molta paura. Ecco perché”, in: www.nonsolocarnia.info.

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L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta il simbolo della Regione Fvg ed è tratta da: https://lagazzettaitaca.wordpress.com/2022/01/31/misure-compensative-e-formazione-oss-in-fvg/. L.M.P.

 

 

 

 

 

 

 

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