Devo chiedere scusa a Furio Honsell perché riporto solo ora questa sua interrogazione sulla sanità in Carnia che aveva presentato già il 16 febbraio 2022, a cui però l’assessore ha risposto in forma scritta, come richiesto, solo il 10 maggio 2022. 

Riporto qui il testo dell’ interrogazione di Honsell sulla sanità in montagna:

Oggetto: «Quali azioni la Regione FVG intende svolgere per contrastare il depauperamento dei servizi sanitari e ospedalieri in Carnia?»

«Il consigliere HONSELL

VISTO che in Carnia alcuni ambulatori, come ad esempio quello pneumologico e angiologico, sono stati eliminati nonostante la presenza di un macchinario moderno donato da privati all’ospedale nel caso delle visite pneumologiche e di un macchinario altrettanto moderno (capillariscopio) nel caso delle visite angiologiche;

SOTTOLINEATO che la popolazione dell’Alto Friuli, anche a causa del clima freddo, risulta spesso soggetta a problematiche che interessano l’apparato respiratorio;

RILEVATO che allo scopo di poter fare le visite prescritte dai medici di base i cittadini del territorio carnico, spesso anziani, sono costretti a recarsi in posti che oltre a essere lontani dal loro luogo di residenza spesso risultano essere irraggiungibili con i mezzi di trasporto pubblico dalla Carnia che il che comporta numerose difficoltà per i pazienti;

RISCONTRATO anche un contingentamento delle analisi, nonostante l’assenza in Carnia di istituti privati che possano sopperire a tale limitazione: è presente sul territorio infatti solo la Carniasalus che effettua le analisi solo il giovedì con il rischio quindi di riuscire a prenotare delle analisi, magari urgenti, anche a distanza di una settimana o più dalla loro prescrizione;

VERIFICATA la riduzione del servizio di guardia medica, prima presente a Tolmezzo, Forni Di Sopra, Ovaro, Paularo, Paluzza, Ampezzo, Gemona Del Friuli, Moggio Udinese, Pontebba e Tarvisio, limitando così di fatto la continuità assistenziale;

VERIFICATA altresì la mancanza di pediatri di libera scelta, nonché di medici di base e specialisti e personale in generale sul territorio carnico;

APPURATO che anche i servizi minori come ad esempio quelli forniti dal CSM e SERT sono stati ridimensionati notevolmente;

interroga la Giunta

per conoscere quali siano le azioni che la Regione FVG intende mettere in campo per contrastare l’evidente depauperamento dei servizi ospedalieri in Carnia».

16 febbraio 2022.

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Così Riccardo Riccardi, il 10 maggio 2022 (quasi tre mesi dopo)  ha risposto all’interrogazione di Furio Honsell, in forma scritta come domandato dal noto consigliere regionale di Open – Sinistra Fvg.

Ho diviso la risposta dell’assessore in parti, ed ad ognuna delle stesse ho fatto seguire mie personali considerazioni che ho posto in corsivo e colore rosso.

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«Nell’interrogazione presentata vengono richiamate in premessa considerazioni che investono diversi aspetti dell’offerta sanitaria, dall’offerta specialistica (pneumologia e angiologia) alla distribuzione geografica dei MMG e PLS, dalla continuità assistenziale alla salute mentale».

“Infatti la sanità non investe un settore solo, e quindi la domanda è plurima, e nei sistemi integrati le variabili sono interdipendenti, per cui non si può parlare di una senza prendere in considerazione le altre. E non si può parlare, in montagna come in pianura, del servizio dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta operanti sul territorio (qualora esistano in numero sufficiente a coprire il fabbisogno di zone disagiate come la montagna, caratterizzata da distanze diverse da quelle in pianura e più disagevoli nella percorrenza) senza prendere in considerazione le condizioni in cui operano ed il legame con la medicina specialistica e il polo ospedaliero viciniore. E non può esistere, se non nella fantasia, un pronto soccorso che dovrebbe essere anche pediatrico senza un polo ospedaliero di riferimento. Ed anche in architettura i contesti sono importanti”.

«L’interrogante chiede quindi quali azioni voglia implementare la Regione per mantenere l’ospedale, con i suoi dipartimenti e i suoi servizi, quale punto di riferimento territoriale.
La visione ospedalo-centrica, oltre a essere ormai superata dai modelli organizzativi più moderni, è stata di fatto completamente abbandonata dal nuovo modello di assistenza territoriale delineato dal PNRR che privilegia l’approccio di prossimità attraverso strutture territoriali organizzate a rete con case della comunità e ospedali di comunità e con un ruolo sempre più importante dei MMG e PLS quali primo punto di riferimento dei cittadini, peraltro puntualmente ripreso anche dalle linee di gestione 2022».

Di fatto l’ospedale di Tolmezzo dovrebbe essere il riferimento per la Carnia, non potendosi creare, anche per i costi, poli specialistici per ricoverare in ogni dove, ma neppure l’ospedale può essere distante da 50 a 100 chilometri dal posto di vita del soggetto, impedendo di fatto ai parenti di recargli conforto ed anche aiuto materiale, se non in un’ottica economicistica e senza umanità con i pazienti che vengono visti solo come oggetti e quindi si possono sradicare dal contesto. Inoltre l’ospedale di Udine boccheggia, tranne forse per i trapianti, e di questo si deve parlare, e tenere in considerazione il continuo trasporto di pazienti anche gravi via autostrada, con possibili interruzioni. Ma ormai per chi vive in montagna la sanità ‘on the road’ è quasi la prassi, e un paziente si può trovare ad avere una visita specialistica anche a oltre 100 chilometri da casa. E poter avere una visita o un ricovero, quando possibile, vicino al luogo di vita, non è una visione ospedalocentrica, ma solo un’esigenza del cittadino paziente, che non può esser adeguatamente seguito se oggi viene visto qui e domani là, con una mera trasmissione scritta a supporto. Inoltre luoghi e situazioni nuovi possono recare disagio e i lunghi viaggi stanchezza. E l’ignoto non è mai un buon compagno per chi sta male.

«Nelle more però di una piena e compiuta realizzazione del nuovo modello organizzativo la Regione FVG ha dedicato una particolare attenzione alla copertura degli incarichi vacanti dei MMG: per la prima volta è stata attivata dalla Regione a fine dello scorso anno una procedura straordinaria mediante ripubblicazione degli incarichi rimasti vacanti e anticipazione della pubblicazione degli incarichi che si sarebbero resi disponibili entro il mese di marzo 2022, grazie ad un Accordo all’uopo sottoscritto con i MMG reso esecutivo con DGR 1552 del 15 ottobre 2021 che ha individuato una soluzione al problema della costante sottostima nella determinazione delle zone carenti di assistenza primaria. Con
la procedura straordinaria sono stati assegnati ulteriori 12 incarichi di assistenza primaria e 1 di continuità assistenziale».

Non è esplicitato però dove abbiano preso servizio detti nuovi incaricati. Inoltre un medico di medicina generale, grazie al contratto da libero professionista, può ricevere anche solo su appuntamento, e nel periodo covid rispondeva solo al telefono, e questo sarà il futuro, vista la tanto amata e celebrata dall’assessorato della salute, telemedicina, che nessuno sa invero cosa sia. Inoltre ogni MMG ha 1000 pazienti e più da seguire, non può tenere in osservazione il paziente, non può fargli fare analisi ogni giorno, se serve per notare il procedere della situazione, non può chiedere l’intervento di altri specialisti o della medicina di emergenza se del caso, e quindi avere un ospedale di riferimento territoriale.
Quindi la possibilità di lavorare in equipe, la cui utilità viene evidenziata dalle ultime linee per il lavoro scientifico in Europa come in Usa, è solo la possibilità di avere, ora come ora in sanità, una organizzazione che volge ad essere efficace ed efficiente. Io credo, con tutto il rispetto, che se l’assessorato provasse a simulare una sanità senza un ospedale di riferimento vicino, vedrebbe i limiti concreti situazionali, il che non significa avere una visione ospedalo-centrica, ma solo organizzata ed integrata. E spero che non si pensi che il medico di base possa fare, nel 2022, tutto da solo, perché non siamo ai primi ‘900. Inoltre allora il medico di base visitava pure di notte, e faceva da solo anche le analisi, in un contesto di strumentazione diagnostica minima e comunque con ospedali territoriali a supporto. Invece oggi pare che, in Fvg, la sanità ed in particolare quella montana, stia procedendo speditamente ma a ritroso, come i gamberi.

«In previsione del picco dei pensionamenti, si ricorda che la Regione ha raddoppiato, a partire dal triennio 2018 – 2021, il numero delle borse di studio del corso di formazione in medicina generale con oneri a totale carico dell’Amministrazione regionale per cui a partire da quest’anno si diplomeranno ogni anno 40 nuovi medici a fronte dei 20 degli anni precedenti.
Per quanto riguarda le indennità di collaboratore di studio medico per MMG si evidenzia che per l’anno in corso la Regione ha destinano ben 1.994.757,34 € al finanziamento di un Accordo Integrativo Regionale per l’incremento dei collaboratori di studio che è stato sottoscritto in data 1° marzo 2022 e non rappresenta una misura temporanea legata al contesto emergenziale ma di un intervento sui livelli di assistenza con relativa copertura economica a carico del bilancio regionale che si consolida negli anni.
Inoltre ASUFC ha potenziato le interrelazioni e collaborazioni tra i presidi ospedalieri, mettendo a disposizione i propri specialisti in una logica dipartimentale, adottando un efficace coordinamento tra le direzioni mediche di presidio al fine di dare risposta omogenea alle esigenze del territorio.
In particolare per l’Ospedale di Tolmezzo, non è prevista nessuna riduzione o depauperamento delle strutture operative e dei servizi rispetto a quelli esistenti».

Questo non significa nulla, detto così. Attualmente ci sono già delle carenze nella continuità assistenziale, nella medicina generale, in vari settori, nella rsa che manca, e tutto vive diremmo in bilico. E bisognerebbe che l’assessorato si informasse anche presso cittadini e medici. Si può morire perché non giunge in tempo l’ambulanza, perché nessuna ambulanza ha il medico a bordo, per i tempi di attesa lunghissimi, per mancanza del servizio di continuità assistenziale, per il personale sfibrato, per le visite urgenti ingestibili dal ssr, per problemi burocratici, per la medicina online. Insomma, mentre l’assessore parla nel vago burocratese, si dovrebbe parlare dei problemi pratici che i pazienti Fvg devono affrontare, a cui nessuno ha dato sinora risposta. E personale che manca, reparti chiusi o sottodimensionati anche per ferie, visite rimandate o lontanissime in ambienti ignoti con medici sconosciuti, analisi ed esami strumentali non fatti fare per problemi di spesa ed altro incidono direttamente sulla salute del paziente.

Fin qui l’interrogazione di Honsell, la risposta dell’ assessore e le mie considerazioni in merito alla stessa.

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E per finire ricordo l’intervento chiarissimo di Gianni Borghi a Tolmezzo nel 2016, a nome dei sindaci della Carnia, tenuto alla presenza dell’allora assessora alla sanità e salute Maria Sandra Telesca, riportato in www.nonsolocarnia, sulla sanità in montagna.

«Credo non vi sia domanda più complessa da rivolgere a un assessore, se non quella contenuta nel titolo dell’incontro: “La nuova proposta per la salute in territorio montano”. Qual è?
Perché faccio questa affermazione?
Perché nessuno ha pensato di porre attenzione, nel legiferare, alla montagna, ai suoi problemi specifici. E si è legiferato “erga omnes”, per tutti nello stesso modo. E questa non è solo una mia considerazione, è soprattutto la mia preoccupazione. Perché ciò implica la necessità da parte nostra, dei Sindaci, di vigilare e difendere i servizi essenziali nei territori più critici (presenze grandi territori e poca popolazione quindi di diseconomie = costo / opportunità).

Vede assessore, siamo molto preoccupati perché come sempre, relativamente alla montagna: tutti teoricamente sanno cosa si dovrebbe fare, ma nessuno fa quello che si dovrebbe fare, perché nessuno o quasi, poi, alla fine, vive in montagna.
Secondo me vi è poca consapevolezza nel pensare che ciò che vale per un centro, non equivale a ciò che vale per una periferia! Se poi la periferia è montagna, la cosa si complica sia per gli aspetti orografici che per quelli finanziari.

Questo, per dirLe, Assessore, che non vogliamo 2 sanità, ma due modelli organizzativi intelligenti che rispondano ai bisogni di salute di una città come di un ambito rurale/montano.
Questo, per dirLe, Assessore, che queste comunità e la maggioranza dei Sindaci che rappresento sono stati con Lei e saranno con Lei:
– tutte le volte che Lei riuscirà a mettere al centro della sanità il cittadino e non l’organizzazione,
– tutte le volte che nelle scelte o nelle premiazioni dei professionisti si guardi al loro saper fare più che al loro saper apparire.

Noi Sindaci saremo con l’istituzione tutte le volte che saremo coinvolti nelle decisioni per dare alle comunità che rappresentiamo quello che serve. E chiediamo quindi di interpretare assieme correttamente il bisogno e non la domanda di questo territorio.

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Per quanto riguarda la Riforma, oggi si parla molto di riforma e si abusa anche del termine.  Inoltre quando viene varata una legge di riforma si innescano molte aspettative da parte di: cittadini; operatori; politici; amministratori. Riformare significa “modificare in modo profondo uno stato di cose, un’istituzione ecc.; noi abbiamo proprio fatto questo nella sanità?

Quali aspetti tangibili della riforma percepirà quindi il cittadino della montagna, che non siano solo quelli di una mera suddivisione territoriale (peraltro molto critica e discutibile di cui non mi addentro perché oggi il tema è un altro)?

Quali vantaggi percepirà il cittadino della montagna, riscontrabili in questa LR17/2014 nell’:
– assistenza primaria, – assistenza ospedaliera, – nella rete dei servizi socio assistenziali, – nella sanità privata? Il cittadino e l’amministratore pubblico, questa sera, con quali informazioni, rassicurazioni, torneranno a casa?

Vede assessore in sede di conferenza dei sindaci in occasione della discussione del PAL 2016 ho raccomandato all’Aas3:
– di assumere e mantenere come principi guida della programmazione: la sicurezza delle cure, l’appropriatezza, l’equità, l’efficienza nonché la sostenibilità economica.
– di mantenere un rapporto privilegiato con gli enti locali per percorsi di analisi, partecipazione e consultazione al fine di giungere a disegnare e realizzare uno scenario complessivo della nostra sanità aderente agli specifici bisogni delle nostre comunità.

Io come presidente della Conferenza dei sindaci dell’Aas3 e abitante di questa terra chiedo a Lei, Assessore, di farsi garante di alcune semplici istanze:

Nell’assistenza Ospedaliera:
– che l’ospedale di Tolmezzo rimanga con tutte le articolazioni necessarie a soddisfare i bisogni sanitari di questa montagna.
– che chi ha una patologia acuta trovi nell’ospedale professionisti e attrezzature in grado di garantire sicurezza di trattamento.
Non chiediamo, prioritariamente, di conservare Direttori di SOC di DPT, ma soprattutto di avere équipe di sanitari preparati. Non chiediamo di avere un nostro laboratorio analisi o dove si fanno gli esami ma che gli esami si possano fare, e che i referti giungano senza difficoltà.

Nell’assistenza Distrettuale chiediamo che:
–  l’assistenza primaria divenga tale e si indirizzi alla medicina d ‘iniziativa’ e che le parole chiave di questa siano:
o Prossimità dei servizi quotidiani, quelli che servono ogni giorno devono essere vicini al cittadino;
o Continuità delle cure;
o Personalizzazione degli interventi;
o Qualità delle cure;
E con forza chiediamo:
– che la rete degli ambulatori di medicina generale restino diffusi nella montagna. Guai a un loro ridimensionamento o chiusura: sarebbe una tragedia per il territorio montano.
– che si creino i CAP dove e possibile (Paluzza- Ampezzo – Ovaro ecc).

In sintesi e per concludere, Assessore, Le chiediamo di pensare come se fosse una di noi e di poter dire, un domani, che una volta tanto alla Carnia, alla montagna, è stato dato e non tolto.

Il Presidente della conferenza dei sindaci dell’Aas3 Alto Friuli -Collinare-Codroipese:

Gianni Borghi

(Il testo mi è giunto da Gianni Borghi a cui lo avevo richiesto e che me lo ha concesso, ed è stato pubblicato il 1° febbraio 2016. Riferimento: https://www.nonsolocarnia.info/gianni-borghi-su-la-nuova-proposta-per-la-salute-in-territorio-montano/).

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A questo articolo seguirà quello che riporta l’intervento del dott. Pier Paolo Pillinini, dirigente del Pronto Soccorso di Tolmezzo, ad Ovaro il 24 giugno 2022.

E continuerò a scrivere su questo argomento, ora anche in nome di Renzo Mazzolini, morto una notte quasi davanti all’ambulatorio di guardia medica di Ovaro, privo di medico per limitazione del servizio in montagna.

Laura Matelda Puppini.

L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle già da me utilizzate, elaborata in giallo. L.M.P.

 

 

 

 

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