Vorrei scrivere due righe sulla celebrazione (ormai si va avanti così, come sotto la chiesa con le feste comandate) della nascita della Repubblica italiana, che invece che provocare riflessioni, si ridurrà, temo, alla solita sfilata e parata, che avrebbe un senso se avesse un reale contesto.

In primo luogo vorrei che si ricordasse che la Repubblica Italiana è nata dal sangue di molti giovani italiani, morti nella Resistenza all’occupante tedesco, secondariamente che essa venne collegata alla libertà ed alla prosperità per tutti ed ad una migliore forma di governo, dialettica. Ma queste condizioni si sono realizzate poi compiutamente, e se sì permangono in questo governo figlio di Berlusconi e Renzi? Inoltre se tutto viene privatizzato, esiste ancora una “res pubblica” o solo pro forma?

Scrive Platone nel suo La Repubblica che Socrate, rispondendo ad una obiezione di Adimanto, precisa che «la città ideale mira al benessere della collettività, non di una singola classe; perciò deve evitare l’eccesso sia della povertà sia della ricchezza, che crea divisioni interne […].». (Platone. La Repubblica, in: (http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/PlatoneRepubblica.pdf, edizione Acrobat a cura di Patrizio Sanasi, Premessa di Giovanni Caccia, p. 2). 

Ed ancora: «la presenza nella città ideale della giustizia viene appurata tramite la ricerca delle tre virtù che si connettono ad essa: sapienza, coraggio, temperanza. La sapienza è la virtù di coloro che hanno compiti di governo, il coraggio la virtù dei guardiani dediti alla guerra e alla difesa; la temperanza invece deve risiedere in tutte e tre le classi dei cittadini». (Ivi, pp. 2-3). Quale giustizia, sapienza e temperanza si vedono ora in chi regge la repubblica italiana ed in molti altri? E guardate che nel pensiero antico, il governo non esulava dalle virtù dei governanti. Ma mi chiedo quanto possano capire questi concetti giovani e meno giovani cresciuti nelle scuole italiane post ’68, (Cfr, critiche di Pier Paolo Pasolini alla scuola media unica ed alla omologazione al basso della cultura) e temo che politici amministratori di società ed aziende locali poco tengano conto dei fondamentali concetti sia filosofici che etici, puntando al soldo, al bilancio, al mercato, almeno da come ci vengono descritti dalla stampa, per il loro modo di procedere e per le loro scelte.

E per avere una repubblica ci vuole un patrimonio pubblico, tutelato e valorizzato, oggetto di governo da parte di cittadini eletti con un sistema di democrazia rappresentativa e partecipata, non da parte di oligarchie, di pochi che si inventano sistemi per prendere tutto con una giocata sola, imponendo i giocatori d’ufficio. Joseph E. Stigliz ha scritto un interessante volumetto: Il ruolo economico dello Stato, edito da Il Mulino, nel 2009 in cui fra l’altro cita il ruolo di regolamentazione del privato all’interno di uno stato che dovrebbe essere svolto da chi governa ed il problema della scelta dei governanti. E spesso, a suo dire, accade che i candidati vengano scelti da gruppi ristretti che poco informano i cittadini sulle loro possibilità reali di ben amministrare. (J. E. Stigliz, Il ruolo economico dello stato, il Mulino, 2009, p. 32 e pp. 40 – 41).

Ma qui siamo al salvabanche ad ogni costo, prima Etruria e poi le cosiddette Venete, che si devono far fallire a questo punto, mettendo sotto processo chi ha combinato disastri, e possibilmente mandandolo in galera, perché in Italia ora vi è un lassismo che fa paura, in certi settori, ed il salvare privati e similari dal risultato delle loro scelte pare sia compito dello Stato. E se erro correggetemi. Basta pagare con i nostri soldi politici e ministri che parlano di faccende private e direi salvagente. E veramente mi chiedo quale regolamentazione ha dato chi governa la cosa pubblica italiana ai privati, a cui ha dato in gestione sempre più ampi settori pubblici. Chiediamocelo. Come si sta normando la gestione dell’acqua, per esempio? Con gli avvisi allarmistici di Cafc, (in cui Carniacque fu obbligata a confluire in fretta e furia, senza neppure attendere i tempi previsti di fusione), sulla discesa delle falde e l’invito a usare meno acqua possibile? E se uno riempie la sua piscina privata giornalmente? (Allarme acqua: il decalogo del Cafc, in Messaggero Veneto, 1 giugno 2017).

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Inoltre come si fa a leggere, serenamente, in questa nostra repubblica, l’articolo del Messaggero Veneto sulla morte del Presidente e poi Segretario dell’ordine dei medici dott. Luigi Conte, senza restare come minimo perplessi? In esso si toglie emotività ad un fatto fortemente emotivo, una morte avvenuta per colpa di terzi in sala operatoria, in sintesi un omicidio colposo ma nell’esercizio della professione. Un perfusionista, di cui io intenderei, magari, sapere anche il nome, perché altrimenti guarderemo con sospetto tutti i perfusionisti, che avrebbe dovuto essere un tecnico, ha invertito i tubi in una macchina e ha sparato nella circolazione del medico Conte aria! Non so se mi spiego: questo soggetto ha invertito i tubi della macchina cuore – polmone, che determina la sopravvivenza del paziente nel corso di operazioni di questo tipo.  «Ma cosa pensavi mentre lavoravi, bello mio? Alla morosa?»  –  mi viene alla mente leggendo. Questo sarebbe stato uno di quegli aspetti   per cui, nel medioevo, ti avrebbero eliminato seduta stante. Invece qui: ma la colpa è di tutti, ma però lui non voleva, ma … Manca solo che Il Messaggero Veneto lo faccia passare per un fatto normale, per un piccolo incidente di percorso … e ci dica di stare sereni. (Luana De Francisco, Conte morto per un errore: dibattito di cinque ore sulla perizia, in Messaggero Veneto 31 maggio 2017). Ora non dico di tornare al medioevo, ma come si fa a mantenere in servizio uno che fa così? Ma dove stiamo andando a finire? Inoltre io non chiamerei questo un caso di errore umano ma di distrazione. Sapete mi pare che, oltre la scienza, manchi spesso in certi settori anche la concentrazione ora come ora, e si lavori distratti, qui come là. Comunque grazie al Messaggero Veneto perché ci tiene informati sul caso. E pone Platone, nel suo La Repubblica, il problema se si possa ancora chiamare medico un medico che ha sbagliato, dato che egli è vissuto e vuol essere considerato come infallibile. (Platone, op. cit., p. 10).  

Inoltre se tutta l’organizzazione dell’operazione era carente, (Luana De Francisco, op. cit.) ditecelo subito, perché se per nostra “sfiga” dovremo essere operati ad Udine in quel reparto, magari tenteremo di andare verso altri lidi o ci faremo dare prima l’olio santo, sperando non serva. E mi scusi l’Ass4, ma in medicina o si ammettono gli errori, e chi ha sbagliato in modo clamoroso paga, o alla bontà dell’azienda non crede più nessuno.

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Ma per ritornare alla re-pubblica, mi viene alla mente il caso dei beni frazionali di Collina di Forni Avoltri, finita ora, pare, per via legale, dopo una interrogazione a Serracchiani con risposta da parte di Panotin per lei. (Comitati frazionali, c’è la grana delle elezioni I cittadini pronti a manifestare in piazza, in Messaggero Veneto 27 aprile 2017).  Allora: ben due anni fa i frazionisti di Collina di Forni Avoltri chiedevano al Sindaco pro tempore di Forni Avoltri, in base alla legge statale 17 aprile 1957 n. 278, di procedere ad indire i comizi per l’elezione dei Comitati per l’Amministrazione separata dei beni civici frazionali, cioè di una “res publica”. Ma il Sindaco non riteneva di accettare la richiesta. Allora i frazionisti di Collina chiedevano alla Regione di dare la sua opinione nel merito della questione, attraverso un’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere regionale Stefano Pustetto all’assessore alla montagna e presidente regionale Debora Serracchiani. Rispondeva per lei Panotin Paolo, dando ragione al sindaco, e sostenendo che non vi potessero essere tre Enti gestori dei beni: un consorzio privato, il comune stesso, e un comitato per l’uso dei beni civici elettivo. (pustetto.blogspot.it/2017/04/). Insomma pare a me che, per non voler normare prendendo posizione, si sia evitato di entrare nel merito del problema di a chi spetti gestire i beni civici della frazione di Collina di Forni Avoltri. Ma “Lassin il mont quiet” non può essere, a mio avviso, il criterio per operare di un amministratore della repubblica italiana.

Inoltre come si comporta la Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, in cui fermamente credo, a causa dei suoi governanti attuali e trascorsi, in tema di monopòli, (cfr. ferrovie, acqua ecc.) che sarebbero per Stiglitz sempre da evitare e nel campo della decentralizzazione che sarebbe da favorire, ecc.? (J. E. Stiglitz, op. cit., pp. 80-81. Cfr. Laura Matelda Puppini, Economia, beni primari, ed Aree dette ora “interne”, nel quadro dell’Europa della finanza, in: www.nonmsolocarnia.info).

Ma che liberà di scelta ha questa nostra Repubblica, legata ad una Europa dove, già nel 2009, si vedeva come fosse solo una Comunità Economica in mano alla finanza, con tendenza al dominio? (Intervento di Sir Jan Macgregor, in: J. E. Stiglitz, op. cit, p. 198). In sintesi chi governa ora la res publica in Italia e come lo fa? Che politica fa dei servizi, come favorisce il welfare concretamente, non a parole, come tutela ambiente, musei, paesaggio, che sono risorse? Chiediamocelo.

Buona festa della repubblica italiana, con l’augurio che anche noi italiani possiamo tornare a sorridere, come lo fecero allora coloro che mandarono giustamente in esilio il re, guardando al futuro, e sperando in una società in cui «I poveri non aduleranno i ricchi e saranno immuni da tutte le strettezze e le pene che li travagliano […] come prendere denaro a prestito e negare il debito contratto». (Platone p. 65).

Ops, quasi dimenticavo. Quel due giugno 1946, fu la prima volta che le donne andarono a votare in Italia, come mi ricordava anche oggi mia madre. Solo per questo varrebbe la pena di festeggiarlo. E fu nuova primavera.

Laura Matelda Puppini

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Preciso che queste sono mie personalissime riflessioni dettate dalla circostanza, che non desidero offendere alcuno nè intendo collegarmi a critiche di partiti politici. L’immagine che correda l’articolo è tratta da: http://www.meteoweb.eu/foto/buon-2-giugno-festa-della-repubblica-italiana-2017-le-immagini-le-vignette-condividere-facebook-whatsapp-gallery/id/910563/. Laura Matelda Puppini

    

 

 

 

 

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