Tagliano sulla spesa anche dei materiali sanitari e chirurgici … siringhe, bisturi, ma loro si mantengono ogni privilegio sanitario, per sè per la famiglia, mentre si fa una politica che incentiva l’evasione fiscale … e ben pochi ci informano  …

CENTRALI DI ACQUISTO. LORENZIN E PADOAN TAGLIANO IL NASTRO. IN SANITÀ “MAPPATI”  12,8 MLD DI SPESA PER BENI E SERVIZI. LORENZIN: “RISPARMI PREVISTI DEL 15-20% E SIRINGHE A PREZZI UGUALI IN TUTTA ITALIA” – si intitola un articolo comparso suwww.quotidianosanita.it.  Padoan: “Sanità modello per la Pa” “Una battuta poi Lorenzin l’ha fatta anche sulle siringhe il cui costo differente nei vari ospedali italiani da sempre è oggetto di polemica. “La siringa con le centrali uniche d’acquisto è evidente che costerà uguale in tutta Italia e che avrà una riduzione del prezzo molto forte. Ma non ci sono solo le siringhe, ci sono gli stent, ci sono i servizi, le protesi. Ma sulle centrali uniche d’acquisto per quanto riguarda i device c’è tutto un lavoro che viene fatto perché a differenza di altri beni e servizi in sanità essi sono beni con un alto tasso d’innovazione tecnologica in cui c’è anche un rapporto tra il professionista medico e il paziente e l’innovazione che si vuole applicare. Tant’è vero che sono state definite delle categorie merceologiche al cui interno si faranno le gare centralizzate”. (Centrali di acquisto. Lorenzin e Padoan tagliano il nastro. In sanità ‘mappati’ 12,8 mld di spesa per beni e servizi. Lorenzin: “Risparmi previsti del 15-20% e siringhe a prezzi uguali in tutta Italia”. Padoan: “Sanità modello per la Pa”, in: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=35466.

MA GUARDATE CHE ACCADE A GIOCARE AL RIBASSO SENZA CONTROLLARE IL PRODOTTO, mentre lorenzin ci riempie di parole parole, immagine immagine …:

CLAMOROSA DENUNCIA DEI CHIRURGHI ITALIANI: “I NOSTRI BISTURI NON TAGLIANO PIÙ. COLPA DELLE GARE ORIENTATE SOLO AL PREZZO PIÙ BASSO”
Questo, secondo l’Associazione dei chirurghi ospedalieri, il risultato dopo anni di acquisti di dispositivi medici basati sul prezzo più basso. E in più “criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali” che hanno determinato un livellamento verso il basso della qualità.

25 GEN – “I bisturi in Italia non tagliano più”. La clamorosa denuncia è il risultato di un’inchiesta tra i soci Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) che ha coinvolto migliaia di chirurghi in tutta Italia.

“Una situazione – afferma il presidente Acoi Diego Piazza – che è diventata nel corso degli anni preoccupante, nonostante il progressivo deterioramento della qualità dei dispositivi medici sia stato denunciato da tempo, a tutti i livelli, anche dalla nostra società scientifica. La continua ricerca del prezzo di mercato più basso, con criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali, ha determinato un livellamento verso il basso della qualità. Il prezzo non può e non deve essere l’unico criterio di valutazione, a scapito della qualità e della sicurezza”

I chirurghi ricordano come “i cittadini-pazienti hanno diritto, come peraltro stabilito dalla Carta della Qualità in Chirurgia già nel 2007, alla tecnica chirurgia più appropriata secondo gli studi di evidenza scientifica. La mediocre qualità dei bisturi utilizzati oggi ha conseguenze sia estetiche, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettive, perché, aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita. E’ evidente che, dovendo aumentare la forza per incidere una superficie, si rischia di tagliare oltre le intenzioni dell’operatore”.

Altro che risparmi. Il problema sono anche i costi aggiuntivi dovuti all’uso di materiale di scarsa qualità. “Quanto ai costi, possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento. Per questi motivi è indispensabile che le società scientifiche di chirurgia siano parte attiva nel processo di selezione e scelta dei dispositivi medici. Se continuiamo a privilegiare il prezzo a scapito della qualità, fino a fare scomparire quasi del tutto le caratteristiche minime di funzionalità del prodotto, addirittura dei dispositivi medici ad elevata tecnologia il cui malfunzionamento può avere affetti letali, che tipo di sicurezza e qualità forniamo ai nostri pazienti?”. (http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=35602, che mi scuso per aver riprodotto integralmente, ma non riuscivo a citare solo parzialmente, e l’uso è informativo).

SE VI SARANNO MORTI “DA RIFORME” E FORSE DEFINIBILI INCAUTI ACQUISTI, PESERANNO TUTTI SULLA COSCIENZA DI QUESTO GOVERNO, DI GUTGELD, RENZI, PADOAN, BOSCHI, LORENZIN, e dall’uso spregiudicato del decreto legge, che però deve esser trasformato in legge entro 60 giorni. Infatti il decreto legge è un atto normativo di carattere provvisorio avente forza di legge, adottato in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo, ai sensi dell’art. 77 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Mandate a casa parlamentari, il decreto legge pubblicato sulla G.U.  il 20 gennaio 2016, che è legge dalla stessa data, e iniziamo già a sentirne gli effetti, ma senza la vostra approvazione decade.

Come si fa ad approvare un provvedimento d’urgenza, quando è allo studio da mesi e mesi, quando non vi è urgenza? Il Governo fa così per scavalcare il Parlamento e governare da solo? Fa così perchè ha speso troppo e male, senza uno straccio di studio, proiezione, indagine neppure di mercato, senza consultare i porfessionisti? Siamo all’oligarchia, capitanata da un non eletto? E a cosa servono i denari risparmiati e le vite che potrebbero esser stroncate? Cui prodest?

Con questo non dico che non si debba pensare ad una sanità con meno sprechi, ma non così, e par di capire che in due anni non si sia chiesto a nessuno e fatto indagine alcuna se non sui costi. Ed  anche ” il primo che passa per strada” sa, si fa per dire, che cibo detto “cibo spazzatura” a basso costo può far male … pur essendo sempre cibo …  

LAURA MATELDA PUPPINI

L’immagine  è quella siglata: operazione.jpg, ed è tratta da  www.tempostretto.it solo per questo uso.

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