La sera del 24 agosto sono andata ad ascoltare l’incontro di presentazione del volume ’L’isola infelice’ di Aldevis Tibaldi (1) a Socchieve, incentrato sul tema: “Democrazia e partecipazione nel tempo della complessità e della crisi di visione della politica”. 

Io però preferisco iniziare questo articolo, che conterrà solo alcune riflessioni tra quelle esposte a Socchieve, con poche righe da un interessantissimo articolo di Benjamin Fernandez pubblicato su ‘Le monde diplomatique” – “il manifesto”, numero del mese di luglio 2023, intitolato: “Rischiando la catastrofe industriale”, occhiello: “Quando lo Stato protegge gli inquinatori”. L’ articolo si riferisce alla situazione francese, ma le considerazioni dell’autore potrebbero valere anche per l’Italia. Solo che noi abbiamo iniziato prima questa politica di chiudere un occhio e due, ed il volume di Aldevis, relativo al Fvg, lo dimostra.

Così in Francia …

Questo il sottotitolo dell’articolo: «Le autorità francesi, ossessionate dalla questione dell’impiego, favoriscono gli industriali a scapito dell’ambiente e della salute pubblica. I controlli sono insufficienti, le sanzioni irrisorie, le norme non vengono applicate, le popolazioni colpite dall’ inquinamento vengono colpevolizzate: il repertorio delle indulgenze è ampio, come dimostra la situazione della Francia occidentale». (2). Ma anche da noi molto si è concesso con la scusa dell’occupazione ad ogni costo.

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L‘autore incomincia il testo descrivendo cosa accade in Francia ora, dove, accanto al grande parco eolico in alto mare, al largo di Saint Nazaire, città portuale bretone, inaugurato da Macron il 22 settembre 2022, e considerato dal Presidente un tassello ulteriore verso la ‘sovranità ecologica’ della Nazione, vi è la terraferma, avvolta dalle nebbie create dalle ciminiere di numerose fabbriche, quali una raffineria della Total; il terminal metanifero Elangy; la centrale a Carbone di Cordemais; le fabbriche di rivestimenti aeronautici Rabas Protec; quelle alimentari della Cargill; gli stabilimenti che producono fertilizzanti chimici della Yara, leader mondiale nel settore. E Yara ogni anno produce 600.000 tonnellate di fertilizzanti di sintesi a base di acido nitrico e nitrato di ammonio. (3). E nella Loira atlantica ci sono 260 siti industriali che presentano possibilità concreta di inquinamento o incidente. E nove di questi impianti hanno un rischio pari a quello di Seveso. (4).

E non è che gli incidenti siano mancati: il 27 giugno 2005 un incendio in una fabbrica di pesticidi provocò a Béziers fumi tossici; nel 2001 a Tolosa esplose una fabbrica di fertilizzanti, e via dicendo. (5). Ma forse i casi francesi sono in numero minimo rispetto a quelli italici, aumentati dai fumi tossici e dall’ inquinamento provocato pure, per esempio, da incendi ritenuti dolosi di discariche abusive e non abusive (vedi incendio di Malagrotta a Roma) e da inquinamenti deliberati come quello della terra dei fuochi.  

Ma ritornando alla Francia, nel 1986 la destra al potere scatenò «una ondata di privatizzazioni senza precedenti» che coinvolse dalla Saint Gobain al petrolchimico. E lo Stato, ritirandosi dal capitale di queste aziende, rinunciò alle sue prerogative di controllo, incoraggiando la precarietà lavorativa ed il subappalto, i quali, a loro volta, «contribuirono a rendere invisibili i rischi occupazionali e ambientali della produzione industriale» (6).

Non solo: dopo le privatizzazioni, gli industriali, disturbati dai controlli e dai sindacati, iniziarono a delocalizzare le fabbriche in stati ove le leggi erano più permissive, e così lo Stato francese non trovò  di meglio che stabilire un piano di ingenti investimenti perché le fabbriche restassero in loco e, nel 2009, introdusse una nuova normativa di semplificazione amministrativa che «riduce di un terzo il numero di impianti soggetti a procedure di autorizzazione» (7), ed ha favorito politiche atte a ridurre i termini per i ricorsi ed a semplificare le procedure di inchiesta pubblica. (8).

Così ora si può parlare, secondo Thomas Le Roux, di ‘impunità industriale’ perché, quando gli ispettori rilevano una infrazione, essi possono sia raccomandare una sanzione amministrativa, a discrezione però del prefetto regionale, o deferire la questione al procuratore della Repubblica per una azione penale. «Ma i tribunali sono intasati e lo zelo non è molto apprezzato». (9).

Ed ancora: «Gli ispettori insistenti rischiano la riprovazione da parte di una gerarchia più interessata all’occupazione che alla salute pubblica, o all’ambiente».  (10). Inoltre un ispettore ha dichiarato che tutti loro vorrebbero fare il loro lavoro seriamente e serenamente, ma se il prefetto «non ci segue, è inutile» (Ivi) e «quando politici e industriali sono legati, diventa impossibile». (11).

Ma veniamo all’Italia ed alla nostra Regione Fvg …

Così ora in Francia, ma anche in Italia e nella nostra regione le cose non vanno certo molto meglio. Ed in Fvg se la Regione promuove, da un lato, con contributi a fondo perduto l’istallazione di pannelli fotovoltaici, dall’altro autorizza i nuovi cogeneratori Siot a metano, è parsa favorevole alla acciaieria ucraina a San Giorgio di Nogaro, per la quale ha promosso, a nostre spese, uno studio di fattibilità, anche se ora, dopo aver passato la palla al governo che nominerà nel merito un commissario con pieni poteri, l’assessore Bini si dice contrario (12), e  che rovinerebbe la laguna tra Grado e Lignano con forte perdita del turismo, e che dovrà utilizzare, inevitabilmente, e pare anche metano;  appoggia il rigassificatore a Trieste; non sostiene in modo alcuno la sanità pubblica, interviene con strade e stradoni sulla montagna, incurante, sembra proprio, delle ricadute ambientali, paesaggistiche, climatiche dei suoi interventi, ed approva un prelievo altissimo di acqua dolce dalle falde alla nuovo impianto di Kronospan, che fra l’altro, come «attestato da tutti i Servizi Regionali e da Arpa FVG, per la quale la messa in opera dell’impianto causerà un inevitabile aumento delle polveri sottili, in una zona già di fatto compromessa e attenzionata per gli sforamenti di PM10». (13).

Ma forse questa è la nuova politica europea, rinvigorita dalla guerra in Ucraina, a mio avviso, che tutto sta permettendo, compresa la distruzione progressiva del volere popolare e della democrazia in una Europa ridotta quasi in povertà, e che è anche ‘affare economico’, prima che altro, pagato da migliaia di vite umane, è un portare un conflitto anche sul mercato e a livello economico, a tutto favore degli States e di alcune multinazionali ma non dei popoli. E non dimentichiamo che anche il corridoio 5 e la tav in regione Fvg avrebbero dovuto esser realizzati per unire la Francia all’Ucraina. (14).

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D’altro canto, però, anche la popolazione, risicata, della regione pare non sempre interessata ai grossi temi ambientali che scuotono ormai il mondo intero,  ma invece si esalta davanti ad una partita di calcio anche giocata fra squadrette locali, tanto da far dire ad una persona che, se invece di esser venuto a parlare Tibaldi a Socchieve su grossi problemi di inquinamento già avvenuto e possibile e di “furto delle acque” davanti a non molti presenti, fosse venuto qualcuno a parlare dell’ Udinese, molti sarebbero accorsi dalla Carnia intera. E davvero qui pare di dover dire che non la religione ma il calcio e lo sport sono l’oppio dei popoli.

E tutto questo sta accadendo anche perché le persone tendono a partecipare sempre di meno alla vita pubblica, essendo gli spazi di intervento anche decisionale sempre più limitati ed essendosi pian piano diffusa una apatia di fondo su temi importanti. Ma il malcontento non è sopito.

Vediamo cosa ha detto nel merito a Socchieve Maurizio Ionico.

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L’intervento di Maurizio Ionico su ‘Democrazia e Partecipazione’. (15).

Il primo ad intervenire all’incontro di Socchieve di presentazione del volume ‘L’isola infelice’ scritto da Aldevis Tibaldi, che tratta argomenti importanti, che tratta di sfregi ambientali ed altro ancora, situazioni da far rizzare i capelli ma avvenute, è stato Maurizio Ionico che ha parlato di “Democrazia e Partecipazione”, inquadrando il lavoro di Tibaldi nel suo complesso, indipendentemente dalle tante esperienze raccolte.

 A suo avviso la contemporaneità in cui siamo collocati, fatta da globalizzazione e contraddistinta dalla complessità, ha prodotto nel corso di questi ultimi anni un fenomeno che si potrebbe definire la ‘post democrazia’, cioè quell’ insieme di aspetti che hanno affievolito, progressivamente, la funzione delle istituzioni democratiche e dei partiti, cioè  le strutture che avevano permesso per un lunghissimo periodo l’ampliarsi della partecipazione dei cittadini alla vita civile e rappresentato un elemento costitutivo della democrazia.

Ma la situazione è peggiorata. Siamo passati dalla post – democrazia ai rischi di morte della democrazia, così come l’abbiamo conosciuta. La politica ha abdicato al proprio ruolo relegando ai margini parti della società e fasce di popolazione che non sono più nelle condizioni di essere protagonisti e di disporre di spazi per affrontare le varie questioni che agitano la vita comune. 

Non solo. Le stesse dialettiche fra destra- sinistra; occidente-oriente; manifattura – ambiente; produzione – finanza; beni comuni dei territori – interessi generali, che hanno contraddistinto il Novecento, importanti e vitali perché hanno permesso l’ampia partecipazione e favorito consapevolezze nel prefigurare futuri possibili, oggi sono spesso prive di significato. Questo perché mancano i motori, generati dalla democrazia, che le hanno rese vitali.

E rispetto a ‘L’ isola infelice’ di Aldevis Tibaldi, Ionico ha sottolineato come prima ancora che nelle singole vicende riportate nel volume, è nell’esperienza di Aldevis, impregnata nello scritto, che si riconosce la tesi di una sorta di fallimento morale delle istituzioni e dei partiti e, al tempo stesso, dei principi etici che sempre devono sottendere alla costruzione di comunità e a prefigurare futuri possibili e sostenibili.

Sul fallimento di un’etica pubblica condivisa, Tibaldi insiste quando va ad enucleare una serie di attività, iniziative, battaglie. Dentro questo affresco che fa da cornice al volume si evidenziano le forme di svuotamento dei contenuti democratici dalla vita delle popolazioni. Rimane la nostalgia di qualcosa di profondo che non c’è, di una struttura etica che oggi pare essere persa e svanita. 

Ed ecco, davanti a questa perdita, comparire ed affermarsi i Comitati, forse figli di quel malcontento, a volte esplicito altre celato, cresciuto progressivamente ed evidenziato dal fatto che le persone non vanno più a votare, non partecipano alla vita delle istituzioni e dei partiti. I Comitati sono cresciuti attorno a persone che hanno deciso di essere protagoniste nella fase della post-democrazia, organizzando interessi, proteste e raccogliendo il malcontento di molti, rielaborando pensieri e idee in modo da immaginare futuri possibili, indipendentemente dalle questioni che, di volta in volta, si presentavano. 

E così ha terminato Ionico: «Io colloco così il libro e prima ancora del libro l’esperienza storica di Aldevis, entro questo scenario; all’interno di una società dove democrazia e partecipazione paiono sperse e che i Comitati, invece, vogliono riportare in vita fornendo pure risposte a questioni relative al futuro dei territori ed elaborando possibili teorie risolutive dei problemi».

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Per ora mi fermo qui, e vi avviso che pubblicherò fra poco l’ intervento di Aldevis Tibaldi, che ho rinunciato a porre qui perché l’articolo sarebbe risultato davvero troppo lungo.

Laura Matelda Puppini

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Note.

(1) Aldevis Tibaldi, L’ isola infelice, viaggio alla fine del mondo nella terra violata dagli abusi e dalla rassegnazione … ma non solo, Kappa Vu ed. 2023.

(2) Benjamin Fernandez, Rischiando la catastrofe industriale, in: Le monde diplomatique” – “il manifesto”, luglio 2023. L’articolo inizia a p. 1 e continua a p. 19.

(3) Ibidem.

(4) A Seveso 10 luglio 1976 nell’azienda ICMESA di Meda, avvenne la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina TCDD, una sostanza artificiale fra le più tossiche. Il veleno investì una vasta area di terreni dei comuni limitrofi della bassa Brianza, particolarmente quello di Seveso. Secondo il Time fu l’ottava catastrofe ecologica più grande del mondo. Il disastro, che ebbe notevole risonanza pubblica e a livello europeo, portò alla creazione della direttiva 82/501/CEE, nota anche come direttiva Seveso. (https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Seveso).

(5) Benjamin Fernandez, Rischiando, cit. Cartina a p. 19.

(6) Benjamin Fernandez, Rischiando, cit.

(7) Ibidem.

(8) Ibidem.

(9) Ibidem.

(10) Ibidem.

(11) Ibidem

(12) Sospetti sull’ipotesi acciaieria a San Giorgio di Nogaro dietro una norma varata dal governo. Il Governo, con l’articolo 13 ‘Realizzazione di programmi d’investimento esteri di interesse strategico nazionale’, dice che il Consiglio dei ministri può dichiarare il preminente interesse strategico nazionale di programmi d’investimento esteri sul territorio italiano il cui valore complessivo supera il miliardo di euro in: https://www.udinetoday.it/cronaca/nota-legambiente-acciaieria-san-giorgio.html. Per posizione Regione Fvg: https://ilmanifesto.it/nuova-acciaieria-a-grado-fedriga-non-convince-neanche-i-suoi-leghisti; https://www.udinetoday.it/cronaca/regione-fvg-dice-no-acciaieria-san-giorgio.html.

(13) dichiarazioni di Cristian Sergo di M5S, in: “Via libera a Kronospan. ‘Possibili problemi’ per la salute ma per la Giunta rispetta la Costituzione”. 29 aprile 2022.

(14). Per il tracciato del corridoio 5 fino all’ Ucraina, cfr. Aldevis Tibaldi, L’isola infelice, op. cit., p. 194.Per il corridoio 5 e la Tav, poi non più realizzata, cfr. ivi, pp. 192-277.

(15) Qui di seguito viene riportato l’intervento di Maurizio Ionico ora amministratore unico di Melius srl, dalla registrazione di Laura Matelda Puppini, con l’approvazione dell’autore.

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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.reteclima.it/100-aziende-responsabili-del-71-dellinquinamento-moderno-35-attive-le-politiche-climatiche/ – 2017. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/09/TIIBALDIsunset-2165885_960_720-1.jpg?fit=960%2C533&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/09/TIIBALDIsunset-2165885_960_720-1.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀETICA, RELIGIONI, SOCIETÀLa sera del 24 agosto sono andata ad ascoltare l’incontro di presentazione del volume ’L’isola infelice’ di Aldevis Tibaldi (1) a Socchieve, incentrato sul tema: “Democrazia e partecipazione nel tempo della complessità e della crisi di visione della politica”.  Io però preferisco iniziare questo articolo, che conterrà solo alcune riflessioni...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI