Ho sinora pubblicato documenti che sono stati scritti in modo similare e che sono riconducibili alla prima brigata “13 Martiri di Feletto U.”, rigorosamente senza firma e con dati risicati, come si sarebbe dovuto fare essendo gappisti. Infatti sul già più volte citato “Il processo di Porzus” si legge che Luigi Longo, nel suo “Un popolo alla macchia” aveva così scritto per quanto riguarda il Gruppi di Azione Patriottica ossia i Gap: «Formammo questi gruppi di ardimentosi su base numericamente limitata, fornendoli di una tattica irresistibile; attacco fulmineo e ritirata immediata, sorpresa e dileguamento e li isolammo in una “clandestinità assoluta”». (1).

Naturalmente nella realtà non era tutto così semplice e facile, e si fecero pure veloci processi ai fermati da parte gappista prima di passare a giustiziarli, inoltre il volume di Longo è stato pubblicato, in prima edizione, nel 1947, quindi a guerra finita, per raccontare, in primo luogo, la sua esperienza di vita e resistenziale, da quanto ho letto. Ma invero appare strano che comandanti gappisti perdessero tempo a scrivere in modo ampio le loro singole azioni e si firmassero, come fossero al comando di un battaglione di partigiani di montagna. Da qui forse l’incomprensione di Mario Lizzero su come fossero organizzati i gap friulani, espressa nel marzo 1945 e riportata in un documento che ho trascritto su www.nonsolocarnia.info nel mio:  G.A.P. Alcune informazioni da un documento del marzo 1945 acquisito anche ai fini del processo per i fatti accaduti a Topli Uork.

____________________________________

Il primo documento, di cui però ho solo una mia ricopiatura a mano, firmato da Marino, Erso e Valerio, è datato Zona lì 21/11/1944 A.D.V., (è il primo fra quelli da me visionati che riporta detta sigla che non so cosa significhi. A.D. potrebbe indicare Anno Domini ma la V sarebbe in questo caso superflua), è intestato “Corpo Volontari della Libertà – 1^ Brigata G.A.P. “13 Martiri di Feletto”, ed è inviato: “Al Comando Regionale Veneto” – Alla “Delegazione Triveneta Brigate Garibaldi” e per conoscenza alla Federazione del P.C.I. di Udine. (2).

Esso consiste nella relazione sull’azione svolta dai G.A.P. contro malfattori e narra che il giorno 17 novembre 1944 una squadra di G.A.P. aveva catturato, dopo una puntigliosa indagine, «quattro loschi individui, veri banditi che si spacciavano per partigiani», che si erano recati, con l’abuso di tale nome, in diverse località prelevando a nome di questi una somma riconducibile globalmente a 50 mila lire. Da quanto appurato dai G.A.P., «detti malfattori percorrevano località della pianura maltrattando ed agendo da veri vandali contro le persone che simpatizzavano per noi, onde così farci odiare dalle masse e rovinarci il lavoro di preparazione. Giustizia fu fatta dai GAP immediatamente sui delinquenti che abusarono del nome dei giusti». Quindi il documento aggiungeva che i nomi dei malfattori in questione, dopo la loro identificazione, era stato pubblicato sul ‘Giornale del Popolo del Friuli’, quotidiano «diretto da rinnegati al soldo dei nazifascisti», non credo proprio dai Gap ma, magari, essendo stati rinvenuti i loro corpi, da un qualche giornalista, il che fa intendere che la relazione dati alcuni giorni dopo il fatto. Essi erano S. S. da San Osvaldo, V. G. abitante in via Lovaria, N. M. dal Cormor Alto e L.A. abitante in piazzetta Antonini. (3).

Sono presenti nel testo altre due parti, di cui una finale, che non ho ricopiato e che poi sono state cancellate utilizzando, secondo me, un lapis blu. Il documento è firmato: il comandante Marino; l’Ufficiale di Stato Maggiore Erso, il Commissario Politico Valerio (che ricordo è Aldo Plaino)  ed è siglato, oltre che “Morte al Nazifascismo” e “Libertà ai popoli” anche “Morte alle spie ed ai traditori” in modo, ritengo, inusuale.  

Inoltre in relazione a detto documento, si trova che l’azione fu guidata da Valerio, e questo è ancora più discutibile ed incauto, ma a me pare che Giacca non fosse uno sprovveduto tanto da lasciare il nome di chi aveva compiuto l’azione che poteva poi giungere ai posteri ma anche ai parenti degli uccisi.

____________________________________

Che dire di questo documento? Certamente a me è apparso completamente diverso dalle scarne relazioni della “13 Martiri di Feletto U.” e della seconda Brigata già prese in considerazione. Forse, finita la zona libera del Friuli Orientale, Giacca aveva incominciato a muoversi da solo con i suoi, ritenendosi nuovamente gappista ed al comando di un gruppo gappista aderente all’unica brigata allora esistente e iniziò a produrre questi documenti? Mi pare strano ma potrebbe essere possibile. Oppure …. .

Però, alla luce del secondo documento che qui propongo, qualcuno potrebbe anche pensare che Giacca, ammesso che egli e Marino siano la stessa persona, avrebbe potuto anche, incautamente, essere stato posto a comandare tutta la “13 Martiri di Feletto U.” con Erso e Valerio, ma appare strano alla luce dei due documenti pubblicati da me su www.nonsolocarnia.info intitolati: Documento N. 1. Bollettino delle azioni svolte dalla 1^ Brigata gappista ’13 martiri di Feletto U.’ dal 28 gennaio al 9 febbraio 1945 e Documento n. 2. Bollettino delle azioni svolte dalla 1^ Brigata gappista ’13 martiri di Feletto U.’ dal 20 dicembre 1944 al 17 gennaio 1945.

Infatti sul “Bollettino di guerra” della “13 Martiri di Feletto U” riportante le azioni compiute dal 28 gennaio al 13 febbraio 1945 non compare quella a Topli Uorch mentre viene abbondantemente riportata nel documento datato 10 febbraio 1945 che è firmato sempre da Marino Marco e Valerio e che, come già sottolineato, ha una scrittura completamente diversa dai Bollettini precedenti oltre che narrare una azione sola.

Inoltre nei ‘Bollettini’ gappisti che ho già pubblicato, le regole di stesura sono le stesse e, correttamente, mancano nomi e firme autografe, mentre è presente il nome del battaglione esecutore delle azioni. Ma poi perché, dal documento del novembre 1944, le cose cambiano e per l’azione del 7 febbraio 1945 alle carceri di Udine vi sono due documenti diversi, di cui uno è il Bollettino già pubblicato e l’altro lo pubblicherò poi? Mistero.

Si potrebbe pensare che il battaglione ‘Amor’ di Giacca abbia agito senza coordinarsi con gli altri, e che scriveva pure le sue relazioni, avendo Giacca una grande percezione di sé stesso, dopo un periodo malamente vissuto da lui, per il suo desiderio di totale autonomia, alle dipendenze della Natisone, da cui magari aveva imparato qualcosa. Ma questa ipotesi per me fa fatica a reggere. Oppure questa seconda tornata di documenti firmati è falsa, oppure …. Non lo so, so solo che non capisco.

____________________________

Invece mi dà più da pensare un altro documento, che ho solo trascritto a mano del quale, come del primo, chiederò fotocopia quando ritornerò a Roma per controllo, e a cui ho già accennato sopra.

Esso è una davvero inopportuna, secondo me, “Relazione sulle Formazioni della 1^ Brigata G.A.P.” friulana ed è uno di quei documenti su cui ho delle riserve, è intestato “Corpo Volontari della Libertà” “1^ Brigata GAP “13 Martiri di Feletto U.”, ha il numero di protocollo 209 ed ha la stranezza di esser stato cancellato con una matita blu, Dio solo sa perché. Il documento è datato 4 dicembre 1944. (4).   

Ivi si legge, al primo punto, che 1^ Brigata GAP era allora composta da 4 battaglioni: il “Giotto” che era il primo battaglione, il “Ferruccio” che era il secondo, l’“Ardito” che era il terzo, e l’“Amor” che era il quarto. Ma, dico io, mancano i “Diavoli Rossi” di Citossi ed anche il battaglione “Terribile”, e questa è davvero una strana dimenticanza, quasi che chi ha redatto il documento non sapesse bene l’organigramma della Brigata. Oppure i due battaglioni mancanti erano già stati inquadrati nella seconda Brigata, ma se, come scrive l’Anpi nazionale senza esplicitare fonte alcuna, la “Diavoli Rossi” aveva sede a Spessa di Cividale (5), che mi sembra un po’ strano, doveva far parte della “13 Martiri di Feletto U.”. Insomma io non ci capisco molto per ora. Inoltre perché due Brigate gappiste avrebbero dovuto avere sedi contigue? Infatti pure la ‘Amor’ di Giacca si trovava in zona Bosco Romagno. Inoltre Citossi era del comune di San Giorgio di Nogaro.

Ma tiremm innanz.

Il testo continua precisando, al punto II° che, all’epoca, era in formazione una nuova Brigata gappista: la seconda, che si sarebbe dovuta chiamare: “Sterminio ai Nazifascisti”. Sappiamo però, dal documento che ho pubblicato nel mio “Cercando di capire Porzus. Documento n.3 della seconda brigata gappista, redatto in modo simile a quelli che ho siglato 1 e 2 della prima Brigata” su: www.nonsolocarnia.info, che nel gennaio 1945 questa nuova Brigata, senza però un nome, era già stata costituita.

Quindi, ritornando al documento, in esso si precisa, poi, che tutti i battaglioni Gap erano divisi in piccoli distaccamenti di circa 10 uomini.

Per quanto riguarda il comando, il documento, al punto III° dice che il Comandante della “13 Martiri di Felletto U.” era il compagno Marino, il Capo di Stato Maggiore era il compagno Erso, mentre il Commissario Politico era il compagno Valerio. I Commissari dei vari battaglioni della “13 Martiri di Feletto U.”, che non si sa perché siano posti prima dei Comandanti, risultavano essere, allora: Marco, Gastone, Franco, Dino e Piazza. Quindi pare proprio che Erso non sia Marco. Ma sappiamo che ‘Marco’ era anche il nome di battaglia del vice- comandate dell’‘Amor’, Vittorio Iuri, poi fuggito anche lui, prima dei processi, all’estero.

Dall’ elenco degli accusati per l’eccidio di Topli Uorh risulta che Marco era Vittorio Iuri, Gastone Gustavo Bet; Franco Ostelio Modesti. Invece di fatto non risulta alcun Dino fra gli imputati, e detto nome di battaglia era quello identificativo di Luigi Maldera, già maresciallo dei Carabinieri, passato alla resistenza il 5 settembre 1944 e arruolatosi nella Natisone, che nulla aveva a che fare, da quanto ho letto, con i G.A.P. (5). Non sono invece riuscita ad identificare Piazza (6). Ma Dino e Piazza avrebbero potuto essere anche dei secondi nomi di battaglia e copertura di persone conosciute con altro nome.

Secondo questo documento, comandanti dei diversi battaglioni Gap erano: Breda, Silvestro, Stefano, Pantera e Terrer. Ora per il volume “Il processo di Porzûs” citato in nota 1, Breda è Mario Ermacora, chiamato in causa da una deposizione da tale Secondo Clocchiatti . Ma detto soggetto aveva reso diverse deposizioni contrastanti di cui una sicuramente ai Carabinieri ed una a don Antonio Volpe (7).  Silvestro risulta essere Mazzaroli Leonida, imputato per l’eccidio e Stefano è Alessio Cantarutti, imputato pure lui. Infine esiste un partigiano forse gappista dal nome di copertura Pantera, ma non ho trovato chi fosse (8), e Terrer risulta sconosciuto. (8). Ma, penso io senza avere l’originale in mano, forse potrebbe trattarsi di una cattiva scrittura di Terzo ed allora si tratterebbe di Giorgio Sfiligoi (9), pure lui imputato ai processi. Naturalmente Terrer ma anche Pantera potrebbero esser stati nomi di copertura secondari di persone conosciute con altro nome.

Comunque, sia come sia, lo stesso documento ci avvisa che, però, solo Marino ed Erso erano del P.c.i., mentre gli altri responsabili dei battaglioni gappisti avevano solo tendenze verso il P.c.i. e gli altri partiti del C.L.N.. Ma questa specificazione lascia qualche dubbio. Infatti non si capisce nell’organizzazione resistenziale a chi potesse interessare. Non al P.c.i. che già sapeva coloro che erano iscritti o meno. Ed allora?

Quindi il testo continua precisando, al quarto punto, che il servizio di Intendenza era autonomo, ed i prelevamenti in zona organizzata venivano effettuati con buoni delle intendenze mentre i prelevamenti in zona non organizzata venivano effettuati con buoni dei G.A.P.. Se, poi, fossero risultate eccedenze di materiale o merce rispetto al fabbisogno del sostentamento per la Brigata gappista, esse avrebbero dovuto esser inviate alla Divisione Garibaldi Natisone, come non si sa, dato che a inizio dicembre forse il Comando della Natisone si era già traferito oltre Isonzo, seguito poi, a Natale, dai vari battaglioni. Però, a mio avviso, queste righe avrebbero potuto essere comunque pericolose perché sancivano un legame tra Divisione Natisone e Gap strettissimo. Ma questo è scritto solo in questo strano documento.

Inoltre, al punto quinto, veniva specificato che le forze dipendenti dalla Brigata G.A.P. “13 Martiri di Feletto U”. cioè i Battaglioni gappisti erano dislocati nei dintorni del capoluogo di Provincia, cioè Udine, al sesto punto che tutti gli uomini della “13 Martiri di Feletto U.”  erano discretamente equipaggiati ma mancavano di un numero adeguato di armi automatiche.

Ma da che si sa, e questo lo scrivo io, anche le Brigate Garibaldine avevano armi e munizioni risicate, tanto che uno dei motivi di divisione tra la Osoppo e la Garibaldi friulana era anche il fatto che la seconda accusava che i lanci alleati favorivano la prima e non erano equi fra le due formazioni partigiane.

Ma procedendo nella lettura del documento, al settimo punto si precisa che, in caso di rastrellamento, la Brigata gappista non sarebbe riuscita a resistere, all’ottavo che non era noto il quantitativo di forze tedesche presenti nella zona operativa della Brigata gappista, in quanto tendeva ad aumentare e variava pure per i continui spostamenti.

Quindi seguono, al punto nono, i piani di azione, o settori operativi che dir si voglia, per i Gap della prima Brigata, che risultavano essere i seguenti: Cattura di spie; eliminazione delle stesse dopo legale processo; agguati ai trasporti militari e civili del nemico; sabotaggi in tutti i campi ed ai mezzi di comunicazione. Ma a questi del passato, i firmatari ne aggiungevano altri. Infatti sul documento si legge che: «Per il futuro i nostri piani sono: occupare con tutti gli uomini i posti di comunicazione della città, gli Enti pubblici, e in generale inserirci nell’ambito delle superiori disposizioni militari delle grandi formazioni Patriottiche», il che non era compito gappista, prevedeva l’insurrezione finale e a me non pare certo un programma scritto e sottoscritto dal Toffanin, uomo descritto come bravissimo in azioni fulminee, che compiva con i suoi gappisti, tutti giovanissimi.    

Al punto X° si legge che: «Il morale dei GAP Garibaldini è alto […], in quanto al loro comportamento morale non si può dire ottimo ma (“lo” omesso. N.d.r.) sta divenendo con la buona volontà e la coscienza di uomini onesti quali i responsabili (“che” omesso. N.d.r.) danno l’esempio. Si aggiungeva, però, che «La popolazione che vive nelle nostre zone ha il morale depresso da un lato, dall’altro siamo abbastanza a posto, vi sono molti attesisti innocui ma vi sono anche quelli nocivi, sebbene cert’uni, anche appoggiati dal C.L.N.(?), danneggiano la causa.

In quanto ai rapporti con le formazioni vicine sono le seguenti: con le formazioni garibaldine ottime, con le altre formazioni per mancanza di comprensione di alcuni responsabili, siamo costretti a chiamarli all’ordine». Ed il riferimento è alla Osoppo – Friuli, tacciata di troppo settarismo.

Infine il documento si chiude così: «Combattiamo per lo stesso ideale contro il nemico comune, perciò dobbiamo unirci più strettamente». E termina con la constatazione che: “Molti hanno capito questo”.

Il documento è firmato: Il comandante Marino, il capo di Stato Maggiore Erso, Il Commissario Politico Valerio ed è siglato: “MORTE AI NAZIFASCISTI” “W L’ITALIA LIBERA” e “LIBERTA’ AI POPOLI”. Anche qui una annotazione: “W L’ITALIA LIBERA” era espressione di chiusura dei documenti utilizzata dagli osovani e non dai garibaldini, nè da me reperita in altri documenti gappisti. 

____________________________

Ora se Marino è Giacca, non si capisce perché avrebbe dovuto uccidere tutto il gruppo residuo della prima Brigata osovana se pensava quanto qui scritto in chiusura di questo documento, e mostrerebbe un animo aperto che non so se fosse il suo. Infine ricontrollerò e prenderò fotocopia di detto documento che ho faticato, e questo lo ricordo bene, molto a copiare, e se ho fatto qualche errore correggerò.

Per ora mi fermo qui chiedendovi di rivedere il documento datato 10 febbraio 1945, pubblicato su www.nonsolocarnia.info nell’ articolo intitolato: “Divagando su alcuni documenti relativi a ‘Porzus’ e sui problemi che pongono. e quanto ho scritto nel merito ed a soffermarvi in particolare sulla somiglianza tra i due sopraccitati e lo stesso nella stesura. Ma chi li ha stesi? 

Laura Matelda Puppini

____________________________

Note.

1- Il processo di Porzûs. Testo della sentenza della Corte d’Assise d’ Appello di Firenze sull’eccidio di Porzûs” con prefazione di Gianfranco Bianchi e note di Silvano Silvani, avvocato, edizioni Ribis – La Nuova Base ed. 2004, p. 212.

2 – Il documento si trova in Archivio Istituto Gramsci Roma, “Veneto – Friuli – Friuli – Fondo B.G. – Sez. IX – Fasc. 6 – doc. 09427.

3 – Il documento riporta nomi e cognomi dei ladri, ma io ho qui riportato solo le iniziali.

4 – Archivio Istituto Gramsci Roma, “Veneto – Friuli – Friuli – Fondo B.G. – Sez. IX – Fasc. 6 – doc. 09462-09463.

5 – https://www.anpi.it/biografia/gelindo-citossi.

6 – Il processo di Porzûs, op. cit., p. 101.

7 – L’elenco dei nomi degli accusati per Porzûs e dei condannati si trova alle pagine 5-9 e 14 – 15. Per quanto riguarda il nome ‘Piazza’ esso risulta essere stato quello di un famoso partigiano carnico, Benedetto Plozner di Timau. Catturato, fu condotto in campo di concentramento dove morì il 14 febbraio 1945.

8 – Un partigiano dal nome Pantera è citato in: Il processo di Porzûs, op. cit., p. 153 e p. 230, ma è osovano.

9 – Giorgio Sfiligoi, Terzo è citato come imputato o condannato alle pagine 6-8-15.

10 – Ivi, p. 325.

11 – Il processo di Porzûs, op. cit., pp. 6-8, per Pantera p. 153 del volume risulta attribuito ad una figura secondaria.

____________________________

L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta una delle baite di Topli Uorch in cui avvenne l’eccidio ed è la copertina del diario di Bolla pubblicato dall’ A.P.O. Laura M.Puppini 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/09/porzus-copertina-diario-bolla286-scaled.jpg?fit=703%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/09/porzus-copertina-diario-bolla286-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSTORIAHo sinora pubblicato documenti che sono stati scritti in modo similare e che sono riconducibili alla prima brigata '13 Martiri di Feletto U.', rigorosamente senza firma e con dati risicati, come si sarebbe dovuto fare essendo gappisti. Infatti sul già più volte citato “Il processo di Porzus” si legge...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI