Gian Luigi Bettoli ha posto sul suo sito storia storiepn.it un libretto intitolato: “Note per un primo studio sulla guerra partigiana in territorio austriaco da parte di unità della Divisione Garibaldi “Carnia”: il Btg. Freies Deutschland”, originale in Archivio Anpi Udine, che invito a leggere, e che ha come autori Carlo Bellina e Tranquillo De Caneva.

Chi erano costoro? – si chiederà qualcuno. Ve lo spiego in poche righe, proponendo le loro schede da “Elenco con schede dei partigiani garibaldini in Carnia” quasi tutti  carnici, inedito, da me stilato avendo come fonti: l’elenco dell’anpi Udine, che ringrazio, le schede da me approntate a corredo del volume: Romano Marchetti, (a cura di Laura Matelda Puppini), Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel ‘900 italiano, IFSML, Kappavu ed., 2013, i testi di Mario Candotti, Ermino Polo ed altri.

Carlo Bellina di Matteo, nome di battaglia “Augusto”, fu un noto comandante della Garibaldi Carnia, in particolare della Brg. Val But. Nato a Cleulis di Paluzza nel 1919, emigrò giovanissimo in Francia ed Algeria, ove lavorò come muratore. Successivamente fu arruolato e svolse il servizio militare come bersagliere e paracadutista. Dopo l’8 settembre 1943  aderì alla resistenza, e fu, in un primo momento, comandante del battaglione garibaldino carnico Gramsci, successivamente, dal 1°novembre 1944, della brigata Val But. Grazie alle sue doti ed alla «sua opera personale, svolta in condizioni di continuo pericolo e di difficoltà indicibili, riuscì a mantenere i collegamenti fra i vari gruppi della brigata nell’inverno 1944 – 1945», operò anche in territorio austriaco e fu decorato con la medaglia al Valor Militare. (Candotti Mario, La lotta partigiana in Carnia nell’inverno 1944-45, in: S.C. in F. n. 11, pp. 39 – 40 e p. 69; Candotti Mario, Prima fase dell’offensiva tedesca contro la “Zona Libera della Carnia e del Friuli”. Operazioni militari nella zona carnica: 8 ottobre-20 dicembre 1944, S.C..in F. n. 9, p. 241 e p. 267, Carlo Bellina, in: Patria Indipendente, 11 dicembre 2005, XII).

Dopo la guerra emigrò in Veneto a Carpenedo, ove fu segretario della sezione locale del P.C.I.. Comunista, viene ricordato come persona di estrema serietà e di saldi principi. Partecipò attivamente alla vita politica del paese, e si batté sempre perché venisse fatto ogni sforzo per individuare i responsabili della strage di malga Promosio (ora Pramosio), delle altre malghe e della val But. Morì a Carpenedo nel 2005. (Carlo Bellina, in: Patria Indipendente, op. cit.).

Tranquillo De Caneva di Antonio, (fratello Paolo, partigiano garibaldino del btg. Friuli, nome di battaglia Raul, morto a causa dell’ internamento nel campo di concentramento di Mauthausen) era nato a Trava di Lauco il 1° dicembre 1920. Arruolato, prestò servizio militare come sergente maggiore degli alpini nelle campagne fasciste di Grecia e di Russia.  (Fonte il nipote Paolo De Caneva email 18 marzo 2014). Dopo l’8 settembre aderì alla resistenza nella Garibaldi, come molti di Trava, (infatti come nell’emigrazione, i giovani di un paese tendevano a muoversi insieme)  con nome di battaglia “Ape” prima, “Mauro Mauri” poi. Fu commissario btg. Friuli, comandato da Mirko, che aveva come vice- comandante Vitale Azoto (Nitro) di Enemonzo, che, dal 1° febbraio 1945, sostituì Mirko nella carica di comandante. Tranquillo De Caneva, dal 1° febbraio 1945, fu il comandante della brigata Garibaldi- Carnia. (Candotti Mario, op. cit., S.C. in F. n. 11, p. 55, Candotti Mario, op. cit, S.C.in F. n. 9, p. 267). I primi giorni del marzo 1945 sfuggì, miracolosamente, all’assalto da parte nemica della sua base a Feltrone, individuata grazie ad una spia. Nel dopoguerra in un primo momento si impiegò presso la miniera di Cludinico di Ovaro, quindi emigrò in Svizzera. Dal duro lavoro della miniera e dalla diretta esperienza dell’emigrazione, riportò quella conoscenza dei problemi e dei bisogni dei lavoratori che ne fecero un dirigente sindacale fra i più preparati e combattivi.

Negli anni 1960 – 1964, fu uno degli uomini più autorevoli del centro studi della C.g.i.l. di Roma, dando un notevole contributo soprattutto nel campo dell’emigrazione di cui fu responsabile. Fu consigliere provinciale dal 1956 al 1960; Consigliere comunale a Tolmezzo dal 1964 al 1970; delegato alla Comunità Carnica per il comune di Forni di Sotto dal 1967 al 1970.

Con il sostegno del P.C.I. anche nazionale, riuscì ad essere eletto, nel 1964, consigliere regionale per il Partito Comunista Italiano, carica che ricoprì per una legislatura, cioè sino al 1968. Si prodigò in ogni modo per la risoluzione dei problemi più gravi della sua terra e sollecitava i giovani a studiare la resistenza. ((Marchetti Romano, op. cit., pp. 390 – 391 e I.F.S.M.L. (a cura di), “ Ricordo di Tranquillo De Caneva”, in: Storia Contemporanea in Friuli, ed. I.F.S.M.L., n. 6, 1975, pp. 169 – 170). Quindi, non più presentato dal partito, si trovò pure disoccupato. Si rivolse allora a Romano Marchetti che perorò la sua causa all’ufficio udinese dell’avvocato Comelli. Così ottenne un incarico come segretario – bibliotecario alla stazione di chimica agraria di Udine. Ammalatosi di cancro, si diceva anche a causa degli strapazzi a cui aveva sottoposto il fisico per diffondere le idee del partito e del sindacato, morì a Milano il 23 giugno 1975 e fu sepolto a Trava. (Fonti: Romano Marchetti e “ Ricordo di Tranquillo De Caneva”, op. cit.).

Il nipote Paolo De Caneva narra che lo zio Tranquillo amava cantare, quando possibile, nel coro della chiesa di Trava.  Internazionalista, viene ricordato da Romano Marchetti mentre scende da Pani con le braccia aperte e tese verso il mondo e verso di lui, cantando: «Tutti uniti, tutti fratelli». (Marchetti Romano, op. cit., p. 390).

Inoltre pure la madre dei De Caneva aiutava il movimento partigiano. Infatti Fidalma Garrosi Lizzero nel suo: “Storia di Gianna”, ed. Anpi, Ifsml, 2007, a p. 38 così ricorda la mamma di Tranquillo: «Per esempio uno mi diceva: “Gianna devi andare in quel posto”. Vi trovavo, magari, la mamma di Ape, una donna splendida. “Atu fam?” mi diceva in carniel. “Beh, un poco”, e allora lei provvedeva. Dopo mezz’ora, neanche finito di mangiare, arrivava una compagna. La mamma di Ape prendeva su e andava fuori, perché questa donna anziana sapeva benissimo che meno sapeva meglio era». 

Par quindi di proprio di capire che casa De Caneva a Trava fosse luogo di incontri per partigiane che si scambiavano informazioni e messaggi.

Il poeta Leo Zanier (Cfr, Laura Matelda Puppini, Leo Zanier poeta festeggiato: in onôr in favôr -ahimè non in Carnia. La cultura non abita più qui?, in: www.nonsolocarnia.info) ha dedicato a Tranquillo De Caneva una poesia, incisa su lastra, che si trova nell’ingresso del comune di Lauco, e che qui riporto, ringraziando per le immagini del testo Giacomo Cimenti, comune di Lauco, e per la traduzione, frutto del lavoro comune, sempre Giacomo Cimenti ed Alido Candido.

Âf ma pignau/ Cêt ma saeta/ Cjaniva cença gâters,/ voji sença cjermins/ vorelas par to int,/ das vals di lauc/ tal mont/ par ducj/ a sfendi trois/ fasint dai mistirs/ il plui trement/ inventâ ubidint/ e nô ta tô val/ vué / e pai timps vigni/ nô tiei paisans/ tiei fradis, tô sôrs/ tiei compagns/ t’impensin e onorin/ onorant cun te/ il vivi e il scombati/ di ducj i cjargnei. Lauc, 23 gjugn 1984 Leonardo Zanier

Ape ma poiana/tranquillo ma saetta/ caneva senza inferriate/ occhi senza confini/ orecchie per la tua gente/dalle valli di Lauco/nel mondo/per tutti/ ad aprire sentieri/facendo, fra i mestieri/il più tremendo/ inventare ubbidendo/e noi nella tua valle,/ oggi/e per i tempi a venire/noi tuoi paesani/ tuoi fratelli, tue sorelle/tuoi compagni /ti ricordiamo ed onoriamo/onorando con te/il vivere ed il battagliare/di tutti i carnici. Lauco, 23 gjugno 1984, Leonardo Zanier

Ho scritto queste righe per ricordare Carlo Bellina e Tranquillo De Caneva, autori del libretto riprodotto da Gian Luigi Bettoli,  due comunisti carnici che hanno aiutato la popolazione nel dopoguerra, e che furono soldati del Regio Esercito Italiano, comandanti partigiani garibaldini e persone stimate.  Per non dimenticare, per non travisare.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che correda l’articolo ritrae Tranquillo De Caneva quando prestava servizio militare. La fotografia proviene da Paolo De Caneva, nipote. Laura Matelda Puppini

 

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