Ho già scritto molto sui terremoti del ’76, e rimando a quanto già pubblicato su questo mio blog. Invece due giorni fa, proprio il 6 maggio 2024,  è comparso un interessantissimo articolo sul quotidiano locale ‘Messaggero Veneto’ a firma di Fulvio Mattioni e Roberto Muradore, intitolato: “La salute dell’economia e i numeri delle statistiche” da cui riporto alcune riflessioni su “Quelli che …”

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«Quelli che “Economia Fvg in salute, crescita del 5,6% rispetto al pre-covid”, non dicono che l’aumento è riferito all’ intero quinquennio 2019 – 2023 – corrispondente a un tasso di crescita medio annuo dello 0,8% ottenuto solo grazie alle risorse messe in campo dall’ Unione Europea». 

«Quelli che “aumenta il saldo assunti licenziati” lasciando intendere che crescono gli assunti mentre, in realtà aumenta solo il numero di contratti di assunzione e licenziamento». Ma «un lavoratore assunto con un contratto part – time, intermittente stagionale, […] accende (e spegne) decine di contratti nell’arco annuale e non è affatto detto che la loro somma raggiunga i dodici mesi di lavoro». Inoltre l’Inps guarda all’ “Osservatorio del precariato” e non a quello dell’occupazione, e spesso il moltiplicarsi dei contratti segna solo l’aumento della precarietà.

Inoltre ci sono, sempre secondo Mattioni e Muradore, «Quelli che “solo il turismo ci può salvare”, anche se rappresenta appena il 4% del reddito annuo prodotto in Fvg» e negli ultimi 20 anni non si è mai discostato da questa percentuale, ed il Trentino Alto Adige ha sei volte più turisti di noi.

Poi, sempre secondo detti autori, ci sono «Quelli che “a Monfalcone si vivrà molto meglio senza gli immigrati economici”. Ma anche senza Fincantieri? Posto che la presenza dei primi rende possibile la seconda».

Poi ci sono «Quelli che “l’offerta congrua” dell’ex- reddito di cittadinanza è tale anche se ti danno tre euro l’ora (per poche ore) e la devi accettare entro una distanza di qualche centinaio di chilometri dalla tua abitazione».
Ed ancora: «Quelli che “i nostri giovani se ne sono andati ma torneranno più bravi”, ma non sanno che il saldo espatriati /rimpatriati registra “la scomparsa” di oltre 700mila giovani negli ultimi 15 anni in Italia».

Infine ci sono «Quelli che “le inefficienze del pubblico e le negative ricadute sulle imprese…” ma tacciono i vari bonus messi in campo dallo Stato italiano in favore delle imprese ed i 23 miliardi di “ristori” regalati alle imprese di cui qualche centinaio di milioni anche in Fvg, cui si deve aggiungere l’esborso in ristori finanziato con il bilancio regionale.

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Quindi Mattioni e Muradore si chiedono se almeno per il primo maggio non si possa incominciare a pensare a come valorizzare il lavoro per rivitalizzare una società regionale condannata a una senilizzazione spinta, i giovani che sono una rarità, ed un welfare calante.

Secondo i due studiosi bisogna incominciare a “governare l’immigrazione”, per lavoro, invece di sognare di stroncarla, e di far in modo che le imprese nostrane eroghino retribuzioni decenti. Inoltre devono essere stroncati fenomeni di caporalato che si sa essere presenti anche sul nostro territorio. E per questo Mattioni e Muradore propongono la creazione di una “Agenzia Fvg per il governo dell’immigrazione” che però, secondo me, non può essere in mano leghista, altrimenti è come la montagna che partorisce un topolino.

Quindi deve essere valorizzato il lavoro precario e inutilizzato”, attraverso corsi di formazione ed avvio al lavoro dei vari disoccupati e scoraggiati che sono presenti in Regione, quasi 45.000. Infine la Regione dovrebbe farsi carico, ai fini della rioccupazione, anche dei 9.000 lavoratori mandati a casa per crisi aziendali, qui.

Infine si dovrebbe cercare di arginare l’espatrio senza ritorno, che ha coinvolto, sinora, migliaia di laureati e diplomati del Fvg, con perdita di popolazione, nuclei giovanili, affetti e esborsi per formarli. Non da ultimo la piaga degli infortuni sul lavoro deve essere stroncata, vigilando sulla catena appalti – sub -appalti da cui ha origine, moltiplicando il numero degli ispettori sul lavoro, carenti a livello nazionale. Ed in Fvg sono poche decine per vigilare su  75.000.

L’articolo termina con queste proposte ma ci fa anche riflettere su alcuni luoghi comuni e sulla facilità con cui la stampa e non solo talvolta riporta statistiche su cui basare giudizi e programmi.  E  almeno non sostiene che se Fedriga e Bini vanno in Usa, questo favorirà il lavoro e l’economia locale, aspetto a cui ben pochi credono.

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Ma chi sono Fulvio Mattioni e Roberto Muradore? Fulvio Mattioni è un economista friulano originario di San Daniele del Friuli dove è nato nel 1957. Si è laureato a Bologna in scienze economiche nel 1983 e, dal 1984 lavora presso l’Istituto di ricerche economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia con il quale ha pubblicato diversi studi e ha svolto ricerche su argomenti inerenti al lavoro, l’industria, il terziario pubblico e privato, la cooperazione e la cooperazione sociale. Dal 1994 è stato pure consulente per conto della Regione Fvg nell’ambito dei programmi strutturali Obiettivo 2 e 5b dell’Unione Europea e di progettazione nell’ambito di programmi comunitari quali Povertà 2, Horizon, Equal e Interreg. Dal 1991 si è dedicato pure a scrivere articoli per quotidiani locali del Friuli V.G. (Il Gazzettino, Il Messaggero Veneto), settimanali (Il Friuli, La Vita Cattolica), media televisivi (RAI3 regionale, Telefriuli) e radiofonici. Dal 2006 è libero professionista e, in seguito, giornalista pubblicista. (https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/fmattioni/).

Roberto Muradore, nato a Cividale del Friuli nel 1955, ha operato nel mondo sindacale con tessera Cisl, ed attualmente ritiene che anche la nostra regione viva un momento di svolta epocale in cui tutti sono chiamati a dare il loro contributo con visioni nuove e progressiste, perché le vecchie ricette non servono più. Dopo aver trascorso l’infanzia a Gorizia, nel 1965 la sua famiglia si trasferì a Udine. Conseguita la maturità al liceo Jacopo Stellini e nel 1976, dopo alcune esperienze lavorative, venne assunto alla Safau. Qui iniziò il suo percorso sindacale nel Consiglio di Fabbrica. Nel 1983 entrò a far parte della Segreteria della Fim Cisl di Udine, di cui diventò Segretario generale nel 1986, per passare nel 1995 alla Segreteria della Cisl territoriale. Nel 1999 rientrò in Fim per diventarne Segretario generale del Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Gorizia fino al 2004, anno nel quale ritornò nella Segreteria della Cisl di Udine e nel 2007 ne prese le redini in qualità di Segretario generale. Dal 2017 al 2019, anno in cui andò in pensione,  continuò a far parte della Segreteria Regionale della Cisl. Ha al suo attivo anche alcune pubblicazioni. Questa la sua idea di fondo: «Ritengo che il territorio in cui viviamo non vada solo abitato ma anche pensato. È urgente imparare a ‘fare economia’ del territorio, nel duplice senso di non cementificarlo ma di utilizzarne al meglio le risorse per la sua crescita economica e sociale. Se il manifatturiero per il Friuli è una risorsa, è necessario però promuovere produzioni industriali compatibili con il nostro patrimonio naturale. Lavoro e ambiente non devono più essere contrapposti l’uno all’altro». Attualmente è politicamente vicino a Patto per l’Autonomia. (https://www.pattoperlautonomia.eu/candidati-2023/1348-roberto-muradore).

Laura Matelda Puppini.

L’immagine che accompagna il testo è tratta da: https://www.facebook.com/FriuliEconomia/. L.M.P. 

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