Introduzione.

Io credo che la Regione Fvg (delle altre non parlo perché ne ho a sufficienza di occuparmi di quella in cui abito) e i governi italiani soffrano di fissazioni ripetute, invece che tentare di discutere e risolvere i reali problemi dei cittadini che, o non conoscono vivendo nell’Olimpo degli Dei, si fa per dire, o fanno finta di non conoscere, o pensano non sia compito loro risolvere.

E così mentre noi non abbiamo più un sistema sanitario che dicasi tale, e ora vediamo anche la novità dei medici, udite udite, assunti in pronto soccorso a gettone (1), neanche  fossero un jukebox; mentre qui nessuno ha sicurezza di nulla, men che meno del futuro, vista pure la presenza di un deposito di testate atomiche Usa in casa; mentre noi viviamo e lavoriamo non certo al caldo ed al tepore, con 19 gradi al massimo, e controlliamo ogni luce accesa, ogni elettrodomestico in funzione, per via delle sanzioni Ue alla Russia; il nostro consiglio regionale si occupa della proposta di legge nazionale che porta la firma di Antonio Calligaris, consigliere regionale Fvg della Lega, che tende a porre condizioni quasi proibitive per il ricongiungimento familiare a lavoratori regolari stranieri. E sto parlando della pdln “Modifiche normative agli articoli 28 e 29 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero)” relative al ricongiungimento familiare.

Detta proposta di legge è ‘figlia’ della sindaca di Monfalcone (2) anche se non ufficialmente, che forse non ama avere lavoratori stranieri per esempio bengalesi a cui le famiglie potrebbero congiungersi, e bambini non italianissimi o comunitari ad occupare un banco di scuola (2), ma dovrebbe dirlo a Fincantieri, e per fortuna che questa pdln non è entrata ancora in vigore in Fvg, ma potrà essere calendarizzata in Parlamento senza esser presentata da un parlamentare, e può esser fatta propria da altre regioni se lo vorranno.

E che sia figlia di Anna Maria Cisint lo ha sostenuto anche Massimo Moretuzzo che così si è espresso: «Questa norma, che potremmo a tutti gli effetti chiamare legge Cisint, cambia le regole per il ricongiungimento familiare dei lavoratori stranieri regolari su tutto il territorio nazionale […] per tentare di risolvere una situazione sicuramente complessa, ma molto specifica, qual è quella di Monfalcone e del suo territorio contermine. È evidente […] che limitare il ricongiungimento familiare non risolve le criticità ma, semmai, le esaspera e ne porta di nuove». (2).

Per fortuna che questa giunta è quella che si è persa a discutere sulla famiglia a Natale, sostenendo quella tradizionale! (3).

Ma cosa dice questa pdln n.18 che vuole modificare il “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”? Lo sintetizzo con le parole dell’assessore regionale anche all’immigrazione Pierpaolo Roberti: «Tra gli elementi da prendere in considerazione nel riesame c’è quello del reddito minimo che lo straniero richiedente deve dimostrare di disporre affinché il mantenimento della persona ricongiunta non ricada sul welfare territoriale. L’attuale soglia di 8mila euro non è certamente adeguata a soddisfare questo principio”. La proposta di modifica riguarda anche il non riconoscimento del contratto a tempo determinato come requisito utile per presentare la richiesta, “non sussistendo – ha osservato l’assessore – la certezza che il rapporto di lavoro venga rinnovato”» (4). Inoltre, udite, udite, se un lavoratore migrante vuole portare con sè la sua sposa, deve pure esibire, in base a questa proposta di legge, il certificato di matrimonio! (5).

Inoltre per la società anche monfalconese, sarà ben meglio avere famiglie magari con bambini, piuttosto che uomini soli, ma forse, così, si tende a far passare una nuova forma di respingimento post lavorativo, della serie: prima ti dò lavoro e magari ti sfrutto, e poi faccio in modo che te ne vada, altrimenti non potrai stare con tua moglie ed i tuoi figli! Certo che come stato democratico l’Italia non è male! Ed io chiederei anche ad un avvocato se ciò è legale, come il dover mostrare il certificato di legale matrimonio. E se erro correggetemi.

Tutta la minoranza in consiglio regionale ha votato contro questa proposta di pdln, mentre la maggioranza e la giunta hanno votato a favore. Ma ho scritto queste righe, per introdurre l’ intervento, chiaro e forte, di Furio Honsell nel merito, che ha il mio plauso. Lo riporto qui di seguito. L.M.P.

Furio Honsell. Un no chiaro e netto alla pdnl n. 18 sulle modifiche alle norme per i ricongiungimenti del lavoratori regolari stranieri, non comunitari.

Lo scopo di questa norma, sostenuta in modo fastidiosamente petulante dalla Sindaca di Monfalcone in Commissione con interventi interminabili concessi al di là di ogni consuetudine per un’audizione, è quello di restringere significativamente le condizioni per concedere il ricongiungimento familiare ai lavoratori stranieri regolari non comunitari sul nostro territorio. Gli inasprimenti sono: un maggiore tempo di residenza, ovvero almeno due anni solamente per presentare la domanda, e un maggiore reddito. Inoltre se il lavoratore è dipendente allora deve essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che garantisca un reddito minimo maggiore più del doppio di quello attuale, incrementato di ulteriori quote corrispondenti al numero dei figli, oppure se il lavoratore è autonomo allora deve avere dichiarato un reddito da impresa di importo analogo negli ultimi due anni, asseverato da un commercialista ed assoggettato ad una verifica fiscale, all’incontrario, da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Riteniamo questa norma inaccettabile in quanto non conforme al diritto dell’Unione perché comprime se non addirittura viola il senso della Direttiva Europea 2003/86/CE del 22 settembre 2003 che nei considerando (2) e (4) riconosce il diritto di ricongiungimento familiare e dell’unità familiare come un diritto umano e libertà fondamentale, in quanto strumento necessario di protezione della famiglia e di rispetto della vita familiare di ogni individuo. Esso contribuisce a creare una stabilità socioculturale che facilita l’integrazione dei cittadini di paesi terzi negli Stati membri, permettendo di promuovere la coesione economica e sociale, obiettivo fondamentale della Comunità, enunciato nel Trattato.

Tutti i drastici inasprimenti creano condizioni più sfavorevoli ai cittadini stranieri rispetto a quelli comunitari, violando così in modo evidente il principio di non-discriminazione che è un principio dell’Unione. Ciò vale per l’innalzamento del limite del reddito da quello relativo alla soglia di povertà, per l’accesso alle misure socio-assistenziali, a quello per la concessione del patrocinio gratuito, che è ben superiore e per giunta assolutamente incongruente.  E ciò vale, anche, sia per la richiesta di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che per la normativa italiana non può essere considerato più stabile di altre tipologie di contratti, quanto per la richiesta di una dichiarazione dei redditi da impresa pregressi.

Quanto rende però odiosa questa proposta di legge nazionale è che, nelle intenzioni dei proponenti, intende limitare il diritto al ricongiungimento e all’unità della famiglia a persone che comunque sono presenti in quanto lavoratori regolari sul territorio del nostro paese. I proponenti assumono quindi esplicitamente che ci siano persone costrette a lavorare nel nostro paese in condizioni così miserabili da non permettere loro nemmeno il diritto a poter vivere con la propria famiglia! I proponenti accettano quindi che nelle nostre città siano presenti lavoratori con contratti precari, temporanei, intermittenti o a chiamata, assunti a seconda del bisogno temporaneo delle aziende, a cui viene corrisposto un salario al di sotto della soglia che reputano di dignità, ma obbligano loro ad una condizione di solitudine.

Come Open Sinistra FVG riteniamo vergognoso, che sia tollerato un mercato del lavoro che si regge sullo sfruttamento di lavoratori così spudorato, e che si faccia leva proprio su queste condizioni di “quasi schiavitù” nell’interesse delle nostre aziende anche di stato, e al tempo steso si comprima un diritto umano, quello di poter vivere con la propria famiglia. Se davvero accettiamo noi tutti, e in primis la Sindaca, che a Monfalcone ci siano condizioni di lavoro così precarie da essere insufficienti per avere accesso ai diritti più fondamentali dell’uomo, allora il problema non è quello della difficoltà e dei costi di inclusione dei familiari dei lavoratori immigrati. Il problema non è quello degli oneri che ricadono sui servizi sociali di Monfalcone e di altri comuni. Il problema è che questa regione, e tutti noi, beneficiamo dei redditi prodotti da imprese che sfruttano lavoratori costretti a vivere in queste condizioni miserabili! Ne beneficiamo a loro spese, senza porci troppi scrupoli, anzi comprimendone i loro diritti! Alcune di queste imprese producono anche armamenti, che poi vengono venduti proprio a quei paesi i cui governi per poterle comperare affamano i propri cittadini costringendoli ad emigrazioni che li portano a venire sfruttati in condizioni sotto la soglia della dignità proprio da queste stesse imprese! Il problema è dunque etico! Non possiamo più accettare un mercato del lavoro con salari così bassi o poco stabili da non permettere a queste persone di poter vivere con la propria famiglia!

L’aspetto che fa più orrore in questa norma è che si puniscono proprio quei lavoratori che sono i più sfruttati. La norma infatti punisce solamente lavoratori, e ci tengo a sottolinearlo, assolutamente regolari e funzionali al sistema delle imprese e del lavoro, che non può quindi che dirsi infame.
Non è accettabile sul piano umano ed etico che prima di proporre una PDLN come questa, non si migliorino le condizioni dei lavoratori alle spalle dei quali maturiamo le quote di partecipazione fiscale che arricchiscono questa Regione.

In Commissione abbiamo espresso parere assolutamente contrario a questa norma che viola non solamente il diritto dell’Unione europea ma prima ancora il nostro senso di giustizia. Altrettanto faremo in aula».

Furio Honsell – OPEN – SINISTRA FVG.

Note

(1) https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2022/11/08/new/pronto_soccorso_arrivano_in_aiuto_i_medici_a_gettone-12229937/. Il titolo dell’ articolo: “Pronto soccorso: arrivano in aiuto i medici a gettone”, sottotitolo: “Prenderanno servizio a Latisana e a Palmanova. Potranno percepire fino a 800 euro a turno. Saranno pagati dalle cooperative per coprire più turni. Così il privato interviene sui tagli del sistema pubblico”. Ma su medici assunti da cooperative quanto si sapeva relativamente al Veneto non fa ben sperare ed almeno ci vorrebbe un po’ di attenzione. Infatti in: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/veneto/veneto-i-medici-del-pronto-soccorso-selezionati-da-personale-con-titolo-di-scuola-alberghiera_45559849-202202k.shtml, si legge che “Un fenomeno che avviene in tutta Italia specie in Veneto dove la situazione è drammatica. “La carenza di personale medico e di comparto è impressionante, mancano oltre 250 medici e circa 600 personale di comparto” aggiunge Marco Busato infermiere Cgil della funzione pubblica di Venezia. Ed è qui che entrano in gioco le cooperative che vanno a trovare i medici, li reclutano in modo superficiale, a volte senza nessuna qualifica, esperienza o addirittura senza una specializzazione, e li mandano a ricoprire ruoli in aeree critiche come pronto soccorso, rianimazione, pediatria e ortopedia, consapevoli della loro incapacità nel gestire situazioni di vera emergenza”.

(2) Famosa resta la decisione della sindaca leghista Cisint, sostenuta da Matteo Salvini, di limitare al 45% i bimbi stranieri per classe. (https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/monfalcone-il-sindaco-leghista-esclude-dalle-scuole-i-bambini-stranieri_3151453-201802a.shtml).

(2) https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne//Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=769507.

(3) https://www.nonsolocarnia.info/tra-mille-altri-problemi-importantissimi-in-fvg-ci-si-perde-a-discutere-a-livello-istituzionale-sul-concetto-di-famiglia-guardando-una-mostra-di-presepi/.

(4) “Immigrazione: Roberti, normativa su ricongiungimento non più attuale”, in: https://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act;jsessionid=C7442A4A5E7DEB2FB844871B7892C92C?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta./&nm=20221019172206011

(5) Ivi.

(6) Testo da: https://www.furiohonsell.it/2022/11/08/relazione-di-minoranza-honsell-alla-pdln-n-18-del-cons-calligaris/?fbclid=IwAR0V5YuwA18oMzx35hSCJhkHkbu4efAo-tmj9gr5CZPwh2ARLTStZ20hTOQ.

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L’immagine che presenta l’articolo è ripresa da: https://www.facebook.com/213392508707791/posts/1045351248845242/ – Comune Monfalcone, 23 luglio 2016 e ritrae la comunità bengalese ad una manifestazione contro il terrorismo. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/BENGALESI-images.jpg?fit=271%2C186&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/BENGALESI-images.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀIntroduzione. Io credo che la Regione Fvg (delle altre non parlo perché ne ho a sufficienza di occuparmi di quella in cui abito) e i governi italiani soffrano di fissazioni ripetute, invece che tentare di discutere e risolvere i reali problemi dei cittadini che, o non conoscono vivendo nell'Olimpo degli...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI