«Burlo verso la fine? A Cattinara non è più prevista la netta separazione tra i bambini malati e i pazienti adulti.
Adesso che inizia la campagna elettorale del Burlo si preferisce tacere.
Eppure, è appena caduta una condizione ritenuta imprescindibile: la separazione rigorosa dei percorsi di diagnosi e cura dedicati ai bambini da quelli per gli adulti.
Uno dei punti ritenuti qualificanti e per lo spostamento del Burlo a Cattinara era la garanzia che mai vi sarebbe stata una commistione tra bambini ricoverati e degenti adulti.
Ora questa garanzia pare non esserci più.
Forse pochi l’avranno notato ma ai primi di febbraio quando fu fatta una delle tante inaugurazioni della ristrutturazione di Cattinara e del trasferimento del Burlo, fu presentata anche una nuova variante del progetto, che prevede le degenze e i servizi del Burlo frazionati in diversi edifici del nuovo colosso ospedaliero.

Tale scomposizione mette evidentemente fine al vincolo di separare i bambini malati dai pazienti adulti, e a quanto pare in questa nuova versione del progetto una parte delle degenze materno infantili troverebbe spazio anche nel “Cubo Covid.”

Forse questo particolare è sfuggito ai più, ma verosimilmente non al Presidente Fedriga e all’Assessore Riccardi, che anzi, con la loro presenza alla cerimonia, ne hanno dato l’avallo politico. E così l’Istituto per l’infanzia cessa di esistere come entità separata dall’ospedale degli adulti.
Non credo che si arriverà a mettere la Geriatria vicino, ad esempio, alla Neonatologia, anche se l’attuale Giunta ci ha abituato a tutto, però questa promiscuità tra bambini e adulti suscita forte preoccupazione per vari motivi, anche riguardo alla sicurezza.
Finora episodi di violenza e insofferenza hanno interessato per lo più Cattinara, ma adesso si sa che il Burlo avrà aree adiacenti, comunicanti, percorsi comuni, dove i bambini insieme ai genitori potrebbero esserne coinvolti.
Qualche timore suscita anche l’organizzazione, infatti se un giorno, come ora succede quotidianamente, non ci saranno letti nei reparti per adulti e tanti anziani in attesa in barella, e letti liberi nell’Istituto per l’infanzia, cosa succederà? Mi attendo le solite assicurazioni che mai e poi mai potrà accadere. Ma quante cose sono successe che mai avrebbero dovuto accadere?
E poi c’è il tema delle infezioni intraospedaliere, fenomeno assai allarmante in Italia, come si pensa di affrontare il problema? Non va dimenticato che la massima diffusione del Covid è avvenuta proprio all’interno degli ospedali. Cosa succederebbe in caso di pandemia con le strutture del Burlo “sparpagliate” a Cattinara?
Per fugare tutte queste preoccupazioni avevo inoltrato ai primi di febbraio un’interrogazione alla Giunta Regionale. Ho chiesto anche perché non si prende in considerazione l’ipotesi di lasciare il Burlo dov’è, anche ai fini di un oculato uso delle risorse finanziarie pubbliche, visto che i costi per la realizzazione del nuovo colosso ospedaliero sono lievitati negli anni dai 140 milioni del 2020 ai 260 milioni attuali.
Cosa che fa anche pensare ad una progettazione quanto mai approssimativa fin dal principio. Ma allora perché spendere tanti soldi pubblici per andare a star peggio?
Ad ora nessuna risposta è arrivata e neppure arriverà.
Chi va in campagna elettorale può forse intestarsi il tramonto del Burlo?»
Walter Zalukar. – (In: Comitato spontaneo di Cattinara. 17/2/2023).
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Burlo Garofolo: c’è chi vuole un grande centro trapianti?
Il 7 gennaio 2023, compariva sul Messaggero Veneto un interessante articolo dal titolo: “L’eccellenza. Il futuro del Burlo” (se ho copiato bene, a penna, il titolo), in cui si leggeva che detto ospedale avrebbe pure investito nel settore trapianti per pazienti da fuori regione. Ora mi chiedo: hanno pensato a dove porre bimbi che devono vivere, per il periodo post -trapianto, anche se di midollo, unico che io sappia che si pratica ora, in ambiente sterile, quando il Burlo sarà a Cattinara? Perché per questi bimbi non ci possono essere commistioni. Ma forse vige il credo della minore spesa: ed ecco allora giocoforza unire vecchi e bambini, magari negli spazi di attesa, per utilizzare gli stessi macchinari, per risparmiare personale. Ma questo lo penso io, e può essere una mera mia ipotesi errata, e mi scuso subito con la direzione del Burlo, e se erro, correggetemi, ma le informazioni non sono molte. Magari se la Regione Fvg, il consiglio di amministrazione del Burlo, Asugi ci dessero qualche dritta su cosa intendono fare, staremmo più tranquilli.
Burlo: IRCSS ancora  o non più?
Inoltre vi è chi pensa che con il passaggio ad Asugi, il trasferimento a Cattinara, la nuova organizzazione, il Burlo non sarà più un Ircss. È vero o è falso? Non lo so, ma mi pare che forse le idee non siano chiare. Ma nel 2023 non si può andare avanti a ‘fermatine e corsettine’ come la perpetua di don Abbondio, verso una ipotesi o l’altra, ed il progetto costruttivo di edifici ospedalieri nuovi (e in questo caso inutili, dato che vi è già il vecchio Burlo ristrutturato), deve già avere in sè l’utilizzo degli spazi, il cosa si vuole fare degli stessi.
Per cortesia, qualcuno ci dice qualcosa di certo?
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P.S. Un commento scritto su facebook riporta che il complesso ospedaliero di Cattinara, se ho ben compreso, oltre ad esser nato brutto, continua a imbruttirsi grazie a quello che è rimasto di un progetto nato vecchio, «su un terreno cedevole con varie grotte. Unico Ospedale sviluppato in altezza senza mai (aver) avuto un piano di sicurezza di evacuazione dei pazienti alettati in caso d’ incendio». Vorrei sapere subito, da cittadina, dalla Regione Fvg se questo corrisponde a verità, o è frutto solo di quanto si dice. 
Laura Matelda Puppini.
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