«”L’ambiente alto montano dei Laghi di Fusine rappresenta un esempio fra i più nobili e i più puri, per la delicata ed aspra bellezza del suo paesaggio e per la scarsa antropizzazione dei suoi componenti, di quelli raccolti nella grande catena delle Alpi Orientali”. “Subiranno danni questi modelli della natura da parte di visitatori egoisti, pigri, rumorosi, disordinati? Difenderemo il parco e le riserve. Nel nome della civiltà tutti dovranno spontaneamente aiutarci a difendere fiori, funghi, arbusti, alberi, farfalle, chiocciole ed ogni altra creatura vivente del parco, a tutelare il silenzio, la visione e la pulizia nel nome della Natura, che è vita, ordine e amore”.

Queste frasi, che sottoscriviamo, non le ha pronunciate qualche “ambientalista estremista” o uno dei soliti rompiscatole “che dicono di no a tutto”, ma le misero nero su bianco al momento della nascita del primo Parco Naturale della Regione – quello dei Laghi di Fusine, appunto – Riccardo Querini, all’epoca Direttore dell’Azienda Regionale delle Foreste ed Antonio Comelli, Assessore Regionale all’Agricoltura, alle Foreste e all’Economia Montana, democristiano, in seguito ricordato come il “Presidente della Ricostruzione post-terremoto”.

Nelle “Norme da osservare per la fruizione degli ambienti ubicati nel Parco Naturale di Fusine”, approvate dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Regionale delle Foreste con delibera n. 89 del 29 maggio 1973, si leggono chiaramente, con tanto di indicazione degli articoli del codice penale che sarebbero violati, le azioni che venivano vietate: “allestire attendamenti”, “gettare a terra ed in acqua rifiuti di qualsiasi genere”, “smuovere il terreno”, “alterare qualunque elemento formante l’ambiente naturale e paesaggistico”, “introdurre automobili, motociclette o altri mezzi di locomozione”, “accendere radio, giradischi ed altri strumenti sonori”. Si tratta di regole sacrosante, dettate da chi conosceva bene il nostro territorio e non – come qualcuno vorrebbe far credere – imposte da qualche burocrate dell’Unione Europea o da qualche esponente dei Verdi (formazione politica, del resto, in quegli anni ancora di là dal venire).

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Bene, come se niente fosse, il Consorzio Turistico del Tarvisiano si accinge ad inaugurare, sabato prossimo, la trentesima edizione del Festival No Borders, che ha portato e porterà nelle “location” dei Laghi di Fusine e del Rifugio Gilberti (sotto la cima del Canin) grandi nomi del mondo della musica e migliaia di loro appassionati. Nel corso degli anni la manifestazione è mano a mano cresciuta: dagli isolati concerti degli inizi si è finito per occupare per un paio di settimane l’area attorno al Lago Superiore. Un grande palco coperto, impianti di amplificazione che sparano musica ad alto volume, un paio di generatori per fornire la corrente elettrica, transenne, centinaia di poltroncine per il pubblico (fortunatamente eliminate negli ultimi anni), mezzi cingolati (che rovinano il prato) utilizzati dalla ditta che si occupa dell’allestimento e della rimozione delle attrezzature: tutto questo comporta evidentemente un “impatto”, non solo visivo, niente affatto trascurabile. A ciò si aggiunge, ovviamente, la presenza contemporanea degli annunciati 5000 spettatori a concerto: una situazione che, nemmeno nelle più pessimistiche previsioni, Querini e Comelli avrebbero potuto immaginare.

Non sono mancati, poi, nel corso delle varie edizioni, ulteriori “eccessi”: dalla zattera per i musicisti piazzata nel bel mezzo del lago Superiore, ai 1180 mozziconi di sigaretta rinvenuti in loco dai volontari di Legambiente, dalle auto collocate in bella mostra dagli sponsor su piedistalli ai lati del palco, alle immagini “bucoliche” dei concerti diffuse dagli organizzatori, nelle quali si vedono anche bambinetti che, ignari, raccolgono esemplari di flora protetta come fossero margherite del giardino di casa! Il Consorzio Turistico del Tarvisiano si premura comunque di rassicurarci sul pieno rispetto dell’ambiente e che, a conclusione del festival, l’area verrà completamente ripulita dai rifiuti. Il punto è proprio questo: in una piazza o in uno stadio che ospita un concerto è probabile e forse inevitabile che vengano abbandonate cartacce, lattine e bottiglie di plastica, ma questo non deve assolutamente accadere in un’area naturale protetta. Qui non si può sporcare … che tanto poi si passa a raccogliere i rifiuti. Non si deve sporcare e basta! E chi lo fa va immediatamente sanzionato, come ben indica il cartello posizionato sul posto!

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L’ultima trovata “green”, proposta per il concerto di Jovanotti del 26 luglio, è quella che al pubblico verrà consentito di raggiungere il Lago Superiore di Fusine solo in sella ad una bicicletta (verosimilmente elettrica). “Nessun accesso sarà consentito ai pedoni” recita il sito ufficiale di No Borders. Cosa ci sia di ecologico dietro questa soluzione e quanto invece rientri nel business del Festival lo lasciamo immaginare ai lettori. Jovanotti parta pure da Cortona in sella alla sua bicicletta: se la e-bike è un’alternativa ai veicoli a motore ben venga, ma se diventa un modo per sostituire l’andare a piedi non è esattamente la stessa cosa.

Dunque, una splendida e nota località naturale (che non ha certo bisogno di farsi conoscere attraverso dei concerti), riconosciuta come “Sito di Interesse Comunitario” dall’Unione Europea, verrà ancora una volta banalizzata, ridotta a stadio, a semplice “sfondo” per l’esibizione delle “star” del No Borders Music Festival. La cosa, fin da subito, non ci era sembrata una “bella idea”, ma, dopo l’assegnazione di una “bandiera nera”, il documento sottoscritto congiuntamente dalla CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) di Italia e Slovenia,  le prese di posizione di Mountain Wilderness e le lettere di protesta di tanti cittadini, si continua ad andare avanti: la Regione non solo autorizza la manifestazione, ma la sostiene finanziariamente (nonostante gli incassi assicurati dai posti esauriti a 50 euro il biglietto!) e magari si dimentica di mandare il Corpo Forestale a controllare cosa succede!

Eppure, come avevamo già suggerito, rispetto ai Laghi di Fusine e al Rifugio Gilberti le alternative non mancano. I concerti potrebbero benissimo essere ospitati a Tarvisio (dove si può arrivare in treno), sui prati falciati della parte finale delle piste da sci che scendono dal Monte Priesnig. Si tratta di un anfiteatro “naturale”, che non richiederebbe il posizionamento di poltroncine e potrebbe sfruttare gli ampi parcheggi esistenti e la facilità di allacciamento anche per la collocazione del palco e di altri servizi. Oltretutto le attività commerciali e gli esercizi pubblici della cittadina ne ricaverebbero un vantaggio diretto.         

Sì, perché l’organizzazione di eventi e di spettacoli di qualità è un fatto importante e riteniamo giusto che anche a coloro che vivono nei territori “periferici”, come la nostra montagna, sia data l’opportunità di assistervi. Ci sono, però, modi e luoghi adatti perché questo accada. Un conto, infatti, sono non più di trecento appassionati che salgono a piedi fino nei pressi di un rifugio dolomitico per ascoltare all’alba Bach, suonato dal violoncello “solo” di Mario Brunello, in un’esecuzione che il paesaggio contribuisce non solo a rendere suggestiva, ma unica; un’altra cosa e un “impatto” decisamente diverso è quello di qualche migliaio di abituali frequentatori di concerti rock che salgono in funivia al rifugio Gilberti o raggiungono i Laghi di Fusine per assistere all’esibizione dei loro idolo.

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Musica e ambiente sono strettamente legati. Basterebbe ricordare l’insegnamento di Julius Kugy, lo “scopritore delle Alpi Giulie”, alpinista, musicista, che nei suoi scritti ci ha lasciato una fondamentale testimonianza del rispetto che si deve avere per la montagna.

Tolmezzo, 17 luglio 2025

Marco Lepre – Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro»

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Contro l’overtourism, il sovraffollamento turistico in un luogo in un determinato tempo, si sono espresse sicuramente 2 città italiane: Venezia e Firenze, ma pure l’isola di Capri e il Parco naturale delle 5 terre. Inoltre in Sicilia è stata promossa una inchiesta dal titolo: Si può soffocare per troppo turismo?” (https://www.inchiestasicilia.com/overtourism-si-puo-soffocare-per-troppo-turismo/). e”Overtourism” è una delle parole più usate negli ultimi anni. Sempre più spesso, infatti, le mete turistiche soffrono per il sovraffollamento turistico. Luoghi che tutti vogliono vedere attirano orde di turisti “mordi e fuggi”: si fermano giusto il tempo per un selfie e poi ripartono per la prossima tappa famosa. «Questo tipo di turismo di massa causa inquinamento, devastazione della natura e disagio delle popolazioni locali».si legge su un articolo di Giulia Fasano, intitolato: Overtourism: Cause, Conseguenze e Soluzioni, in: https://ecobnb.it/blog/2019/12/overtourism-cause-conseguenze-soluzioni/.

«Quando si parla di mete turistiche naturali, come riserve, oasi, spiagge, parchi e montagne, è fondamentale che il turismo rispetti l’ambiente naturale, inclusi flora, fauna e microclima. Quando la destinazione è una città, il turismo deve principalmente rispettare i residenti, così come la cultura locale e i siti archeologici, piccoli microcosmi bloccati nel tempo che vanno tutelati. Se tutto ciò non accade, si parla di overtourism, o di turismo insostenible per il luogo, per la natura, per le persone che vi abitano». (Ivi). 

Sempre sullo stesso articolo sopraccitati si legge che tra le conseguenze dell’overtourism si trova: «la distruzione degli ecosistemi naturali. La flora e fauna sono usualmente le prime primi a risentire delle troppe persone presenti nelle mete turistiche naturali più gettonate. Deforestazione, sfruttamento incontrollato del suolo, inquinamento e nessuna politica di sensibilizzazione e salvaguardia degli ambienti naturali hanno portato in alcune destinazioni naturali alla distruzione di interi ecosistemi».
Altri problemi sono quello dell’aumento dei rifiuti e della fuga dei residenti. (Ivi). Ed a Barcellona, esasperati, gli abitanti della città hanno iniziato a sparare con pistole ad acqua sui turisti. (https://www.inchiestasicilia.com/overtourism-si-puo-soffocare-per-troppo-turismo/).

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Ma noi, abitanti dei monti del Fvg, come possiamo difenderci dall’overturism concertistico ai laghi di Fusine, dove anche quest’ anno, il Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo di Promollo, organizza concerti ai laghi di Fusine con presenze umane che possono raggiungere, in spazio ristetto anche se all’aperto, il numero di 10.000 persone, che fumano mangiano, bevono, urlano spaventando la fauna come del resto la musica stessa, fanno pipì ed altro, calpestano pesantemente il suolo, su cui pure si distendono? E quello che colpisce è anche che detti concerti sono benedetti da ‘mamma Regione’, ma da una Regione, secondo me, retta da persone che sono rimaste al pensiero degli anni ’50, senza saper tutelare i nostri e loro beni naturalistici. E speriamo che nessuno si senta male, che a nessuno nella folla inumana manchi il respiro, che nessuno soffra di cuore tra chi ascolta, perchè gli spettatori dovrebbero sapere che qui la sanità pubblica, almeno per i residenti è quella che è, e preferiremmo non dover spendere denaro pubblico anche per elisoccorsi o che i nostri malati attendessero in pronto soccorso oltre il dovuto per lavoro extra dovuto al turismo ed all’ overtourism, e questo vale anche per gli scorazzamenti con macchine e moto a cui pare si prepari la Carnia, una Carnia spesso vandalizzata dai motori. 

Infine questa è una rivoluzione epocale della montagna che, da luogo di silenzio, meditazione e riflessione, diventa luogo di musica assordante e schiamazzi, come un luogo naturale fosse una discoteca. Eppure altri luoghi adatti a concerti e per gli stessi anche predisponibili e predisposti, non mancano. 

E così scriveva Marco Lepre in proposito nel 2020: «Confesso […]  di essere rimasto subito perplesso nel vedere nuovamente la splendida località dei Laghi di Fusine trasformata in “sfondo” per l’esibizione di musicisti, anche famosi, nell’ambito del “No Borders Music Festival”. La conca non è solo un luogo ideale per ammirare alcune delle pareti più belle delle Alpi Giulie, per fermarsi a prendere il sole in prossimità di acque smeraldine o per effettuare delle facili escursioni con tutta la famiglia, è anche un “sito di interesse comunitario”, un’area ricca di flora e di fauna che vanno protette da un afflusso contemporaneo e troppo numeroso di persone. Vedendo il grande palco e le centinaia di poltroncine sistemate per gli spettatori nei pressi della riva meridionale del Lago Superiore ho avuto così la brutta impressione di trovarmi non in una “riserva naturale”, ma all’interno di uno stadio o su un prato di un parco urbano di una qualsiasi città.

La conferma della “banalizzazione” di un ambito “straordinario” – termine che avranno certamente utilizzato gli stessi organizzatori della manifestazione per attirare il pubblico – l’ho avuta visitando gli stessi luoghi ad una settimana di distanza dallo svolgimento dell’ultimo concerto. Ho trovato tratti di terreno asportati da mezzi cingolati, un prato ingiallito e rifiuti distribuiti un po’ ovunque. Magari sarà eccessivo dire che il sito è stato trasformato in “discarica”, però è difficile trovare un metro quadro di terreno in cui non si rinvenga un mozzicone di sigaretta o un tappo di plastica o una cartaccia. Certamente non erano queste le condizioni in cui si trovava prima dell’inizio della manifestazione […]». (Marco Lepre, Concerti ai Laghi di Fusine: cosa direbbe Kugy?, 12 agosto 2020). Che fare, che dire? Mentre le città d’ arte e altri luoghi paesaggistici si muovono decisamente contro l’overtourism, dobbiamo constatare che il Fvg rema dal lato opposto, facendoci piombare a 70 anni fa. E se erro correggetemi. Ma non solo: un articolo che propagandava i concerti, vi era anche una bellissima immagine dei laghi e dei monti, ma cosa volete vedre nella calca, se non la testa ed il cellulare di quelli che sono davanti a voi? Chiediamocelo. 

Laura Matelda Puppini 

L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da https://www.facebook.com/NoBordersMusicFestival/photos/gli-appuntamenti-del-primo-giorno-di-noborders2024-sabato-20-luglioorarih-0830-p/867195535443942/ e rappresenta un concerto ai laghi di Fusine. Non sono evidenziati copyright, se ce ne fossero vi prego di avvisarmi. L.M.P. 

 

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