Scrivo queste righe perché il produrre energia sembra la finalità di tutta l’economia finanziaria odierna anche in Friuli ma non solo, senza pensare ai territori tolti all’agricoltura ed acquistati qui da grosse società, spesso, si dice, per un bianco ed un nero a causa della parcellizzazione della proprietà privata, per riempirli di pannelli solari; senza pensare all’alterazione ambientale in toto per il prelievo di acqua dolce, bene comune fondamentale per la vita,  di cui ci stanno privando sistematicamente in particolare gli enti locali e se non erro la Regione che hanno siglato contratti di sfruttamento trentennale con  privati  per ogni rio o ruscello, dopo l’ingabbiamento dei fiumi da parte della Sade, oltre che allo sfregio permanente ai paesaggi e alla mancata umidificazione di aree agricole.

Ma davvero la Nazione ed Friuli hanno bisogno di tutta questa energia?

E non è che, magari, stiamo producendo troppa elettricità e per chi non si sa?  E non lo scrivo tanto per far qualcosa, ma perché ‘Il Fatto Quotidiano’ il 9 maggio 2024 ha pubblicato un articolo firmato  da ‘Coalizione Articolo 9’ (1) ove si legge che «Il treno del Green Deal è deragliato ma continua la sua folle corsa verso un Italia lunare e distopica, disseminata di pale e pannelli, desertificando l’economia nazionale, facendo strame della coesione sociale per favorire i potentati energetici che fanno incetta di terreni e permessi per installare cinque volte la potenza necessaria per raggiungere l’obiettivo europeo di Fit for 55’. Le richieste di connessione di Fonti da Energia Rinnovabile (FER) pervenute ad oggi al gestore della rete elettrica nazionale, ‘Terna’, hanno raggiunto, infatti, l’iperbolica cifra di 328 gigawatt rispetto ai 70 stabiliti da Green Deal (poi aumentati ad 80), cioè quasi cinque volte il necessario». (2).

Il titolo dell’articolo ipotizza che questa iperproduzione gioverà solo agli speculatori, e se l’economia europea continuerà ad andare come i gamberi, grazie all’ ideona della Von der Leyen ed altri di precipitarci nella guerra in Ucraina, quando Zelensky avrebbe fatto bene a mantenersi neutrale per il suo popolo in primo luogo ma anche per noi, ed a non sentire il canto di dubbie ‘sirene’ che lo invitavano a voler sostenere l’entrata nella Ue e Nato subito ed ad ogni costo, non servirà produrre molto per la nostra Nazione. Ed io non lo dico con il senno di poi, perché l’ho sempre detto e scritto. E l’Europa sta andando allegramente verso un ’29 americano già ipotizzabile (3), mentre le genti che la abitano si stanno impoverendo sempre più, e comprano sempre meno. Ma dato che l’energia serve a produrre, se il mercato stagna, cosa serve iper produrre energia, mentre, fra l’altro, noi d’ inverno spegniamo il più possibile anche il riscaldamento? Non lo so, chiediamocelo.

Autore: Affitisciuto – Opera propria. Una turbina eolica nel Mare del Nord, in: https://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_eolica

L’assalto alle coste ed ai monti per produrre energia senza programmazione alcuna, che senso ha?

Questa è la situazione, sempre secondo l’articolo sopraccitato, per quanto riguarda i paesaggi italiani, creatasi nella penisola per produrre energia: «l’assalto (ai territori n.d.r.) è così diffuso, così pervasivo, che anche lungo le coste o in aree molto sviluppate, come Rimini o il Salento, si inizia a comprendere il fenomeno in atto, denunciato da anni da autorevoli associazioni come LIPU, Italia Nostra, Mountain Wilderness e tante altre sigle raccolte nella Coalizione Articolo 9». (4). Ed il sospetto che viene è quello che qualcuno abbia deciso, «senza dire nulla ai cittadini italiani, che il nostro Paese deve diventare un hub energetico, trasformandolo in una landa desolata di pannelli fotovoltaici nei campi e pale eoliche sui crinali lungo tutto l’arco appenninico e, forse un giorno, anche alpino». (5). Segue quindi la proposta di convocare degli “Stati Generali contro l’eolico e il fotovoltaico a terra”, ma a porre dei limiti a quest’ ultimo, favorendo quello agricolo a tetto, ci ha pensato anche la Ue, ma troppo tardi.

A questo punto due considerazioni. Nell’era dell’intelligenza artificiale, nessuno vuole nel mondo della finanza, che un tempo la satira univa all’immagine dei pescecani e che condiziona il mondo politico a mio avviso, progettare il futuro utilizzando un’ottica sistemica, ma pare che ognuno accaparri tutto quello che può al di fuori di qualsiasi programmazione. Perché per esempio, cosa serve produrre più energia di quanta si consuma e si consumerà, quando il modello neo capitalistico è già fallito, sommerso pure da un mare di rifiuti ormai insostenibile? Ed a questo punto il ‘poco e meglio’ si impone.

Agrivoltaico. Manto vegetale fiorito sotto la pergola agricola ombreggiante fotovoltaica nel 2010. Laterza, Taranto, Italia. Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Agrivoltaico. Foto pubblicabile.

Ma ritorniamo alla produzione di energia elettrica. L’agrisolare a tetto e l’agrovoltaico.

In un primo tempo si è prodotta energia utilizzando la forza umana o animale, poi con il carbone, con l’acqua ed ora esiste il fotovoltaico a terra ma anche l’agrisolare, che qualcuno chiama pure agrovoltaico altri no, differenziandoli. E l’agrovoltaico prevede il passaggio, sotto i pannelli, di animali e persone e la coltivazione.  Ed ha ragione ‘Coalizione Articolo 9’ che se la prende con i pannelli solari a terra e l’eolico, mentre pare che, invece, l’agrovoltaico non sia poi così negativo per l’ambiente, almeno secondo una ricerca svolta da Jrc cioè dal Joint Research Centre – Horizon Europe, al servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza. (6). Ma io andrei un po’ cauta nel credere subito a tutto.

Certamente è preferibile ai pannelli fotovoltaici a terra, che sono da eliminare, certamente la soluzione migliore sarebbe il fotovoltaico a tetto anche in zone industriali ormai dismesse, certamente, però, bisognerebbe che un organismo non finanziario e non legato o condizionato dalla finanza (ma me esistono ancora?) facesse una ricerca proiettiva per lo Stato italiano su quanta energia serve realisticamente per programmarne la produzione, per una società di pace e prosperità, con i mezzi meno impattanti, eliminando subito il carbone che però domina ancora in Polonia.

Perché, per carità, forse basta lo studio di JRC per la Ue e della Ue, per sostenere che l’agrovoltaico non ha impatto negativo sull’ambiente, ma nei momenti in cui la scienza ha dato le sue ricerche migliori, le soluzioni ai problemi derivarono da più studi sullo stesso argomento messi a confronto. Ed anche la lotta per la supremazia scientifica tra Usa e URSS dette ottimi risultati, ma poi il mondo si impantanò in questa melma in cui tutti parlano ma nessuno ricerca più in modo approfondito o si confronta, come fossimo tornati ai tempi dei cosiddetti barbari che però, a modo loro, forse erano più seri di noi. Ma questo è pensiero mio che può esser pure criticato.

No a idroelettrico e no all’ idrogeno ed all’ idrogeno verde.  

E ‘Coalizione Articolo 9’ dovrebbe pure dire un no deciso pure alla produzione di energia elettrica dall’acqua, in quanto almeno in Carnia credo non esista più un rio, un ruscello, un affluente ed un fiume che non siano vincolati alla produzione idroelettrica, con danni ai corsi d’ acqua e di consegueanza al territorio, che aumentano ogni giorno di più.

Infatti, secondo i dati riportati da Nicola Borzi nel suo “Da agrisolare &C. energia per 4 volte i consumi europei”, in: Il Fatto Quotidiano, 28 gennaio 2024, che li ricava dallo studio di Jrc sopraccitato, «I sistemi fotovoltaici nelle aree rurali della Ue […] generano 136 TWh l’anno eppure, senza ridurre i terreni coltivabili o la biodiversità, potrebbero produrre 60 volte di più 8.600 TWh/anno, l’eolico quadruplicare da 280 a 1200  TWh, l’idroelettrico aumentare del 25%, da 280 a 350 TWh, in un quadro di comunità energetiche che favoriscano la transizione ‘verde’ equa per le comunità rurali. (….). Così le energie rinnovabili, prima fonte Ue nel 2021 con il 41% della produzione totale di energia, potrebbero arrivare a oltre 10 mila TWh l’anno: 4 volte i consumi di tutta la Ue nel 2022» e i costi dell’energia crollerebbero per tutti. (7).  Pertanto l’idroelettrico, al di là di altre considerazioni, non pare assolutamente concorrenziale per quantità di produzione rispetto all’ uso dell’agrisolare o agrovoltaico, per esempio, e quindi dovrebbe venir abbandonato, e l’acqua dovrebbe ritornare ai rii, ai ruscelli ed ai fiumi. (8). Ma invece, ognuno si è creato il suo campo od il suo orticello, e non molla tranne forse associarsi per sostenere i diritti di sfruttamento acquisiti, almeno io penso così, e se erro correggetemi.

Centralina sul rio Zolfo. Da: https://friulisera.it/lega-mazzolini-impianto-idroelettrico-rio-zolfo-non-auspicabile-vogliamo-ridare-alla-montagna-le-risorse-del-suo-territorio/

Non solo: anche l’idea balzana della UE subito sposata dalla nostra Regione FVG di puntare sull’ idrogeno è da eliminare, perché o si desertifica la terra usando acqua dolce per produrlo green, e se ne dovrebbe utilizzare una quantità enorme, o l’idrogeno industriale inquina quanto il metano. (9).

La Ue ora finanzia l’agrisolare.

Sappiamo che la UE ha deciso di finanziare, con 1 miliardo e mezzo di euro l’agrisolare, intendendo con questo termine il fotovoltaico a tetto per le imprese operanti nel settore agricolo, zootecnico ed agroindustriale, con una quota residua del Pnnr. (10).  E Laura Miraglia sostiene che basterebbe l’agrovoltaico per superare gli obiettivi fissati dalla Ue per l’energia solare. (11). Ora se, come scrive secondo me facendo un po’ di confusione Nicola Borzi nell’ articolo già citato, in Toscana, Lombardia, Molise, sindaci e Coldiretti sono contro i nuovi parchi fotovoltaici a terra, in quanto riducono i terreni coltivabili, rovinano e alterano il paesaggio, cancellano la biodiversità, non credo proprio siano contrari a ricevere le sovvenzioni UE, a fondo perduto fino all’ 80%, per porre pannelli solari sui loro capannoni, sulle loro stalle, e mi sento di dire che questa a me pare una buona idea. Perché bisogna fermare il consumo di suolo e salvare la biodiversità da cui dipende pure la specie umana.

Ma in Friuli, invece … dato che siamo gente unica …. A2A sta costruendo il più grande parco fotovoltaico a terra d’ Italia nella pianura.

Ma in Friuli, la pianura fertile per il fotovoltaico a terra è già stata acquistata, e non vi sarà alcuna ‘comunità energetica’ né agrisolare, e già A2A si appresta a costruire due grandi parchi fotovoltaici a terra, locati fra Santa Maria la Longa e Pavia di Udine, prima che il governo blocchi questa possibilità. E sarà il più grande parco fotovoltaico a terra del nord Italia. (12). E questo fa riflettere. Infatti gli impianti di agrovoltaico, con pannelli elevati, a differenza del fotovoltaico posizionato a terra, «non inficiano sulle attività agricole, e permettono anche l’accesso al bestiame e alle macchine. Ma ci sono tanti altri vantaggi nello sfruttamento di tale pratica: creazione di zone d’ombra per proteggere le colture da eventi climatici estremi; miglioramento della competitività aziendale; riduzione dei costi energetici; grande contributo nella decarbonizzazione del settore e diminuzione dell’evaporazione dei terreni. Ci sono però altri costi che invece aumentano, e che fanno riferimento alla progettazione e al montaggio dei pannelli, ma anche alla gestione dell’intero sistema». (13).

Insomma, un parco di agrovoltaico favorirebbe la popolazione e gli agricoltori, mentre uno di fotovoltaico a terra, enorme, favorisce chi lo gestisce, par di capire, in questo caso A2A che è una multinazionale. Ma vorremmo sapere, dato che le multinazionali sono amate dal dott. Fedriga per sua stessa ammissione, che vantaggi ne abbiamo sinora tratto noi, cosa dai suoi accordi con Novartis, cosa da quelli con AstraZeneca di cui non sappiamo bene il contenuto, cosa ci serviranno gli accordi siglati senza che ne sapessimo nulla ed all’oscuro del consiglio regionale, pare, in Usa.

Tutte tegole caduteci sulla testa? O affari? Non lo so, chiediamocelo, mentre qui, in Carnia, ben pochi  vogliono esporsi più in politica, e ci sono sindaci che si ripresentano dopo aver coperto la carica già per 15 o 20 anni, e paesi con lista unica, e chi più ne ha più ne metta, si fa per dire, in questa nazione che dovrebbe essere democratica e non in mano a dei quasi podestà. Inoltre se ben pochi vogliono ‘impacciarsi’ con la politica in Carnia, un problema ci sarà, come ci sarà un motivo perché qui non cambia nulla se comandano nei comuni sempre i soliti, filo Berlusconi o che ne so, perché sono votati, certamente, ma ora iniziano a pesare sulle elezioni anche gli assenti al voto, quelli che “Tanto non cambia niente”. E faccio un paio di nomi: ad Ampezzo si ripresenta Michele Benedetti questa volta con lista unica; a Cavazzo Carnico Gianni Borghi con già due mandati da sindaco alle spalle, a Forni di Sopra Marco Lenna, sindaco per due mandati a Forni di Sotto poi per uno a Forni di Sopra; a Rigolato si presenta di nuovo Fabio D’ Andrea, per il sesto mandato, … e così via, ma per fortuna in questi tre casi vi è anche un’ altra lista. (14).

Non solo: questa regione che è già autonoma e produce leggi o modifiche alle pregresse, non è riuscita a bloccare il fotovoltaico a terra, vietandolo, e forse si accinge a mettere dei limiti ora, quando è ormai troppo tardi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, così come il governo. E non è vero che più fotovoltaico ha un distributore meno pagheremo le bollette. Perché «più energia produciamo con pale e pannelli e più incentivi dobbiamo pagare. Per cui, se anche il costo dell’energia scendesse a zero, in bolletta, all’aumentare degli impianti incentivati, aumenterebbe il peso della relativa voce pagata dagli utenti in bolletta. Riduzione sostanziale dalla CO2? Nemmeno. Nel medio termine, la riduzione possibile è solo del 10%, che sale al 20% nel lungo termine se si aggiungeranno 27 GW di batterie. Questo perché l’intermittenza delle rinnovabili mette a rischio di blackout l’intero sistema elettrico del Paese e quindi, per sostenere la rete nei momenti di mancata produzione, è necessario tenere accese le centrali termoelettriche, con un aggravio ulteriore di costi per l’intero sistema». (15) – si legge sull’articolo di Coalizione Articolo 9′.

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E chiudo dicendo che la logica di mercato e l’accaparramento uccidono la possibilità di sopravvivenza su questo pianeta e dello stesso, che non ha possibilità di ritornare indietro, che non avevo programmato questo articolo, ma quello sulla cerimonia in ricordo di Rinaldo Cioni, che scriverò, ma poi mi sono imbattuta in un paio di ritagli ed ho iniziato a scrivere questo testo, che vorrei commentaste, anche perché esso è costruito su informazioni prese da articoli vari. Grazie a tutti coloro che lo leggeranno e ancor di più a chi vorrà commentarlo. Ed io credo che di questi argomenti si debba parlare, prima di diventare una regione – colonia, come diceva mi pare Barazzutti, facente parte di una nazione trasformata in ‘hub energetico’ per conto terzi. 

Laura Matelda Puppini

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Note.

  1. Il numero 9 si riferisce all’ articolo 9 della Costituzione che così recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.». (https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-9).
  2. ‘Coalizione Articolo 9’, Pale e pannelli cinque volte il necessario, chi l’ha deciso? Beneficeranno solo gli speculatori, in: Il Fatto Quotidiano, 9 maggio 2024.
  3. Cfr. su www.nonsolocarnia.info Verso una Europa che sprofonda. Analisi dal punto di vista economico di alcuni aspetti.ed i miei articoli sulla guerra in Ucraina ed in particolare: “E andremo a finire, in Italia, al 1929 grazie all’Ucraina, all’Unione Europea ed agli Usa, alla Nato ed alla Russia. 
  4. ‘Coalizione Articolo 9’, Pale e pannelli, cit.
  5. Ibidem.
  6. https://horizoneurope.apre.it/struttura-e-programmi/global-challenges-european-industrial-competitiveness/jrc/. Ivi si legge che «Il lavoro scientifico del JRC è direttamente legato alle priorità politiche della Commissione quali il Green Deal europeo, la digitalizzazione e un’economia inclusiva. Esso copre un’ampia gamma di settori quali l’energia e i trasporti, la sostenibilità e il clima, la demografia e le migrazioni, la crescita economica, l’istruzione e l’occupazione, le trasformazioni digitali e l’innovazione, la sicurezza dei cittadini, il cibo, la nutrizione e la salute. La particolare natura multidisciplinare, flessibile e resiliente del JRC gli permette di affrontare le sfide globali della società man mano che emergono e di anticipare quelle del futuro.» Inoltre «il Centro comune di ricerca (JRC) si inserisce nel secondo pilastro di Horizon Europe e fornisce prove scientifiche e supporto tecnico alle politiche dell’Unione. Il JRC è il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza. Il Centro comune di ricerca fornisce alle politiche dell’UE un sostegno basato sull’evidenza scientifica durante l’intero processo politico, in piena indipendenza da interessi nazionali, commerciali o privati».
  7. Nicola Borzi, Da agrisolare &C. energia per 4 volte i consumi europei, in: Il Fatto Quotidiano, 28 gennaio 2024.
  8. Per i danni da idroelettrico sui corsi d’ acqua della Carnia, cfr. Sulle acque della Carnia e sui loro limiti dati in particolare dallo sfruttamento idroelettrico, su A2A ed altro ancora.
  9. , su www.nonsolocarnia.info i seguenti articoli: “Sull’idrogeno ed alcuni problemi che il suo uso comporta”; “Sull’idrogeno e la sua produzione; sulla acciaieria ucraino-olandese e la metanizzazione della Regione Fvg”.
  10. “Che cos’è l’agrisolare e cosa prevede il decreto che lo finanzia”, in: https://www.gruppoiren.it/it/everyday/energie-per-domani/2023/agrisolare-cosa-prevede-decreto-finanziamenti.html
  11. Laura Miraglia: Il report del JRC: l’agrovoltaico potrebbe da solo superare gli obiettivi fissati dall’Ue sull’energia solare, in: https://www.energiaitalia.news/news/solare/il-report-del-jrc-lagrovoltaico-potrebbe-da-solo-superare-gli-obiettivi-fissati-dallue-sullenergia-solare/21164/
  12. .Lillo Montalto Monella, A2A acquisisce in Friuli la maggioranza di due mega parchi fotovoltaici a terra, in: https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/05/a2a-acquisisce-in-friuli-la-maggioranza-di-due-mega-parchi-fotovoltaici-a-terra–sana-maria-la-longa-persereano-pavia-di-udine–eea3ac32-7e59-452f-85f1-434e764ca368.html.
  13. Laura Miraglia, cit.
  14. https://www.ilgazzettino.it/nordest/udine/elezioni_amministrative_2024_candidati_sindaco_carnia_canal_del_ferro_valcanale_gemona-8108859.html
  15. ‘Coalizione Articolo 9’, Pale e pannelli, cit.

Per lo stesso argomento cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio:

Ma quanta terra fertile vi mangio!!! Enormi parchi fotovoltaici, su terra coltivabile. Dove andrà a finire la tanto conclamata autosufficienza alimentare italica?

L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle che si trovano al suo interno. Si possono reperire in rete anche immagini di pannelli solari posti sopra ciclabili per esempio in Corea del Sud, che intende raggiungere l’obiettivo del 40% dell’ energia da rinnovabili anche attraverso lunghe piste ciclabili in autostrada coperte da pannelli solari. Ma pure in Austria le pale eoliche nella zona a nord- est di Steyr verso Vienna sono poste lungo l’autostrada. Laura Matelda Puppini.

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/05/Agrivoltaicojpg.jpg?fit=640%2C480&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/05/Agrivoltaicojpg.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSenza categoriaScrivo queste righe perché il produrre energia sembra la finalità di tutta l’economia finanziaria odierna anche in Friuli ma non solo, senza pensare ai territori tolti all’agricoltura ed acquistati qui da grosse società, spesso, si dice, per un bianco ed un nero a causa della parcellizzazione della proprietà privata,...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI